martedì 22 ottobre 2024

Non è maltempo, è crisi climatica e di "sistema" ...


Bologna, Viale Sabena collega Sud e Nord della Città con un lungo sottopasso di 400 metri ...








Questo il livello dell'acqua raggiunto nella notte tra sabato e domenica 20 ottobre ... Perché?













Bologna, Emilia - Romagna, Italia. Le ragioni delle ennesime alluvioni sono complesse, non vanno semplificate e banalizzate come troppi cercano di fare. Spesso per motivi strumentali. Per fuggire da responsabilità o per trarne profitto senza merito. Naturalmente rilevare le profonde origini dei fatti che stanno ripetendo, a così breve distanza di tempo, lutti e danni può generare ansia, senso di impotenza, sfiducia nella possibilità di intervenire e incidere. Al contrario, può anche significare impegno comune e diffuso per costruire conoscenze, percorsi democratici, risposte qualificate, sfide positive. Diversamente da ciò che uomini di potere, partiti, imprenditori, commentatori solitamente fanno.

Anche in queste ore. Provando a tranquillizzare un popolo stanco, polemico, incazzato. Oppure, peggio, organizzando un lamento crescente ed una reazione senza sbocchi: una "guerra" tra vittime (i "polli" di Renzo Tramaglino), che oscuri i problemi reali e individui falsi nemici (gli "ambientalisti" per qualcuno, i semplici "agricoltori" o i lavoratori delle multinazionali dell'auto per altri).

Insomma queste tragiche alluvioni hanno reso evidente che l'urgenza di una corretta manutenzione degli alvei dei fiumi e un necessario, sistematico controllo degli argini da "nutrie" e "talpe" non sono sufficienti per la sicurezza delle nostre comunità.

Contemporaneamente sono utili le riflessioni storiche sulle sottovalutazioni e gli errori del secolo scorso, quando si pensò di potere impunemente "tombare" corsi d'acqua e costruirci sù edifici, strade e quartieri. Oppure quando si decise di sacrificare i tram e i percorsi elettrici obbligati del trasporto pubblico per lasciare spazi e maggiore "libertà" ai mezzi privati che potevano "assicurare" meglio la mobilità tra punti di origine e di destinazione della mobilità delle singole persone. 

Giusto ragionare senza censure, a 360 gradi e a mente aperta. La condizione però è evitare strumentalità. Ovvero indirizzare solo su alcune generazioni passate e su altri (avversari) le cause delle crisi attuali, dei disastri che impattano su territori che nei decenni hanno continuato ad essere antropizzati, cementificati, asfaltati. Mentre un tempo non lo erano. E, a volte, nel tempo Progetti e Pianificazioni democraticamente discusse (e magari contenenti contraddizioni) sono stati attuati solo nelle parti che interessavano gruppi di pressione e di affari anziché lavoratori e popolo delle "periferie". 

Anche a Bologna gli esempi non mancano. Qui lo si è ripetuto: dell'ultimo PRG (discusso per alcuni anni nei 18 storici Quartieri in cui era organizzata Bologna e con tutte le forze vive ed attive della Città) sono rimasti nei "cassetti" un Bosco urbano di oltre 200 ettari lungo la tangenziale ed un sistema di trasporto pubblico più efficiente ed integrato (metrò, poi SFM). Mentre si sono realizzati People Mover, TAV interrato (con quali conseguenze naturali e sul sistema idrico cittadino?) e ulteriori varianti urbanistiche per procedere celermente con nuove urbanizzazioni, nuove case per redditi medio - alti, supermercati, poli logistici e distributori di carburanti.

Questo il controverso e criticabile passato. La pesante eredità da considerare.

Ma ora quali sono le priorità?

Su questo occorre confrontarsi, discutere. E dividersi, se necessario. Con massima chiarezza e coerenza.

