venerdì 31 luglio 2020

La strada sbagliata di Bonaccini e Merola


Associazioni e comitati ambientalisti manifestano davanti alla Regione (28 luglio 2020).

















Stanno succedendo cose da non sottovalutare a Bologna e in Emilia Romagna. Che potrebbero preludere ad una grave restaurazione nelle politiche e (forse) nelle alleanze a livello nazionale.
In Regione, dopo avere voluto una brutta legge urbanistica (nel 2017) propagandata come "consumo di suolo zero" ma che in effetti concede ancora ampi margini di costruzione e di speculazione edilizia in aree ancora vergini del territorio agricolo e verde, questa settimana un voto congiunto PD, Lega, FdI e Forza Italia ha prorogato ulteriormente la scadenza inizialmente fissata per la decadenza dei vecchi piani di crescita. A nulla sono valse le critiche di movimenti ambientalisti e forze politiche di sinistra e verdi (componenti della maggioranza) e M5S (minoranza della minoranza).
Nella "Città Metropolitana di Bologna" 50 Sindaci (su 55) espressione di maggioranze locali di Centrosinistra e di Centrodestra hanno sottoscritto un Appello "Accediamo alle risorse del MES" rivolto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. 
Intervistato da la Repubblica il Sindaco "Metropolitano" Virginio Merola, che per l'occasione ci tiene a ricordare di parlare come membro della segreteria nazionale del PD, sostiene "mobilitarsi per il MES significa mobilitarsi per la sanità". Perché utilizzare il MES "avrebbe l'effetto di liberare risorse anche per altri settori".
Pare chiara la strategia del gruppo dirigente emiliano romagnolo del PD.
Mobilitare e fare pesare sul Governo nazionale "quelli del Si" alla crescita a prescindere dalla qualità, "quelli del Si" a tutte le "grandi" opere (inutili e controproducenti incluse), "quelli del Si" alla occupazione senza garanzie di sicurezza e diritti per lavoratori e cittadini.
Quelli che, nella primavera 2019, scesero in piazza a Torino convocati dalle "madamine bipartisan" e manifestarono in alcune sale dell'Emilia, della Lombardia e del Veneto per iniziativa delle Giunte locali e delle organizzazioni imprenditoriali. Nella prospettiva di vincere le intenzioni di "quelli del Si" al cambiamento, del Si ad una svolta eco-compatibile orientata a fronteggiare le emergenze ambientali, sociali e produttive con nuove politiche partecipate, altre alleanze sociali e politiche, diverse classi dirigenti.

Merola sa che Covid-19 ha messo a nudo le politiche pluri-decennali della sanità emiliano - romagnola. Una gestione ordinaria del patrimonio storico accumulato dal SSN nel secolo scorso e da tempo compresso, ridimensionato e sempre più subalterno verso potentati privati, universitari e delle multinazionali farmaceutiche. Intendiamoci nessuno nega che esistono "eccellenze" (al Rizzoli come al Policlinico Sant'Orsola o agli Ospedali Maggiore, Bellaria e di altre città della Regione) nessuno deve nascondere alte professionalità e servizi efficienti di una realtà costruita tutti insieme e che mantiene standard mediamente superiori a molti altri, con forti capacità di reazione ad eventi avversi e di soddisfazione per molti malati gravi. Ma oggi questi punti alti della sanità pubblica mancano di strutture di base forti, radicate, dedite alla prevenzione delle fonti, al presidio sistematico dei territori ed alla cura tempestiva dei malanni (al loro insorgere).
Merola sa che anche nell'area vasta di Bologna per fare esami o interventi sanitari comuni si impiegano mesi, molti, a volte anni. E l'emergenza degli ultimi mesi ha aggravato tutto. L'alternativa è rivolgersi al privato, pagando (per chi può). O investire preventivamente in assicurazioni, per chi ha le condizioni. In fondo, la sanità lombarda ha solo fatto da apripista e/o esasperato processi che anche sulla via Emilia sono progressivamente avanzati. Magari con più moderazione ed equilibrio, con più cooperazione e più sindacalizzazione.

