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La lettera con cui l'Amministrazione pubblica bolognese chiede ai ricorrenti i costi "di lite" ... |
La Città Metropolitana e il Comune di Bologna hanno richiesto all’associazione AMO Bologna Onlus il pagamento delle spese di lite liquidate dal TAR di Bologna con sentenza 127/2024 del 18 febbraio scorso che ha respinto il ricorso contro il decreto di VIA con cui il progetto di allargamento della tangenziale-autostrada è stato dichiarato compatibile con l’ambiente.
Nonostante l’esito del ricorso, noi riteniamo ancora che l’allargamento fino a 18 corsie di un’autostrada urbana non sia compatibile né con l'ambiente né tantomeno con la salute e la sicurezza della popolazione di Bologna.
Nel ricorso abbiamo sottolineato che il decreto di VIA non ha tenuto nella dovuta considerazione il rischio climatico, sebbene il progetto ricada in un ambito urbano densamente abitato e i centri urbani siano aree particolarmente vulnerabili perché caratterizzate dalla presenza di superfici impermeabili, ricoperte da asfalto e cemento, e da poche aree di carattere naturale (suolo e vegetazione). A supporto delle nostre istanze, abbiamo prodotto relazioni tecniche firmate da esperti che hanno evidenziato la tendenza all’aumento in frequenza ed intensità delle ondate di calore e dei fenomeni di precipitazione estrema, con conseguente incremento del rischio di esondazioni da bacini idrici e alluvioni urbane.
Il TAR ci ha dato torto, i fatti più recenti ci danno tristemente ragione.
Poiché abbiamo perso, la Città Metropolitana ci chiede 19.495 Euro, il Comune 16.722,66, per un totale di oltre 36.000 Euro. Attendiamo fiduciosi un’analoga richiesta da parte della Regione, presumibilmente dopo le elezioni.
Abbiamo perso e pagheremo le spese, perché siamo persone coerenti e pronte ad assumersi le proprie responsabilità.
Siamo in questo persone molto diverse dal sindaco di Bologna, che nel maggio 2023 ha cercato di incolpare un privato cittadino per l’esondazione del Ravone in via Saffi, e che quando lo stesso torrente poche settimane fa ha rotto la tombatura nello stesso punto, ha iniziato un desolante scaricabarile sulla Regione, i consorzi di bonifica, i Vigili del Fuoco. Mancavano solo la Croce Rossa e le Giovani Marmotte.
Siamo diversi dall’ex-presidente della Regione, che alla vista di uno scranno al Parlamento Europeo non ha esitato a piantare in asso l’Emilia Romagna duramente colpita dall’alluvione. Siamo orgogliosamente diversi da chi per anni si è dichiarato contrario all’allargamento del Passante per fare poi un’indecente inversione a U in cambio di un posto nel governo cittadino.
Noi siamo ancora qui, e ancora convinti della direzione presa ormai nove anni fa. Contro il Passante di Mezzo, come si chiamava allora, inutile per risolvere il problema della congestione del traffico, dannoso per la salute dei cittadini, costoso per lo spreco di 3,5 e più miliardi. E ancora contro le grandi opere inutili e imposte dall’alto, contro la devastazione del territorio, saldamente a favore dei boschi, dell’aria pulita, dei parchi, del potenziamento del trasporto pubblico, dei diritti sociali che sempre più spesso sono sotto attacco di interessi privati e di politici asserviti.
E poiché siamo nel giusto, al nostro fianco c’è la parte più sana, attiva, colorata e ribelle della nostra comunità. Le associazioni e i movimenti ambientalisti che da anni denunciano la crisi climatica. I collettivi e i gruppi che aiutano le persone colpite dalle alluvioni senza fanfare e telecamere al seguito. Le attiviste e gli attivisti che subiscono una gravissima ondata di repressione politica per difendere diritti e beni comuni.
Da tutt’altra parte stanno invece i due candidati di destra-centro-sinistra alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, Ugolini e De Pascale, che plaudono all’unisono all’allargamento di tangenziale e autostrada. Entrambi non vedono l’ora di gettare un’altra colata di cemento e asfalto su un territorio che nell’ultimo anno e mezzo ha mostrato tutta la fragilità dovuta alla cementificazione e al consumo dissennato di suolo. Non sorprende questa unità di intenti, se pensiamo che l’allargamento del Passante di Bologna è il gemello concettuale del ponte sullo stretto di Messina.
Abbiamo perso, ma la fiammella che abbiamo acceso nove anni fa opponendoci al progetto di allargamento è ancora viva in tante persone che ogni giorno lottano per la giustizia climatica e sociale. Questa è la nostra vittoria.
AMO Bologna Onlus, 5 novembre 2024
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La lettera inviata ai ricorrenti dall'Avvocatura del Comune di Bologna: "Il TAR nel respingere la domanda proposta dalla sua assistita, ha posto a carico della stessa ...
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La richiesta di 16.722,66 euro include i 12 mila euro per "spese di lite", 1.800 euro di "rimborso forfettario", 2856 euro di "oneri di legge CPDL", 66,66 euro di "oneri di legge INAIL" ... A questi si aggiungono i 19.495 euro conteggiati dalla Città Metropolitana di Bologna. |
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La vicenda del Passante di Mezzo è interamente ricostruibile su questo blog, a partire dalla primavera del 2016.
Ecco il racconto di alcune delle tappe più significative:
1. Il "regalo" a Bologna del PD di Renzi ... (vedi qui, 9 aprile 2016)
2. Il Passante di Mezzo: più 13 metri di asfalto in Città (per 13 km.) ... (vedi qui, 22 aprile 2016)
3. Per Bologna, cambiare aria ... (vedi qui, 24 aprile 2016)
4. La tassa sul Passante in Città ... (vedi qui, aprile 2016, 27 aprile 2016)
5. Voto ... (vedi qui, 4 giugno 2016)
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N) Tra Aria Pesa, XR e Bonaccini ... Un passo avanti? (vedi qui, 11 dicembre 2019)
X) Prime riflessioni su una giornata memorabile per Bologna e per l'Italia ... (vedi qui, 27 ottobre 2022)
Altri Dem, alla Hillary e Biden. Duri con le periferie e ossequienti con Aspi, Eni, FCA, Leonardo, etc, etc.
RispondiEliminaPovera sinistra. Come si può lasciare il confronto con i cittadini nelle mani di apparati e funzionari?
RispondiEliminaZ.
Solidarietà piena ai ricorrenti.
RispondiEliminas.