sabato 20 luglio 2019

L'Europa di Ursula, l'Italia di Matteo, l'Emilia di Stefano: Greta deve continuare ad aspettare?

Le pagine del Corriere della Sera e di la Repubblica sul voto all'Euro Parlamento 

















Capire le evoluzioni ed i compromessi di partiti e soggetti politici è impegnativo.
La neo Presidente della Commissione europea è stata concordata tra i Capi di Governo dei 28 Paesi della UE in base ad un rimescolamento delle carte seguito alla bocciatura della proposta "prendere o lasciare" avanzata da Merkel e Macron, che prevedeva una spartizione delle principali cariche Istituzionali continentali in continuità con il passato e nell'interesse preminente dell'asse franco - tedesco.
Questa settimana l'Assemblea ha votato la signora Von del Leyen con una maggioranza assai ristretta, di soli 9 voti. Ma ciò che più risulta originale è la composizione di questa inedita "maggioranza". Sono risultati decisivi per superare "quota 374" voti che fin qui sembrava impossibile potessero convergere sulla stessa persona. Pro Ursula oltre ai Popolari (di Angela Merkel) ed ai Liberali (di Emmanuel Macron) i deputati del partito ungherese di Orban (recentemente sospesi dal PPE) e quelli del PIS di Kaczynski, al Governo in Polonia ed appartenenti al gruppo dei Conservatori e Riformisti (di cui fa parte il partito di Giorgia Meloni) insieme a gran parte dei Socialisti e Democratici (gli spagnoli di Sanchez e quelli portoghesi di Costa, entrambi al Governo dei rispettivi paesi). I rappresentanti italiani a favore sono stati: gli eletti con Forza Italia di Silvio Berlusconi (6 in tutto), i Democratici di Zingaretti e Calenda (19) ed il M5S di Di Maio (14).
Quelli del No sono (ironia della cronaca!) la Lega di Salvini e Fratelli d'Italia. Come tutti i partiti della Destra nazionalista, i Verdi europei e la Sinistra Unita. Inoltre i rappresentanti della SPD, che però in Germania sono ancora al Governo con CDU-CSU (ed avevano votato la Von der Leyen Ministra della Difesa).

Insomma, un assetto imprevisto, un equilibrio complesso, fragile, aperto a diversi possibili sviluppi.
Altro, rispetto a quanto ricercato dai più.
Ed ora raccoglie aspettative assai diverse, se non contrapposte.
Nè è dato sapere le scelte di governo che usciranno da questa inedita convergenza.
A partire dalle questioni più rilevanti che stanno a cuore di molti cittadini europei: uno sviluppo eco-compatibile che rallenti i cambiamenti climatici mondiali (su cui la neo Presidente si è impegnata a presentare "un Piano entro i primi 100 giorni"); la sostenibilità sociale dello sviluppo (su cui prevede "un salario minimo per i lavoratori"); politiche di superamento della aspra competizione economica e fiscale che divide i singoli Stati dell'UE; iniziative coordinate sui migranti (per cui "in mare v'è l'obbligo di salvare le vite"); efficaci politiche di difesa integrata e di cooperazione internazionale per la pace.
Resta aperto il confronto, sotto l'incalzare dei fatti, dei conflitti sociali e delle scadenze che, in autunno, porteranno a comporre la Commissione con le varie cariche operative ed a rinnovare le Presidenze di Banca Centrale Europea (candidata Christine Lagarde) e (conseguentemente) del Fondo Monetario Internazionale.

Appare in ogni caso inevitabile imboccare, a quel punto, una più definita direzione di marcia.
Difficilmente i diversi partiti e i movimenti organizzati, oggi in campo, potranno continuare a giocare una partita di potere (con divisioni, trattative e compromessi) senza chiare ricadute e conseguenze sociali, ambientali, politiche (ed elettorali) a livello europeo e dei singoli paesi.
Anche se, fin qui, la dimensione europea delle politiche e dei diritti - doveri universali dei cittadini sono rimaste secondarie rispetto alle dinamiche nazionali ed agli interessi economici e finanziari dei grandi gruppi privati.
Al di là delle dichiarazioni di "europeismo" e, soprattutto, delle necessità di costruire un nuovo ordine democratico internazionale sostenibile ed eco-compatibile.
Senza i quali, quelli che apparentemente risultano sconfitti o ridimensionati dal voto sulla Von der Leyen, cioè le Destre sociali e nazionaliste, potrebbero continuare a giocare sul loro terreno privilegiato e più competitivo.