Ora il PD di Zingaretti, come precedentemente quello di Renzi e quello di Bersani, non riesce proprio a mettere in discussione questo "sistema" di interessi e di potere, di benefici e di costi, di privilegi e di inefficienze nel rispetto dei diritti doveri universali. Peggio, preferiscono conservarlo; semmai aggiungendo al "consolidato" nuove risorse per soddisfare, prima o poi, alcune delle contraddizioni più esplosive e macroscopiche (quali sono state le chiusure di alcuni servizi di base nei territori di montagna, della bassa o delle periferie urbane).
Per farlo, piuttosto che dirottare risorse pensate e dirette, fin qui, in ben altre direzioni e per diversi interessi e classi sociali, "affidiamoci al MES". Cioè ad un prestito che aumenta ulteriormente l'indebitamento pubblico (!) e da restituire alla UE in tempi brevi (2030), rapportandosi con apparati, agenzie, grandi aziende, istituzioni  e partiti che la governano dalla nascita.

Questo PD e i suoi più importanti rappresentanti nazionali e regionali non sono disposti o in grado di rivedere strategie e visioni di medio e lungo periodo.
Si ritagliano un compito politico di mera gestione e difesa dell'esistente.
Anche quando Merola afferma giustamente (!) "se cambiano le cose, ma la politica non cambia idea, è una politica inadeguata" si rivolge (polemicamente) solo ad altri soggetti (vuoi ambientalisti, vuoi M5S e sinistra civica o "coraggiosa"). Non certo al suo mondo (socio-culturale-cooperativo) e al suo partito, sempre più spolpato e ridotto a comitato elettorale (impegnato sempre e solo a discutere di Lepore, Abitini, Lombardo, Gualmini, De Maria o chissàchialtro).
Per loro questa emergenza (insieme sanitaria, ambientale, climatica, sociale, economica e produttiva) non comporta l'urgenza di rivedere le politiche di governo che hanno praticato per alcuni decenni (a livello locale, di regioni e nazionale) e che continuano a riproporre stancamente, senza alcuna significativa autocritica e/o doverosa correzione.
A partire proprio dalla conversione ecologica delle comunità, da un ribaltamento di priorità negli investimenti e nelle abitudini di vita, individuali e collettive. Dal cambio di cultura e di scelte in materia di pianificazione del territorio, di investimenti per la mobilità compatibile, di innovazione verso l'energia rinnovabile, di più equa e giusta divisione e remunerazione del lavoro.
Glielo propongono in tutti i modi storiche associazioni ambientaliste, comitati di cittadini, movimenti auto organizzati, esponenti politici amici che per fedeltà di coalizione sono divenuti sempre meno credibili agli occhi di tantissime persone libere e pensanti.
No, non hanno voluto sentire ragioni.

