Faenza 2023, le conseguenze dell'alluvione in un Quartiere residenziale a fianco del Lamone ... |
Faenza 2024, un anno dopo, la vita è ripresa, si discute come "Ricostruire meglio", senza risorse ... |
Che a Bologna e in Emilia Romagna fossero in crisi "buon governo" e "partecipazione democratica" è evidente da tempo. Segnali inequivocabili sono stati il 37,8% di partecipanti al voto per le Regionali del 2014 ed il 48,8% di astensioni sotto le Due Torri alle ultime elezioni per eleggere Sindaco e Consiglio Comunale, nel 2021.
Il fatto è che ogni tentativo di rianimare il confronto, la creatività, il protagonismo dei cittadini viene da alcuni decenni regolarmente mortificato da un apparato di "prenditori", dirigenti e funzionari che anziché muoversi con lungimiranza e visione verso approdi di eco-compatibilità, di giustizia e sostenibilità sociale, fanno quadrato a difesa di interessi consolidati, privati, sempre più ristretti e angusti.
Si susseguono esperienze.
Ultimissima quella relativa alla salvaguardia del Parco Don Bosco e del suo (piccolo ma esemplare) patrimonio naturale messo a repentaglio dal proposito di edificare nuove scuole, denominate "Quattro foglie", a fianco delle storiche "Fabio Besta" (inaugurate nel 1984) che gli attuali amministratori prevedono di abbattere.
Dopo mesi di narrazioni enfatiche, strumentali, contraddittorie (le Besta sono "cadenti", a "rischio sismico", con "alti consumi energetici") quasi non esistessero raffronti obiettivi (con altri plessi assai più vecchi) e le manutenzioni competessero ad altre autorità; dopo settimane di "arroccamento" a Palazzo d'Accursio (per 41 giorni consecutivi il Sindaco non ha ricevuto gli attivisti che, giorno dopo giorno, gli hanno portato un libro per "Biblioteca in Comune"); dopo ripetute accuse al Comitato (pro) Besta di "violenza", "occupazione illegale", mancanza di "proposte"; dopo un fallito tentativo di avvio del cantiere (con l'intervento di Polizia e Carabinieri contro i cittadini in presidio non violento), martedì il Sindaco ha ascoltato direttamente le ragioni (pubbliche) di chi chiede un nuovo Progetto, capace di esprimere una sintesi efficace tra tutela della natura e della biodiversità ed esigenze di educazione, formazione, moderna didattica. Poi, incalzato, ha freddamente ribadito (come sempre) che "all'Appalto già assegnato non può e non vuole rinunciare".
Nessuna novità, dunque. Nonostante, per settimane, interessati commentatori propagandassero una presunta "disponibilità al dialogo" e parlassero di un possibile "incontro" e di una presunta "trattativa".
No, solo bla, bla, bla. Nessun attento ascolto, nessuna seria riflessione.
Questi amministratori PD restano fermi al copione noto. Continuano a separare analisi, scenari e intenti futuri (martedì l'ultimo evento nell'ambito del Festival dello sviluppo sostenibile promosso da ASviS) da pratiche, opere e scelte quotidiane. Non negano (a differenza di molte donne e uomini di destra) la "crisi climatica ed ecologica", anche locale. E come potrebbero dopo gli eventi degli ultimi anni e le alluvioni di maggio 2023? Poi, però, non governano di conseguenza: giustificano rinvii verso scadenze europee, spese insostenibili, sperpero di risorse pubbliche e provano a scaricare su altri ogni responsabilità.
La loro logica è sempre quella di incentivare "crescita", lavori "a prescindere" da fini, qualità, conseguenze (su natura, comunità, individui). E se si inquina (come si inquina!) e il clima si surriscalda, si possono eventualmente aggiungere "compensazioni" e "mitigazioni". O si studiano "adattamenti".
Mai si imbocca "la via maestra": la prevenzione. Mai si ridiscutono vecchi propositi e pianificazioni sovrastimate, irrealistiche, sbagliate (si pensi a F.I.CO.). Mai la conversione ecologica negli investimenti, nell'organizzazione delle comunità, nei prodotti e nei consumi diviene la priorità. Si tratti di piccole o di grandi opere.
Il patrimonio naturale viene sistematicamente svalutato, saccheggiato, impoverito. "L'intelligenza del suolo" (il libro di Paolo Pileri è tra quelli portati in Comune), le risorse arboree e arbustive urbane (diversi volumi di Stefano Mancuso sono stati proposti alla lettura del Sindaco) non sono contabilizzate nei Bilanci pubblici e privati delle Istituzioni (contrariamente a quanto sostenevano autorevoli personalità e Ministri già negli anni '80 del secolo scorso).
