venerdì 14 giugno 2024

Elezioni europee: occhio ai dati ed alla propaganda! Per un confronto su priorità e investimenti ...

Bologna, i cantieri del tram al Fiera District ... Si possono continuare a sacrificare alberi ed arbusti?










Si è votato per eleggere il Parlamento Europeo e per scegliere Consigli ed Amministrazioni di importanti Comuni d'Italia. Ma questo pare che molti lo abbiano dimenticato, per concentrarsi su valutazioni di parte, che spesso risultano stonate di fronte a dati generali preoccupanti che richiedono risposte Politiche immediate, all'altezza dei conflitti aperti.

E' infatti comprensibile la soddisfazione personale di due protagoniste, entrambe donne.

Giorgia sente costante l'esigenza di consolidare una leadership duramente conquistata a destra, in un Paese che nell'ultimo decennio ha dimostrato di "bruciare" vari tentativi o illusioni di cambiamento (di segno radicalmente opposto: da Beppe Grillo a Matteo Renzi, a Matteo Salvini) di un sistema istituzionale, economico e sociale in fortissima e irrisolta crisi. 

Elly avverte l'affanno di essere pienamente riconosciuta come segretaria in un PD che conserva nel suo corpo più uomini di potere che dirigenti politici capaci di una rivoluzione gentile quanto sostanziale e radicale verso un "altro mondo" possibile, necessario, urgente: nel segno del disarmo e della pace, della conversione ecologica delle produzioni e dei consumi, del protagonismo delle persone e dei popoli.

Comprensibili dunque Meloni e Schlein (con i rispettivi giovani staff). 

E, in effetti, per la Presidente del Consiglio dei Ministri parlare di successo ci può anche stare, considerando come ha saputo superare l'offensiva di molti avversari (e qualche alleato) sui suoi legami passati e presenti con ambienti ed organizzazioni neofasciste e, soprattutto, il nuovo contesto dei rapporti di forza creati dal voto nei Palazzi di Strasburgo e Bruxelles, con la crescita di forze di destra in Francia, Germania, Spagna e non solo. Di certo, però, ora dovrà scegliere percorsi per lei assai più impegnativi: trovare "necessarie" mediazioni con gli avversari sempre additati (burocrati e principali partiti dell'UE) per la gestione di Commissione e Parlamento ... Oppure aprire conflitti politici con lobby e tra i vari nazionalismi continentali che possono rompere equilibri fin qui gestiti e aprire nuove pericolose contraddizioni. Naturalmente non solo per Lei, ma soprattutto per Noi: in un tempo difficile di guerre sul campo (dall'Europa al Mediterraneo), di sfide al riarmo, di crescente competizione economica, di crisi ecologica e climatica. 

Come si muoverà su tutto questo il Governo di Giorgia? Reggeranno politiche di mera conservazione, di chiusura nelle vecchie roccaforti dell'Occidente e della NATO, di ulteriore indebitamento pubblico ad esclusivo vantaggio di pochi privilegiati?

Più difficile, sicuramente, è condividere la soddisfazione della giovane Segretaria PD quando parla di "risultato straordinario" e di "ottimo successo". Perché in questo Elly segue le orme dei suoi tristi predecessori. Continua infatti a valutare il voto per l'Europa con lenti prevalentemente rapportate al contesto nazionale e senza prospettive per le grandi sfide che travagliano l'Europa. In assenza di analisi e riflessioni sulla sconfitta storica subita dalla SPD (al terzo posto nel voto dei tedeschi, dietro CDU-CSU e dietro i neofascisti dell'AfD). Né considerazioni per la svolta a destra della Francia di Macron. Tantomeno ragionamenti sul futuro dell'alleanza che ha portato alla elezione di Ursula Von del Leyen, poi alla regressione atlantista della sua politica ... Inoltre, Schlein (che pure ha il merito di riprendere alcuni impegni sui diritti civili, dei lavoratori o per la sanità pubblica) prescinde da dati di realtà e da analisi più profonde e sostanziali sull'Italia inquinata, degli sprechi e del malaffare. Preferisce concentrarsi su raffronti elettorali non omogenei o occasionali (se non di comodo) per valutare i risultati dei vari soggetti in campo e lo stato di salute del suo partito. 

Per intenderci: voto Europeo 2024 e Politico '22 possono davvero essere un metro di confronto corretto? Non vi sono specificità? Nulla incidono per i votanti l'appartenenza dei diversi soggetti in competizione a Gruppi Parlamentari e Partiti più o meno storici e consolidati in Europa (come i Socialisti, i Verdi o i Popolari)? O, al contrario, l'oggettivo isolamento internazionale di formazioni politiche (come il M5S) prevalentemente caratterizzate su questioni nazionali? 

Infine, nelle analisi dei risultati si può tacere sul condizionamento del voto amministrativo a macchia di leopardo, che accresce o riduce la partecipazione in misura diversa da territorio a territorio? Si studi, solo per fare due esempi: il voto nel bolognese (dove in Città ha votato il 57% degli aventi diritto mentre nei comuni della provincia dove si è votato anche per Sindaci e Consigli l'affluenza si è alzata di diversi punti, portando il dato di affluenza complessivo oltre il 60%). Ancora più netto il voto di Bari e della Puglia (dove lo scontro sulle Comunali nel Capoluogo e in altri comuni ha portato l'affluenza oltre al 60% (e a volte sopra al 60%) a differenza di una partecipazione regionale complessiva poco superiore al 42% (con punte di non voto per chi aveva solo da scegliere la propria rappresentanza in Europa addirittura superiori a 2 elettori su 3).

