giovedì 4 maggio 2023

Allagamenti e protesta: emiliani e romagnoli sui tetti ...

Nel bolognese e nel ravennate persone e "coniglie" salgono su case e capannoni ... 

 










Se per mesi non abbiamo visto una goccia d’acqua, nelle ultime 48 ore sulla città metropolitana di Bologna e su altre aree dell’Emilia Romagna ci sono state precipitazioni pari a quelle che dovrebbero essere registrate in tre/quattro mesi. Il territorio non ha retto, e purtroppo alla conta dei danni si è aggiunta quella dei lutti, mentre molte strade sono interrotte da frane e allagamenti. In città, il torrente Ravone – che attraversa Bologna sotto terra, tombinato – ha sfondato cemento e asfalto in via Saffi a causa della pressione prodotta dall’acqua.

L’assessora regionale Priolo afferma che si tratta di eventi con un tempo di ritorno di oltre cent’anni, ma per ricercatrici e ricercatori, che dati e modelli li studiano ogni giorno, quelli a cui abbiamo assistito in queste ore sono fenomeni che si registrano con una frequenza crescente dovuta alla crisi climatica. Lunghi periodi di siccità intervallati da precipitazioni copiose concentrate in poche ore e in territori limitati non sono un possibile futuro apocalittico, ma un presente che le/gli espert* avevano previsto anni fa. E no, quella a cui abbiamo assistito in questi giorni non è sfiga, ma responsabilità politica.

Infatti, questa perturbazione non è un’amara sorpresa. Non ci siamo svegliat* stamattina scoprendo la potenza dell’acqua, né abbiamo imparato oggi che i cambiamenti climatici sono già in atto e che stanno alterando le dinamiche meteorologiche anche nelle terre che abitiamo. Gli studi scientifici e i modelli predittivi raccontano da molti anni la realtà che oggi viviamo e che continueremo a vivere nei prossimi decenni, e chi governa – a livello locale, regionale, nazionale e internazionale – è a conoscenza di queste dinamicheI piagnistei e la solidarietà alle persone colpite lasciano il tempo che trovano, perché sul terreno, oltre all’acqua, resta la responsabilità di chi, nonostante avesse tutti gli strumenti conoscitivi per sapere, ha deciso di rendere sempre più debole il territorio che viviamo.

Tra l’altro, nella stessa giornata in cui è stata decretata l’allerta rossa per rischio idrogeologico, i vigili del fuoco sono stati impegnati dalle autorità per sgomberare l’occupazione contro il progetto di allargamento del Passante di Mezzo in via Agucchi, invece che per prestare soccorso a coloro che nelle stesse ore venivano travolti dalle acque: quella di oggi 3 maggio non è soltanto la triste metafora della città che vuol guidare la transizione ecologica in Europa facendo di un’autostrada la propria opera simbolo, ma è anche la rappresentazione di come intende affrontare a livello locale la crisi climatica chi sceglie di asfaltare il territorio pur conoscendo le conseguenze che queste scelte hanno per l’area urbana di Bologna e la sua campagna. Fate silenzio voi che osate protestare perché, passata la piena, s’ha da investire.

Nel frattempo, la pioggia e la chiusura di via Saffi hanno letteralmente bloccato la città per due giorni, con migliaia di cittadin* costrett* a ore di code nella propria automobile. A causa del traffico, anche muoversi con i mezzi pubblici – per chi è riuscit* a salirci – è diventato un calvario, mentre usare la bicicletta in mezzo a migliaia di scatole di metallo rombanti una vera e propria roulette russa.  

Si dirà che è colpa di chi ha scelto di spostarsi in auto nonostante gli appelli dell’amministrazione comunale, ma l’efficacia di un sistema di mobilità urbano si vede nei momenti di crisi. E, a Bologna, quel sistema ha dimostrato ancora una volta di non essere all’altezza di una città che fa tanti proclami, ma non ha il coraggio e l’audacia di sfidare se stessa. Qualche mese fa abbiamo scritto che vogliamo i viali a senso unico; non è una provocazione: la lezione che insegnano tante città europee – dove, tra l’altro, piove molto più frequentemente che a Bologna – dice che incentivi, bonus e corsie ciclabili non bastano se non si sceglie cambiare strutturalmente volto alla città liberando il tessuto urbano dalle automobili per fare spazio ad altre forme di mobilità e socialità. Ma a Bologna si allargano autostrade, tangenziali, bretelle e bretelline, lasciando intendere che, nella ‘Motor Valley’, la mobilità privata motorizzata ha e avrà sempre un posto in prima fila.