In Italia la Lega di Salvini e i "Fratelli" di Meloni, uniche rappresentanze contro "questa Europa", mantengono infatti il doppio volto: di chi esercita ed impone scelte nazionali (ancorché mediate e discutibili, magari sbagliate e pericolose) ma può scaricare su altri (con qualche ragione) la responsabilità per politiche economiche austere, liberiste, impopolari che si determinano per effetto delle scelte e delle non scelte delle Istituzioni europee.
Come da tempo avviene.
A livello regionale e locale. In aree economicamente povere, come in contesti "avanzati" in crisi.
Ad Est e ad Ovest, a Nord e a Sud.
Gli argomenti sostenuti dai partiti della destra nazionalista partono dalle contraddizioni della vita quotidiana, delle sempre più estese periferie. Spesso si concretizzano in pratiche di governo e in comportamenti sociali apparentemente "protettivi" nei confronti di soggetti in difficoltà, ma sempre aggressivi ed irrispettosi nei confronti di altre vittime di un sistema produttivo e sociale che viene comunque considerato immodificabile.
E che nessun altro grande partito o soggetto politico forte, radicato, transnazionale denuncia e vuole effettivamente cambiare.
Facendo Politica ed assolvendo ad una dichiarata "funzione sociale": parlando di realtà, di storia, di esperienze vive, di sfruttamento inaccettabile di risorse e beni comuni, di progetti lungimiranti possibili, di alternative mature e da costruire attraverso alleanze e nuovi "blocchi sociali".
Servono esempi?
1. Che significato hanno "prima gli italiani", "padroni a casa nostra", "legittima difesa della proprietà" in un Paese come l'Italia in cui persistono sfruttamento "del nero", crescenti privilegi di classe, discrezionalità assoluta sui luoghi di lavoro, diffusa corruzione e illegalità nelle pubbliche amministrazioni, radicamento imprenditoriale delle mafie, aumento della produzione e del commercio delle armi, insicurezza del Diritto? Sono e restano solo un modo per contrapporre persone e diritti, per illudere uomini e donne di potercela fare a scapito di altri simili da considerare dannati e perduti.
2. Che effetto ha la "tassa piatta" (versione originale) in un contesto segnato dalla crescita della forbice tra (pochi) redditi altissimi e (diffuse) retribuzioni medie e basse? E, ancora, in un contesto in cui ogni anno calano le risorse a disposizione di Comuni ed Enti pubblici per garantire servizi efficienti e per la tutela di beni comuni essenziali al benessere delle persone? Non sarebbe questo un grosso regalo agli strati ricchi della popolazione ed un alibi inaccettabile nei confronti di un sistema perverso che mantiene una diffusa infedeltà verso la Costituzione ed i sani principi che sanità, formazione, assistenza sono un diritto universale inalienabile per ogni cittadino, a prescindere dalla ricchezza?
E semmai, al contrario, la "riduzione delle tasse" per chi ne paga troppe deve procedere insieme ad urgenti misure ed efficaci azioni per eliminare le grandi evasioni ed elusioni fiscali e per contrastare l'economia illegale ed il lavoro nero.
3. Che impatto avrebbe "aprire subito tutti i cantieri che danno lavoro" in una realtà condizionata da grandi opere socialmente inutili, spesso non concluse, abbandonate e degradate, oppure fonte di sprechi energetici e di pesante inquinamento? E, quasi sempre, prodotto della pressione di lobby industriali e di affaristi pronti a corrompere pubblici amministratori ed a sfruttare il lavoro? Non è giunto il tempo di rompere definitivamente con le pratiche di crescita senza qualità dei nostri territori e delle città, che tanto contribuiscono alla crisi ambientale e sociale e a determinare "bolle" finanziarie che sconquassano e impoveriscono anche società ritenute più ricche ed avanzate?
Oggi è manifesta la necessità di immediati, forti, selezionati e qualificati investimenti pubblici e privati orientati alla conversione ecologica e pacifica delle produzioni e della organizzazione delle comunità: allo scopo di assicurare aria salubre, acqua pulita, natura e territori rigenerati, riforestazione di città, pianure e montagna, equa distribuzione delle attività e dei tempi di lavoro, di cultura e di sport per riconoscere a tutti una vita dignitosa, sana, felice).