Insomma, il PD non può nascondere a se stesso e a tutti noi la crisi grave in cui restano socialdemocrazia e socialisti, l'intera sinistra e la democrazia europea. Nel nostro Paese i voti raccolti dal PD sono, in assoluto, il minimo storico. Da almeno 25 anni il più strutturato partito che si presenta nella competizione europea tra le forze democratiche e di CentroSinistra non si è mai fermato sotto i 6 milioni di consensi. Per non dire del Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer che nelle sue ultime due competizioni europee (1979 e '84) aveva contato oltre i 10 milioni di consensi (su un numero di elettori inferiore a quello degli anni successivi, in costante lenta crescita). 

E' il caso di ribadire. Fermarsi alle percentuali (come fanno i più) comporta considerare solo i voti espressi, negando il non voto. Un esercizio lecito fin quando "il dovere" di esprimere il voto era avvertito, condiviso e praticato con percentuali attorno al 90% degli aventi diritto (e il restante 10% era considerato una assenza forzata e naturale: per malattie, per impegni improrogabili di lavoro o di studio, per vacanze o viaggi all'estero programmati). Molto diverso è però un contesto dove cresce, di molto, l'astensionismo. Addirittura (a livello nazionale) raggiunge 1 elettore su 2. Indice di una distanza politica e culturale crescente dei cittadini dalle forze politiche in campo. Segno del non riconoscersi nelle coalizioni, nei partiti e/o nelle liste che si contendono il voto e la rappresentanza. Del resto negli ultimi decenni sistemi elettorali prevalentemente maggioritari, alternanze tra schieramenti di CentroDestra e di CentroSinistra appiattiti nella gestione di politiche "mainstream" neoliberiste e ripetuti governi di "larghe intese" hanno progressivamente ridotto le differenze di cultura politica, le visioni strategiche e le pratiche amministrative. Da anni Quelli del Si alle "grandi" opere senza qualità includono esponenti di CentroDestra e di CentroSinistra sotto l'egida di multinazionali e grandi gruppi imprenditoriali; i fautori delle privatizzazioni hanno accomunato Berlusconi e Prodi, Casini e Bersani; i sostenitori della crescita di asfalto e cemento, di consumo di suolo e di poli della logistica su gomma, di nuove autostrade, Passanti e rigassificatori sono Salvini, Toti e Zaia, nonché Fassino, Burlando e Bonaccini; gli sponsor delle "guerre umanitarie" e degli interventi armati della NATO nel mondo sono stati Cossiga e D'Alema, Fini e Letta ... Oggi le spese per sostenere il riarmo nazionale e per i fronti di guerra sono opera congiunta dei parlamentari di Forza Italia e di Fratelli d'Italia, di Italia Viva, Azione e PD. Del resto l'esplosione di consensi verso il M5S che dal 2013 al 2018 prometteva di "ribaltare come un calzino il sistema" e le politiche del passato hanno mostrato tutta la debolezza di un Movimento sostanzialmente immaturo, velleitario, destrutturato nel territorio: per governare ha scelto di allearsi prima con la Lega di Salvini, poi con il PD di Zingaretti rinunciando progressivamente ai principali obiettivi di trasformazione sociale e di governo che erano alla base dei successi elettorali (relativi) conseguiti. Così oggi l'astensionismo raccoglie soprattutto disaffezione, dissenso e critica alla politica praticata o alle decisioni politico - amministrative. 

Per valutare il radicamento sociale dei partiti, la forza dei loro Progetti, l'autorevolezza dei rispettivi gruppi dirigenti è dunque opportuno ragionare sui numeri assoluti dei consensi e su raffronti omogenei per cogliere tendenze.

E qui si evidenziano tutti i problemi aperti: l'esistenza di uno "zoccolo duro", prodotto da un misto di tradizione e di relazioni di potere; contemporaneamente la crescente fragilità culturale e di legami profondi. 

Questo fine settimana la Segretaria nazionale del PD è a Bologna, in previsione delle elezioni Regionali per il post Bonaccini. Farà bene a verificare "ottimo successo" e "risultato straordinario". E con lei è auspicabile lo facciano tutti i Democratici, Sinistra Italiana, i Verdi, Volt ...

In Emilia Romagna il voto suggerisce più approfondimenti critici. Il DestraCentro si è confermato al primo turno nei due importanti capoluoghi che già amministrava: Ferrara e Forlì. Dove pure era schierato il cosiddetto "campo largo". Incluso il M5S. Ha poi vinto e perso importanti Comuni, alluvionati e no. 

Nella Città Metropolitana tre importanti comuni confinanti con il Comune capoluogo, tutti sopra i 15 mila abitanti e da sempre amministrati da Sinistra e CentroSinistra andranno per la prima volta al ballottaggio. A Casalecchio sul Reno, a Castel Maggiore e a Pianoro i candidati sindaci del PD non hanno infatti superato il 50% dei consensi espressi (a fronte di una affluenza attorno al 65%). E attenzione (!) in nessun dei tre la sfida sarà con candidati sostenuti dal DestraCentro. Ovunque hanno prevalso sui candidati di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia candidati civici sostenuti anche da fasce di elettorato critico della sinistra, dei partiti alleati e dello stesso PD. Non si tratta solo di "ricchezza di idee" e di pluralismo culturale. Piuttosto di segnali evidenti di una mancanza di idee forti e di Progetto che accomuna e che produce sintesi, priorità e pratiche di democrazia per il futuro. Il contrario: uomini, gruppi e cordate si dividono nella gestione di quote di potere, si chiudono nelle loro sedi, più spesso in presunti "fortini", difficilmente si rapportano ai bisogni sociali, alla sete di cultura e di natura. Altro che "casi" locali, "particolari" come affermano giovani dirigenti (vedi sotto). Anche qui, come in quasi tutte le regioni d'Italia, il PD deve fronteggiare vecchi amici e giovani in cerca di prospettive, di partecipazione effettiva, realmente vissuta e pienamente respirata.

