Gianni Cuperlo e Fabio Fazio

Apprezzo diverse cose di Gianni Cuperlo: la visione generale dei problemi, la profondità di pensiero, la considerazione per l'interlocutore, l'impegno ad argomentare. Poi, lo stile, la pacatezza, l'ironia.

Più nel merito. Condivido la sua critica alla società capitalistica e al potere prepondernte della finanza, la concezione della politica e l'idea di partito che propone.

Ad esempio, come lui, penso sia impossibile fare bene il Segretario di un grande Partito e il Sindaco di una grande città (o il Presidente di una Regione). Come lui, e a differenza del PD (o di gran parte di esso), credo sia giusto distinguere i ruoli: il Segretario di un Partito politico e il Presidente del Consiglio dei Ministri sono responsabilità e funzioni che non si possono mai assolvere contemporaneamente.
Per esercitare correttamente i compiti distinti che la Costituzione assegna agli uni e all'altro, ma non solo.
Per una concezione (moderna ed attuale) che occorre coltivare della Politica e per una operatività quotidiana che occorre riconoscere a Partiti e Istituzioni.
Come Cuperlo, penso non esistono "uomini della provvidenza".
La partecipazione dei cittadini alla formazione delle scelte, il controllo democratico delle attività di governo sono essenziali per fare gli interessi generali di un paese e per ridare credibilità e senso alla politica, fiducia al distinto e comune operare.

Condivido, la necessità di pensare in grande e di agire, qui ed ora, per cambiare in meglio la vita dei giovani, delle donne, dei poveri (che crescono vertiginosamente nel nostro paese e in Europa) e degli anziani, per affrontare il dramma della disoccupazione e risolvere la questione dei cosiddetti esodati, per non ripetere le tragedie dei naufragi dei migranti, cittadini del mondo, il cui destino e strettamente legato al nostro (al tempo della globalizzazione).
Ha ragione Cuperlo: sono le ingiustizie e le contraddizioni di questo mondo, le "nostre" guerre e le "nostre" indifferenze a provocare la lesione continua della dignità delle persone (a partire da quelle del sud del mondo che, come fecero gli italiani nel secolo scorso, cercano riscatto e diritti negati in patria). 

Vale anche per i detenuti. Persone che si trovano ingiustamente in carcere per leggi sbagliate (che magari non prevedono processi per la detenzione), oppure, per gravi errori commessi e che vanno recuperati alla vita civile, attraverso un giusto periodo di reclusione (che, contrariamente a quanto avviene per responsabilità politica, debbono scontare in condizioni umane).

Non parliamo di cose di poco conto. 

E dunque, Gianni Cuperlo e compagni, mi interessano. Con loro vorrei discutere e approfondire.
Capire perché, da tempo, non sosteniamo (quasi mai) le stesse battaglie, non frequentiamo le stesse piazze, non abbiamo (di fatto) occasioni di incontro e, sopratutto, ci dividiamo sulle politiche di governo, sugli alleati: di ieri, di oggi e di domani, quelli da privilegiare e coltivare per costruire un mondo più giusto e libero o, come dice Cuperlo, per realizzare "una rivoluzione che assicuri dignità alle persone".

