In questi giorni tanti italiani alzano gli occhi al cielo. Ad osservare le nuvole grigie d'autunno. Preoccupati.
Oramai le piogge (molto importanti per preservare il nostro patrimonio naturale) cadendo su un territorio fortemente cementificato o abbandonato, comunque privo di cura e di manutenzioni, causano quotidiani disastri, rovine, vittime, morti.
Dal Nord alle Isole.
Dopo l'Emilia, la Sicilia e la Sardegna, negli ultimi giorni sono state colpite vaste aree del Lazio, dell'Abruzzo, della Campania, con straripamenti di fiumi, alluvioni e crolli: 6 morti e danni ingentissimi.
Naturalmente le Autorità locali chiedono prontamente il riconoscimento dello "stato d'emergenza".
Intanto, a Roma, il Consiglio dei Ministri vara la, cosiddetta, Legge di Stabilità 2016 e il Capo del Governo presenta la manovra: nessuno (proprio nessuno) pagherà la tassa sulla prima casa; si ridurrà, a cento euro, il canone RAI; si potrà pagare in contante fino a 3 mila euro; sono tagliate le risorse per la sanità; verranno riconosciute risorse (infime) per i contratti pubblici, per i poveri e per i minori in stato di povertà; si potra lavorare parte-time a 3 anni dalla pensione (sempre quella fissata dalla legge Monti-Fornero); è prevista una "settima salvaguardia" per gli "esodati" e ... molto altro.
Per la piena soddisfazione di Squinzi e Confindustria, di uomini e donne del centrodestra ("si fanno le cose che voleva Silvio Berlusconi, ma che neppure Lui era riuscito a fare") e di centrosinistra ("tanti più ... si procede in positivo").
Nessuna sottovalutazione dell'operazione sociale e di potere che si persegue.
Ma, ancora una volta, una Legge Finanziaria, di Programmazione o di Stabilità (come la si è progressivamente chiamata) non affronta le questioni principali della sicurezza dei cittadini e del dissesto idrogeologico ed ambientale del Paese.
Questo Governo (come tutti quelli che lo hanno preceduto, presieduti da Amato, Berlusconi, Prodi, D'Alema, Monti e Letta) elude le indicazioni sagge e lungimiranti emerse negli ultimi decenni dal mondo scientifico, culturale ed istituzionale per affermare diverse priorità nella individuazione e nella destinazione delle risorse e degli investimenti.
Era l'anno 1987 quando il Rapporto "Il futuro di noi tutti" redatto della Commissione Mondiale per l'Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite, presieduta dal Primo Ministro norvegese dell'epoca, Gro Harlem Brundtland (rappresentante italiana, Susanna Agnelli), proponeva ai "principali destinatari", cioè i "Governi che fanno capo all'Assemblea Generale dell'ONU", di assumere decisioni conseguenti all'obiettivo della "sostenibilità": uno "sviluppo che soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare quelle dell'avvenire".
Nella prefazione all'edizione italiana di quel Rapporto, il più importante e inascoltato Ministro dell'Ambiente scriveva: "occorre in luogo di misure riparatrici con effetto ritardato e a costi maggiori, adottare misure preventive e strategie anticipatrici per la salvaguardia dell'ambiente e dello sviluppo insieme, a costi minori; impostare politiche intersettoriali e trasversali che siano filo conduttore e motivo ispiratore di tutta l'azione dei governi. Se ambiente e sviluppo sono sistema, occorre un approccio sistematico".
E precisava: "occorre in primo luogo una nuova contabilità nazionale che, accanto al reddito ed al benessere materiale, consideri e calcoli i costi del degrado ambientale e i costi del risanamento; che tabuli, accanto al "valore aggiunto" oggi, il "valore sottratto" domani; che affianchi alla capitalizzazione economica la contemporanea decapitalizzazione ambientale; che proceda all'attualizzazione del danno futuro e all'ammortamento del danno attuale; che insomma eviti di considerare l'ambiente un lusso, un optional, una superficialità, una sovrastruttura, quando invece è un cespite da conservare e tutelare, una condizione basilare dello sviluppo, una necessità fisiologica vitale dell'economia; e che quindi introduca in ogni calcolo nazionale o aziendale quell'elemento, senza il quale avremmo crescita zero, morte, odio, squallore".
Sono passati 28 anni.
Rispetto a quelle indicazioni e a quell'impegno, siamo inadempienti. Gravemente inadempienti.
Così registriamo "crescita zero, morte, odio, squallore".
E, al Governo, nessun Giorgio Ruffolo evidenzia le contraddizioni del sistema economico, sociale ed istituzionale, l'urgenza del cambiamento, il bisogno di una nuova Contabilità, di Verifiche e di Bilanci eco-compatibili.
Matteo Renzi è vecchio, al di la dei suoi quarant'anni, perché continua a perseguire politiche di potere prive di respiro strategico e di progetti innovativi per costruire il futuro; perché si circonda di Ministri e di politici già democristiani, socialisti o comunisti che sempre hanno praticato "il possibile" e "il consolidato"; perché si allea con i "nipotini" ignoranti ed arroganti della più grande famiglia industriale del paese e si dice "orgoglioso" di imprenditori che evadono ed eludono le tasse.
Ma certo. In buona sostanza Renzi continua con le vecchie politiche. Avrebbe dovuto rottamare, invece ricicla i peggiori politici di tutti gli schieramenti.
RispondiElimina"Il futuro di noi tutti"?
Pessimo continuando così. I più avvertiti ce lo dicevano già 30 anni fa, quando Matteo andava a scuola. Purtroppo studiava altro e scommetteva sulla Ruota della Fortuna.
Ciao!
Contrordine amici. I ricconi pagheranno l'IMU. Pare.