Anche nei comuni con meno di 15 mila abitanti ed un sistema elettorale a turno unico il suggerimento è di riflettere oltre la superficie dei Sindaci conquistati o persi. Per capire e correggere. Due esempi. Primo: Pieve di Cento, dove la prescelta dal PD ha incassato appena 423 voti, mentre ben 1457 cittadini, lo stesso giorno, hanno votato la lista PD per l'Europa. Secondo: Ozzano dell'Emilia, dove il Sindaco PD giunto al terzo mandato, sostenitore di Schlein e alleato con ex consiglieri del CentroDestra ha prevalso con 3328 voti, il 45%, su altre due liste al 27%: una, Progresso Ozzano, decisamente di sinistra, l'altra SiAmo Ozzano a conduzione di Fratelli d'Italia. Nelle precedenti comunali questo Sindaco contava 5309, il 67%.

Ma anche in Città vanno evitati giudizi affrettati e senza opportune analisi (peraltro non semplici). 

Anche qui, due indizi. Il primo. Leggendo i dati pubblicati per "zona" territoriale a "San Donato" si registra la più marcata astensione: oltre il 47%, pari solo a quella del Marconi (media cittadina il 42%). Ebbene, questi sono anche i territori in cui più si soffrono decisioni politiche ed amministrative che non risultano affatto coerenti con le finalità generali orientate alla transizioni ecologica. Più volte le Amministrazioni locali hanno mostrato di usare i fondi europei per realizzare opere discutibili e imposte senza le necessarie verifiche e la dovuta partecipazione. E' opinione diffusa che altre avrebbero potuto e dovuto essere le priorità del PNRR per anticipare la riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 nel pieno rispetto di luoghi storici, del patrimonio edilizio esistente e da ristrutturare, dei parchi e del verde urbano essenziali per la biodiversità e la tutela della salute.

Il secondo. Nel successo significativo (ancorché relativo) di AVS quale incidenza va attribuita a valori ideali e opzioni fondanti questa Alleanza EcoSolidale e quanto alle pratiche di esponenti locali, nazionali ed europei? E, qualora si volesse ragionare sul piano locale, quale quota parte dovrebbe essere riconosciuta per le sfumature di dissenso dal PD espresse dagli Amministratori locali di Sinistra Italiana e di Coalizione Civica su consumo di suolo, aggressione al verde urbano, pratiche decisioniste e repressive che fanno parlare (anche la stampa locale) di "Patto Lepore - Piantedosi" e quale ai Verdi cittadini per le loro posizioni assai critiche su scelte di Governo locale e per l'appoggio esplicito a vertenze di Comitati ed associazioni ambientaliste che hanno determinato il Sindaco Lepore a estromettere dalla maggioranza l'eletto in Comune, Davide Celli? 

Peraltro è convinzione condivisa il peso positivo esercitato da personalità nazionali nel voto per l'Europa. Con Mimmo Lucano e Ilaria Salis divenuti simboli di una cultura sovranazionale dei diritti civili delle persone di tutto il mondo, di accoglienza inter etnica e di ripulsa verso apparati statali che - in troppi paesi - antepongono la persecuzione delle pratiche di sperimentazione o disobbedienza civile e la repressione o le minacce verso il dissenso piuttosto che i doveri universali delle Istituzioni al rispetto della vita delle persone ed alla prevenzione dai malanni causati dell'inquinamento e della appropriazione indebita di beni comuni essenziali.

Dunque, meglio approfondire la mole di dati e notizie che ci indica il recente pronunciamento dei cittadini. Guai non trarre esperienza e comprensione. Nessuno che vuole costruire futuro può permettersi di archiviare prematuramente pratiche importanti di partecipazione.


Bologna. Manifesti affissi negli spazi elettorali per il Parlamento europeo: volti e nomi di candidati, nessun impegno e richiamo per fronteggiare le crisi in atto ... (5 giugno 2024)


Il richiamo del Ministro degli Esteri del Governo Meloni alla "forza rassicurante al centro dell'Europa" e la flebile voce di Michele Santoro: "Basta guerra e riarmo" ... (5 giugno 2024)
 

Il titolo netto di la Repubblica sul voto in Europa ... (10 giugno 2024)


La prima pagina de il manifesto ... (11 giugno 2024)


"Il risultato straordinario" e la "chiara identità" secondo Elly Schlein nell'intervista a la Repubblica ... (11 giugno)


"Ha vinto la squadra" ... Le tesi di Stefano Bonaccini in una intervista al Resto del Carlino (11 giugno)


Le pagine dei quotidiani e le informazioni dei media sono tutte relative alle percentuali conseguite da partiti e liste ... (il Corriere della Sera, 11 giugno)
Oggi, sul Sito del Ministero degli Interni, a quattro giorni dal voto mancano ancora i risultati definitivi: conteggiati 63827 su 63905 seggi. Ecco l'efficenza e la trasparenza dell'Italia 2024! 