Viviamo una città che quando c’è il sole è un grande parcheggio d’asfalto a cielo aperto, e quando piove è un girone infernale. Mentre il territorio è abbandonato a se stesso, si investono miliardi di euro in opere che lo devastano e lo impermealizzano. Nella crisi climatica non c’è più spazio per il business as usual, e chi lo sostiene, scegliendo di cementificare ancora il territorio per rincorrere profitti per pochi, se ne assume la responsabilità: non soltanto quella di contraddire decenni di report e studi scientifici, ma anche quella delle conseguenze di eventi drammatici come quelli vissuti in queste ore. Smettetela, dunque, di piangere inutili parole di solidarietà, perché le vostre lacrime di coccodrillo generano alluvioni.

Bologna for Climate Justice, 4 maggio 2023

Sono passate solo poche ore dalle parole di Mattarella e Bonaccini sull'Emilia Romagna: "tutto bene", "da imitare", ... il clima dimenticato e rimosso!
Ed ecco il ritorno alla realtà. Un tuffo nell'acqua alta, che invade città e campagna: "Presidente, siamo in emergenza" ... (Repubblica, 4 maggio 2023) 


















E il Corriere titola "morti, sfollati, danni ... Mattarella e Meloni: siamo con voi" (4 maggio 2023). Ma l'emergenza climatica ed ecologica esigono governo delle parole, progetti di conversione produttiva e infrastrutturale e realizzazioni conseguenti!




















"La natura si riprende i suoi spazi, quelli che l'uomo tratta senza rispetto e con una certa presunzione ... serve una transizione di lungo respiro e con cambio di paradigma, meno opere strutturali e più interventi integrati che riprendano i servizi ecosistemici" ... ripete una responsabile dell'ISPRA




















Invece al centro delle preoccupazioni per i Governi nazionali e locali sono "l'allarme sicurezza" determinato dalle proteste giovanili contro la scelta irresponsabile del Passante di Mezzo ... Nelle ore del disastro annunciato di "esondazioni, frane e vittime" ... poliziotti e vigili del fuoco vengono impegnati nello sgombero delle "coniglie" che occupano, da giorni, edifici abbandonati per via dell'esproprio delle aree interessate in via Agucchi 126 ai cantieri della nuova grande infrastruttura stradale pensata fino a 18 corsie e ancora senza Progetto Esecutivo ... (4 maggio 2023)




















Una testimonianza da via Agucchi: 

Un messaggio social dei giovani che protestano contro il Passante, per la PrimaVera della Città, per una vita meritevole di essere vissuta ... (3 maggio 2023)





















Fotocronaca di una giornata bolognese di maggio ...

Il canale Ravone scorre attraverso Bologna e in via del Chiù fiancheggia una ciclopedonale e i Prati di Caprara, un'area pubblica ex Demanio dello Stato da decenni abbandonata, oggi bosco urbano selvaggio ... (su cui si addensano "appetiti" vari ed opera il Comitato Rigenerazione No Speculazione) 


Più a sud, a monte, il canale artificiale fiancheggia abitazioni ...
 

Poco più a sud, via Malvasia passa sul Ravone e, da settimane, la strada è interrotta per "lavori urgenti" di rifacimento del ponte ...
 

"Lavori urgenti di messa in sicurezza della copertura del canale Ravone" è scritto sul cartello del Comune ...


Tecnici e lavoratori sono all'opera ... mentre l'acqua scorre veloce 


Ancora poco più a sud via del Chiù è primissima periferia, a pochi metri dal centro storico ...
  