La presentazione dei propositi di questi amministratori non si stacca da quella tradizionale: 17 - 18 milioni per le "Quattro foglie" (volendo anche altri 502 mila "per ripensare il Parco Don Bosco" e "venire incontro" alle critiche); ovvero 3,5 miliardi per il Passante di Mezzo e l'insieme degli interventi connessi, promessi e concordati tra Bonaccini, Lepore, Governo nazionale e Autostrade per l'Italia (salvo un unilaterale taglio del Governo Meloni - Salvini di alcune centinaia di milioni per richieste degli Enti Locali).
Resta, sempre e comunque, un approccio di assoluta conservazione politica e culturale, di totale dipendenza e subalternità agli interessi economici e finanziari dei grandi gruppi economici ed imprenditoriali che guidano il Paese. Con il rifiuto sistematico di considerare e conteggiare il valore sottratto alle generazioni presenti e prossime per il taglio di alberi e boschi, per il consumo di suolo e la salvaguardia della biodiversità, per la progressiva impermeabilizzazione dei terreni.
A Bologna gli impegni annunciati e ripetuti da autorità e partiti di governo a ridurre cemento, mattoni, edifici e asfalto sono ancora sconosciuti, minimi, irrilevanti.
amministratori ed avvocati difensori (si, con la "a" volutamente minuscola) ne hanno parlato in questi mesi in Assemblee di eletti (Consiglio Comunale e Consigli di Quartiere) o in udienze di Tribunale (Civile), ma l'impressione è che le competenze e le conoscenze nel merito delle questioni trattate fosse ben sotto il livello minimo accettabile. E le parole di Matteo Lepore dopo l'incontro di martedì (vedi le dichiarazioni al Corriere) confermano linguaggi diversi.
Possiamo prendere atto in silenzio che questi soggetti e partiti di governo rifiutano di misurarsi con le grandi sfide del nostro tempo?
No, la Politica, con la "P" volutamente maiuscola, quella che ragiona con analisi obiettive, con visione e lungimiranza non può essere derubricata e archiviata in ragione di un Appalto o di un Patto sottoscritto dopo un percorso predefinito da pochi e senza alternative.
Gli amministratori e i politici che a Bologna sostengono di avere praticato un "coinvolgimento diffuso" sulle decisioni relative alle scuole "Quattro foglie" ed ai "100 milioni a disposizione del Comune" forse sopravalutano alcuni incontri con direzione scolastica e rappresentanti di insegnanti e genitori e forse sottovalutano le oltre 3.000 firme raccolte dal Comitato Besta on-line e le altre 3.000 raccolte e consegnate persona dopo persona sulla petizione "pro ristrutturazione e salvaguardia del Parco Don Bosco" ... Sicuramente manifestano una concezione elitaria o verticistica (populista?!) dei rapporti con le persone.
Nel 2024 un "nuovo Piano comunale per l'edilizia scolastica" va costruito, presentato, discusso e, infine, deliberato in base a dati certi, emergenze riconosciute e priorità acclarate a dimensione cittadina. Computando le risorse finanziarie disponibili insieme ai valori aggiunti e sottratti al patrimonio ed ai beni comuni con i vari possibili interventi programmabili.
Analogamente, a un anno dall'alluvione in Romagna e nel bolognese di fronte alle risorse urgenti e indifferibili per "Ricostruire meglio", ovvero diversamente dal passato, attraverso la prevenzione, una pianificazione urbanistica partecipata e consapevole, la conversione ecologica delle produzioni, delle infrastrutture e dell'organizzazione del territorio, sostenere che "il Passante di Bologna è una priorità", come lo sono le terze e quarte corsie autostradali per A1, A13 ed A14 è da irresponsabili. Per più ragioni. Poste per tempo da numerose personalità della cultura e da associazioni ecologiste. Mai considerate dalle orecchie sorde e interessate di Bonaccini, Castellucci, Merola, Renzi che firmarono il "Patto" irresponsabile dell'aprile 2016, che anticipò ogni libera discussione nelle Assemblee istituzionali preposte. Così si discusse sempre e solo "come fare e non se fare" ... in assenza di alternative possibili e con il portato di cemento, asfalto, benzine, gas, inquinamento, devastazioni, malanni che grava sul Pianeta.