Poco se ne parla ... ma "ora si tratta" titola il Corriere della Sera (11 giugno)

Silenzio nei e dei partiti. Ma il Corriere sostiene: "Von Der Leyen guarda Meloni per il bis: lo scenario" ... (12 giugno)


Però parla sul Corriere il neo parlamentare europeo PD Giorgio Gori: "Il sostegno a Kiev è il solo discrimine" ... (12 giugno)


Intanto si preparano le sfide per il secondo turno ... A Bologna tre storiche roccaforti della Sinistra e poi del Centrosinistra sono contese tra PD e liste civiche ... (11 giugno)


Interviene Igor Taruffi: "A Casalecchio, Castel Maggiore e Pianoro ci sono stati problemi di gestione" ... e per il dopo Bonaccini in Regione "campo largo con i 5 Stelle" (12 giugno)


Su il Carlino Bologna, la segretaria PD di Bologna: "Ci aspettavano al varco a me e Elly Schlein, ma il nuovo PD ha avuto un grande successo, grazie a una linea chiara su lavoro precario, salario minimo e sanità pubblica" ... (12 giugno)











A Bologna proseguono i lavori per il tram nei cantieri aperti da mesi: in zona Fiera, su viale Aldo Moro tra Torri della Regione e Parco Don Bosco si paventano decine e decine di nuovi abbattimenti di alberi ed arbusti ... (12 giugno 2024)


Una preziosa barriera di verde tutela i ragazzi e gli insegnanti delle Besta, i residenti del Quartiere San Donato e la preziosa biodiversità che costituisce un patrimonio comune ... anche dalle ondate di calore estivo (12 giugno 2024)


L'ipotesi di un ulteriore taglio di alberi ed arbusti in viale Aldo Moro per estendere ancora asfalto e cemento è una ipotesi da contrastare ... (12 giugno)


Decine di genitori e insegnanti delle Besta, di residenti e cittadini di San Donato, con associazioni e comitati ecologisti discutono in Assemblea al Parco Don Bosco: che fare? ... (11 giugno)


"Un impegno comune a difesa del verde" ... Poi, una foto in solidarietà con le lotte operaie della GKN di Firenze e della IIA di Bologna: insieme per la conversione ecologica delle produzioni e della mobilità ... (11 giugno 2024)


L'assemblea davanti ai cancelli della Industria Italiana Autobus di operai e impiegati in sciopero con studenti, ricercatori ed esponenti delle associazioni ambientaliste per salvare e rilanciare produzioni eco-compatibili ... (3 giugno 2024)
 

L'affissione di uno striscione No Passante di Mezzo ... Meglio investire sui trasporti pubblici e sul Servizio Ferroviario Metropolitano (aprile 2024)


Tre miliardi e mezzo per realizzare 16-18 corsie che attraversano la Città e devastare parchi, giardini ed aree di verde urbano è un affronto alla conversione ecologica, al City Climate Contract e a Bologna 30 ...


Un attivista No Passante e Si IIA per una mobilità eco-compatibile dialoga con operai e impiegati della azienda di via San Donato ...


Cittadini in bici manifestano contro il Passante di Mezzo in occasione della CiEmmona 2024 ...
(1 giugno 2024)



Attiviste pro Scuole Besta (ristrutturate) e pro Don Bosco (difeso e valorizzato come patrimonio comune) raccolgono firme dei cittadini e le consegnano in Comune ... (30 maggio 2023)









Attivisti e cittadini contro il Passante di Mezzo e le grandi opere inutili e sbagliate presidiano il Giardino Virginia Wolf, già Parco Chico Mendes ... (6 giugno 2024)


Azioni, pensiero, progetto. Il partecipato Convegno pubblico al Cinema Perla (25 maggio 2024) è un importante riferimento culturale e politico per Bologna e per il Paese ... Sarebbe interessante se il confronto si estendesse a tutte le organizzazioni sociali, i partiti politici e gli amministratori pubblici


Qualche forza politica, ci prova: sabato al Parco Don Bosco, dalle ore ore 14.30 docenti, ricercatori, professionisti, attivisti, ex amministratori, cittadini interessati ...



















SALVARE IL PARCO E’ UNA NECESSITA’. RIGENERARE LA SCUOLA E’ POSSIBILE!

di Nino Pizzimenti, Direttivo Legambiente, Bologna, 25 maggio 2024, Intervento al Cinema Perla

Buongiorno a tutte e tutti. La vostra numerosa presenza testimonia che intorno al Parco Don Bosco e alla Scuola Besta è cresciuta una attenzione che ha una valenza che va ben al di lai dei confini dell’area di cui ci stiamo occupando e investe sia i temi ambientali sia i temi pedagogici. Chi mi ha preceduto ha già tracciato con la dovuta cura le motivazioni che hanno portato questa vertenza all’attenzione dell’opinione pubblica, ponendo domande ineludibili sul modello di citta’ che si va realizzando e sulla crisi che investe il modello della partecipazione.

Siamo consapevoli che il confronto con l’Amministrazione non è andato nella direzione giusta. Perchè il confronto presuppone che vi siano almeno 2 opzioni in campo che vanno trattate con lo stesso metro e con la stessa dignità.

