Un posto di blocco nella bassa bolognese (15 aprile 2017) |
Chi ha ucciso Davide Fabbri, il barista di Riccardina di Budrio?
Chi ha ucciso Valerio Verri, la guardia ecologica volontaria di Ospital Monacale?
Chi ha ferito gravemente Marco Ravaglia, la guardia provinciale di Ferrara?
La risposta è davvero semplice come ci è stato raccontato?
Igor Vaclavic, "il russo", ovvero Norbert Feher, "il serbo"?
Si tratta davvero di "uno sbandato" già appartenente all'esercito o ai servizi segreti del suo paese, di "un isolato" che da tempo vaga nella bassa emiliana romagnola munito (secondo i casi) "di coltello", "di accetta", "di pistola" o "di fucile", di un "camaleonte" che alterna la figura di "detenuto disponibile" e collaborativo e di "rambo" spietato ed abituato a vivere in condizioni estreme?
Può essere. Testimoni, inquirenti, forze dell'ordine giornalisti - scrittori paiono certi. Privi di dubbi.
Sta di fatto che, a diversi giorni dai tragici fatti e di fronte al dispiegamento di 800-1000 uomini dello Stato arrivati da diverse regioni d'Italia, mancano ancora risultati apprezzabili.
Con l'effetto di diffondere paura e insicurezza, anche tra i cittadini di terre fin qui considerate relativamente tranquille.
E' cambiata la vita quotidiana per molte persone.
Sono scattate misure di autotutela e di auto "difesa". C'è chi accompagna i figli ed i familiari nelle normali attività svolte fino ad ora in totale autonomia e libertà; c'è chi si arma di inusuali precauzioni e c'è chi dorme con il fucile a fianco del letto.
Il segretario regionale del PD, Paolo Calvano, ha sostenuto "chi si difende in casa va tutelato" ed ha sollecitato che "il dibattito sulla legittima difesa arrivi in Parlamento".
Il Ministro Gianluca Galletti afferma "lasceremo questo spiegamento di forze sul territorio finché non lo avremo trovato".
La sensazione è che queste risposte non siano le più utili e che occorra lavorare in altra direzione.
Con alcune priorità.
1. Un presidio civile e democratico del territorio, diretto a praticare i principi della Costituzione. Altro rispetto ad una "occupazione militare".
Ricercando, innanzitutto, una più stretta e duratura collaborazione e cooperazione tra le Autorità dello Stato, i rappresentanti delle autonomie locali, i cittadini e le loro organizzazioni sociali.
Ci sono importanti risorse umane da coinvolgere, mobilitare, valorizzare, responsabilizzare.
Rispettando ambiti, ruoli, competenze, compiti.
Ad esempio le associazioni degli agricoltori o degli esercenti, quelle ambientaliste e le GEV; tutti piccoli preziosi "mondi" e soggetti che conoscono bene queste terre, i loro parchi, i canali, i boschetti, i casolari, i centri abitati, i paesi e le frazioni: i personaggi che li frequentano, le storie e le contraddizioni che li animano.
Perché ci sono fatti e vicende da approfondire.
Più cose non tornano: dell'assassino, della rapina, della fuga, dell'agguato, della lunga latitanza.
Per chi vuole arrivare alla verità ed alla giustizia, occorre capire di più i problemi, la società complessa, le culture diverse e in conflitto di questi territori.
Non dimentichiamo che solo pochi mesi fa, non troppo distante, a Gorino e Goro, altri eventi (le barricate "anti migranti") hanno richiamato l'attenzione nazionale per una settimana; proposto importanti riflessioni (sul Governo e sulle relazioni tra Istituzioni dello Stato; sulla finalizzazione delle risorse pubbliche e sulla loro efficacia nell'affrontare i problemi sociali; sui flussi di informazione e sul coinvolgimento reale dei cittadini alla vita pubblica). Poi, troppo presto, si sono spente le luci; Tutto dimenticato, rimosso.
E sarebbe bene mantenere anche memoria storica. Ricordando esperienze. Tra queste la catena di crimini degli uomini della Uno bianca. Vicenda definitivamente chiusa?
2. Un coordinamento nazionale delle Istituzioni pubbliche: Magistratura, forze dell'ordine, servizi di sicurezza. Oltre la Regione.
Non dando per assolutamente certa e scontata la vicenda, la solitudine del criminale e pure la sua permanenza nel territorio dei delitti.
Col passare dei giorni c'è infatti da chiedersi quanto il dispiegamento di uomini in loco sia stato coordinato ed efficace.
Non è il caso di immettere più intelligenze, conoscenze, relazioni e radicamento sociale rispetto all'imponenza di numeri, tecnica, professionalità militare ed armi?
3. L'urgenza di una Giustizia più rapida ed efficiente.
Risulta che il ricercato ha frequentato per alcuni anni le carceri emiliane, che prima e poi Igor-Norbert-Ezechiele ha vissuto (scorazzato?) nei comuni della bassa bolognese e del ferrarese per diverso tempo.
Si pone dunque una questione ricorrente. Per fronteggiare persone così, possibili complici, altri personaggi che vivono in zone d'ombra ed al confine tra legalità e illegalità è necessario costruire un sistema giudiziario attivo, reattivo, dotato di risorse tecnologiche ed umane (soprattutto umane) all'altezza dei tempi.
Le indagini, i processi e le sentenze debbono essere più rapide.
