domenica 21 luglio 2013

Bologna ieri, oggi e domani ...


1. Bologna e l'Emilia Romagna continuano a respirare mal aria. Lo dice un recentissimo rapporto delle autorità competenti. Sono sempre troppo alte le polveri (sottili), il monossido di carbonio ed il biossido di azoto, con i loro 
effetti cancerogeni sulla salute dei cittadini. 
Oltre al danno rischiamo la beffa. 
L'incapacità di praticare (negli anni) politiche di governo per ridurre significativamente l'inquinamento, può portare l'Europa a fare scattare una infrazione per "eccesso di smog".
2. Pochi giorni fa sono state inaugurate due nuove stazioni ferroviarie. 

Quella sotterranea, Bologna Centrale, per i Treni ad Alta Velocità, e quella su via Emilia Levante, Mazzini, per il Servizio Ferroviario Metropolitano.
A quindici anni di distanza dagli impegni istituzionali assunti  in occasione del referendum sul Progetto Boffil (1998) questi due fatti, sono la (triste) conferma del fallimento della capacità progettuale e di realizzazione di Amministrazioni e Governi (e Partiti) che si sono succeduti negli ultimi decenni a livello locale, regionale e nazionale.
Negli anni 80, a Bologna, di fronte all'emergere di una nuova cultura e coscienza ecologista, matura un preciso indirizzo politico e culturale. 
Diffuso, come dimostra il referendum cittadino del 1984. Opera per l'incontro di uno schieramento sociale innovatore e propone un progetto di grande cambiamento della organizzazione della vita delle persone, dell'industria e dello sviluppo nazionale. Nel segno del lavoro e dell'ambiente, della conversione ecologica della economia e della città.
Asse strategico è la "cura del ferro" (più trasporto pubblico, in particolare su ferrovia) contro la congestione, lo stress e l'inquinamento da traffico privato.
Con il procedere del confronto (e degli anni) l'impegno delle istituzioni (sempre condizionato da interessi di importanti settori del mondo economico, imprenditoriale e finanziario) si evolve e si modifica.
Negli anni 90 si giunge ad una (discussa) sintesi che impegna le istituzioni: Treni ad Alta Velocità per i collegamenti rapidi con le grandi città del nord, del centro e del sud; Servizio Ferroviario Metropolitano per le distanze brevi e medie, con cadenza ogni 15 minuti per i pendolari; Alta Capacità per dare maggiori servizi ed opportunità al trasporto delle merci su ferrovia; una nuova grande stazione e la valorizzazione urbanistica delle aree ferroviarie limitrofe. Un importante e discusso progetto viene (commissionato e) presentato dall'architetto Boffil.
A chi obietta che si tratta di un mega progetto costoso e contraddittorio, che somma interessi diversi ed anche contrapposti e che occorre definire con maggiore chiarezza le priorità, non si da ascolto. 
Così, a vent'anni di distanza, la verifica è impietosa.
Unico progetto realizzato quello TAV: nella nuova Stazione Centrale, realizzata con i soliti ritardi, con costi ben superiori a quelli di progetto e con danni ambientali seri e continui, arrivano e partono treni rapidi delle Ferrovie dello Stato e di un potente consorzio privato. In due ore si va da Bologna a Roma. Lo stesso tempo di un Bologna - Cesenatico.
Del SFM solo qualche primo piccolo passo. Ma pochi interventi strutturali (dei molti annunciati) ed i treni hanno ancora cadenza oraria. I mezzi sono vecchi, con problemi di ogni tipo.
Le merci (in forte riduzione) continuano (sempre più) a viaggiare su gomma e su enormi TIR internazionali.
Altri progetti urbani su cui si sono investite risorse sono stati abbandonati: prima la metropolitana, poi il Civis. 
Il Peaple Mover (un sistema collettivo di mobilità su rotaia sopraelevata) che dovrebbe collegare Stazione Centrale ed Aeroporto (nonostante il facile collegamento ferroviario!) appare impantanato, tra mancanza di risorse ed indagini giudiziarie.
Intanto, Tper (l'azienda dei trasporti pubblici, già ATC) annuncia tagli e/o rincari delle tariffe per gli utenti ... e la Regione Emilia Romagna vorrebbe privatizzarla.
Dalla mobilità (insostenibile) al territorio ed alla qualità della vita.
Il referendum cittadino per liberare progressivamente il centro storico e Bologna dal traffico automobilistico privato risale (come detto) al 1984.
Di quella volontà popolare (oltre il 70% di bolognesi sostenne la scelta ecologica), troviamo, oggi, la pedonalizzazione, nei fine settimana, delle vie Rizzoli, Indipendenza ed Ugo Bassi e quella di alcune piazzette e strade minori.
Così, invece di competere con le più avanzate città europee, siamo tra le tante italiane, incapaci di fare scuola e tendenza.
La Programmazione urbanistica degli anni 80 prevedeva verde, recupero di aree interstiziali e nuove edificazioni.
Hanno prevalso di gran lunga il mattone, il cemento armato, il ferro ed il vetro. Ben oltre le previsioni fatte nello stesso PRG discusso ed approvato in quel combattuto decennio. Varianti e nuove delibere sono state concesse ai 
costruttori ed ai grandi proprietari.
Al contrario, 'importante ed innovativo progetto di fascia boccata (oltre 210 ettari) che doveva correre lungo tutto l'asse tangenziale-autostrada ed il cui primo lotto venne realizzato nel quartiere Navile (il parco Chico Mendes, tra via Arcoveggio ed il canale Navile, per 2,6 ettari) nel 1989. È al palo. 
In 24 anni è stato realizzato un solo ulteriore intervento nel quartiere San Donato, frutto della tenace mobilitazione dei cittadini di San Donnino. 
Ecco il contrasto tra Grandi (e partecipati) Progetti e concrete realizzazioni (per pochi).
Stanno anche qui le ragioni di un processo di decadimento della città, del suo fascino e della sua immagine in Europa e nel mondo. 
Non ne usciremo, certo, indicando un lungo elenco di nuovi progetti per un'area metropolitana il cui futuro appare, quanto mai, avvolto nelle nebbie e in un contesto generale di mancanza di risorse. 
Né, tantomeno, schierandoci (come pare chiedere Virginio Merola) con la cordata giusta e vincente (Matteo Renzi anziché Gianni Cuperlo o Goffredo Bettini?). Questo al massimo potrà consentire una nuova candidatura a Sindaco.
Forse è tempo di riprendere argomenti più consistenti, strategici, che interessano la vita dei bolognesi ed il comune futuro, che indichino le priorità su cui investire tutte le nostre risorse, per migliorare la vita dei cittadini ed essere all'altezza dell'Europa più avanzata.

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