Prima di entrare nel merito del tema che devo sviluppare ritengo necessario richiamare i termini della emergenza climatica e della urgenza della riconversione ecologica.
E lo faccio richiamando il lavoro di un ricercatore che è stato anche docente nella scuola di formazione di Legambiente: Nicola Armaroli, dirigente del CNR, direttore della rivista Sapere, membro dell’Accademia nazionale delle scienze e instancabile divulgatore, autore di un fortunato e pregevole testo, scritto con il Prof. Emerito Vincenzo Balzani “ Energia per l’Astronave chiamata Terra “ e di tante acute riflessioni sul nostro sistema energetico e sulle soluzioni per liberarci dalla dipendenze dai fossili e sulla necessità di a
ffrettarci ad uscire dall’emergenza energia.

Ogni secondo nel mondo si bruciano:

250 tonnellate di carbone
180.000 litri di petrolio
125.000 metri cubi di gas
E sempre ogni secondo si immettono in aria 1100 tonnellate di CO2.
Ogni anno preleviamo dalla terra 10 miliardi di tonnellate di carbonio fossile (petrolio, carbone, gas) che vengono dispersi in atmosfera sotto forma di 34 miliardi di tonnellate di C02.

Nella C02 vi sono 2 doppi legami chimici carbonio-ossigeno che assorbono i raggi infrarossi riemessi dalla Terra come calore che viene così intrappolato . E le piante e il suolo riescono a trattenere solo la metà della CO2 di scarto prodotta. Il resto va in atmosfera.
La CO2 diventa una sorta di coperta termica e innesca un processo di riscaldamento globale artificiale: è l’e
ffetto serra antropogenico motore del cambiamento climatico.

La concentrazione media di CO2 in atmosfera sta raggiungendo la cifra di quasi 500 ppm (parti per milione). Ma non è solo CO2 che emettiamo ma anche tanto metano e altre pericolose molecole.
La concentrazione di CO2 è uniforme su tutto il pianeta, quindi l’inquinamento climatico, colpisce tutti indistintamente.

Il cambiamento climatico antropogenico crea un enorme problema di giustizia sociale a livello mondiale. I piu’ ricchi, che sono i principali responsabili, hanno i mezzi economici tecnici e culturali per difendersi, quelli sono i meno colpevoli ma anche i più esposti (anche alle nostre latitudini).

Come uscire dall’emergenza climatica? Ricordandoci che Il sole invia sulla terra una quantità di energia che è circa 5000 volte superiore al consumo mondiale attuale. La cattiva notizia è che

l’energia solare oltre ad essere relativamente diluita è anche discontinua su scala locale. L’energia solare serve a poco da sola. Va convertita e accumulata in energia utile di uso finale . Servono pannelli solari termici, pannelli fotovoltaici, batterie di accumulo, pompe di calore. E servono risorse naturali (terre rare etc.) x nutrire questi sistemi. E sono risorse limitate. La transizione energetica non ci libera dalla necessità di utilizzare in modo intelligente le risorse limitate della terra e a rivedere i nostri stili di vita (Nicola Armaroli “Emergenza Energia: non abbiamo piu’ tempo”).

E’ bene tenere presente questi dati perchè è con questi dati che dobbiamo fare i conti e ricordarci perche’ ogni parco salvato e ogni edificio rigenerato possono contribuire a contenere gli effetti dei cambiamenti climatici.

Cosa c’entra, quindi, il ministro Piantedosi, ministro degli interni, con la CO2, la rigenerazione urbana e con il salvataggio del parco?
Abbiamo letto che il ministro ha o
fferto la cavalleria e la fanteria al sindaco della nostra città per ripristinare la legalità. L’abbiamo già vista all’opera non solo al Parco Don Bosco

E non abbiamo ancora sentito da parte del Sindaco e dell’Amministrazione poche parole ma chiare: grazie.... non ne abbiamo bisogno!!
Abbiamo invece letto che il Sindaco ha dichiarato che non capisce perché non vogliamo una “scuola bella” (che sarebbe la scuola non rigenerata ma costruita ex novo nell’area di parco “libera”, cioe’ libera da manufatti ma non da alberi, prato e arbusti, cioè la parte di parco che sarà sottratta alla sua funzione attuale di spazio verde ) e preferiamo che le “scuole belle” vengano fatte nella ZTL e quindi del Centro Storico.

E questa dichiarazione mi ha ricordato quando qualche anno fa, l’Assessore Ara (allora presidente del Quartiere Navile) mi accusava e accusava noi ambientalisti di essere contrari al Passante Nord e che questa nostra avversione, di fatto favoriva le villettopoli della Pianura.
Quindi il movimento nato intorno alle Besta (e prima intorno al Passante Nord) sarebbe un movimento che ha a cuore l’area di maggior privilegio sociale e non le aree di maggior disagio sociale.

Come vedete, c’è una continuità nelle argomentazioni e nella formulazione di questo pensiero.

In questi mesi si è creato intorno alle scuole medie Fabio Besta e al parco Don Bosco che le ospita, un movimento inedito di cittadini contrari al progetto 4 Foglie del Comune (progetto definito NZEB dal punto di vista energetico, cioè Nearly Zero Building Energy , cioè a consumo quasi zero), movimento tanto composito nelle sue varie anime e declinazioni, quanto unito nell’avversare il progetto. E’ certo che la ragione dell’avversione nostra, come dovrebbe essere chiaro viste anche le premesse, non è la nostra avversione verso un progetto innovativo dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico (fotovoltaico e geotermia) , ma perchè sosteniamo e siamo sempre più convinti che le Scuole Medie Besta possono essere rigenerate, grazie ad un sapiente intervento di riqualificazione energetica e di ristrutturazione edilizia.

