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A Ravenna "contro il rigassificatore" in tanti: "unica grande opera, mettere in sicurezza il territorio"! |
L'alluvione che ha colpito e devastato molti comuni dell'Emilia Romagna, le interruzioni e i ritardi nel servizio ferroviario regionale, la grande manifestazione sindacale di CGIL-CISL-UIL del mattino a Bologna non hanno impedito a tante persone di ritrovarsi, sabato, a Ravenna per manifestare contro le scelte irresponsabili e di conservazione dei Governi nazionali di Mario Draghi e di Giorgia Meloni, della Giunta Regionale di Stefano Bonaccini e dell'Amministrazione locale di Michele De Pascale di investire ingenti risorse, pubbliche e private, sui rigassificatori e sui carburanti fossili anziché sul risparmio energetico e le fonti rinnovabili.
Nel silenzio di molti giornali, ne ha dato buona testimonianza anche il TGR dell'Emilia Romagna (
vedi qui).
La fotocronaca che segue è dedicata a tutte le donne e gli uomini, alle organizzazioni ambientaliste, sindacali e politiche che con la loro determinazione e presenza hanno reso un servizio alla Democrazia, al confronto critico e alla lotta per un mondo nuovo e libero dall'inquinamento che tanti, troppi, vorrebbero archiviare o relegare tra le questioni di competenza riservata a pochissimi privilegiati.
Tra questi il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha risposto alle critiche di Carlo Rovelli (il Primo Maggio in Piazza San Giovanni) sostenendo che "lui non parlerebbe mai di fisica"... Quasi che le grandi opzioni sollevate dall'autorevole Professore dal palco del "Concertone" - "guerra o pace", "riarmo o disarmo", regolazione dei conflitti di interesse (ben oltre il singolo caso di turno) - non siano di responsabilità di tutte le persone e di ogni piccola o grande comunità. Al pari delle scelte di conversione ecologica della società, dei territori e delle produzioni, che tanto incidono sulla vita delle donne e degli uomini, determinando soprattutto le condizioni delle nuove generazioni e del Pianeta per i decenni prossimi.
La Costituzione Repubblicana non riconosce infatti a nessun singolo eletto, a nessuna Autorità monocratica, per importante che essa sia, il compito di governare il Paese e le diverse Istituzioni a prescindere dalla vitale dialettica di opinioni, dalla partecipazione e dal naturale protagonismo popolare. Dal sano conflitto sociale e politico maggioranze - opposizioni e dai controlli necessari tra poteri autonomi dello Stato. E' bene che questo resti nei Principi e dell'Ordinamento della Carta fondamentale del Belpaese (nel giorno in cui Giorgia Meloni avvia a Palazzo Chigi un confronto con tutti i Gruppi Parlamentari). Semmai rivitalizzato nelle pratiche istituzionali che un ceto politico sempre più debole ed autoreferenziale non pare più disposto a riconoscere, come dimostrano anche le procedure seguite in Emilia Romagna sul rigassificatore di Ravenna o sul Passante di Bologna (che dal primo momento si è voluto discutere "non se, ma solo come realizzarli", un sostanziale "prendere o lasciare" anche per le Assemblee elettive).
Fotocronaca della manifestazione di Ravenna del 7 maggio
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Alla Stazione FS di Ravenna pochi treni e in ritardo ... tuttavia, alle 14, tutto è pronto per la manifestazione "Territori in cammino. Liberiamoci dal fossile"
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Si srotola lo striscione più grande: "salviamo il mare, salviamo noi!"
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Tante donne ...
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Maglietta ecologista, cappellino Legambiente e cartello femminista ... |
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Responsabilità e testimonianze eco-pacifiste ...
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Una nuova generazione all'opera ...
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"Investimenti per il territorio, non per le armi"!
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"Per il clima, fuori dal fossile!" Prende forma il corteo ...
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Solidarietà nelle lotte: da Piombino alla Sardegna, al Veneto: "pensare globale e agire locale"!
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Le lotte per la qualità della vita di incontrano: in sociologia e in giurisprudenza si definisce "intersezionalità" ... |
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"Il patriarcato ha solo idee fossili" ...
