Foto e titolo di apertura de la Repubblica di ieri: il fascino indiscreto dei nazionalismi ... |
Dispiace davvero che uno dei giornalisti più brillanti d'Italia e, da tempo, anche "conduttore" di una seguita trasmissione della TV pubblica (Le Parole, Rai3) mostri di non avere capito o di non voler capire la sostanza del confronto culturale e politico aperto anche nel nostro Paese sulla guerra Ucraina e sulla situazione internazionale.
"Però che donna, che giornalista, e che fegato" Marina Ovsyannikova, sostiene Massimo Gramellini ... (16 marzo) Vero. In Italia ci mancano giornaliste/i così ... |
Ciò che purtroppo non emerge nelle "nostre" redazioni (nazionali e locali) e nei principali canali della comunicazione italiana (soprattutto quando pubblica) è un analogo coraggio (o anche solo la "metà") di quello mostrato dalla Ovsyannikova (pur considerando il diverso contesto Costituzionale e di libertà).
Si, anche da "questa parte" del mondo (complessivamente più ricco e benestante, ma ugualmente ingiusto e diviso in classi sociali distinte e in conflitto), anche nella Alleanza politica e militare di cui siamo parte, la NATO, sono troppo pochi i giornalisti e i "commentatori quotidiani della guerra" e dei fatti sociali e politici che antepongono una corretta informazione alla propaganda; con il rispetto dovuto verso tesi ed interlocutori, verso posizioni diverse che si confrontano.
Si, perché essere "contro il riarmo" ed ogni scelta di "escalation" militare o delle tensioni tra Stati e popoli non vuole dire affatto "intendersi con il nemico", con l'aggressore specifico (Putin) o di turno (Erdogan, Bush o altri) ; non significa per nulla scegliere "l'equidistanza" tra predefiniti e presunti opposti (che, tra l'altro, nel caso in questione del regime e degli oligarchi russi fino a poco tempo fa erano considerati compari di avventure o alleati di affari e di armi contro "terzi" proprio da molti di coloro che oggi li considerano "il male assoluto" e chiedono di "armare i loro avversari").
Essere eco-pacifisti (ieri, oggi e domani) significa sostenere altre priorità, ad Ovest come ad Est, nella NATO come in Russia o Cina, in Iran, India o Pakistan ... Avere obiettivi strategici di riduzione delle spese militari, di disarmo bilanciato e di de-nuclearizzazione, di aumento degli investimenti in spese sociali ed ambientali: per la sanità e la ricerca scientifica, per la salute del Pianeta Terra e delle comunità colpite da pandemie e malattie, da una crescita incontrollata e diseguale delle produzioni e dei consumi, causa principale del progressivo riscaldamento globale, di nuove povertà e di inarrestabili flussi migratori.
Ed essere giornalisti professionisti "coraggiosi" significa non stravolgere le idee e le azioni in campo, non costruire "mostri" e "streghe", non alimentare false e ingiustificate paure e priorità. Anche perché a volte, in assenza di obiettività, di sostanza scientifica e di fatti accertati, ovvero in presenza di un eccesso di semplificazioni, di interessi o di concentrazioni proprietarie (autocrati o "illuminati capitalisti" ma amici di autocrati) si finisce che con i "nemici costruiti" ieri (per pura opportunità e propaganda) si gestisce, oggi (e forse anche domani), il potere residuo nonché sistemi economici e sociali in crisi e colmi di irrisolte contraddizioni. In Europa, ad esempio, quei fondi promessi per la Next Generation EU e per la "transizione ecologica" che, invece, ora sembrano sempre più selezionati e rivisti verso la conservazione delle vecchie fonti energetiche a carbone, gas, petrolio e nucleare ovvero a "puntello" di un modello di crescita insostenibile e di riarmo che promette solo sacrifici e nuovi disastri. Però, con il sostegno dei cosiddetti "populisti" o dei "sovranisti": il blocco delle destre conservatrici e nazionaliste, del "Gruppo di Visegràd" e, in Italia, la Lega di Salvini e, magari, i "Fratelli" di Giorgia Meloni.
Per una comunicazione cortigiana e conservatrice urge, dunque, costruire ed alimentare nuove fantasiose "narrazioni". Le redazioni di Corriere della Sera - La7 e di Repubblica sono attivamente al lavoro: al contempo capifila e ostaggi.
