Mobilitazione, lotta e confronto verso il voto e oltre "per una regione 100% sostenibile" ... |
Ad una settimana dal voto per il rinnovo del Consiglio Regionale e del Governo dell'Emilia Romagna il conflitto politico locale ha assunto un improvviso rilievo nazionale: CentroSinistra e DestraCentro radicalizzano le rispettive posizioni e lanciano all'avversario dure accuse.
CasaPound e Rete dei Patrioti d'Italia, organizzazioni praticamente assenti nella vita quotidiana di Bologna, annunciano una manifestazione in una piazza di spaccio ripetutamente luogo di risse e di omicidi, di fronte alla Stazione Centrale "2 Agosto '80". I segretari nazionali di PD e di Sinistra Italiana decidono di partecipare al presidio antifascista promosso da ANPI e movimenti antifascisti bolognesi che si mobilitano per isolare il raduno dell'estrema destra razzista. Il Ministero dell'Interno ed il Questore autorizzano e "garantiscono a tutti il diritto di manifestare": schierano centinaia di poliziotti e carabinieri nel centro della Città. Sul Pincio un contingente interviene per fermare un corteo di "antagonisti ed anarchici" causando scontri con feriti lievi tra manifestanti ed agenti. Giorgia Meloni ed Elena Ugolini attaccano "certa sinistra" che "tollera i facinorosi" e "aggredisce forze dell'ordine e passanti", Matteo Salvini parla di "zecche rosse", di "comunisti delinquenti" e vuole "chiudere i centri sociali". Elly Schlein e Michele De Pascale denunciano "lo sfregio" alla Città che ha subito la strage alla Stazione e l'errore di "fare sfilare gli estremisti", Nicola Fratoianni chiede di "sciogliere le organizzazioni neofasciste e neonaziste", Matteo Lepore sostiene "anziché i fondi per l'alluvione, ci hanno mandato 300 camicie nere".Certamente l'antifascismo e la lotta di Liberazione nazionale sono un grande e irrinunciabile patrimonio. Nessuna sottovalutazione è consentita nel mondo di oggi. Semmai spiace constatare un antifascismo a intermittenza, forse più usato per mobilitare energie sopite che per avere giustizia, da parte di chi avrebbe dovuto esigere di andare a fondo sulla irresponsabile gestione dell'ordine pubblico in più occasioni (dall'assalto squadrista alla sede nazionale della CGIL del 9 ottobre 2021 agli interventi operati al Parco Don Bosco). Nemmeno sono utili riduzioni farsesche, rappresentazioni banali della cultura antifascista e dell'impegno quotidiano per affermarla. Dimenticando che la sintesi più alta e lungimirante prodotta dalle forze che hanno fatto Resistenza e vinto il "regime autoritario di massa" del Ventennio è la Costituzione Italiana con i suoi Principi fondamentali troppo spesso disattesi e un Ordinamento della Repubblica frequentemente attaccato da partiti di DestraCentro e di CentroSinistra. E proprio la Carta del 1948 indica il percorso di trasformazione della società necessario per rimuovere le ingiustizie e gli ambiti angusti di un potere sempre precedentemente esercitato da ristrette minoranze. E la storia insegna che il fascismo trae forza da ingiustizie sociali esasperate e crisi di egemonia delle classi dominanti.
Questa incompiuta trasformazione sociale e questo cambio nel sistema di poter" consolidato restano la sfida. La posta in gioco in Italia e in Emilia Romagna, come in Europa e nel mondo va decisamente oltre lo scontro agitato in queste ore dagli organi di comunicazione e da alcuni leader di partito e di parte.
Al centro restano le priorità nel governo delle Istituzioni pubbliche, gli investimenti economici e finanziari necessari per uscire dalle contraddizioni esplosive che viviamo: grandi ricchezze e povertà crescenti; sviluppo demografico e produttivo continui e limiti oggettivi degli ecosistemi naturali che consentono la vita umana; diffusione universale di fatti, notizie, relazioni ed estremo accentramento delle decisioni che contano e determinano presente e futuro.
Tanti bolognesi, emiliano romagnoli ed italiani lo stanno verificando in questi mesi ed anni di cambiamenti profondi: con i mutamenti climatici e l'alternarsi di siccità ed alluvioni; con la ricerca avida di profitti privati a scapito di risorse pubbliche saccheggiate; con la progressiva perdita di beni comuni, di sicurezza e di diritti a causa di imperizia, imprevidenze e subalternità di autorità inadeguate.
Classi dominanti irresponsabili includono imprenditori e manager focalizzati sul breve e medio periodo, gruppi finanziari orientati alla speculazione, partiti politici ridotti a comitati elettorali. Al di là di ideologie e differenti culture politiche, tutti infine convergenti nelle tesi illusorie che alzare muri e misure protezioniste, alimentare guerre e spese di riarmo, posticipare misure urgenti verso la transizione ecologica possa superare difficoltà, crisi, problemi locali e globali.
