fatti, notizie, commenti
di tugnoli gianni e di chi vuole cooperare per una società più giusta, eco-compatibile, democratica e partecipata.
giovedì 26 settembre 2024
Mille voci insieme per affermare diritti universali ...
Amnesty International al corteo di Bologna "unit3 contro la repressione", dal Parco Don Bosco ...
In tante/i nelle strade e nelle piazze d'Italia. Da Assisi a Bologna, da Ancona a Firenze. Una pluralità di voci eco-pacifiste si sono mobilitate e unite contro logiche e pratiche di guerra, di riarmo, di violenza, di offesa alla natura ed alla cultura. E avrebbero potuto essere molte di più ...
E' stata una risposta importante a chi agisce nelle Istituzioni e nei centri del potere economico e finanziario per "risolvere le controversie", i conflitti sociali ed ambientali, i problemi e le contraddizioni di una crescita diseguale e fuori controllo contro Costituzione: con l'uso della forza militare, con una corsa generale a strumenti di morte, con l'uso irresponsabile di nuove tecnologie e di leggi illiberali per dominare il mondo e sottomettere comunità, persone, pensiero, proteste.
Un rapporto inscindibile lega oggi vicende locali, nazionali e del Pianeta Terra, produzioni ed organizzazione umana con salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità che consente la vita delle persone. Come negarlo?! Chi ci prova è smentito dalla dalla cronaca quotidiana e dai processi storici. Eppure "potenti" e prepotenti insistono, insieme ad illusi privilegiati, profittatori del momento, irresponsabili ignoranti. Tutti pronti a sacrificare principi a lungo sostenuti, propagandati ed oramai sacrificati, abbandonati.
Libertà? Nei fatti dalle classi dominanti in Occidente è sempre più interpretata come possibilità di "fare", senza regole comuni ed universali da rispettare affinché essa sia effettivamente e sostanzialmente reciproca.
Eguaglianza? Viene proposta, nel migliore dei casi, come opportunità di occasioni da riconoscere e perseguire prendendo atto delle diseguali condizioni storiche di partenza e delle sovranità nazionali date.
Democrazia? E' pienamente sostenuta quando coincide con successo, vittoria, egemonia politica e culturale sugli interlocutori in campo. Con un consolidato disinteresse per critici, disillusi, isolati, astenuti. Come se, tutti questi, non fossero soggetti comunque presenti, attivi, condizionanti le comunità e il divenire degli eventi.
Dunque Assisi, Bologna, Ancona e Firenze - pure nella loro specificità e diversità - mostrano capacità di lettura critica, lungimiranza e volontà di combattere niente affatto scontate. Con cui tutti debbono misurarsi, volenti o nolenti.
Tuttavia sono ancora profondamente inadeguate per cambiare i processi, i rapporti di forza sociali e politici in una giusta direzione. Su questo è bene riflettere. Sicuramente debbono farlo tutti coloro che sono interessati a costruire un mondo nuovo, più sicuro e giusto, più sostenibile e vivibile.
La Repubblica ha titolato una intervista a Elly Schlein, pubblicata lunedì, "Senza unità non si vince". Oltre agli inevitabili riferimenti ai prossimi appuntamenti elettorali (un sondaggio Demos rileva che il cosiddetto "campo largo" ha "la strada stretta" e "piace solo al 59% dei Dem, al 29% dei 5S, al 31% di Italia Viva, Azione e + Europa) la Segretaria PD afferma "serve una grande mobilitazione politica e sociale per contrastare le norme liberticide che reprimono il dissenso e rendono reato manifestare".