Chi frequenta tgcoop conosce da oltre dieci anni tesi ed argomenti che propongono l'urgenza di recuperare decenni "persi" nell'opera di conversione ecologica del territorio, nella trasformazione dei rapporti sociali verso la giustizia ed il rispetto pieno di diritti e doveri di cittadini e comunità definiti nella Costituzione della Repubblica e nella Carta dell'ONU.

Qui è dunque possibile sintetizzare. Ed aggiornare obiettivi e proposte.

Primo. E' decisivo accrescere mese per mese (con verifiche pubbliche puntuali) il patrimonio arboreo e vegetale della Città e della Regione. La rinaturalizzazione del territorio e la riduzione progressiva delle quantità di suolo occupato da asfalto e cemento è obiettivo centrale per ogni comunità della Unione Europea e del Pianeta. Dunque al contrario di quanto bisbigliato anche in questa occasione da qualche politico e/o amministratore l'attenzione non va posta "sull'abbattimento preventivo di alberi insicuri" ma sulla esigenza di mettere a dimora ed organicamente milioni di nuove piante, scelte e conservate con cura e risorse ordinarie e straordinarie

Entro questa cultura che riconosce valore sociale ed economico alla natura ed agli ecosistemi vanno orientati tutti gli atti amministrativi e di bilancio delle Istituzioni e delle imprese pubbliche, sociali e private che giustamente solo a fronte di questo impegno solidale potranno rivendicare ed esigere una divisione dei costi per fronteggiare perdite causate da disastri ambientali.

Secondo. E' necessario selezionare le grandi opere su cui investire ingenti risorse pubbliche e private. L'esempio di interventi per la messa in sicurezza dei territori dal dissesto idrogeologico è ad esempio da privilegiare rispetto a quello di costruire nuove strade ed autostrade.

Due esempi concretissimi riguardano proprio Bologna.

Il grande e lungo sottopasso di Viale Sabena ancora oggi chiuso al passaggio di mezzi per l'allagamento completo subito nella notte tra sabato e domenica, con ovvio dispendio di tempo e denari, è frutto dell'acqua che ha sfondato le sponde in mattoni e terra del Ravone a fianco di via del Chiù, che poi si è riversato nel canale Ghisiliera e nei Prati di Caprara Est (che solo in parte hanno rappresentato una "area di laminazione") e, di li, nel tunnel "strategico" per i collegamenti Nord - Sud ad Ovest di Bologna, a fianco dell'Ospedale Maggiore. Alcuni anni fa proprio in quel tratto (scoperto) del Ravone erano stati fatti lavori "parziali, per mancanza di fondi" per una frana che aveva compromesso il percorso ciclopedonale. Parziali, per alcune decine di metri, e usando cemento che ha probabilmente contribuito ad aumentare la velocità e la forza della corrente che sabato, poco oltre, ha sfondato la sponda più debole. Così "il risparmio" di allora è naufragato nei costi incalcolabili di oggi.

A Rastignano sono in corso i lavori per completare la variante stradale alla SS 65. Un intervento che si discute da più di 40 anni. Chi ha l'età ricorda le riserve storiche delle Amministrazioni Imbeni e Zangheri, che privilegiarono il Parco del Paleotto e propositi di potenziamento della ferrovia Bologna - Pianoro - San Benedetto (su cui smuovere FS e Governi!) nella consapevolezza dei problemi ambientali che in valle si creavano per realizzare una nuova superstrada (già tante volte interrotta nel tratto che attraversa le Gole di Scascoli). A riserve storiche rimosse (negli anni di Renzi, Bonaccini, Merola e Giovanni Castellucci), nell'ambito delle opere di "adduzione" stradali concordate tra Comune, Regione, Governo ed ASPI per fare il Passante di Mezzo da mesi "grandi imprese" hanno aperto i cantieri. Purtroppo, anziché procedere con cultura e logica di base, nel momento in cui si è abbattuto un argine di protezione per crearne (poi) in loco "uno più rassicurante" è arrivata la "pioggia record": il Savena è diventato tumultuoso, ha invaso terreni e cortili, ha sfondato le porte e i muri di molti garage a fianco del fiume ed ha trascinato a valle tutto quanto era al suo interno. Possiamo considerarli effetti "collaterali"? Conseguenti? Questa è "capacità di fare" (per dirla alla Michele De Pascale)?