Perché non scommettere che innanzitutto su queste grandi e concrete scelte si costruisce il futuro e si orientano i cittadini?
I nazionalisti, Matteo Salvini e la Lega (oggi in Italia stimati - almeno tra i votanti - oltre il 30-35%) non saranno ridimensionati ripercorrendo le tracce e i percorsi (per la verità antichi) de "l'oro di Mosca". Nè certificando le diverse bugie indubbiamente raccontate da Matteo 2: sicuramente su molti "suoi collaboratori" di vecchia o recente data. Forse neppure allungando l'elenco di dirigenti, ministri ed amministratori "inaffidabili" e in odore di corruzione, conflitto di interessi e rapporti con la criminalità.
Il precedente Matteo (Matteo Uno) ci ricorda che anche quando rimosso, un "leader naturale" può sempre influire e condizionare, se in una forza politica non si ha il coraggio di riflettere a fondo sulla "funzione sociale" che si intende svolgere e sul modo in cui si è percepiti dagli elettori. E poi, coerentemente, non si hanno volontà, intelligenza o idee sufficienti per correggere politiche sbagliate (e comprensibilmente punite dai cittadini).

Il discorso vale per tutti.
In primo luogo per il PD di Zingaretti, appunto. Che (nel complesso) non mostra ancora di sapere promuovere il cambiamento annunciato e di poter recuperare il grosso dei consensi perduti.
Nè lo farà confermando i De Luca, gli Oliverio, le Marini, le Boschi, le Moretti, i Fassino e i Lotti.
O anche i Merola, che sostengono l'antistorico Passante di Mezzo, F.I.CO. e tanti nuovi supermercati, i "mille alloggi" ai Prati di Caprara e che manifestano insieme a Confindustria ed ANCE per sbloccare le aree demaniali e "valorizzarle" con ulteriori edificazioni.
O Bonaccini che rilancia stancamente nuove strade ed Autostrade, altro asfalto e cemento in una Regione già tanto inquinata e sempre più (strutturalmente) inadeguata a fronteggiare gli eventi naturali effetto dello sviluppo distorto delle produzioni e dell'economia. Dunque, bisognosa di ingenti investimenti capaci di sostenere conversione ecologica, ricerca e professionalità ad alto contenuto di innovazione.

Non di meno, il M5S di Luigi Di Maio. Che di fronte alle responsabilità, raccolte con il compito di procedere al cambiamento, da Roma a Torino, dalla Puglia, alla Liguria, all'Emilia, si mostra incapace di reggere la sfida con le forze della conservazione e cede, quasi ovunque, alla reazione, alle minacce, alle lusinghe delle opposizioni, degli alleati nazionali e delle lobby imprenditoriali e di potere ancora fortemente organizzate e pervasive.
Si detto tanto degli impegni e delle retromarce su TAP, MUOS, F35, Terzo Valico, Pedemontane Lombarda e Veneta.
Risibile la recente esperienza bolognese del Passante di Mezzo.
Dove i consiglieri comunali Cinque Stelle debbono subire l'offensiva di colleghi ed assessori PD che, ottenuto il Si del Ministro Toninelli e del Sottosegretario Dell'Orco al potenziamento di 4 corsie di A14 - Tangenziale, rivendicano la maggiore "sicurezza" del loro originale Progetto (sottoscritto da Bonaccini, Castellucci, Merola e Renzi nell'aprile 2016) rispetto all'ultima versione del MIT e di ASPI.
Ironia della cronaca: il principale Gruppo consigliare che ha contestato l'Opera ed "il Sistema" di profitti e di mancate manutenzioni (e ancora oggi dichiaratosi, per vece del capogruppo, contrario all'investimento) umiliato dal Partito che ha rilanciato "il progetto del secolo scorso" e che sventola l'accordo e l'intesa con i rappresentanti del MoVimento "che contano" nelle Istituzioni.