Viene immediato chiedere ai dirigenti PD le ragioni delle scelte fatte in tutti questi mesi (e ancora oggi) a Bologna e in Emilia - Romagna dove la "repressione del dissenso" si è manifestata ripetutamente e duramente (in anticipo sul DdL 1660) nei confronti di attivisti per il diritto alla casa, allo studio, alla causa palestinese e verso comitati di cittadin3, giovani student3, movimenti ecologisti impegnati su vertenze locali, lotte nazionali e internazionali: dal Parco Don Bosco a Palazzo d'Accursio, dall'Università, alla sede RAI regionale, dalla Tangenziale di Bologna ai cittadini No Passante. Con interventi ripetuti di Polizia e Carabinieri in assetto antisommossa e anche in armi (documentata una pistola libera sulla cinta dei pantaloni di un agente durante uno sgombero), con accuse immotivate di "uso della violenza" fatte da Sindaco ed Amministratori nei confronti di pacifici manifestanti e civili disobbedienti, con risarcimenti di decine di migliaia di euro chiesti dai Tribunali per ricorsi di cittadini determinati a fare valere diritti costituzionali mai considerati (primo tra tutti la salute), con un "asse Piantedosi - Lepore" riconosciuto da commentatori e media allo scopo di isolare e reprimere "antagonisti, anarchici", oppositori.
Scelte gravi per chi si dichiara Democratico e per una Città che si vorrebbe presentare come "la più progressista"; inevitabilmente causa di tensioni, divisioni e rotture anche all'interno dell'area che si richiama al CentroSinistra: con la cacciata di Davide Celli dei Verdi dalla maggioranza (parola di Sindaco); con la solidarietà di esponenti di Coalizione Civica, tra cui il capogruppo in Comune Detjon Begaj, ad attivist3 sociali ed ambientalisti per fermi, violenze e fogli di via decisi da Prefetto e Questore; con la partecipazione di centri sociali che hanno sostenuto l'ascesa di Matteo Lepore a Sindaco al percorso preparatorio ed alla riuscita della manifestazione di sabato.
Rotture che pesano e si propagano, alimentando ulteriori incomprensioni, divisioni, allontanamenti. Nonché bugie e veleni orchestrate da redazioni ed editori espressione delle forze conservatrici e di destra (ultimo esempio gli articoli del Carlino sul "corteo illegale" promosso sabato da una ventina di organizzazioni note ed affidabili).
In questo contesto a poche ore di distanza da "unit3 contro la repressione" è arrivata la chiamata di CGIL, UIL, ANPI, ARCI, Libera per la mobilitazione nazionale "Liberi di manifestare, No alla repressione" di Piazza Roosevelt "contro il DdL 1660" in discussione in Parlamento. Forse un passo avanti nella lettura dei fatti sociali e politici. E, tuttavia, resta la contraddizione con i silenzi ingiustificati (ancora presenti!) sui vari e concretissimi episodi di repressione dell'ultimo anno e con la scelta di sindacati confederali e associazioni partigiane e popolari di non confrontarsi nel merito di fatti e vicende locali che riguardano la vita reale dei cittadini.
Si pensa davvero di costruire una prospettiva, procedendo così?
Le alternative culturali, sociali e politiche per essere vere e non illusorie richiedono grande attenzione, rispetto e considerazione per gli interlocutori possibili e necessari. Innanzitutto onestà intellettuale, volontà di capire i problemi e di confrontarsi nel merito, sugli argomenti. Riflettendo sulle esperienze e sui fatti che riguardano persone e comunità.
Inevitabile, dunque, ragionare con schiettezza.
Perché continuano tante reticenze sui fatti bolognesi del 9 luglio (contro gli attivisti di Extinction Rebellion), del 3 e del 5 aprile, del 19 e del 20 giugno (al Parco Don Bosco) tra chi oggi denuncia "il pacchetto sicurezza" della maggioranza parlamentare Meloni, Salvini, Tajani?
Ma, ancora, si possono eludere dalla riflessione e dal confronto duro e dirimente due questioni di prima grandezza nel contesto in cui viviamo?