I diritti dei cittadini riconosciuti e rispettati, i reati giudicati con pene certe e scontate in carceri moderni, rispettosi dei detenuti, mirati alla rieducazione, al recupero ed alla riabilitazione dei pentiti.
Senza muovere in questa direzione l'impegno comune di cittadini ed Istituzioni, appare difficile assicurare alla giustizia Igor "il russo", Norbert "il serbo", i complici ed i criminali che insidiano le nostre comunità. Sarà arduo fermare l'onda, forte e lunga, che vuole l'auto difesa, la giustizia "fai da te", il superamento del reato di abuso della legittima difesa, la rincorsa alle armi.
Ospital Monacale, in piazza per Valerio Verri |
Ospital Monacale, il cordoglio della comunità al funerale (15 aprile) |
Ospital Monacale, Guarde Ecologiche Volontarie |
Ospital Monacale, il Ministro Gianluca Galletti (15 aprile) |
Un casolare nella campagna tra Argenta e Molinella (15 aprile) |
Un posto di blocco sulla strada per Argenta, sotto l'argine del fiume Reno |
Proposte sensate. Anche per evitare che "un assassino" di persone inermi divenga per qualcuno "un mito". L'uomo che solo sfugge a mille agenti che gli danno la caccia.
RispondiEliminaCiao!
Dopo 15 giorni di ricerche con 800 agenti vedo solo due possibilità: o l'assassino è lontano o ha complici.
RispondiEliminas.
Sull'esistenza di possibili "complici" non avrei più dubbi, sulla localizzazione mi affido a inquirenti e forze dell'ordine. Ancora per un po ...
EliminaGianni
Condivido in particolare due concetti.
RispondiEliminaPrimo: serve una compartecipazione più vasta all'impegno per la legalità. La lotta al crimine non va delegato alle forze dell'ordine ed ai magistrati.
Secondo: bisogna fare funzionare meglio la giustizia con più risorse umane (quanti giovani hanno studiato?) e moderni sistemi di detenzione e di recupero sociale (i reati sono vari e i colpevoli vanno diversamente neutralizzati).
Titti
L'autodifesa collettiva andrebbe sostenuta contro le aggressioni di comunità nazionali da parte di nemici esterni.
RispondiEliminaL'autodifesa individuale è una sciocchezza che aggrava solo i rischi per le persone che subiscono rapine e attacchi.
I criminali sono più spregiudicati e violenti per definizione.
Anna
Concordo.
EliminaLa diffusione di armi non da maggiore sicurezza a cittadini e comunità. Semmai incrementa i profitti per i proprietari delle industrie che le fabbricano e gli affari per i vari commercianti.
Quanto alla difesa di popoli e comunità. Gli eserciti nazionali di professionisti non mi hanno mai convinto. Penso che alla difesa dell'autogoverno dei popoli e delle istituzioni democratiche debbano concorrere tutti i cittadini.
Sarei interessato e favorevole a Forze Armate Comunitarie (europee e ONU) che superassero quelle nazionali, in presenza di un Governo e di un Parlamento autorevoli e realmente rappresentativi.
Parliamone.
Gianni
Io penso però che uno che uccide due persone se viene preso (?!) non deve più uscire.
RispondiEliminaVR.
Ergastolo?
EliminaRiflettiamo sulla Giustizia in uno Stato democratico.
Personalmente penso che 30-35 anni di detenzione (scontati per intero) siano una pena già molto significativa.
Gianni
Mi pare interessante quanto dice il sindaco di Budrio su il Resto del Carlino.
RispondiEliminaM.
Proprio oggi, il sindaco di Budrio, Giulio Pierini, aveva commentato il trascorrere dei giorni di caccia. «Speravamo in una cattura in tempi più brevi? Sì, lo speravano tutti. Lo sperava la famiglia Fabbri, la nostra popolazione. In questo momento la tensione non è nel nostro territorio, è in territori vicini con i quali siamo molto solidali perché sappiamo cosa vuol dire vivere in queste giornate di tensione. Speravamo avvenisse prima, confidiamo avvenga il prima possibile.Comunque c’è un grande sforzo che è in corso - ha aggiunto Pierini - e noi dobbiamo fare la nostra parte... Essere comunità, stare insieme e rispettare le regole e le istituzioni. Ma, allo stesso tempo, chiedere maggiore fermezza da parte della giustizia italiana, maggiore certezza degli iter di espulsione. Perché le persone vanno identificate ed espulse quando necessario come sarebbe stato in questo caso. E quindi su questo continuiamo a batterci ma senza richiamare un’idea di giustizia fai da te».
Mi pare condivisibile. Salvo un punto: "le persone" che andrebbero "identificate ed espulse". Mi pare diano già per scontato tutto o, almeno, troppe cose su questa brutta vicenda.
EliminaCredo, invece, occorra procedere con determinazione e prudenza nelle indagini e nell'arresto del/i responsabili. Da processare e giudicare secondo la Legge. Abbiamo bisogno di verità.
Gianni
Dai, sarai soddisfatto, un'attenzione nazionale c'è. Domani arrivano anche il Ministro Minniti e il Comandante dell'Arma dei carabinieri.
RispondiEliminaQuanto al resto lavoriamoci ... Insieme.
Antonio
Come no. Soddisfatto dell'interesse nazionale. Come tutti chiedo si arrivi, quanto prima, alla cattura del/i responsabile/i di questi crimini ed a fare giustizia.
EliminaQuanto a Tullio Del Sette, avrei preferito un avvicendamento al Comando Generale dei Carabinieri.
Gianni