Esempio pessimo di dialogo, di confronto e di mediazione.
Perché avviene in palese contrasto con le istanze e le (tante) persone che rivendicano "Progetti alternativi" che affermino la competitività dei trasporti pubblici e ferroviari che riducano davvero i mezzi privati in circolazione, la congestione, lo smog ed i decibel nelle Città, a difesa del Pianeta e delle generazioni future.

Per chi vuole costruire un mondo migliore, ben altri debbono essere i Progetti, la Visione, i contenuti qualificanti di nuove alleanze.

La Repubblica informa sulle "strategie" nel PD per fronteggiare la crisi della maggioranza M5S - Lega (giovedì 18 luglio)


Il Carlino Bologna sintetizza il Merola pensiero sulle grandi aree dismesse (18 luglio)


Il Sindaco di Bologna si unisce ai Costruttori italiani per "combattere" la "burocrazia ed il degrado in corso" (18 luglio) 






























































Il Corriere Bologna scrive sul travaglio politico vissuto in Comune e nel PD sulla contrastata scelta del Passante di Mezzo (17 luglio)


Il Carlino Bologna "informa" sul dibattito tra i partiti (e i cittadini) dopo l'intesa Merola - Bonaccini - Toninelli (18 luglio)

La pagina del Corriere Bologna sul dibattito (passato e futuro) in Comune sul Passante di Mezzo.
Associazioni e Comitati di cittadini:"il tema della salute, purtroppo, è uscito completamente dal dibattito politico
e c'è stata disinvoltura sulla Valutazione di Impatto Ambientale
(giovedì 18 luglio)


























Una pagina di quotidiana cronaca locale:
si discute su proposte bipartisan (Sindaci di Centrodestra e di Centrosinistra) di nuove strade. Il parere della Sinistra.
Le critiche di Legambiente Emilia Romagna: "di strade, in Emilia Romagna, ne abbiamo costruite fin troppe e anche le previsioni del Piano regionale non sono incoraggianti. Se gran parte delle risorse continuano ad andare in questa direzione, purtroppo saremmo sempre più lontani da prospettive vere di implementazione del trasporto pubblico e ferroviario, come invece sarebbe necessario fare per rendere più vivibili le nostre città"!
(mercoledì 17 luglio)
Due ragazze "parlano" alla manifestazione di Fridays for Future svolta a Bologna il 15 marzo 2019

La "denuncia" di un giovane universitario sotto le Due Torri (venerdì 15 marzo 2019). In autunno, nuovo appuntamento!

19 commenti:

  1. In attesa della impegnativa (e mi pare interessante) lettura una domanda preliminare. Ma questa non è l'Italia di Conte? Giuseppe non Antonio naturalmente. Perché lo vuoi già archiviare?
    Antonio

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    1. Osservazione critica che merita considerazione. Ed alimenta il dubbio, già presente. Per altro non il solo, su questo scritto.
      In ogni caso.
      Conte sottovalutato? Può essere. Naturalmente parlo anch'io di Giuseppe (Antonio, non lo è da tempo e per meriti acquisiti sul campo). Sottovalutato sia per forma, che non è questione mai secondaria, sia politicamente perché la personalità, pure considerando il contesto alquanto complesso e impegnativo, sta crescendo e ritagliandosi un proprio ruolo. Che forse, però, non sarà sufficiente a salvare la "barca" prima del "naufragio" ...
      Matteo, tuttavia, è il personaggio politico italiano del 2019. Almeno fin qui. Da qualsiasi punto di vista lo si osservi e giudichi. Sia chiaro, per acclamarlo o per avversarlo, per meriti suoi e per demeriti di altri, per analisi obiettiva o per interesse strumentale. Poi c'è anche un po' di gioco: Matteo quale? Matteo Uno (quello del 41% alle Europee del 2014, del rovescio al Referendum e del 19% nel 2018) o Matteo Due (quello del 34% alle Europee del 2019, ...)?
      Attendo (con interesse) un commento alla lettura.
      Gianni