Primo. L'impegno per il cessate il fuoco immediato in Ucraina e in Russia, nonché a Gaza, in Libano e nel Medio Oriente. Agendo ad ogni livello: per imporre ai contendenti (avversari, ma soprattutto amici) trattative, dialogo, intese condivise, confronto politico e nuove sintesi di cooperazione internazionale che riconoscano diritti e doveri universali; per rimuovere da posizioni di potere i sostenitori ad oltranza di "vittorie" in armi e unilaterali, inevitabilmente destinate a riorganizzare gli sconfitti allo scopo di ricercare rivincite nel medio o lungo periodo. Interessante a questo proposito (vedi sotto) uno scritto di Francesco Strazzari pubblicato su il manifesto: "Chi fa saltare in aria l'ordine internazionale".
Secondo. Il governo della conversione ecologica delle nostre comunità, investite nuovamente da piogge, frane e alluvioni in Emilia - Romagna, nelle Marche e in Toscana. Affrontando non solo le questioni ancora aperte delle opere urgenti per la difesa dei territori dal dissesto idrogeologico e dai prossimi eventi naturali (il cambiamento climatico è in atto), ma avviando con lucidità, consenso e determinazione nuove politiche strutturali capaci di assicurare eco-compatibilità tra natura e comunità degli uomini. Come ci sollecita a fare, ancora una volta, Paolo Pileri, con il contributo pubblicato nei giorni scorsi su Altraeconomia "Alluvione in Romagna: guardiamo i fatti con gli occhiali del cemento , non solo dell'emotività".
Questo è il tempo di mobilitazione e di pensieri "lunghi" ...
Assisi, 21 settembre: in Marcia da Santa Maria degli Angeli per un immediato cessate il fuoco nei diversi teatri di guerra, per il disarmo e la cooperazione ... ... (foto da Vatican News)
Bambin3 con disegni, striscioni e bandiere arcobaleno ... (21 settembre 2024)
Dall'Europa al Medio Oriente, all'Africa: "Prima di tutto la pace" (21 settembre 2024)
Su il manifesto "Perugia - Assisi: tremila persone contro la guerra e per il disarmo" ... (22 settembre 2024)
Firenze, 21 settembre: manifestazione NO Comando NATO in Toscana, né altrove" ... (foto dall'archivio del sindacato Cobas Si)
Insieme bandiere No Comando NATO, bandiere rosse e bandiere palestinesi ... (21 settembre 2024)
In Viale Donato Giannotti, a Firenze, dai Cobas "Fermiamo il Ddl 1660, No Stato di Polizia" ... (21 settembre 2024)
Bologna, 21 settembre: da via Caduti della via Fani la partenza della manifestazione "Unit3 contro la repressione" promossa da Extinction Rebellion ed altre 20 associazioni, collettivi, comitati ... (foto tgcoop)
Attivist3 del Comitato Besta dal Parco Don Bosco ...
Donne e uomini di Potere al Popolo ...
"Al fianco di Luigi, contro il DdL 1660" ... PS: Luigi Spera è il vigile del fuoco ed attivista palermitano arrestato, incarcerato ed accusato di eversione per avere lanciato fumogeni di segnalazione contro la sede di Leonardo ...
"DdL Sicurezza, non la nostra" ...
Una delegazione di RECA: insieme dal basso per la transizione ecologica ...
In corteo La Murga, teatro di strada che coniuga musica, danza e recitazione ...
Tamburi e ritmo ...
A protezione della protesta attivisti e legali di Amnesty International ...
Ragazz3 con cartello, bandiera e maglietta "stop guerre" ...
Il Cev con un cartello che denuncia i fatti del 20 giugno al Parco Don Bosco contro civili disobbedienti ...
La partecipazione di Legambiente Bologna ...
Jenny e C. ...
Ragazza pro Palestina ...
Lungo via San Donato ...
"Bologna, la repressione più progressista d'Italia" ...
Il fotografo nel cartello: "Lepore di quante alluvioni hai bisogno per smettere di cementificare?"