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Il No alle pratiche del passato, condizione per le comunità del futuro ...
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Corrado Oddi, Leonardo Setti ed altre/i attiviste/i della Rete Emergenze Ecologiche ed Ambientali dell'Emilia Romagna ...
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Mamme con Greenpeace ...
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"Si spese sociali, ambientali, sanitarie e culturali! No al rigassificatore e No alle spese militari!"
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"Siamo energia rinnovabile" ...
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Da Legambiente: "A tutto gas. Ma nella direzione sbagliata!"
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Sfilano Paola Fagioli, Davide Ferraresi, Luca Girotti e tanti volontari ... |
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Marta Collot e le bandiere rosse di Potere al Popolo ...
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Storici e giovani comunisti: "Pace, ambiente, lavoro"
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Con Silvia Zamboni e Paolo Galletti, giovani leve dei Verdi del Sole che ride ...
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Donne Verdi: "Non vi bastano le alluvioni? Stop al petrolio e al gas!"
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Da Extinction Rebellion una efficace rappresentazione di "anime" ... vittime della crisi climatica ed ecologica in atto
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Non mancano creatività, ironia, sarcasmo, sberleffo ...
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Dalle Università e dalle conoscenze alle piazze e alle strade ...
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Incontro di vita e di fede ...
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Causa il divieto delle Autorità di raggiungere Piazza del Popolo la conclusione è in Piazza Kennedy. L'intervento di una ragazza di Fridays for Future ...
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I colori della pace, un ombrello protettivo e sempre utile ...
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Sul palco, coordinati da Giuseppe Tadolini, si alternano esponenti delle lotte per la conversione ecologica nelle industrie, in agricoltura, nell'organizzazione dei territori. Qui l'intervento di RECA Emilia Romagna ...
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Nella Piazza l'ascolto: ecco "le anime di oltre 15mila persone morte in Europa per il caldo estremo"
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L'anima di "Giulia, morta nel 2024 a causa di un tumore ai polmoni" ...
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Il sorriso coinvolgente di una attivista di Greenpeace ...
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La saggezza di un Parents for Future ...
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Uno striscione degli operai e degli impiegati del Collettivo di fabbrica della ex GKN: simbolo del comune impegno a convertire le produzioni di una industria che la proprietà vorrebbe chiudere ... |
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Il sorriso di Massimo Serafini, alla manifestazione con la figlia e con Sauro Turroni ...
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Interviene Davide Ferraresi, Presidente di Legambiente Emilia Romagna ... |
Stiamo assistendo a un’operazione di pura conservazione di un modello di sviluppo sbagliato, economicamente e ambientalmente insostenibile, legato a doppio filo all’industria fossile, che fa impantanare lo sviluppo degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e contemporaneamente sostiene la realizzazione di impianti, come i nuovi rigassificatori, dannosi per l’ambiente e per la transizione ecologica del sistema energetico. Questa operazione si sta realizzando in alcuni territori della penisola italiana e uno di questi è Ravenna: per questo manifestiamo il dissenso alla conservazione del modello economico fossile e il sostegno al processo di decarbonizzazione dell’economia italiana.
Il territorio romagnolo è oggi il luogo in cui si contrappongono questi due modelli di sviluppo: da una parte l’industria del fossile che cerca di sopravvivere ricorrendo all’installazione di nuovi impianti che confermano la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di materie a uso energetico, come il Gas Naturale Liquefatto (GNL) proveniente dall’estero, dall’altra parte il settore delle fonti rinnovabili, con i 600 MW del nuovo hub energetico eolico e fotovoltaico nel tratto di mare tra Ravenna e Bellaria e il parco eolico da 330 MW a Rimini. È evidente però la diversità di trattamento riservata a queste due tipologie progettuali: l’iter autorizzativo per il nuovo rigassificatore è stato ridotto a 120 giorni (senza contare la possibilità di installazione di un secondo impianto “gemello”), mentre i progetti rinnovabili stanno passando attraverso la classica procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale.”