Mentre con sempre maggiore evidenza sta scadendo il tempo per scelte nuove e nette: uscire dalla palude del pensiero che delega le decisioni più importanti, complesse e condizionanti a "super geni", ovvero a "venditori di speranze" che si realizzeranno in un indefinito "domani", in un tempo "posticipato" che verrà "se oggi seguiamo ancora vecchie pratiche".
Non funziona così.
Il governo del territorio e le modalità del suo esercizio sono gli argomenti quotidiani su cui confrontarsi e responsabilizzarsi. Consapevoli, tutti, delle rispettive esperienze, parzialità, culture. Che possono arricchire le conoscenze, le idee, le capacità di sintesi e di scelta consapevole.
Sempre nuovi elementi vanno analizzati, nuove contraddizioni sono da risolvere, ulteriori bisogni soddisfatti e domande corrisposte.
I prossimi mesi saranno impegnativi e di lotta, per estendere ulteriormente questa mobilitazione locale e nazionale.
Poi, Legambiente ha messo a confronto soggetti politici impegnati nel rinnovo dell'Assemblea Legislativa e della sua Presidenza, sottoponendo "Le sfide ambientali per garantire una transizione ecologica equa ed efficace": 24 pagine e 9 capitoli "Per una regione 100% sostenibile" (vedi qui) assai benevoli per chi ha governato.
Sono state ore istruttive.
Con il Candidato del CentroSinistra e con quello della Lista Emilia Romagna per la Pace, per l'Ambiente e per il Lavoro che hanno partecipato ad un primo incontro.
Michele De Pascale ha messo in evidenza una decisa propensione alla continuità con la Giunta di Stefano Bonaccini. Per lui si tratta di proseguire nel lavoro positivo svolto: dal Piano Regionale delle Infrastrutture e dei Trasporti al Piano energetico, con priorità al Passante di Bologna ed al Rigassificatore di Ravenna. "La Legge urbanistica 24 del 2017 è positiva perché ha ridotto le precedenti previsioni di consumo del suolo" e "la sanità pubblica richiede maggiori risorse nazionali" per investire nei riordino dei grandi Ospedali (a Bologna in questi giorni l'assessore Raffaele Donini ha presentato un proposito di 500 milioni per il nuovo Maggiore) e nella verifica adeguamento dei Centri di Assistenza Urgenza. Dunque una sanità pubblica ancora prevalentemente concentrata sui grandi centri e sulle (importanti) eccellenze ma ancora debole nei territori e debolissima nella prevenzione.
Federico Serra ha argomentato le ragioni per produrre una svolta radicale anche nel governo della Regione: il modello di sviluppo perseguito accresce sfruttamento del lavoro, consumo di suolo, inquinamento, malattie e spese sanitarie. Per produrre conversione e messa in sicurezza delle comunità dal dissesto idrogeologico le risorse possono essere sottratte al riarmo e alle guerre, alle grandi opere infrastrutturali inutili e sbagliate, dal Passante di Mezzo al Rigassificatore. Il Patto per il Lavoro e per il Clima sperimentato non è strumento adeguato a risolvere i problemi e i conflitti sociali aperti.
In un secondo appuntamento a livello provinciale che hanno messo a confronto le liste e i candidati gli interventi sono risultati ancor meno scontati.
Assente ingiustificato il PD, che pare avere delegato ad alleati della coalizione di CentroSinistra il compito di raccogliere consensi. Forse consapevole della distanza che separa il gruppo dirigente regionale del partito dalle istanze ecologiste locali e nazionali e poco interessato a evidenziare in una sede pubblica i contrasti programmatici presenti con alcune delle forze politiche che pure sostengono De Pascale.
Per il M5S, fin qui all'opposizione della Giunta Bonaccini, Marzia Calzoni ha ribadito critiche (alla legge urbanistica 24 del 2017), mostrato distanze politiche e programmatiche significative (siamo "per una legge sul clima", per "ridurre il trasporto su gomma" e ci battiamo "contro una economia di guerra"). Ha poi manifestato dissenso su punti specifici rilevanti del programma del Candidato Presidente che pure sostiene: dalle nuove infrastrutture stradali, alla nuova seggiovia al Corno. Faticando ad argomentare le ragioni di un passaggio al "campo largo" ma garantendo, qualora eletta, massima coerenza con le posizioni espresse.
Per AVS hanno partecipato le due figure più autorevoli di Verdi e Coalizione Civica. Entrambe hanno detto di condividere le battaglie ambientaliste di questi anni; anche sui punti tuttora oggetto di conflitti. Silvia Zamboni ha rivendicato il voto contrario o differenziato dalla maggioranza su varie materie e, insieme, l'approvazione di alcune leggi ed ordini del giorno "che senza essere in coalizione non sarebbero state approvate". Simona Larghetti ha sostenuto "il lavoro avviato in Comune e Città Metropolitana a favore di ciclisti e pendolari con Biciplan, prima linea ferroviaria passante (Porretta - Casalecchio - Pianoro) e tram" e il recente cambio di valutazione fatto sulla (effettiva, dubbia) priorità del Passante autostradale dopo le recenti alluvioni. Sulla legge 24 del 2017 propone "la modifica di 3 articoli sostanziali". "Essere parte della maggioranza consente di fare e di incidere" ha affermato, come dimostra anche "la conclusione della vicenda Besta - Don Bosco".