Forse è il caso di riflettere su tutte, ma proprio tutte le esperienze.  

E di stabilire al di là di ogni precedente e pregiudizio, valutando esclusivamente gli interessi attuali e soprattutto quelli delle generazioni a venire, quali investimenti hanno priorità e rendono più forti e coese le nostre comunità. 

Se non ora, quando? 


Lunedì 21 ottobre, Rastignano (Pianoro). Il torrente Savena scende ancora ancora con forza, ma si è già abbassato di qualche metro e ritirato dalle zone occupate 36 ore prima ...
 


Dopo la piena riemergono in un isolotto tronchi di albero e, a destra, il cedimento strutturale della barriera di sassi eretta a difesa di un percorso ciclopedonale, di un parcheggio e della vicina strada statale 65 della Futa, che collega Bologna e Firenze ... (21 ottobre 2024)
 







Più a valle, dove è stato aperto il cantiere per completare la Fondovalle con un grande ponte sopraelevato che attraversa il Savena e si collega ad un alto tratto di strada in rilevato di ghiaia e terra che ha sventrato parte del Parco del Paleotto (a destra) ...








Sotto il ponte: durante i "lavori in corso" si è proceduto ad abbattere (sul lato opposto del Savena, in destra idraulica) l'argine a difesa dell'abitato per potenziarlo: "la pioggia record" e l'acqua impetuosa che è scesa ...
 
... ha presto superato il livello di guardia, è entrata sotto gli alberi e nei cortili delle case (a sinistra nella foto) ...














... poi nei garage (in basso a sinistra tra la cabina elettrica e gli alberi) abbattendo porte di entrata e muri di uscita, portando con se tutto quanto era all'interno ... 















Una immagine dei garage svuotati e tronchi di alberi lasciati sulla sponda del Savena dopo il ritirarsi della piena ...














Poco più avanti da sotto il ponte in costruzione si vede, sul lato opposto, il livello raggiunto dall'acqua del torrente sulle case di Rastignano (il grigio più scuro, sotto i panni bianchi stesi alle terrazze) ... "Impressionante. Tanta paura" ... raccontano le testimonianze (21 ottobre 2024)














Dal Comune di Pianoro, al confine di Bologna, ad Ozzano dell'Emilia, domenica 20 ottobre. Il Rio Marzano si riempie ed esonda: qui gli effetti in via Alessandro Volta con fango e detriti ... (foto di Manuela M.)
 















... e, qui, ore dopo, la montagna di oggetti da buttare tolti dai residenti nelle cantine e negli appartamenti allagati ... accatastati per il ritiro di HERA (20 ottobre 2024, foto dalla pagina Facebook del Comune)








Domenica 20 ottobre, Bologna, zona Barca, Quartiere Borgo Panigale - Reno, ore 8.00. In Piazza Giovanni XXIII, gli effetti della "pioggia record" nel giardino antistante la chiesa ...
 













La Chiesa di San Luca in alto e riflessa sull'acqua ...














Domenica 20 ottobre, Quartiere Porto - Sarragozza, via Andrea Costa, ore 9.00. Un'auto della Polizia blocca il traffico, di prima mattina problematico ma consentito ...





Residenti e proprietari dei negozi iniziano un duro lavoro di sgombero e recupero ...














Con impegno diffuso, materiali auto-procurati e grande senso civico ...














Acqua e fango ...













Scarponi e stivaletti, scope e badili, mani e testa ...




















Cittadini e vigili del fuoco per un impegno comune e "cooperativo" ... (foto di Lorena Z.)













L'acqua si ritira e restano detriti, rami, gomme ... NB. Occhio al cancello con dipinto 





Uno dei residenti lo apre e mostra un tombino del canale Ravone "tombato" da cui è fuoriuscita potente l'acqua nella notte ...
 