La rima: "Tutte le sorelle, contro il DdL" ...
Una ragazza per Maysoon Majidi ... PS. M.M. 28 anni, è regista e attrice curda - iraniana, fuggita dal regime della Repubblica Islamica, attivista per i diritti delle donne, presunta scafista è detenuta in Calabria
Ragazza con ... "Salvini"
"Identifichiamoli" ...
"No DdL 1660" e "No allo Stato di Polizia" ...
Due ragazze per Maysoon Majidi ...
"Marjan Jalali libera"! PS: M.J. pure lei iraniana, in carcere in Calabria per "traffico di esseri umani" ...
Sul ponte di San Donato, l'intervento di una giovane attivista in solidarietà con le vittime della repressione ...
Libertà per le attiviste dei diritti umani ...
Il lato B di Marcello Saltarelli, di Volt ...
Il lungo corteo in Via Enrico Berlinguer ...
Testa avanti, al centro ...
Una donna osserva ... la manifestazione e la bandiera di XR ...
A Porta Zamboni o San Donato: n attivista argomenta ...
Lungo via Irnerio: con zainetto e foto testimonianza delle violenze al Don Bosco contro cittadini pacifici e resistenti ...
Ancora le immagini "nascoste" ...
Verso piazza VIII Agosto, punto alto della partecipazione ...
La Polizia "blocca" Via dell'Indipendenza ... pur sapendo da giorni che organizzatori e manifestanti hanno concordato di procedere lungo Via dei Mille e Marconi ... fino a Piazza San Francesco
Del resto l'allarme del Carlino ("manifestazione illegale", poi - sabato 21 - "alta tensione ... antagonisti in piazza ... anarchici in corteo" pur conoscendo da giorni le intenzioni e gli accordi) va supportato e la manifestazione disincentivata ...
Tra le/gli attivist3 e legal3 di Amnesty Internationale che "proteggono il diritto di protesta" anche una autorevole consigliera regionale, Silvia Zamboni ...
Su un mezzo ecologico portato da un attivista di XR anche una giusta ironia: "più tagliatelle (vegan), meno DdL" ...
Le bandiere gialle di Amnesty International in corteo e quelle della CGIL sul balcone della sede sindacale in via Marconi ...
In via Marconi papà con bambino, in bici ...
Partecipazione in strada e dalle finestre ...
In Italia e in Francia Costituzioni violate e pratiche autoritarie di Governo ...
Le mille voci escono confermate dal cappello e dal cartello ...
Con amore e senza violenza ...
In Piazza San Francesco: l'intervento di Sara, ecologista con la maglietta del Collettivo di fabbrica della ex GKM di Firenze ...
La partecipazione e le ragioni di una attivista di Amnesty International Bologna ...
Applausi!
Il momento di Elisa, del partito dei CARC ...
Due ragazze protagoniste con parole e La Murga ...
Altri applausi!
Ancora tanta energia ...
Partecipazione e determinazione ...
Resistenza e non violenza ...
Libertà e risorse ...
Per il futuro ...
Il Carlino il giorno dopo può e deve riconoscere "l'indicazione degli organizzatori di non creare motivi di scontro e far prevalere le ragioni della loro protesta, nata in opposizione all'inasprimento delle normative relative ai reati in piazza" ... (22 settembre 2024)
L'articolo del Corriere apre con "Oltre 800 persone in corteo" ... Cioè? Mille, 1500, 2000 ... Per il resto uno scritto corretto, onesto ... (22 settembre 2024)
La manifestazione di Bologna (e quella di Ancona) sulle pagine nazionali de il manifesto: "La risposta a sgomberi e fogli di via" ... (22 settembre 2024)
la Repubblica (quotidiano cartaceo) non dà spazio a "uniti contro la repressione" ... In pagina nazionale pubblica un commento di Ilvo Diamanti al sondaggio della settimana di Demos con il titolo "la strada stretta del campo largo. Piace agli elettori del PD ma non agli alleati" ... (23 settembre 2024)
Ancora su la Repubblica intervista ad Elly Schlein: "senza unità non si vince" ... con l'indicazione di "una grande mobilitazione, politica e sociale, per contestare le norme liberticide che reprimono il dissenso" ...