E' bene dire che dopo otto anni nessun dato ambientale ed epidemiologico richiesto da cittadini, associazioni ambientaliste ed Assemblee Cittadine è stato soddisfatto.
Nel frattempo: sono iniziati lavori propedeutici ancora in assenza del Progetto Esecutivo dell'infrastruttura, con i pesanti interrogativi sugli intrecci rispetto ad altre scelte in corso d'opera (ad esempio le linee, rosse e verde, del tram); sono stati abbattuti migliaia di alberi ed arbusti in una trentina di parchi, giardini ed aree a fianco della Tangenziale; i costi - parola del Sindaco - sono lievitati dai "650 milioni" iniziali (parole di Roberto Tomasi negli incontri del 2016) ai "3,5 miliardi" odierni; è in discussione il futuro di importanti aree ex militari ed ex demaniali della Città.
Possiamo delegare a questi amministratori, apparati e partiti? Ai loro rapporti con imprenditori e prenditori? O vale la pena riappropriarci tutti della Politica, misurarsi sui bisogni prevalenti e battersi per affermare Diritti e Doveri in cui crediamo?
FINTO TAVOLO, FINTA PARTECIPAZIONE.
Il sindaco ha tenuto come asso finale un grande classico della più logora negoziazione: ormai è troppo tardi. Il ricatto delle penali da pagare in caso di annullamento dei lavori.
Eppure si può annullare un progetto, come si fece per il Civis, per non sprecare ancora più soldi di quelli già sprecati.
Fino a ieri il progetto non si cambiava perché era “di qualità superiore”, oggi, dopo la sfilza di controdeduzioni portate dal Comitato Besta, non si cambia perché c'è un appalto vincolante...
Ai cittadini spetta solo il compito inferiore di ratificare le decisioni già prese.
L' ipotesi della ristrutturazione non viene mai presa in considerazione.
Di fronte ad una paziente, puntuale, organica ed ennesima proposta, più conveniente dal punto di vista energetico, sismico e pedagogico (vedi allegati), di ristrutturazione delle attuali scuole Besta, ancora fiore all' occhiello della moderna architettura europea, il sindaco risponde picche.
Per questo il progetto 4 foglie passa in secondo piano e si parla solo di appalto... Il sindaco, che non aveva mai preso in considerazione il parco, indietreggia dalle sue posizioni iniziali e ci prega di rimanere al tavolo. Ipotizza perfino una minuscola riduzione della superficie della scuola per dimostrare la sua improvvisa sensibilità rispetto al consumo di suolo.
Il sindaco cerca di rovesciare la frittata, attribuendo a noi i suoi problemi sulle tensioni interne. In realtà sta descrivendo la situazione della sua amministrazione: una giunta divisa, un Pd spaccato e una cittadinanza che, proprio sul tema ambientale come termometro della democrazia, decreterà la fine di questo piccolo regno.
Peccato che la nostra forza, l' eterogeneità della nostra composizione, è la sua più grande debolezza. Il suo tallone di Achille.
Ma ci dispiace per lui, noi siamo compatti: il parco deve rimanere integro e la scuola si deve ristrutturare. Difendiamo il parco e continueremo a difenderlo.
La Consulta del verde è stata istituita il 31 maggio 2021, con delibera del Consiglio comunale, in un contesto dichiarato di emergenza climatica.
È un organismo consultivo, di sostegno e di confronto stabile con l’Amministrazione relativamente agli indirizzi che riguardano il verde pubblico e privato. Di cui fanno parte numerose associazioni a tutela del verde.
Ed è proprio in questo contesto che si è espressa usando parole di fuoco per condannare la violenza perpetrata dalle forze dell' ordine sui manifestanti e per esprimere la sua preoccupazione "per la sottrazione drastica e continua di verde avvenuta in questi
mesi".
Così la Consulta propone che "i parchi pubblici siano d’ora in avanti considerati dei presidi necessari alla salute
pubblica da considerarsi inviolabili, che quindi cessino per sempre progetti di nuove costruzioni entro il loro perimetro" e che "si ricostruisca sempre e solo in situ senza danneggiare alberi
preesistenti o invadere aree verdi preesistenti di parchi"
Poi, sul caso specifico delle scuole Besta, auspica che " sia data
priorità agli interventi sui tanti edifici pubblici meno performanti piuttosto che
concentrare le risorse su plessi scolastici quali le Besta, la cui classe energetica la pone
al riparo dagli obblighi di riqualificazione".