Ora più che mai è necessario e urgente esprimere il nostro dissenso contro chi sta mettendo a rischio il futuro del nostro Paese e del pianeta, attraverso scelte che trovano un consenso pressoché unanime da parte dei decisori politici. Non è a rischio soltanto il clima del pianeta Terra, che già oggi sta cambiando mettendo in crisi i nostri territori, come dimostra la scarsità delle precipitazioni nevose dello scorso inverno e lo stato di emergenza già preventivato per la prossima estate. Puntare sulle fonti fossili, in questo momento, è una scelta che riduce la capacità dell’Italia di provvedere autonomamente al proprio fabbisogno energetico, aumentando al contempo la dipendenza dalle importazioni.
Dall’insediamento del governo Meloni, abbiamo già visto ridurre il divieto di trivellazioni dalle 12 alle 9 miglia, nonostante la costante subsidenza delle coste adriatiche. A Ravenna assistiamo nel contempo al sostegno dell’Amministrazione comunale, guidata da Michele De Pascale, alla ripresa delle estrazioni contenuta nel decreto Aiuti ter, che ha demolito le previsioni del PITESAI (Piano della Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee). Dobbiamo ribadire per l’ennesima volta che concedere nuovi permessi per la ricerca di idrocarburi, oltre ad entrare in conflitto con la protezione degli habitat marini e della stabilità delle coste, può essere soltanto un palliativo rispetto al fabbisogno energetico del Paese sul lungo termine. In più, il clima della Terra continua a modificarsi compromettendo la nostra qualità della vita.
Inoltre, la città di Ravenna è stata, nel corso degli anni, il teatro in cui il settore Oil&Gas ha cercato di proporre una serie di progetti pilota, senza mai prendere in considerazione il totale decomissioning delle piattaforme abbandonate e un investimento nelle rinnovabili mature. Pensiamo ad esempio al progetto di ENI sullo sfruttamento dell’energia da moto ondoso, fino alla proposta di realizzazione di processi di cattura e stoccaggio di carbonio (Carbon Capture and Storage, CCS). Quest’ultima, in realtà, è una tecnologia che nella stragrande maggioranza dei casi non è riuscita a ottenere un processo di sequestro di CO2 in modo energeticamente sostenibile e che è sempre stata invece legata a operazioni di estrazione di ulteriore gas dai pozzi in cui il carbonio è stato immesso, realizzando di fatto un circolo vizioso a sostegno dell’economia fossile.
L’unica via possibile e percorribile è quella della transizione energetica e delle fonti rinnovabili, incarnate lungo le nostre coste dai progetti di Agnes ed Energia Wind2020, capaci complessivamente di coprire il fabbisogno energetico di 1,2 milioni di famiglie. Quella dell’industria fossile è una falsa promessa e gli investimenti nel gas avranno un effetto boomerang sull’economia italiana, oltre a far aggravare la crisi climatica. Il ruolo dei movimenti ambientalisti, in questo momento storico, è quello di rappresentare il desiderio di un futuro sostenibile per le generazioni presenti e prossime, e di indicare chiaramente le responsabilità delle classi dirigenti incapaci di affrancarsi da questa dipendenza fossile e dalle pressioni dell’industria dell’Oil & Gas.
Legambiente Emilia Romagna
"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza".
(Antonio Gramsci, L'Ordine Nuovo, 1° maggio 1919)
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Prossimo appuntamento alla Scuola di Formazione di Legambiente Bologna
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Giornata di discussione tra ricerca e attivismo con Bologna for Climate Justice ... |
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Bicicletta + campeggio No Passante
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Spentolata conto il Passante |
Il fatto che nei giorni dell'emergenza "rossa" per l'acqua che esce dall'alveo dei fiumi e per le frane che scendono dall'Appennino si debba manifestare per investire in energie rinnovabili e nei trasporti collettivi anziché in oil end gas o road & car la dice lunga della finzione "ecologica" di partiti e multinazionali europei (che in Parlamento a Strasburgo votano per inserire le spese militari tra i fondi di Next Generation EU).
RispondiEliminaWM
Qui continua a piovere sul bagnato. Mancano però segnali di ravvedimento operoso da parte di amministrazioni che sanno solo chiedere fondi in più per risarcire le vittime di politiche contro natura.
RispondiEliminaC.