L'esponente di Volt, Gianluca Guerra, ha ribadito le posizioni del suo partito pan-europeo su diversi conflitti locali che lo hanno visto schierarsi contro il Passante di Mezzo ed a favore della "ristrutturazione delle scuole Besta", indicando inoltre ulteriori contraddizioni in seno alla coalizione di CentroSinistra come quella che nel Comune di San Lazzaro vorrebbe destinare ad uso logistica un ampio terreno della Società Italiana Sementi. Tanta coerenza e capacità di visione si scontrano solo con la presenza all'interno della Lista Civica del Candidato Presidente De Pascale che, nel merito, sostiene tutt'altre scelte. Come del resto Italia Viva e il candidato ciellino Andrea Babbi.
Anche dalla candidata nella Lista Riformisti per De Pascale, Claudia Ferrari, non sono mancati spunti critici: "manca spinta politica per ridurre le auto e rendere competitivo il trasporto pubblico", "i percorsi TPER sono fermi da decenni e vanno ridisegnati". Poi considerazioni interpretabili come giustificazioni: "su trasporti ed assetto istituzionale si devono fare i conti con scelte nazionali". E discutibili sollecitazioni: "sul nucleare abbiamo bloccato la ricerca".
Il tema è stato ripreso dalla candidata di Forza Italia - Noi Moderati, a sostegno di Elena Ugolini, Costanza Bendinelli: "le fonti energetiche hanno costi con cui fare i conti: alle rinnovabili servono incentivi". Critica sul Passante di Mezzo "inquinante e non risolutivo", sostiene il Passante a Sud, "in tunnel sotto le colline completerebbe un anello autostradale attorno a Bologna". E sull'aeroporto "il Marconi è sicuramente fonte di interscambi, attività e ricchezza".
Per la lista L'Emilia Romagna per la Pace, l'Ambiente e il Lavoro, che raccoglie la sinistra alternativa alla maggioranza attualmente al governo della Regione, Teresa La Torretta rileva le "contraddizioni tra molte delle affermazioni critiche dei candidati delle liste a sostegno di De Pascale e le posizioni espresse dal Sindaco di Ravenna, ieri e oggi". Da attivista del Comitato Besta rivendica innanzitutto alla resistenza popolare e "alla disobbedienza civile e non violenta dei ragazzi e dei cittadini il risultato positivo ottenuto a difesa del Parco don Bosco". Una battaglia costata molto (per "i feriti, le denunce, i fogli di via" che hanno colpito duro e per i "7 mesi di presenza continua") e non conclusa: con "la ristrutturazione della scuola ancora da conquistare". Ma "un esempio di opposizione e di mobilitazione per i molti fronti che sono aperti in città e in regione per una svolta radicale nelle politiche attuate e nel modello di sviluppo perseguito dalle maggioranze a guida PD".
Tanti spunti per riflettere, confrontarsi e decidere.
Ci attende il voto di domenica e lunedì. Delegare i già convinti è un segnale di distanza e forse di protesta verso partiti avversati o troppo centrati su se stessi, auto referenziali ma, di certo, non aiuta ad avvicinare le Istituzioni alle persone, ai loro bisogni ed alle loro aspirazioni.
Poi una lotta politica, sociale e culturale per conquistare, giorno dopo giorno, i diritti e doveri universali per i quali si è combattuto nella lotta di Resistenza e di Liberazione antifascista e milioni di donne e uomini continuano a farlo in tanti paesi del mondo.
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Grazie. Penso che essere antifascisti significa amare i diritti e le libertà di tutti, soprattutto di chi è minoranza.
RispondiEliminaL.
Tra il "patto repubblicano" di de Pascale e "l'Italia dei si, di cui Ravenna è un esempio" di Matteo Salvini mi pare abbiano fatto a chi la dice più grossa!
RispondiEliminaFrancamente no. Respinti.
DG
Al di là di schieramenti, elezioni e rappresentanze, la sola strada è quella della mobilitazione, della solidarietà e della lotta. Pippo da Ravenna
RispondiEliminaNe traggo la conclusione che al PD sono determinati (dal candidato presidente di regione al sindaco di bo) quanto isolati, stando all'incontro di legambiente. Elezioni di puro schieramento?
RispondiEliminaAltro tema. Viene riproposto il Patto regionale per il lavoro e il clima. Se non sbaglio le associazioni ambientaliste sono uscite. Dunque? Si può prescindere da questo dato politico?
Ciao!
Capisco che il non voto aiuti i già convinti e gli interessati, ma qui pare tutto già deciso (nonostante i tanti pareri critici).
RispondiEliminas.