(Da Roma a) Bologna, 25 settembre: CGIL, UIL, ANPI, ARCI, Libera in Piazza "contro il DdL Sicurezza. Liberi di manifestare. No alla Repressione" ...
Bandiere rosse e "pantere grigie" in Piazza Roosevelt, sotto il Palazzo del Prefetto ...
Anche lavoratori, sindacalisti e bandiere UIL ...
Dopo Michele Bulgarelli ed Anna Cocchi, Alessandro Bergonzoni ...
Tra le auto parcheggiate alcune centinaia di persone, le bandiere di diverse categorie della CGIL, una bandiera dell'Alleanza Verdi e Sinistra Italiana ...
Sulla prima pagina de il manifesto "Chi fa saltare in aria l'ordine internazionale", un interessante articolo di Francesco Strazzari nei giorni dei raid aerei di Israele sul Libano e dell'Assemblea Generale ONU a NewYork ... (24 settembre 2024)
"Davanti all'allargarsi della guerra d'Israele in Libano è necessario domandarsi quanto un mondo retto da un doppio standard possa essere diverso da un mondo senza regola" ... (il manifesto,24 settembre 2024) Argomenti per un confronto di merito, duro, su scelte di prospettive ...
Alluvione in Romagna: guardiamo i fatti ...
di Paolo Pileri
Abbiamo cambiato il clima: questo è chiaro anche se non a tutti, purtroppo. Proviamo però a uscire dalla trappola dell’emotività con cui ci viene presentato il dramma delle alluvioni. Lo facciamo con pieno rispetto per vittime e danneggiati. E lo facciamo usando un grafico messo a disposizione della Agenzia ambientale dell’Emilia-Romagna (Arpae), ovvero l’ente istituzionale che monitora l’ambiente e fornisce a tutti, politici inclusi, informazioni per capire e decidere.
La pioggia cumulata caduta in questi giorni in Romagna è tanta (800 millimetri) e supera la media degli ultimi trent’anni (la fascia evidenziata in verde). Questo ci dice Arpae con quel grafico. E fin qui “tutto bene”. Ma se andiamo a scavare un po’ più indietro nel tempo, ad esempio prendiamo il 1979, scopriamo cose che ci aiutano a vedere più chiaro che cosa è accaduto e a quali responsabilità guardare.
La linea verde rappresentata nel grafico delle precipitazioni giornaliere cumulate in Emilia-Romagna si riferisce al 1979, mentre quella nera al 2024. Guardate in corrispondenza di fine settembre. I due valori sono più o meno alla pari. Che cosa significa? Semplice: che nel 1979 cadde la medesima pioggia, più o meno, di quella di qualche giorno fa. Ma nel 1979 non ci furono le alluvioni devastanti di questi giorni.
Dove è allora la differenza? Probabilmente ce ne sono tante e sarebbe doveroso per le istituzioni mettersi a studiarle con rigore e urgenza. Tra queste è innegabile che la impermeabilizzazione del territorio degli ultimi anni sia una di queste “differenze” perché, cumulando cemento e asfalto sul territorio, si rende il territorio più incapace di svolgere le funzioni di controllo idrologico che il suolo svolge naturalmente.
Ricordo due dati. Un ettaro di suolo sano e ben permeabile arriva ad accumulare quasi quattro milioni di litri di acqua, una quantità enorme, pari a 150 tir che trasportano bottiglie d’acqua. Se quel suolo viene cementificato si azzera quella funzione e quindi quando piove quell’acqua rimane in superficie e/o va nei corpi idrici superficiali ingrossandoli e aumentando la quantità d’acqua che vediamo durante le alluvioni e di conseguenza danni e vittime.