Fioccano dunque le interviste ai nuovi ed ai vecchi promotori di guerre, ai sempre attivi commercianti di armi, eserciti irregolari e "legioni straniere". Anche quando squalificati rappresentanti politici portatori di bugie che hanno avviato "guerre infinite", come l'ex Premier inglese Tony Blair. O oligarchi russi arricchiti dal colosso petrolifero Yukos in esilio a Londra e all'opposizione di Putin come Mikhail Khodorkovsky.
E' lecito chiedere a Massimo Gramellini, a Concita De Gregorio, ad altre importanti firme del giornalismo italiano di mostrare almeno un pò del "fegato" e del "coraggio" della loro collega russa nell'affrontare i "padroni di casa nostra", i "potenti italici" che qui, specularmente a Putin là, puntano a conservare ricchezze, potere ed un sistema economico - sociale sempre più insostenibile?
Sarebbe interessante iniziare a leggere dati, analisi, commenti sui costi complessivi nei i paesi dell'UE per "Difesa e Sicurezza" nazionale (si dice siano, da tempo, diverse volte superiori a quelli della Russia), su quanto l'attuale Governo Draghi e questa maggioranza vorrebbero spendere in futuro per armamenti ed esercito; di quanto viene diretto effettivamente alla conversione ecologica ed energetica nel PNRR e nei Bilanci pubblici italiani; di quanto si conservi di incentivi pubblici per le fonti fossili tradizionali e più inquinanti; di quali sbocchi pacifici e di cooperazione si vorrebbero per l'Ucraina, il Medio Oriente e il Mediterraneo.
Dal palco la musica degli Inti Illimani contro tutte le guerre, le logiche imperiali e le dittature, da chiunque sostenute ... |
Giovani bandiere verso Piazza del Nettuno ... |
Tra gli interventi, quello di Giampiero Cofano, della Comunità Papa Giovanni XXIII che ricorda la missione di pace e l'esperienza in Ucraina ... |
Il popolo della pace sotto le gigantografie di Pier Paolo Pasolini, Roberto Roversi e Lucio Dalla ... "i russi, i russi e gli americani" ... Arte e intelletto per la pace e il disarmo! |
La pagina del Corriere di domenica sulla manifestazione di Firenze e sull'intervento del Presidente ucraino Zelensky ... (13 marzo 2022) |
La pagina del Resto del Carlino: "Letta molla i pacifisti" ... e l'elenco di "chi non vuole schierarsi" ... (13 marzo 2022) |
Tony Blair chiama le guerre. Dall'Iraq all'Ucraina si potrebbe dire. Nel suo articolo su Rep conferma di operare con il suo Istituto da anni a Kiev è si pronuncia nuovamente per il potenziamento e la deterrenza armata.
RispondiEliminaNel frattempo il suo compatriota Johnson fa visita al Principe Saudita Bin Salman campione di umanità.
Vedrai che domani Massimo Gramellini non si dimenticherà di ricordare i bombardamenti degli aerei di Riad sulle città yemenite.
Ciao!
La mia impressione è che per fare pace bisogna predisporsi.
RispondiEliminaVoglio dire che se una parte considera l'altra il male assoluto il discorso è alle armi. Vale per i Russi come per gli Ucraini che comandano a Mosca e a Kiev.
La guerra si trascina dal 2014, non da 23 giorni. Allora lo scontro armato a Kiev per il governo, in piazza Maidan.... Poi a est nelle terre con più incidenza di Mosca e la contesa delle regioni di Donetsk e limitrofe.... Con il referendum in Crimea e una guerra civile ai confini..... Ed ora l'azione militare dell'esercito russo Vs tutta l'Ucraina.
Un lunghissimo conflitto.
Ma se gli uni combattono i nazisti e gli altri Hitler, cioè entrambi combattono criminali di guerra che pace può nascere?
Io penso che tutti dobbiamo cambiare toni e posizioni.
I capi se vogliono la pace debbono costruirla non affidarsi alle armi.
La giornalista russa che chiede pace è un bel segnale e non averla incarcerata un secondo segnale.
Mi piace l'idea che anche in Occidente si chieda più obiettività. E meno spazio per Tony Blair e per gli oligarchi del petrolio e delle armi.
Insomma finiamola col tifo. E rivalutiamo la politica.