Anche dopo Covid-19 nessuna revisione progettuale.
Volendo, nessuna opportuna messa a punto programmatica.
Bonaccini, Corsini, Donini, Merola, Orioli, De Micheli rilanciano le infrastrutture stradali ed autostradali: "andrò in piazza contro ogni ritardo nelle opere che segneranno la ripresa" ripete il Presidente rieletto, sono il "volano fondamentale per la crescita". Conservano i vecchi piani urbanistici, impediscono il decollo di nuove fonti energetiche, chiedono di sospendere la plastic tax ed ogni altra "tassa di scopo" tesa ad orientare il mercato e ad incentivare nuove produzioni nel segno di una economia circolare.
Ancora Merola sostiene ovviamente (!) che "il tempo non è una variabile di poco conto in una situazione di crisi sanitaria ed economica, bisogna fare le scelte giuste, nel tempo giusto".
Si può, si deve sottoscrivere.
Ma nessun Amministratore o politico del PD viene sollecitato a riflettere e/o rielaborare proposte sensate e lungimiranti. Eppure, da oltre 20 anni, gli emiliano romagnoli sono in attesa di un trasporto pubblico moderno e competitivo, il SFM bolognese non è operativo nonostante i ripetuti solenni impegni, i ciclisti rischiano quotidianamente l'incolumità. E ancora: 30 anni non sono bastati per realizzare la fascia boscata lungo il grande Asse viario A14-Tangenziale ed ogni progetto di verde pare condizionato a opere di ulteriore impatto ambientale (con carichi insopportabili di smog e rumore).
Mentre il People Mover si conferma una scelta irresponsabile, con costi e bilanci azzardati (e forse da bancarotta), si preme su Governo ed Autostrade per velocizzare le procedure di un Passante in Mezzo alla Città sempre più antistorico (nel mondo che pensa al 2030-2050) in antitesi con aspettative e speranze di nuove generazioni combattive e determinate a procedere in tutt'altra direzione (vedi le piattaforme di Fridays for Future e di Extinction Rebellion). Oppure si ipotizzano propagandisticamente linee di tram ancora prive di una chiara impostazione strategica e funzionale ad un governo consapevole dei processi urbani. Analogo "gioco" avviene con gli annunci di 4,5 milioni di nuovi alberi, in presenza di varianti urbanistiche cogenti che tagliano migliaia di piante e patrimoni collettivi di verde selvaggio cresciuto in ex aree del demanio dello Stato (che si vorrebbe "valorizzare" ancora e sempre attraverso il mattone, l'asfalto ed il cemento).

Sia chiaro, Merola e Prodi hanno tutto il diritto di dichiarare che "nell'interesse del Paese non ci deve essere nessun tabù" e deve cadere quello della "collaborazione con Silvio Berlusconi" e il suo piccolo potente mondo d'affari.
Ovviamente sanno entrambi che questa strada determina un "compromesso anti-storico" ed una rottura profonda (reversibile?) con tutti coloro che sono convinti, al contrario, che il tempo in cui alle famiglie Benetton, De Benedetti, Agnelli, Moratti, Tronchetti Provera, Marcegallia, Gavio, Riva ... (ma l'elenco potrebbe continuare) venivano assicurati o riconosciuti lauti profitti, contratti senza scadenza, sconti, privilegi e regalie è da considerarsi storia di una "fase zero" da superare decisamente nell'interesse generale, della giustizia e di una ritrovata legalità.

La "fase nuova" che deve impegnare tutte le energie culturali, creative e produttive disponibili deve proporsi di ritrovare le ragioni e le pratiche per una pacifica e civile convivenza; per un rispetto pieno degli habitat naturali e della biodiversità che rende possibile la vita del Pianeta; per uno sviluppo equilibrato ed eco-compatibile delle comunità; per una più forte finalità sociale delle risorse e delle conoscenze accumulate; per una redistribuzione sostenibile delle ricchezze prodotte; per una più equa divisione del lavoro e dei redditi tra le diverse comunità e le generazioni; per una maggiore partecipazione critica alla vita sociale, ai processi di formazione delle scelte politiche, al governo democratico delle istituzioni, locali ed internazionali.
Ecco i tabù da affrontare e superare nel mondo al tempo di Trump, Xi, Putin e, soprattutto, Covid-19, nella Unione Europea di Ursula Von der Leyen ed Angela Merkel e nell'Italia di Giuseppe Conte.
Tutti in crisi e in emergenza. Con un Green New Deal ancora da sostanziare ed un Recovery Fund da riempire (subito) di progetti adeguati.
Lasciamo perdere la collaborazione con il Cavaliere di Arcore e i suoi (pure non trascurabili) uomini d'affari e di potere.


L'intervista a Repubblica Bologna di Virginio Merola, dirigente nazionale del PD:
"il ricorso al MES avrebbe l'effetto di liberare risorse anche per altri settori" ...
(Repubblica Bologna, 30 luglio 2020)
50 Sindaci di Centrosinistra e di Centrodestra premono sul Governo Conte ...

"Prodi ha ragione, nell'interesse del Paese non ci deve essere nessun tabù",
inclusa una "collaborazione con Silvio Berlusconi" sostiene Merola.