Al candidato alla segreteria del PD vorrei però rivolgere (o venissero rivolte) alcune domande e/o obiezioni (di sostanza) che, nell'intervista a Che tempo che fa, Fabio Fazio non ha fatto, limitandosi (come spesso gli capita) ad accompagnare il discorso preparato dall'interessante ospite.
1. Con quali politiche pensa di cambiare l'Italia, l'Europa ed il mondo?
Da tempo è chiaro che con i vincoli economici e finanziari dettati fin qui dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Centrale Europea e dalla Commissione Europea si determinano solo recessione, depressione e progressivo impoverimento. Il PD vuole procedere entro il cammino di conservazione indicato dalle classi dominanti (sempre più oligarchie e caste chiuse nei "palazzi", ostili alla democrazia ed alla partecipazione dei popoli) o indicare e praticare alternative mature e mai coerentemente perseguite: un'altro sviluppo, equilibrato e sostenibile a livello planetario, in armonia con l'ambiente, rispettoso delle risorse umane e materiali, capace di suddividere più equamente ricchezze, lavoro, conoscenze e di promuovere cultura, cooperazione, solidarietà, produzioni socialmente utili, pacifiche ed ecologiche? Sono impressionanti il vuoto e la subalternità con cui il PD affronta grandi questioni nazionali: le strategie industriali in settori fondamentali quali (ad esempio) l'acciaio, le armi, i trasporti, le telecomunicazioni; le politiche finanziarie, creditizie e delle banche; la tutela e la cura del territorio e del patrimonio naturale ed artistico.
2. Qual'è il soggetto culturale e politico di ricerca, elabrazione ed iniziativa internazionale in cui il PD vuole operare per dare consistenza e forza realizzativa alle sue politiche?
E' l'ambito (molto confuso, abbastanza ambiguo, quasi immobile) dei Socialisti Europei? Che iniziative si intende assumere nel momento in cui la SPD pare concordare in Germania, con CDU - CSU, per "vincoli e regole di rigore e di austerità ancora più duri e rigidi, soprattutto per i paesi mediterranei dell'eurozona"? E il PS francese di Hollande sviluppa politiche neocoloniali verso molti paesi africani e pratica espulsioni di ragazzi rom dalle scuole publiche?
3. La scelta dei Governi PD - PdL - piccolo grande Centro, avviata con Monti e proseguita con LettAlfano che prospettive ha?
Si è davvero "chiuso un ventennio", come dice (il sempre prudente) Presidente del Consiglio, e cosa di nuovo si è realmente aperto dopo la "giornata storica" della seconda fiducia? Questo "Governo non ha più scadenze" come sostengono Giorgio Napolitano ed Enrico Letta?
Alla luce dell'esperienza dei primi 6 mesi, cosa possono davvero progettare e fare insieme questi partiti,  per il bene del paese e dei soggetti di cui il PD vuole rappresentare bisogni ed aspirazioni?
Riforme istituzionali utili e strategiche possono essere concordate con una forza determinante della maggioranza che chiede "agibilità politica" per Silvio Berlusconi, condannato e interdetto in via definitiva "da una Magistratura che complotta e perseguita" - dicono i Ministri del PdL - il Capo unico ed assoluto del Centrodestra?
Misure economiche e sociali possono essere utili a risanare il bilancio pubblico ed il deficit dello Stato e possono andare incontro agli strati sociali in sofferenza se i rappresentanti di PdL e/o Forza Italia si ergono a "sentinelle contro le tasse" e a difesa delle posizioni e dei prvilegi acquisiti?
4. Non ritiene, Gianni Cuperlo, che il perdurare di questa alleanza innaturale e illegittima (perchè contro la volontà degli elettori) determini crescenti incomprensioni, tensioni e divisioni tra i potenziali protagonisti di un nuovo blocco sociale e politico per il cambiamento che il voto di febbraio aveva evidenziato e sollecitato (con gli oltre 6 milioni di consensi in meno a Berlusconi ed il successo del Movimento 5 Stelle) e che, a livello sociale, continua a vivere nei movimenti in atto (da quelli per il lavoro, la sicurezza e l'ambiente, a quelli per i Beni Comuni, a La via Maestra, ai movimenti per la casa, per la difesa del territorio e della sovranità nazionale)? Con rischi gravi per la rappresentatività e la credibilità delle istituzioni, per altro già messe ad adura prova per l'estendersi in tutto il paese di fatti gravi di intreccio affaristico tra politica, imprese (a volte) criminalità, che interessano anche esponenti nazionali e locali del PD (da Filippo Penati, a Ottaviano Del Turco, a Maria Rita Lorenzetti).
5. Non si pone, oggi, ancor più all'ordine del giorno la "questione morale" come grande questione politica e democratica, intimamente legata alle ingiustizie sociali ed alle scelte economiche e produttive?
Molti nodi irrisolti ed apparentemente inestricabili dell'ILVA, di Telecom, di Alitalia, di Finmeccanica, del TAV, di MPS o di Fonsai, pure nelle notevoli diversità, come per altro verso la gestione delle emergenze dei terremoti e di "grandi eventi" (affidati in passato alla Protezione civile, nel silenzio generale) non ci riconducono, tutti, alla necessità di superare un articolato e pervasivo sistema di potere che è penetrato in ogni realtà territoriale e imprnditoriale ed è oramai incapace di offrire soluzioni e prospettive per il presente e per le generazioni future? 
Nel corso dell'intervista tanti erano i possibili agganci.
Dagli emendamenti che il PD deve proporre per "fare di più" (come dice Cuperlo) sulla "Legge di stabilità" presentata del Governo, che altrimenti verrà vissuta come "Legge di immobilità"; ai provvedimenti urgenti per evitare di ripetere tragedie come quella di Lampedusa, senza limitarsi a chiedere la pure giusta "giornata della memoria" in ricordo delle vittime (come sollecita il candidato alla segreteria PD) e senza assistere passivamente e con impotenza ad una risposta puramente militare (il rafforzamento di Frontex) ad una questione essenzialmente umanitaria, di cooperazione e di solidarietà internazionale.

Peccato che il conduttore dell'intervista all'on. Cuperlo non abbia contribuito a soddisfare queste (solo mie?) curiosità politiche.
Lo avesse fatto, avrebbe anche contribuito a farmi apprezzare il servizio pubblico televisivo ed anche a valutare meglio l'effettivo grado di strumentalità della polemica dell'ossessivo capogruppo del PdL o Forza Italia, Renato Brunetta, sul valore del contratto tra Fabio Fazio e la RAI.
O, almeno, sul suo rapporto con la politica ed il potere.