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    2. Ho capito che anche tu ti sei adeguato alla tesi dei più. Infatti scrivi: "Matteo è il personaggio politico italiano del 2019".
      Siamo sicuri che questa valutazione non gioca a favore di Salvini e nasconde il ruolo del M5s in questo Parlamento?
      Dopo il voto del 4 marzo '18 loro sono la forza maggiore e determinante. Con tutto ciò che ne consegue di responsabilità.
      Comunque ho letto con il tempo necessario e mi sono fatto alcune annotazioni che sotto propongo (per rispettare l'ordine cronologico).
      Antonio

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  2. I due presidenti eletti dall'assemblea di Strasburgo sono meglio dei predecessori.
    A Roma il governo è alla frutta, ma Salvini ha perso smalto.
    In Emilia sarà difficile scegliere per chi votare.
    Carlo

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    1. Concordo sui due Presidenti eletti a Strasburgo. Forse non era una impresa proibitiva ... e, tuttavia, spero non ci sbagliamo.
      Anche su Roma ... spero non ci sbagliamo.
      In Emilia, invece, spero ancora ci sbagliamo: una scelta tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni sarebbe un vero problema (credo per tantissime persone e per tanti votanti).
      Gianni

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  3. Concordo con la valutazione che si vive alla giornata.
    In Europa non ci sono idee innovative forti e maggioranze politiche.
    In qualche misura come in Italia.
    Il Contratto giallo-verde non regge più e trascinare questa situazione non giova a nessuno. Prima di tutto a chi ha bisogno di un governo che affronti i problemi. Ma le alternative mancano.
    Un nuovo centrodestra in versione destracentro? Berlusconi al servizio di Salvini? Governare l'Italia non è governare la Lombardia o l'Abruzzo. E a Brusselles non amano la Lega.
    Né il centrosinistra né i grillini hanno i numeri da soli. Ma una alleanza non è nelle corde né di Di Maio, né di Renzi e amici. Fico, D'Alema e Franceschini? Non sono sufficienti.
    Concludo con una battuta fredda: e un bel programma Bonaccini - Toninelli a partire dalle grandi opere (dopo l'intesa su passante e strade?
    Va mo là

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    1. A proposito di Stefano Bonaccini. Questa mattina esce una sua intervista sul Corriere di Bologna (pag.3). Ha un titolo a tutta pagina che riassume il contenuto del messaggio che manda al Paese e, soprattutto, al suo Partito: "La nostra autonomia? A Conte piace. Un danno se il Governo cadesse adesso".
      Tutto chiaro, no?! Va mo là, una conferma.
      Altrettanto istruttiva la pagina 2 dell'inserto locale del Primo Quotidiano italiano. Titolo: "le scelte della politica. Si al Passante, Cinque Stelle in tilt. Bugani: via Toninelli e Dell'Orco. Hanno perso di vista gli obiettivi".
      Dunque il M5S di Bologna (e presumibilmente quello dell'Emilia Romagna) che si ribella alle scelte del Governo.
      Chiaro?!
      Saranno i gruppi dirigenti del PD bolognese ed emiliano romagnolo ad offrire una stampella a Conte - Di Maio - Salvini a corto del sostegno di attivisti ed elettori "grillini"?
      Gianni

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  4. Oggi viene da dire Resistere, Resistere, Resistere.
    Il problema però è che qui abbiamo bisogno di mutare l'ordinario procedere delle cose e gli indirizzi impartiti da chi orienta le scelte.
    E allora mi viene da proporre Studiare, Unire, Combattere.
    Studiare i problemi europei.
    Unire le persone di buona volontà interessate ad affrontati.
    Combattere le resistenze a preservare il sistema (delle multinazionali, ............. di Aspi che cura i profitti e le relazioni sociali senza fare manutenzioni e innovazioni per migliorare la sicurezza, ...........)
    L.