Un cortile interno ...














Prove di equilibrismo per raggiungere la scopa ...





Il civico 85 di Andrea Costa ...














L'interno con donna al lavoro: una vera grande opera ...




















L'incrocio tra le vie Costa e Brizio ... Là dove sotto scorre il Ravone. 
















Mamma con bambino e tubo di una pompa in azione ...














Lo scarico dalle cantine, utile per rimuovere il fango in strada ...





Sguardo su un cortile interno, con il muso di una macchina trascinata dalla corrente ... (foto di Lorena Z.)
 




















Lavori di ripristino di un negozio devastato ...














Un camion attrezzato ...














Un mezzo di servizio ...
















Una consultazione per organizzare le attività ...














Manes Bernardini, presente (con ombrello)














La comunità della Parrocchia di San Paolo di Ravone ...














Mamma, bici e vigili del fuoco ...














Lungo via Guerrini ...




















Uno sguardo su via Lucchini ...














Ragazz3 spalano ...




















Residenti, commercianti e umarell ...














Un accesso ...















Un cortile interno ...
















Famiglia con carrozzina e "grate" ostruite ...














Sacchi di sabbia in via Saffi ...














"Lavori in corso" per il tram verso Porta San Felice ...














Cantiere allagato all'incrocio tra le vie Saffi e Vittorio Veneto ... (foto di Renzo P.)


















Auto e fango all'incrocio tra le vie Malvasia e Pio V ...
 













Residenti al lavoro su via Pio V ...

















Ragazz3 con pala e secchio ancora intonsi ... (da casa P.)




















Catena solidale ... (foto di Renzo P)









Il Ravone (scoperto) in via del Chiù ...




















Il Ravone lungo la ciclo-pedonale ...














La frana lungo il torrente Ravone dell'autunno 2017 ...














La frana restò per mesi. Poi i lavori vennero fatti con "risorse limitate" e cemento ...
 



Quel tratto, sabato scorso, ha resistito, il Ravone è esondato (lo evidenziano i rami sulla rete verde), forse ha preso velocità ...
 













Poco dopo ha abbattuto l'argine di terra e mattoni sull'altro lato ...














Dal Ravone al canale Ghisilliera ...














Un dislivello importante ...














... crescente ...














... dal Ghisilliera ai Prati di Caprara Est (che però non è servito come area di laminazione) ...














Dal Ravone al Ghisilliera, ai Prati di Caprara Est, a Viale Sabena ...
















400 metri di sottopasso stradale a 4 corsie completamente allagato (e ancora oggi chiuso al traffico) ...














Un Autovelox emerge dall'acqua ... 














Un fotografo professionista del Corriere fotografato ...















L'acqua nel suo correre verso Viale Sabena ha smottato il terreno ...


Una immagine di Viale Sabena dalla Rotonda che incrocia le vie dell'Ospedale e Nanni Costa ...














Viale Sabena verso Nord con il sottopasso completamente allagato ... e il display a destra con la scritta "RALLENTA". Potente!















La prima pagina di Corriere Bologna ... (21 ottobre 2024)




















Carlino Bologna titola "Se anche Bologna affonda" ... (21 ottobre 2024)




















In prima pagina nazionale su la Repubblica ... (21 ottobre 2024)














La prima pagina di Repubblica Bologna titola "Slavina d'acqua e fango sulla città" ... (22 ottobre 2024)




















Per il capo della Redazione bolognese di Repubblica, Giovanni Egidio, il racconto "Su Bologna una valanga d'acqua e il torrente murato si vendica" ... (22 ottobre 2024) Parliamone! 




















Sulle pagine interne del Corriere: "disperazione" e "rabbia" in provincia ... Con la Presidente facente funzione della Regione che chiede "lo stato di emergenza" e "dal generale Figliuolo mi aspetto il piano speciale di prevenzione" (22 ottobre) Pochi politici e media colgono la grande mobilitazione, la protesta e la partecipazione!




















