Bologna, 2 agosto 2020, un corteo ordinato e con DPI parte da piazza Nettuno |
Da piazza Maggiore, a piazza Nettuno, a piazza Medaglie d'Oro davanti alla Stazione Centrale che da ieri sarà chiamata "Due agosto 1980" una Città ed un Paese manifestano il bisogno di Verità e Giustizia.
Da Bologna a Genova. Il Capoluogo ligure dove il 14 agosto di due anni fa è crollato Ponte Morandi: 43 morti e tantissime vittime innocenti. Come 40 anni fa nel Capoluogo emiliano.
Drammi nazionali diversi.
Ma che richiamano, entrambi, alle contraddizioni storiche e irrisolte dell'Italia.
Un sistema di potere arrogante che che occupa parti importanti delle Istituzioni e dello Stato ed è avverso ai princìpi della Costituzione, che non offre adeguata sicurezza ai cittadini, che uccide e conserva "segreti di Stato" inconfessabili, che ostacola il perseguimento della verità ed il bisogno di giustizia.
Contemporaneamente, tante persone colte, impegnate e determinate che partecipano alla vita democratica conquistata con la lotta di Liberazione. Familiari delle vittime che a Bologna come a Genova e in tutta Italia si auto organizzano, si mobilitano, non rinunciano alla voglia di sapere, affermano autonomia di analisi e di iniziativa per affermare diritti e doveri universali.
A Bologna la tenacia di Torquato Secci, di Paolo Bolognesi e di molti altri sventurati colpiti casualmente nei loro affetti più cari dalla bomba, ha tenuto aperta la possibilità di conoscere di più delle trame eversive che hanno intessuto gruppi terroristici fascisti, servizi dello Stato deviati, soggetti politici e logge massoniche segrete e riservate.
Così ora, grazie a nuove indagini della Magistratura, si potrebbe arrivare ad un Processo sui mandanti. Mentre restano da vincere resistenze politiche gravi e forti alla de-secretazione delle carte custodite negli Archivi di Ministeri e Corpi di "sicurezza" nazionali.
A Genova in occasione della inaugurazione del nuovo Ponte autostradale non parteciperanno alla parata delle autorità locali e nazionali, Egle Possetti e il Comitato Parenti delle Vittime dell'incuria di Autostrade per l'Italia. Eppure sono ugualmente protagoniste/i e manifestano: "non c'è nulla da festeggiare" dicono e "sarebbe stato meglio che la revisione della concessione ad ASPI fosse stata fatta prima del varo del nuovo ponte. Chi aveva in gestione quel ponte non deve più avere la fiducia degli italiani ... Il processo sulle responsabilità è importante, ma vogliamo che non termini come purtroppo abbiamo visto terminare altre tragedie. Abbiamo l'esempio della Thyssen, dove persone condannate nell'ultimo grado di giudizio che non stanno scontando le pene".
Purtroppo, invece, a livello di Governo nazionale, delle Regioni e dei Comuni troppi uomini e qualche donna con alte responsabilità sono (peggio, si dicono) totalmente indifferenti alla qualità degli interlocutori, dei contratti e delle opere.
Inevitabili, dunque, i conflitti.
Per cui non "solo la voglia di esserci" (come titola Repubblica Bologna) o di "dissentire". Ma pure "la necessità di esserci", di dissentire, di affermare e di promuovere: per non lasciare correre, per avere giustizia, per conquistare un mondo più sicuro e libero da interessi economici e politici di parte o per pochi; per la salvaguardia di beni comuni preziosi per tutti e sempre.
Ore 9.45. In primo piano i gonfaloni dei Comuni di Torino e Firenze (2 agosto 2020) |
Speriamo che per avere giustizia per il crollo del ponte di Genova non si debba attendere come per la strage alla Stazione di Bologna.
RispondiEliminaDetto questo, trovo incomprensibile togliere alle famiglie delle vittime l'abbraccio della città lungo via dell'Indipendenza e il ricordo sul luogo della esplosione e contemporaneamente autorizzare la Notte rosa a in Riviera.
L.
Se dopo 40 anni non siamo ancora riusciti a togliere "il segreto" sugli archivi di Stato che contengono documentazioni di apparati e servizi di "sicurezza" sulle stragi, credo sia evidente che raggiungere verità e fare giustizia in Italia non è semplice e scontato.
EliminaUn blocco di potere articolato e radicato nella società e nelle Istituzioni continua ad agire fuori e contro i principi e gli indirizzi della Costituzione Repubblicana.
Pare evidente che a questo "sistema" non sono estranei politici, imprenditori, finanzieri, magistrati, militari e loro organizzazioni politiche o di categoria che hanno sottoscritto, autorizzato, consentito, coperto concessioni autostradali, politiche e pratiche di gestione nell'interesse di privati irresponsabili e a scapito di utenti, attività e cittadini.
Ragioniamo di fatti distinti. Scontiamo una Democrazia incompiuta.
Gianni
Intanto il Ponte San Giorgio è consegnato ad ASPI.
RispondiEliminaIntanto gli interlocutori del MIT nel procedere degli iter per gli ulteriori investimenti nelle nuove infrastrutture autostradali restano gli stessi manager del passato.
Il futuro si vedrà.
W.M.
Prima il Conte 1 (con il compromesso tra M5S e Lega) poi il Conte 2 (con l'alleanza tra M5S, PD, LeU e IV) non hanno saputo raccogliere la forte richiesta di cambiamento che muove tanta parte del Paese ...
EliminaIl blocco di potere conservatore è ancora forte ed occupa gangli vitali della vita politica e della organizzazione sociale.
Il futuro è incerto e il confronto politico e culturale duro. Dipende da tutti noi.
Gianni
ps. giusto non arrendersi
RispondiEliminaW.M.
Giusto battersi per affermare diritti e doveri.
EliminaGianni
Risulta che anche Conte si è pronunciato per la desecretazione. Sarà la volta buona?
RispondiEliminas.
Non sottovalutiamo le parole.
EliminaNon sottovalutiamo i fatti.
Gianni