Secondo dato. La quantità d’acqua che rimane sulla superficie di un suolo sano e naturale (un prato permanente, ad esempio) è sei-sette volte meno di quella che rimane in superficie in un’area urbanizzata. Ed è quello che è accaduto in Romagna, come in altre Regioni e che non diciamo abbastanza: il consumo di suolo aumenta i danni che le piogge generano, per di più piogge che saranno sempre più aggressive per il clima danneggiato dal nostro assurdo modello di sviluppo.
La Regione Emilia-Romagna dal 2006 al 2022 ha cementificato oltre 11mila ettari, ovvero 110 chilometri quadrati e quasi tutto, per giunta, in aree alluvionabili. Un disastro ambientale silenzioso che ha cambiato completamente il ciclo naturale dell’acqua in quella Regione. Non solo. L’aumento di cemento corrisponde a uno di temperatura a terra e altri effetti ambientali che a loro volta concorrono a cambiare il clima, generando piogge e venti anomali che oggi sono diventati normali.
Mettiamo le cose in ordine. Se non si smette di cementificare, non vi sarà fine a tutto questo. Ci sono responsabilità di governo del territorio molto precise sebbene vengano messe in ombra da questo abuso di emotività davanti alla quale le idee si sfocano. C’è una legge di governo del territorio che ha fatto e fa acqua da tutte le parti. C’è impreparazione ecologica in chi governa il territorio. C’è una disattenzione completa alla difesa del suolo: negli ultimi anni si è speso 13 volte di più per allestire seggi elettorali e tenere in ordine l’anagrafe; 6,2 volte di più per lo sviluppo e la valorizzazione del turismo (anche quello insostenibile), 44 per le strade.
Siamo in mezzo a una tempesta perfetta, perfino più dannosa delle piogge romagnole: consumo di suolo alle stelle senza alcuna legge seria che lo fermi; spesa pubblica per la difesa del suolo inconsistente; ignoranza ecologica sul comportamento del suolo di chi governa e di chi opera economicamente sui territori. E su tutto questo non si riflette.
Dopo l’alluvione del maggio 2023 l’Emilia Romagna, che vantava una tradizione urbanistica tra le più avanzate d’Italia, non ha aperto un tavolo permanente di riflessione con i sindaci dell’Appennino coinvolti in decine di migliaia di frane per capire le cause e decidere insieme come cambiare il modo di governare il territorio. Era un’occasione unica per generare un laboratorio di idee e di cambiamento che invece non si è realizzato. In compenso il governo regionale si è premurato, poco prima delle elezioni europee, di mettere in forno altre deroghe urbanistiche per cementificare sempre più. Idem per le deforestazioni di decine e decine di ettari, come quelle lungo la Secchia. Quindi proviamo a vedere le cose con altri occhiali se vogliamo cambiarle e trovarci meno in quelle dolorose situazioni.
Paolo Pileri è ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “Dalla parte del suolo” (Laterza, 2024)
Bologna, 22 settembre: la "carica" di giovani e lavoratori per Puliamo il Mondo 2024!
Materassi, plastiche, gomme, indumenti abbandonati in zona Lazzaretto ... (foto di Luigi Malossi)
Pannelli e computer buttati a lato di una strada ...
Cemento armato e materiali edili nel verde ...
Copertoni di auto ...
Volontari protagonisti di Puliamo il Mondo in zona Lazzaretto con i rifiuti raccolti ...
"Stiamo lavorando per Noi" al Giardino Arcobaleno, zona Fossolo ... (foto tgcoop)
Una volontaria ...
Due volontari ...
Attorno al banchetto, sotto la direzione di Ilde Castellari ...
La restituzione degli strumenti di lavoro ...
I sacchetti colorati con i rifiuti raccolti ...
Un gruppo di volontari impegnati in zona Fossolo, Quartiere Savena ...