Nel titolo in prima pagina del Corriere l'appello del Sindaco a tutte le forze politiche in Consiglio Comunale: "lavorare insieme" ... (22 ottobre 2024) Permane una seria sottovalutazione della mobilitazione, della protesta e della partecipazione dei cittadini!




Su il Fatto Quotidiano i problemi (Tre volte nel fango: questa non è più vita) e le sfide aperte in Parlamento e nel confronto politico (Consumo di suolo, almeno 4 disegni di legge ignorati) ... (22 ottobre 2024) 




















Da tempo un gruppo di associazioni ambientaliste, comitati di cittadini, sindacati di lavoratori propongono per sabato 26 ottobre la Manifestazione Regionale "Non è maltempo, è crisi climatica" ...




















Cosa chiedono i promotori e le decine di gruppi aderenti ...


















8 commenti:

  1. La politica dovrebbe essere un passo avanti nella comprensione degli interessi generali e nella fissazione di traguardi comuni.
    Il fatto che i "nostri" amministratori locali abbiano pressato per anni i ministri nella realizzazione di costose opere stradali e infrastrutturali [prima il Civis, poi il People mover] anziché per interventi di adeguamento e rifacimento della rete idraulica [come dice il sindaco di Bologna dopo questo fine settimana] è indice di un livello più che modesto delle classi dirigenti del nostro paese.
    Del resto sono anche quelli che ci hanno raccontato la necessita di fare guerre e politiche di riarmo per fronteggiare l'oligarca Putin e farlo cadere mentre ora lui oggi a Kazan riceve i paesi Brics in chiave anti occidentale.
    Credo che sia ora di unire i puntini.
    BiBi

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  2. Che dire ancora?
    Intanto che torni l'alta pressione.
    Poi che Confindustria dimostri ciò che sostiene il suo presidente regionale ieri sul Corriere di Bologna: "la colpa non è del modello di sviluppo".
    Quindi che i partiti politici si muovano per approvare i disegni di legge nazionali e regionali ignorati sul consumo del suolo, l'acqua, i rifiuti. l'energia,
    Poi operiamo per la solidarietà operativa nei confronti degli alluvionati.
    Infine per la riuscita della manifestazione di sabato per una svolta radicale nelle scelte di investimento pubblico.
    Ciao!

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  3. Per me la foto del tunnel di via Sabena con la scritta "RALLENTARE" è top!
    Importante la denuncia sui lavori assurdi e malfatti per la strada fondovalle lungo il Savena.
    Titti

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  4. Veramente grazie per questo reportage esaustivo in tutto. Solo un appunto se mi permette. Ma proprio “tgcoop” doveva chiamarlo??? Orami “Coop”soprattutto in questa regione è sinonimo di “ipocrisia”. Preferisco tgpartecipato o altro più consono. La parola coop mi fa ribrezzo ormai. Con sincerità. Alessandro

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  5. Fino a quando i partiti rincorreranno i problemi causati da questo modello di sviluppo non usciremo dall'incubo in cui ci siamo cacciati. Eppure si continua a mettere pezze di riparazione. Un esempio è proprio il Ravone che ha rotto nel negozio di via Saffi nel maggio 2023 e riparato lì questa volta è esploso a monte e a valle. Ora anche il sindaco dice che serve ricostruire la rete idraulica complessiva. Sarà conseguente? O tutto verrà presto accantonato in attesa del prossimo annunciato disastro?
    L.

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  6. Oggi manifestiamo per una svolta!
    Ore 14,30 in piazza dell'unità, Bologna.
    Residenti, volontari, lavoratori per la prevenzione!
    ☆☆☆

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  7. Leggo che de Pascale ed Ugolini concordano sul "fare il Passante autostradale": buono a sapersi, un invito a scegliere se farlo fare grigio asfalto o rosa - verde?
    Sic

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