I motivi della nostra avversione e del conflitto che ne è nato sono da ascrivere alla categoria “Resistenza Urbana” e sono stati proposti in molte occasioni e con tutti gli approfondimenti necessari, frutto di impegno individuale e collettivo, frutto di impegno, passione e competenze e di intelligenza collettiva.

Ma questo contesto non è stato volutamente percepito e capito, perchè è piu’ comodo ragionare con gli anatemi e con le grezze categorie “manipolatori e manipolati”, “burattinai e burattini”. Ed

è per una ragione molto semplice che non possono funzionare le categorie dei manipolatori e dei burattinai: perché noi non siamo disponibili ad essere manipolati e a fare i burattini.
Viceversa ciò che chiediamo e rivendichiamo è l’esercizio della democrazia che si sostanzia di partecipazione e consapevolezza. E sull’esercizio della democrazia che bisogna farsi le domande giuste e soprattutto una: perchè il modello partecipativo della nostra realtà è entrato in crisi e crea corto circuiti e svilimento della democrazia, come la vicenda delle Besta e del don Bosco stanno dimostrando. La democrazia partecipata non contempla scorciatoie.

Stiamo rigorosamente ai fatti.

1) Pochi giorni fasi è svolto in Sala BIAGI, alla presenza del Sindaco, un convegno organizzato da ASVIS (Alleanza per lo sviluppo sostenibile) che ha dedicato i lavori al tema “Il ripristino della Natura e le politiche climatiche nelle città”.

E nel cappello introduttivo di quel Convegno era testualmente scritto:
“ Per a
ffrontare il rischio climatico e costruire nuove economie occorre fare spazio alla biodiversità, ripristinare la natura con soluzioni basate su di essa e sulle infrastrutture verdi, rigenerare lo spazio urbano attraverso un modo nuovo di fare urbanistica, aumentando la qualità della vita e il benessere psicofisico”

2) Ricordiamo che siamo nella città che ha aderito al progetto di città carbon neutral che include altre 8 città italiane (tra cui anche Parma oltre Bologna in Emilia Romagna) e complessivamente oltre cento città europee.
Questa Mission punta all’obiettivo strategico molto ambizioso di decarbonizzare il cielo sopra Bologna entro il 2030 (non il 2040 o 2050), cielo che secondo le stime della stessa amministrazione contiene oltre 1 milione e ottocentomila tonnellate di CO2, prodotta dalla fonte emissiva Edifici per oltre il 50%, cui andrebbero aggiunti (perchè sono sottostimati) i gas climalteranti prodotti dai 180.000 veicoli che attraversano giornalmente l’asse tangenziale -autoostrada e che con l’ampliamento a 18 corsie complessive a seguito della prevista realizzazione del Passante di mezzo porterebbe il tra
ffico di transito a oltre 205.00 veicoli al giorni0che in un anno diventano oltre 65 milioni, incidendo molto di più del 17% stimato nelle tabelle di Bologna Carbon Neutral.

Ma cosa dice esattamente il progetto Bologna Carbon Neutral presentato dall’Amministrazione Comunale?
Il progetto dice che le aree urbane consumano oltre il 65% delle risorse energetiche mondiali producendo oltre il 70% di emissioni di C02.

E questi sono alcuni punti chiave del progetto che la città dovrà realizzare per raggiungere la neutralità climatica:

  1. A)  Mobilità del trasporto pubblico locale (rete tram, filobus, servizio ferroviario metropolitano)

    completamento Biciplan e incentivi per la mobilità attiva, realizzazione aree verdi;

  2. B)  Efficientamento energetico attraverso la riqualificazione energetica dell’edilizia residenziale pubblica, sviluppo di distretti a energia positiva, riqualificazione degli edifici universitari a

    energia positiva;

  3. C)  Produzione di energie rinnovabili con la sostituzione delle forniture di origine fossile con

    forniture da fonti rinnovabili, promozione di comunità energetiche, comunità energetiche nell’edilizia residenziale pubblica (ERP).

Passiamo al terzo elemento di cui tenere presente.

La famigerata legge regionale 24/2017 presentata come legge contro il consumo di suolo (di cui ha parlato nel corso della mattinata il Prof. Paolo Pileri, che al consumo di suolo e all’intelligenza del suolo ha dedicato la sua attività di docente e la produzione di testi imprescindibili per capire le incongruenze e contraddizioni della legge, legge che ha fallito l’obiettivo della riduzione del consumo di suolo, avendo introdotto capitoli e commi in contrasto con l’obiettivo).

Vogliamo ricordare la possibilità di consumare suolo nella misura del 3% del costruito che è pari a 218.000 ettari e rendendo disponibile per tale via oltre 6 mila ettari di suolo vergine, oppure che nel calcolo non rientrano opere a rilevanza pubblica e per tale via non vengono calcolati non solo scuole o ospedali ma anche infrastrutture stradali o poli logistici, e allargando ancora il ventaglio della possibilità di continuare a consumare suolo concedendo un periodo cosiddetto transitorio alla legge (transitorietà che ha superato i 6 anni, per smaltire vecchi progetti urbanistici dei comuni.

E non possiamo tacere sul fatto che la Regione non ha assolto ad un compito che essa stessa si era assegnata nel testo della legge, con il compito di regolare e pianificare su scala regionale la selva di piani e progetti urbanistici dei singoli comuni, con il risultato che con questa via si è dilatata la possibilità di consumare suolo continuando consumare suolo con un ritmo di circa 600 ettari annui in media (e con la prospettiva di continuare con questi ritmi sino al 2050).