La protesta dei cittadini, le parole di autorevoli esperti e la condanna netta delle associazioni ambientaliste sono state ignorate, derise e represse con violenza da questa amministrazione che, non potendo più sostenere la bontà di un progetto marcio dalle fondamenta, perché basato su astrazioni, che nulla hanno a che vedere con la realtà, usa il pretesto dell' appalto per chiudere definitivamente il tavolo.
Ai cittadini si vuole somministrare una visione di città basata su calcoli assurdi che comportano un maggior costo per la collettività, nascondendosi dietro la presunta oggettività dei numeri, per imporre un progetto delirante. Espropriando i cittadini della loro soggettiva capacità di giudizio. Radendo al suolo non solo un parco ma una biodiversità di pensiero.
Il comitato Besta indice per il giorno 25 maggio un grande incontro pubblico con esperti in campo ambientale e pedagogico. Desideriamo, con questo momento di riflessione approfondita, aprire un dibattito in città su una questione di bruciante attualità: la gestione del territorio di fronte al cambiamento climatico, e la ristrutturazione delle scuole Besta per salvare il parco Don Bosco.
L’evento si terrà alla palestra Gino Milli, uno spazio adiacente al simbolo di questa “lotta”, il parco Don Bosco.
Comitato Besta Don Bosco, 14 maggio 2024
Faenza 2023 - 2024, fotocronaca di una esperienza
Via Vincenzo Calamelli, maggio 2023 ... |
Via Vincenzo Calamelli, maggio 2023 (2) ... |
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Via Francesco Mezzarisa, maggio 2023 ... |
Via Francesco Mezzarisa, un anno dopo ... (9 maggio 2024) |
"Vendesi" in via Leonardo Bettisi ... (9 maggio 2024) |
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L'argine destro del Lamone, al Quartiere Durbecco sotto il ponte della Circonvallazione ... |
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Oggi, un anno dopo l'alluvione, in Romagna torna "il maltempo" e "la grande paura" ... La pagina de il Carlino su Mordano, Comune della Città Metropolitana di Bologna (16 maggio 2024) |
L'articolo di oggi di Mario Tozzi su La Stampa: "L'alluvione (già) dimenticata dell'alluvione in Romagna". Da leggere (16 maggio 2024) |
Un appuntamento imminente: 17 maggio, ore 17.30, da Piazza de l'Unità in Marcia ... |
Una parte dei firmatari ... |
Qualcuno può dirmi dopo un anno cosa hanno corretto queste amministrazioni dei programmi che si erano precedentemente prefissi?
RispondiEliminaAndava tutto bene? O i fatti di maggio ci hanno detto che qualcosa era sbagliato?
Insomma, anch'io non vedo ripensamenti. Piuttosto ostinata ripresa del vecchio percorso: Gran Premio di Imola incluso.
Domenica all'autodromo Enzo e Dino Ferrari sarà festa di motori e di velocità. E Bonaccini corre in Europa.
L.
La pratica di fare scuole nei parchi è ripetuta. Questa notte al Savena sono stati tagliati 5 tigli per aprire i cantieri di un nido sostitutivo di quello in funzione. Che tristezza! Operai al lavoro a notte fonda e senza recinzioni di sicurezza. Residenti svegliati nel sonno dalle motoseghe.
RispondiEliminaHan paura di lavorare alla luce del sole? Non gli fa onore.
m.m.
Partito Deforestatore!
RispondiEliminaAl peggio non c'è fine. Il lavoro sporco di notte chi lo avrebbe mai pensato?
***
Le critiche alle amministrazioni locali che spesso mi chiedo se dimentiche delle difficoltà di contesto svaniscono di fronte a fatti sconcertanti come quelli gestiti da Lepore, Ara, Borsari e Clancy a San Donato, Borgo Panigale o Savena.
RispondiEliminaIl bisogno di qualificare i trasporti pubblici urbani non giustifica l'antropizzazione in atto oltre il Villaggio INA.
Altrettanto investire nell'istruzione, nella formazione, nella conoscenza della ultime generazioni non può essere in antitesi alla difesa della ricchezza naturale fondamentale rappresentata da suolo e alberi.
Basta premiata ditta Bonaccini&Lepore!
RispondiEliminaL'antropizzazione al capolinea del tram di Borgo, il taglio di decine di alberi per procedere ad un nuovo piano di edilizia scolastica o per fluidificare il traffico urbano, i lavori notturni per salvaguardare la sicurezza degli operai nei cantieri sono motivazioni risibili e rendono plausibile un ribaltone politico anche in queste terre.
È ora di cambiare le politiche di governo!
L.