RispondiEliminaRestano le critiche radicali del post alla Finanziaria 2016.
Ma Ruffolo e Susi Agnelli sono acqua passata ...
Sic
Concordo.
RispondiEliminaSpesso i nostri nuovi governanti si lamentano giustamente degli errori del passato ma non vedono le loro inadempienze del presente. Come le manutenzioni delle città, dei fiumi, dei boschi ... Se riducono queste risorse o tagliano i trasferimenti ai Comuni i danni ambientali alle comunità saranno inevitabili e i disservizi maggiori.
Carlo
Condivido.
RispondiEliminaNella Finanziaria 2016 mancano risorse per iniziare a sistemare il territorio: le montagne, le valli, le pianure, le città, le strade, le ferrovie, etc.
Poi ci sono cose che non stanno né in cielo né in terra: primo, la concessione di oltre 20 mila sale giochi.
Invece di combattere mafie, illegalità e nero si vuole prendere soldi dalle imprese che sfruttano la solitudine, la disperazione, la dipendenza di persone deboli che investono nelle slot machine?
Semplicemente vergognoso!
*****
Anche Ruffolo predicava bene, ma razzolava nei Governi di Craxi e Andreotti.
RispondiEliminaNon sarà un caso se oggi ci troviamo regolarmente con l'acqua alla gola.
Non in senso figurato.
Mario C.
Giorgio Ruffolo ha scritto e sostenuto cose assolutamente condivisibili.
EliminaSe ci troviamo con "l'acqua alla gola" è perché le indicazioni proposte da Lui - ed altri - non sono state ascoltate e praticate.
Dai Governi di Andreotti, De Mita, Goria, Ciampi, Amato, Berlusconi, Dini, Prodi, D'Alema, Monti, Letta e Renzi.
Gianni
RispondiElimina«I politici non sono degli scienziati, ma hanno bisogno di connettere i luoghi della politica e del governo ai luoghi della conoscenza, dello specialismo e dei saperi. Siamo di fronte, ogni giorno e sempre di più, a problemi complessi e non ci sono risposte semplici a fatti straordinariamente complicati; ci sono risposte competenti, che consentono di guadagnare l’orizzonte del cambiamento».
«Oggi il mondo e in modo particolare l’Italia e’ chiamata ad un salto culturale importante., la mutazione climatica non e’ un’invenzione dei salotti letterari. Sta cambiando tutto: cambia il clima e cambia la natura e dobbiamo abituarci a convivere e ad essere preparati ad eventi meteorologici estremi».
Non e’ possibile immaginare che se in un anno mediamente ci sono danni per tre miliardi di euro, causati dagli eventi metereologici estremi, ogni anno ci sono interventi di riparazione per soli trecento milioni. Questa è la dimostrazione del fatto che un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio, di riassetto idrogeologico, di cura delle coste e’ la più grande opera pubblica di cui ha bisogno il nostro Paese
«Stop al cemento. Non si può maledire il cielo, quando e’ il cemento che blocca il decorso naturale dei corsi d’acqua. Il sovraccarico di urbanizzazione che vi è in alcuni territori delicati e’ la causa del disastro. Penso che anche questo, in un’Italia che nel tempo si è abituata ai condoni e alle sanatorie, debba spingerci ad un cambio di mentalità. Il territorio non è una docile preda per le stagioni di caccia dei cementificatori. Il territorio e’ il luogo della nostra vita: va curato, conosciuto e amato».
Non è roba mia . Indovina di chi è . :-)
Ciao
G.
Sicuramente di unoa/o informata/o sui fatti.
EliminaGianni
Se il più giovane del PD è "il Vecchio", che prospettive possiamo dare a questo Partito?
RispondiEliminaMa purtroppo Renzi è ancora al Governo.
Senza voto e legittimità, considerando ciò che dice la Corte Costituzionale sul Parlamento.
Fiorella
Fiorella, mi concentrerei sulle soluzioni da proporre e costruire per il futuro del Paese. Che fare e con chi.
EliminaRenzi, il Vecchio (politico) si regge sulla mancanza di una alternativa forte e credibile.
Costruirla è compito di tutti coloro che si oppongono alla sua narrazione, al suo Governo ed alle sue alleanze.
Gianni
in effetti si discute di piccole cose: pare dirimente ridurre di 14 euro annui il canone radiotelevisivo oppure fare pagare l'imu ai possessori di castelli e ville ...
RispondiEliminamentre finisce in secondo piano il grosso delle scelte: le spese militari 8missioni all'estero o bombardieri), le grandi opere (ancora il ponte sullo stretto, ancora i tav ...), il dissesto idrogeologico, l'inquinamento (da industrie e traffico), pensioni povere, meno assistenza sociale, ancora senza reddito, meno sanità pubblica, meno ricerca, ...
insomma, polverone su poco e vuoto sulla ciccia.
grc
Per me, invece il Matteo è un fenomeno originale di età indefinibile.
RispondiEliminaCapisco il senso che si intende dare qui a il Vecchio.
Ma definirlo così non rende sufficiente merito alla sua complessa figura e al suo moderno agire.
E' veloce come mai politici del passato. Come un Vecchio non saprebbe essere.
Il suo comunicare moderno/determinato/spregiudicato sorprende continuamente avversari e amici.
Brucia chi si oppone.
Infetta compagni di viaggio dubbiosi.
Affascina sostenitori esasperati e stanchi del vecchio potere.
Ecco perché non mi piace questo aggettivo.
Non mi pare adeguato.
pif
Come si fa a definire vecchio un uomo che rimuove con tanta energia il Sindaco della Capitale d'Italia del suo stesso partito che ho raccolto oltre 600 mila voti solo 2 anni fa?
RispondiEliminaMario Cinico