La legge all’art. 1 comma 2 recita testualmente che “ occorre contenere il consumo di suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemi in funzione della prevenzione e della mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico e delle strategie di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici.

Mentre al punto b dell’art. 2 recita che” occorre favorire la rigenerazione dei territori urbanizzati e il miglioramento della qualità urbana ed edilizia, alla conformità alle norme antisismiche, alla salubrità e al comfort degli edifici.

Quarto elemento che fa cornice alla nostra tesi: Direttiva Ue (2024/1275) del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 24 aprile 2024, sulla prestazione energetica nell’edilizia.
In tale direttiva si sottolinea che al ritmo attuale la decarbonizzazione richiederà secoli. Promuovere e sostenere la ristrutturazione degli edifici, compreso il passaggio a sistemi di riscaldamento a zero emissioni, è un obiettivo fondamentale della presente Direttiva. L’introduzione di norme minime di prestazione energetica dovrebbe portare alla graduale eliminazione degli edifici con le peggiori prestazioni e al costante miglioramento del parco immobiliare nazionale, contribuendo a lungo termine ad un parco immobiliare decarbomnizzato entro il 2050.

Se questo è il quadro complessivo da un punto di vista normativo, tenuto conto di quanto predisposto dal legislatore a livello regionale ed europeo e tenuto conto di quanto la stessa Bologna Mission clima ha stabilito, la domanda è: ma chi sta andando contromano (e quindi non in sintonia ma in contrasto con i dispositivi normativi) noi o il Comune?

Noi proponiamo la riqualificazione energetica, una scuola rigenerata con efficientamento energetico secondo i parametri di un edificio NZEB, a consumo quasi zero, con uso di pannelli fotovoltaici e impianto geotermico, con la vulnerabilità sismica che possa essere raggiunta efficacemente ristrutturando l’attuale edificio delle Besta, il Comune propone l’abbattimento delle scuole Besta con conseguente abbattimento di alberi e consumo di suolo. Chi è contromano?

Rimaniamo ancorati ai fatti.

Le Besta sono state realizzate tra il 1981 e il 1984 (non negli ’70 come ha genericamente scritto il Comune in documenti pubblici)

L’edificio non ha strutture portanti in vista e i pannelli di tamponamento esterni sono protetti da uno strato di ghiaia di marmo di Carrara (che ne graniscono la protezione dagli agenti atmosferici). Hanno già una coibentazione importante (10 cm di isolante) finestra con doppi vetri e sono costruite in opera e non prefabbricate (come si legge dalla relazione di Fioretta Gualdi, che aveva progettato le Besta , nell’ambito di una complessiva pianificazione dell’edilizia scolastica mirata, in cui la qualità urbanistica era strettamente connessa al progetto pedagogico).

E veniamo all’APE, l’attestato di prestazione energetica.
Come risulta dagli atti u
fficiali (dicembre 2023) pubblicati dalla Regione Emilia Romagna (e rimando al prezioso report riepilogativo di Andrea De Pasquale), l’intero edificio risulta in classe energetica (C) non in classe energetica e per la palestra e (D) per l’edificio, come risultava nell’opuscolo informativo per la cittadinanza distribuito dal Comune e dal Quartiere Sana Donato San Vitale. Di fatto la tabella con la classificazione delle 62 scuole di Bologna, evidenzia che le Besta sono nel gruppo di testa ( le migliori 6 scuole).
A parte le Cremonini Ongaro che sono in classe A1, se adottiamo il criterio dell’e
fficienza energetica, tutte le altre sono più energivore:
6 in classe D
29 in classe E
16 in classe F
4 in classe G (le peggiori della classifica)

Sul piano ambientale e delle emissioni climalteranti è piu’ conveniente ristrutturare il vecchio che abbattere la vecchia struttura e costruirne una nuova, tenendo conto come i processi di lavorazione dell’edilizia sono tra i più energivori (per produrre una tonnellata di cemento si produce una tonnellata di CO2 e di altri gas climalteranti).

Perché è stato possibile ristrutturare le Guercino (una scuola gemella delle Besta, costruita qualche anno prima) e non è possibile riqualificare energiticamente le Besta e ristrutturare l’edificio nel suo complesso all’insegna della Rigenerazione Urbana?
Perchè non si è prodotta una analisi dei costi benefici a partire dalle scuole più energivore, comprese le Mattiuzzi Casali del Quartiere San Donato San Vitale?

Ma evidentemente sulle Scuole Besta e sulle ricadute sul parco Don Bosco il criterio seguito non è ne la scelta economicamente più vantaggiosa né la scelta ecologicamente più vantaggiosa.
Di norma la scelta ecologicamente più vantaggiosa è anche quella economicamente più vantaggiosa. Come osservano studiosi e ricercatori (e cito tra questi sempre Nicola Armaroli) oggi ci sono 3 opzioni tecnologiche i cui costi sono diminuiti rispetto agli anni passati: fotovoltaico, eolico, batterie. E di norma le tecnologie più semplici e meno costose vincono sempre.