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    1. Si, penso che occorra "Resistere" al "sovversivismo delle classi dominanti", come scritto da Antonio Gramsci.
      Certo, il suggerimento di "studiare, unire, combattere" è decisamente utile.
      Gianni

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    2. Vedendo gli ultimissimi sviluppo (il si del governo alla Tav e il ritorno di Renzi a rappresentare in senato il Pd) per Studiare, Unire e Combattere dovremo proporci obiettivi secondari.
      L.

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  5. Quelli che preferiscono la signora tedesca al socialista olandese, il governo grigio verde ai precedenti, una donna della lega ad un esponente del centrosinistra non sono convinto marciano al fianco dei ragazzi della generazione di Greta e dei popoli dell'Africa che intraprendono i viaggi della speranza verso nord.
    PD-mda

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    1. 1. Alla Presidenza della Commissione Europea avrei preferito una Verde tedesca. O una persona espressione di un progetto ed una maggioranza per un'Altra Europa: più eco-compatibile, più equa e giusta, più democratica e rappresentativa dei popoli, più impegnata per la pace e per la cooperazione nel mondo, più rispettosa dei diritti e dei doveri universali delle persone.
      2. Penso che la strada al successo elettorale del M5S e della Lega nel 2018 l'abbiano aperto le forze politiche di Centrodestra e di Centrosinistra che hanno mal governato in precedenza. Il Governo Conte è il prodotto delle scelte politiche operate dai vari partiti e movimenti dopo il 4 marzo. Certamente si poteva fare di meglio.
      3. E' lecito ritenere necessario un rinnovamento della classe dirigente della Regione Emilia Romagna che non sia Lucia Borgonzoni o altro esponente di questo Centrodestra? E' ancora auspicabile che si uniscano idee, progetti e forze che vogliono un cambiamento in direzione dei principi della Costituzione e degli impegni sollecitati da Greta, dal movimento Fredays For Future e dai giovani che si battono per la conversione ecologica e per uno sviluppo sociale sostenibile?
      Gianni

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  6. Se le questioni infrastrutturali di un paese continuano ad essere decise solo in base alla domanda di mobilità e non già in rapporto all'interesse generale dei cittadini è un errore imperdonabile.
    A me sembra che Stefano (Bonaccini), Matteo (Renzi) e Virginio (Merola) a suo tempo non si siano mossi in modo corretto. Ed ora pure Giuseppe (Conte) e Danilo (Toninelli) continuino su quella brutta strada.
    Dobbiamo sperare in Ursula (con der Leyen) e Greta?
    O in un rinsavimento di noi italiani?

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    1. Dobbiamo operare per politiche radicalmente nuove. Credo siano possibili se crescono nuove classi dirigenti. Non solo in politica.
      La sfida è sicuramente locale, nazionale, europea e mondiale.
      Gianni

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  7. Evviva Greta. Lei fa la sua parte. Insieme ad amici e consiglieri.
    Chi sta mancando l'appuntamento sono quelli che "vorrebbero cambiare il mondo" e non riescono a fare altro che dividersi l'amministrazione di enti locali o di stato e poltrone nei vari parlamenti o ministeri.
    BiBi