Qui il canale Ravone corre sotto le case e le strade ... 




















Ancora un cartello "lavori di messa in sicurezza, inizio 20 aprile '23 ...


Nella notte tra il 2 e il 3 maggio l'acqua è uscita dal canale artificiale ed ha invaso via Saffi ... Cantine di abitazioni e negozi sono stati invasi, allagati e distrutti ...


I segni restano sull'asfalto di via Saffi verso Porta San Felice ...


Il lavoro di personale e mezzi della Protezione Civile avviene a danni evidenti ...


La principale strada della Regione che collega Piacenza e Rimini è interrotta in una zona strategica ...


Decine di persone e mezzi sono al lavoro per fronteggiare le conseguenze delle azioni dell'uomo sulla natura ...


Il traffico è deviato lungo via Vittorio Veneto ...


Autobus stracolmi fanno scendere passeggeri e pendolari infuriati in mezzo alla strada ...


Lunghe colonne di bus e mezzi di soccorso procedono come possibile ...














Tutto il Centro storico di Bologna è bloccato. Le auto in via Lame sono ferme ...


Via Calori, verso il PalaDozza l'ingorgo è totale ...


Quanto costa alla collettività e ai singoli questo sistema Città?


Che illude di muoversi liberi e veloci e inganna persone e comunità alla permanente dipendenza?


Sotto Porta Lame, verso il centro ... 


Sui viali verso Porta San Felice ...


Lungo via Zanardi ...


Verso via Pier De Crescenzi ...


Ancora Zanardi ...


I viali verso la Stazione FS ...


I Partigiani che si sono battuti per Liberare Bologna sono nuovamente circondati ... 


Un ciclista in cerca di spazi vitali ...


Pedoni, tra le auto ... 


Semafori "rossi" o "verdi" ... cambia poco. Forse per governare la società è tempo di costruire alternative?


Cittadini, pedoni o ciclisti: il coraggio di muoversi!


Il miraggio della Città 30 e di infrastrutture e servizi efficienti / competitivi di trasporto collettivo ...


Perché Porta Lame torni simbolo di Liberazione per le persone e la comunità ...




 










Oltre l'Ospedale Maggiore su viale Sabena il traffico è solo lievemente più scorrevole ...













In provincia, una frana su una strada nel Comune di Monterenzio ...


... e il cartello del Comune "informa": "Attenzione! ... non mettetevi in viaggio o trovare percorsi alternativi". Grazie!


Nel frattempo, via Agucchi è presidiata da Polizia e Vigili del Fuoco ...


Cittadini e pendolari bloccati ... Ma il Lotto 0, propedeutico ai futuri cantieri per il Passante, deve procedere anche sotto la pioggia e in assenza del Progetto Esecutivo, fermo al Ministero!
 

I profitti e gli affari per le grandi imprese rette dalle famiglie che comandano nel Belpaese non possono aspettare?


E chi studia, critica, progetta, si mobilita per un mondo diverso dovrebbe arrendersi?

4 commenti:

  1. Fotocronaca perfetta. Un canale apparentemente secondario che mette in ginocchio una città di mezzo milione di abitanti.
    Poi le massime autorità che pretendono soldi pubblici (frutto delle tasse dei contribuenti) per risarcire parzialmente i cittadini colpiti dalle loro irresponsabili scelte di governo (a vantaggio di chi le tasse non le paga che in minima parte).
    BiBi

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  2. Per opportuna conoscenza segnalo il comunicato stampa di Legambiente E.R.
    M.

    Piove sul bagnato in Emilia-Romagna: i danni causati dall’evento meteorologico estremo che si è verificato negli ultimi giorni, con picchi di pioggia oltre i 200mm in 24 ore, mostrano ancora una volta la vulnerabilità del nostro territorio agli effetti del cambiamento climatico. La Regione Emilia-Romagna ha chiesto lo stato di emergenza nazionale, ma allo stesso tempo perde tempo sulle misure di adattamento alla crisi climatica, rischiando di precipitare in uno stato di allerta perenne.