Repubblica Bologna raccoglie le adesioni di industriali e sindacati confederali.
Tornerà il tempo dell'emergenza "debito pubblico", ora evidentemente è il momento di immettere fondi
in un modello economico in crisi irreversibile
... (venerdì 31 luglio 2020)

Il Presidente di Confindustria: "licenziamenti inevitabili" e "fondi europei gestiti dalle Regioni".
Un sostegno esplicito a Bonaccini e alle vecchie politiche "bipartisan" ...
(Corriere di Bologna, venerdì 31 luglio 2020)





































Una svolta economica e produttiva eco-compatibile rivendicano associazioni, comitati e movimenti ecologisti ...
Legambiente Emilia Romagna manifesta nuovamente contro le politiche di Bonaccini e Merola: qui alla Fiera nel marzo 2019, questa settimana con un comunicato stampa e il presidio sotto la Torre in viale Aldo Moro.   


"Il tempo ci darà ragione" ... risponde la Capogruppo del PD in Regione su Carlino Bologna (mercoledì 29 luglio 2020)

"Se fare una brutta legge è un errore, prorogarne gli effetti è un crimine" sostiene uno dei promotori delle mobilitazioni
"dal basso", per "un altro modello di sviluppo possibile". Nuovo "appuntamento sabato 13 settembre 2020"
(il Carlino Bologna, mercoledì 29 luglio)

"Allargare di 4-6 corsie il Passante in Mezzo a Bologna non risolve i problemi di congestione" ribadisce Giovanni Nespoli
(il Carlino Bologna, 25 luglio 2020)

"Il Passante di Mezzo è un intervento insufficiente" conferma il Presidente di ANCE.
"Nel medio periodo andranno ripresi Passante a Sud o Passante a Nord". Insaziabili questi costruttori!
(il Carlino Bologna, 25 luglio 2020)
"Se è vero che l'origine del coronavirus va ricercata nel degrado ambientale, come sostengono diversi studi scientifici internazionali, allora bisogna riflettere a maggior ragione sulla dura "lezione" che la pandemia impartisce al nostro modello di sviluppo economico e sociale" scrive in un interessante articolo pubblicato su il Fatto Quotidiano (21 luglio 2020) Giovanni Valentini, 
scrittore e giornalista, già direttore de l'Espresso e vicedirettore di la Repubblica.

"Davvero allarga il cuore sentire dirigenti politici e giornalisti usare con generosità l'espressione riconversione ecologica per alludere al nuovo corso economico italiano ed europeo" ... scrive Piero Bevilacqua su il manifesto (31 luglio 2020)
E continua ...

13 commenti:

  1. La cosa incredibile è che rispetto a tutto questo la mitologia della città di Bologna continua a incantare attraverso i suoi annunci che nulla hanno a che vedere con la realtà.Si è lasciata turlupinare anche Legambiente nazionale
    che nel rapporto -Città-sempre-più-calde-Osservatorio-Città Clima- cita Bologna tra le virtuose grazie al suo Piano di adattamento dove non si fa altro che parlar di piantumazioni arboree.

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    1. Argomento delicato e controverso, da tempo.
      Certe classifiche - pare anche a me, dagli anni '90 - non aiutano a comprendere le dinamiche reali, le contraddizioni in essere, i conflitti aperti e necessari.
      Si prestano a letture parziali o negative da parte di persone libere e pensanti: tipo "primum vivere"? O, peggio, "marchettari, venduti"!
      Preferisco la critica puntuale (sempre necessaria ed utile) e la scelta di evidenziare le azioni e le presenze positive (che impegnano, anche in questo momento, attivisti, soci e rappresentanti locali e nazionali della storica associazione ambientalista).
      Gianni

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  2. Forse chiedi a questi signori qualcosa che non possono dare.
    Per me mancano radici sociali, spessore culturale e passione Politica.
    O no?