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  8. Ecco le annotazioni.
    Europa. Purtroppo è il caso di convenire che manca una maggioranza politica e tutti i giochi politici sono aperti. I partiti popolari, liberali e conservatori classici sono divisi (inoltre nel Regno Unito il prevalere di Boris Jonshon dà la certezza che sarà Brexit entro l'anno). Così i socialisti e i socialdemocratici, che in ogni paese si muovono secondo logiche nazionali. In Germania restano con la Merkel, mentre in Spagna Sanchez a tre mesi dalle elezioni tenta un accordo con Podemos senza maggioranza alle Cortes e neppure con la certezza di prevalere sui No.
    Italia. La storia del Contratto di Governo si è confermata un grande pasticcio, incapace di esprimere una visione del paese a cui tendere. Da questa assenza di prospettive la crisi attuale. Però mancano alternative e certezze.
    E' anche probabile che la ricostituzione di un centrodestra riduca la forza della Lega a vantaggio di forze moderate (al Sud continuerebbero a sostenere l'Autonomia differenziata dei Lombardo - Veneti?). Ora che la sfida è tra M5s e Lega, tutti i notabili governisti del Mezzogiorno puntano sulla Lega, ma se tornano in campo Berlusconi, Fitto e gli altri ?
    Nel PD le aperture di Franceschini e Zanda (giovani dc) sono avversate da Renzi e Calenda (giovani dc) mentre le tesi di D'Alema e Cacciari (giovani pci) mi sembrano isolate e Zingaretti, Martina e C. ripetono che questo governo è un danno mentre Bonaccini afferma che sarebbe un danno si dimettesse. Fossi un pensionato in salute ed autosufficiente andrei all'estero (Portogallo?).
    Infine l'Emilia. Detto del candidato PD pongo a tutto il centrosinistra che vorrebbe resistere alle Regionali prossime venture una domanda. Si può essere di sinistra e in dissenso su Passante e Cispadana? Si può pensare di intercettare una parte di quelli che hanno votato M5s per fare politiche ambientali più spinte e che ora si sentono traditi da Toninelli e Di Maio (Max Bugani dixit)? Vedo una mossa. Sottoporre Passante e Cispadana a consultazione popolare democratica. Non può essere un modo per ripartire affidando potere al popolo sovrano?
    Antonio

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    1. Qualche appunto.
      1. Spagna. Come si può governare insieme un grande Paese se agli alleati non si è disposti a riconosce qualificanti obiettivi politici e programmatici o importanti ministeri?
      2. Italia. E' interesse per la Democrazia che questo Governo prenda atto della sua crisi. Le contraddizioni sono evidenti e comprensibili. Occorre andare oltre. Una diversa maggioranza va costruita e verificata elettoralmente. Chi, al riguardo, manifesta certezze gioca d'azzardo. Infatti, allo stato delle cose, tutti hanno timore di un voto anticipato. A partire dai potenziali annunciati "vincitori". Dunque, si impongono profonde riflessioni e messe a punto per tutti, nessuna forza politica esclusa. Pena l'irrilevanza. Guai fuggire dai problemi (in Portogallo o in Italia).
      3. Emilia. Considero le priorità stradali ed autostradali nel contesto attuale una scelta irresponsabile di conservazione. Dunque, per nulla sostenibili da parte di chiunque voglia stare dalla parte dei cittadini e dei lavoratori. Un Referendum? Sarebbe una bellissima opportunità di confronto: su dati di realtà e progetti di innovazione. Un modo serio e riconosciuto per uscirne. Sono favorevole.
      Gianni

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  9. Greta chi?
    La politica italiana e quella europea hanno decisamente altri riferimenti.
    Fruttano di più le grandi industrie dell'auto, FCA, le sette sorelle del petrolio, l'ENI, i Consorzi di Costruzione, Salini - Impregilo, CMC.
    Hanno ridotto a miti consigli anche gli ultimi arrivati, Gialli o Neri!
    Una prece in loro ricordo.
    Eppure, a testa alta e con mille ragioni.... la lotta continua:
    25-28 luglio a Venaus, Festival della felicità!
    Zorro

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    1. Si, il Festival della Alta Felicità, una occasione ulteriore per rimarcare i motivi della critica argomentata e mirata a questa "grande" opera. Certamente NON una priorità nel panorama delle ferrovie italiane che soffrono terribilmente l'assenza di infrastrutture, mezzi e servizi efficienti per i collegamenti quotidiani di milioni di pendolari e per il trasporto delle merci.
      Il tunnel di 57 km della Torino - Lione (pure già riveduto e corretto rispetto al mega rogetto originale) è assolutamente sproporzionato rispetto all'impegno dei Governi europei ed italiani di potenziamento del sistema. Se si escudono infatti alcune parziali tratte di TAV tutti gli investimenti restano concentrati su strade ed autostrade, sui motori e sul petrolio.
      La contraddizione con le sollecitazioni della comunità scientifica, del mondo ambientalista e del movimento di Greta non può essere più clamoroso.
      Prossimo appuntamento al Senato della Repubblica Italiana per il voto Si o No nuova linea Torino - Lione. Solo una formalità?
      Gianni

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