    Il Rapporto sul dissesto idrogeologico 2021 di ISPRA mostra come l’Emilia-Romagna sia una delle regioni più a rischio alluvioni: seconda solo alla Calabria, la superficie ad alto rischio di pericolosità idraulica in regione è pari a 2599,6km2, pari all’11,6% della superficie totale; mentre ammontano rispettivamente al 45,6% e al 47,3% le aree esposte a rischio idraulico di media e bassa entità. Se diamo uno sguardo a livello provinciale, la situazione è ancora più grave: le province di Ferrara e Ravenna hanno una superfice esposta a rischio elevato rispettivamente del 23,9% e 22,2% della superficie provinciale, con Ferrara che raggiunge quasi il 100% della superficie provinciale a rischio idraulico medio. Questi rischi si ripercuotono sulla popolazione residente, con 86.639 di abitanti residenti in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, di cui un 26,7% anziani.

    A questo quadro di vulnerabilità ed esposizione al rischio si va a sommare l’intensificarsi di fenomeni estremi sul territorio regionale: da quanto emerge dal nostro Osservatorio CittàClima, nel 2022 erano stati 18 gli eventi estremi che hanno colpito l’Emilia-Romagna, il numero più finora in un trend in costante crescita. Basti pensare che negli ultimi dieci anni si contano 38 allagamenti da piogge intense e 12 esondazioni fluviali.
    (continua)

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  3. Ora più che mai, per fronteggiare la nuova normalità climatica che attanaglia di anno in anno la nostra regione, serve introdurre le seguenti misure:

    Consumo di suolo zero netto ad effetto immediato e mappatura delle zone per la desigillazione: il suolo è il più grande alleato nell’adattamento alla crisi climatica, grazie al suo effetto drenante delle piogge. L’Emilia-Romagna, terza regione in Italia per consumo di suolo, è nettamente in ritardo nel contrasto all’avanzata del cemento. Di fronte ai gravi ritardi nell’attuazione effettiva della legge 24/2017, i danni causati dall’alluvione sono l’ennesimo monito che non possiamo più impermeabilizzare terreno vergine. Su questo punto di vista, importante insistere su opere di desigillazione in contesto urbano per ridare respiro alle città laddove possibile.
    Rinaturazione dei corsi fluviali e creazione casse di espansione: le esondazioni degli scorsi giorni mostrano l’inefficacia delle opere rigide e dell’artificializzazione dei corsi d’acqua. Di fronte a precipitazioni sempre più intense, è fondamentale ridare spazio ai fiumi, ampliando gli spazi esondabili per favorire la laminazione naturale delle piene, evitando gli allagamenti in contesto urbano.
    Uscita dalle fonti fossili: oltre ai piani di adattamento è vitale puntare al 100% di energia rinnovabile, come previsto dallo stesso Piano per il Lavoro e il Clima della Regione, l’abbandono del trasporto su mezzo privato e l’efficientamento energetico delle abitazioni. Di fronte all’aggravarsi della crisi climatica è inaccettabile che la Regione si faccia promotrice di progetti come il Rigassificatore di Ravenna o il Passante di Nuova Generazione di Bologna.
    I cittadini della nostra regione stanno pagando caro l’inazione della Regione Emilia-Romagna e del Governo rispetto all’adattamento alla crisi climatica. L’aggravarsi del rischio di anno in anno dev’essere un monito per non prendere la situazione sottogamba, ma agire tempestivamente nella prevenzione. In questo momento di grave crisi climatica, legata alla dipendenza dalle fonti fossili in primis, ogni anno che passa senza un piano di adattamento che introduca azioni strutturali e non emergenziali è una pedina persa nella scacchiera dell’incolumità del territorio Emilia-Romagnolo e dei suoi cittadini.
    (Legambiente E.R.)

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  4. Quasi 52 auto ogni 100 abitanti, a Bologna, auto che assomigliano sempre più a piccoli camion .
    Non esiste più un centimetro di strada che non sia occupato da un' auto parcheggiata , credo sarebbe ora delle decisioni drastiche , ma in questa città sembra ci sia paura a toccare l'auto privata .
    Ciao

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