Quindi, per essere chiari: noi siamo consapevoli che ci troviamo nel pieno dei cambiamenti climatici. Noi siamo consapevoli che l’Italia al Centro del Mediterraneo è una delle nazioni più esposte, perchè gli effetti dei cambiamenti climatici, impattano su un territorio geologicamente

giovane ed instabile e vulnerabile ed impattano su un territorio in cui il consumo di suolo incide pesantemente sugli effetti (basta richiamare gli eventi alluvionali dello scorso maggio ) e che imperversano anche nel corso del mese di maggio di quest’anno. Sappiamo che la Regione Emilia Romagna e la pianura padana pagano il prezzo del loro sviluppo e della produzione di ricchezza in termini di estrema fragilità ambientale (86 mila frane hanno segnato l’appenino emiliano).

Noi ambientalisti sappiamo che occorre accelerare l’uscita dai fossili e che oggi è possibile accelerare questa uscita (non solo è possibile ma è urgente, basta verificare i dati sulla produzione di energia da fonti rinnovabili che sta crescendo esponenzialmente).
Noi ambientalisti sappiamo che le scuole Besta possono essere ristrutturate sapientemente (rispondendo ai criteri richiamati prima) a partire dall’isolamento termico (possibile a partire dalle fondamenta) dell’edificio che è fondamentale per evitare l’e
ffetto groviera che provoca conseguente dispersione di calore e al contempo amplifica le ondate di calore.

E sappiamo che l’efficientamento energetico passa dall’uso di energia rinnovabile (tetto fotovoltaico e impianto di geotermia possono coesistere anche nell’edificio ristrutturato e riqualificato energeticamente.
Mi avvio a concludere con una considerazione finale.

In questi ultimi giorni mi è capitato di assistere alla presentazione del docufiction firmato da Mario Tozzi dal titolo significativo “ Fuori dal Fango” ad un anno di distanza dall’evento alluvionale che ha colpito la Romagna in particolare. Il racconto non lascia alibi.
Qualche sera fa ho assistito alla presentazione di un libro del Prof. Alessandro Chiarucci, del dipartimento di scienze biologiche geologiche e ambientali. Il titolo parla anche a noi “Le arche della Biodiversità” e quindi come salvare la natura immaginando Arche che possano contenere e salvare la biodiversità.

Nel corso del dibattito è emerso in più interventi quanto sia diffusa la consapevolezza ambientale e nella stesso tempo quanto sia necessario consolidarla sia tra i cittadini sia tra chi ha l’onere di gestire la cosa pubblica.
Esplicitamente nell’introduzione del Prof. Boitani si a
fferma che “ l’informazione scientifica prodotta da scienziati di tutto il mondo è largamente confinata nelle riviste scientifiche o negli ambiti accademici e non facilmente accessibile al grande pubblico. Ma non raggiunge neanche chi amministra. Serve invece una informazione accessibile, laica, seria e fatta di dati, non opinioni, insomma un materiale didattico che possa essere sintesi mirabile di conoscenza, onestà intellettuale e passione, come con Le arche della biodiversità si dimostra sia possibile fare.”

Allora ho pensato ai 41 libri che abbiamo donato al Sindaco con tanto di dedica, libri prevalentemente scientifici o comunque di taglio scientifico e ricchi di riflessioni sul nostro pianeta.

E la domanda che mi sono posto è se qualche lettura sia stata fatta e se qualche riflessione critica e qualche dubbio siano sopraggiunti.
Ma è appunto una domanda!

Grazie per la pazienza.

6 commenti:

  1. Sono pure io esterefatto per la mancanza di ragionamenti dei nostri capi partito su temi cruciali come la guerra e il clima. Durante la campagna elettorale e dopo. Decidono al G7?
    Ne s'è parlato di economia e di politiche industriali. Come rivisitarli per non creare danni sociali o ambientali?
    A Bologna? Troppi cantieri.
    Segnalo il processo di svuotamento dei Comuni e la povertà dei dipartimenti pubblici.
    Parlo per conoscenza.
    FF

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  2. Un patrimonio di informazioni naturali e di cultura da salvare
    s.

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  3. Grandi! Magnifici 2, Gianni e Nino. Tante sollecitazioni da approfondire.
    Ciao!

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  4. Quante notizie! Che restano ai margini della comunicazione ufficiale e dei grandi canali.
    Numeri sulla partecipazione elettorale che bisogna studiare.
    Poi suggerimenti agli amministratori bolognesi che la sinistra dovrebbe fare propri.
    Molto impegnativo ma meritevole di lettura.
    L.

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  5. Dati politici molto interessanti quelli che proponi sul voto. Ne hai altri? Su Bologna, ad esempio, parli dell'effetto astensione a San Donato e ti riferisci al caso Besta. Su Marconi e lì c'è il problema tram e non solo. Tram e Piano per l'edilizia scolastica (alcune centinaia di milioni) sono progetti finanziati con fondi europei. Per dire che la UE è più importante di ciò che spesso si pensa in ambienti popolari. E la maggioranza di astensioni sono quindi un bel problema per la nostra democrazia.
    Ma il partito che così si autodefinisce lo ha capito? Di che è soddisfatto per il voto? Se l'Europa va a destra e il PD - PSE è, come dici, al minimo storico nei suoi consensi italiani c'è di che riflettere. O no?
    m.m.

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  6. Domande sparse:
    1. Sul voto negli altri paesi d'Europa perché non si approfondisce?
    2. Mi pare che in Italia si registri uno dei massimi di astensione?
    3. Gli alberi del Don Bosco hanno due insidie, dopo la scuola 4Foglie anche il tram rosso?
    4. Sono stati pubblicati gli atti del convegno del Comitato Besta? Dove posso trovarli?
    M.

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