Foto di gruppo, verso nuovi appuntamenti ...
La prossima scadenza ai Prati di Caprara Ovest: sabato 28 settembre 2024 ...
Molto utile per chi da una settimana è fermata dal covid e le uniche notizie le ha tratte da social e colleghe. Apprezzo le foto perché fissano momenti e alimentano pensieri. Il commento introduttivo mi porta a due considerazioni. La prima è relativa al solco culturale e quasi antropologico che separa sempre più le animatrici delle due manifestazioni bolognesi contro il ddl sicurezza. La seconda sta nella convinzione che senza ricostruire una più ampia mobilitazione popolare le destre faranno danni molto a lungo. La conclusione è che ai cortei vadano affiancati momenti di seria ricostruzione collettiva dei processi sociali e di vita che io valuto come premessa verso nuove esperienze che possono accomunare generi, classi, generazioni oltre ideologie frammentate. A.
"Mille voci" non sono certamente irrilevanti nel panorama di depressione che viviamo. Però di fronte alle minacce di oggi mi sembrano ancora poca cosa. E la capacità di mobilitazione delle organizzazioni politiche e sindacali è al punto più basso della storia. Almeno a mia memoria. Ripartiamo dal basso e con determinazione allora. Bene le iniziative per il don Bosco e per i prati di Caprara ovest, sempre sperando di non essere travolti da guerre e repressione. Ciao!
Concordo sulle tre priorità che proponi. 1. Contrastare guerra e riarmo. 2. Avviare la conversione ecologica. 3. Fermare la repressione e dare voce a tutti i cittadini. Così si riducono le spese e si investe sul futuro. L.
Con Netanyahu, Zelensky e nazionalismi vari non vedo speranze di pace ma venti di guerra, crisi ecologica e climatica accelerate. Se non cambiamo le classi dirigenti entro alcuni decenni il Pianeta procederà senza genere umano. Auguri!
Molto utile per chi da una settimana è fermata dal covid e le uniche notizie le ha tratte da social e colleghe.
RispondiEliminaApprezzo le foto perché fissano momenti e alimentano pensieri.
Il commento introduttivo mi porta a due considerazioni.
La prima è relativa al solco culturale e quasi antropologico che separa sempre più le animatrici delle due manifestazioni bolognesi contro il ddl sicurezza.
La seconda sta nella convinzione che senza ricostruire una più ampia mobilitazione popolare le destre faranno danni molto a lungo.
La conclusione è che ai cortei vadano affiancati momenti di seria ricostruzione collettiva dei processi sociali e di vita che io valuto come premessa verso nuove esperienze che possono accomunare generi, classi, generazioni oltre ideologie frammentate.
A.
"Mille voci" non sono certamente irrilevanti nel panorama di depressione che viviamo. Però di fronte alle minacce di oggi mi sembrano ancora poca cosa. E la capacità di mobilitazione delle organizzazioni politiche e sindacali è al punto più basso della storia. Almeno a mia memoria.
RispondiEliminaRipartiamo dal basso e con determinazione allora. Bene le iniziative per il don Bosco e per i prati di Caprara ovest, sempre sperando di non essere travolti da guerre e repressione.
Ciao!
Concordo sulle tre priorità che proponi.
RispondiElimina1. Contrastare guerra e riarmo.
2. Avviare la conversione ecologica.
3. Fermare la repressione e dare voce a tutti i cittadini.
Così si riducono le spese e si investe sul futuro.
L.
Con Netanyahu, Zelensky e nazionalismi vari non vedo speranze di pace ma venti di guerra, crisi ecologica e climatica accelerate.
RispondiEliminaSe non cambiamo le classi dirigenti entro alcuni decenni il Pianeta procederà senza genere umano.
Auguri!
Scusa ma l'avvento come una analisi decisamente pessimistica.
EliminaE quel ch'è più grave non costruisce nulla per il futuro.
PD-mda