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    1. Credo di capire il rilievo critico.
      Ma no, chi ricopre responsabilità Istituzionali e di rappresentanza deve sempre rispondere delle scelte che fa.
      Soprattutto se consideriamo che in entrambi i casi (il Sindaco Merola ed il Presidente Bonaccini) si tratta di Autorità pubbliche al secondo mandato e dotate di una (precedente) lunghissima esperienza politica. Dunque nessuno di loro può mancare di radici, spessore e passione. Quasi si trattasse di un giovane eletto (più o meno incidentalmente) per la prima volta.
      Gianni

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    2. Tutte le Autorità debbono rispondere ai cittadini ed alla opinione pubblica delle loro azioni. Ci mancherebbe.
      Se non sbaglio si sono dimessi Presidenti della Repubblica, sicuramente Ministri e Sindaci. Non sempre per fatti di giustizia. Anche per manifesta incapacità di assolvere ai loro compiti.
      Ed è chiaro che tutelare la sicurezza e la salute dei propri cittadini è uno degli impegni principali da onorare.
      Non si può certo transigere.
      Siamo terra di sismi, di alluvioni e incendi, di impianti chimici, di smog, da ultimo di epidemie .
      Siamo in emergenza perché non si è fatto ciò che si doveva e poteva. Ora è tempo di passare dalle parole alle realizzazioni.
      DG

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    3. Si. Occorre una "visione" per il Paese ed il Mondo che vogliamo negli anni 2030-2050. Ed è necessario mobilitare le risorse di conseguenza.
      Impegni e realizzazioni debbono essere coerenti.
      Gianni

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  3. Documento certamente interessante.... ma chi ne terrà conto? Governo che va avanti a proclami (ma fatti, pochi); partiti ondivaghi: i5S hanno lottato per ridurre i lavori previsti per il "passante di mezzo" da 600-700 milioni a cifre inferiori, ora approvano un progetto che costa circa un miliardo. Anche la politica del verde a Bologna: in effetti si distrugge piu che costruire... ecc. ecc.

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    1. Si. Tanta, troppa incoerenza.
      Se si sostiene la priorità dei PUMS e si finanziano e realizzano prevalentemente nuove strade ed autostrade non ci siamo.
      Se si promettono verde ed alberi e si autorizza altro asfalto e cemento non ci siamo.
      Gianni

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  4. La strada (e l'autostrada) degli amministratori del Pd porta le polveri in inverno e l'ozono in estate. E' allarme ovunque.
    I treni dimenticati ripropongono una misera società suddivisa in classi come nella prima metà del secolo scorso: TAV con distanziamento fisico per decisione del governo e "regionali" senza per volontà di Lombardia, Emilia, Veneto, Piemonte e Liguria.
    Possibile?

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    1. Possibile.
      Inaccettabile per chi tiene alla salute delle persone ed alla biodiversità del Pianeta. E' ora di cambiare politiche e politici che "negano" la realtà o che promettono e non mantengono gli impegni.
      Gianni

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  5. Eppure si va. Anzi si accelera. Leggo sul Carlino di questa mattina che è quasi tutto a posto e che la conferenza dei servizi si chiuderà entro settembre.
    Due soli problemi per il MIT: il sottovaso per l'interramento del tram in via di Corticella e la corsia di emergenza allo svincolo di San Lazzaro. Tutto il resto è OK. Verde incluso, addirittura previsto in aumento di alcuni ettari.
    Poco importa se i flussi di traffico dopo il lockdown si sono ridotti e le code in tangenziale sono occasionali.
    Il passante è visto come "volano di sviluppo" per il rilancio della economia nazionale. Dunque avanti. Tutti d'accordo????
    W.M.

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    1. No.
      Molti non sono d'accordo con le politiche di "crescita" e di "conservazione" perseguite. Il Passante di Bologna (16-18 corsie attraverso la Città) è un progetto già discusso e respinto nel secolo scorso. Oggi è totalmente sbagliato ed estraneo al contesto di una pianificazione sostenibile della mobilità delle persone e delle merci.
      Dobbiamo ripeterlo e sostenerlo con ogni mezzo e molte iniziative: ci sono proposte alternative prioritarie.
      Chi sostiene la conservazione va bocciato.
      Gianni

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    2. Bocciato anche a settembre?
      Sic

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