Fin troppo evidente è risultato il contrasto con gli interventi assai più "complessi", verbosi e privi di dati verificabili di Raffaele Laudani e Francesco Evangelisti. L'Assessore con "un passato di filosofo" (sotto la sua intervista su Repubblica) indica quattro "sfide": sostenibilità (1), abitabilità (2), conoscenza (3), governo delle trasformazioni urbane (4). E l'attuale primo dirigente del Settore Urbanistica del Comune di Bologna articola. Ma entrambi non espongono, né indicano numeri, fatti, obiettivi specifici e misurabili. Numerosi i riferimenti al lavoro già svolto con associazioni economiche e di categoria, con gli ordini professionali interessati: di cui "abbiamo recepito varie sollecitazioni". Esplicita anche la disponibilità ad accogliere ulteriori suggerimenti, ad esempio per assicurare nuovi parcheggi auto.
Silenzio assoluto, invece, sui conflitti aperti con associazioni e movimenti ecologisti, comitati di cittadini auto-organizzati in diversi quartieri per modificare scelte amministrative che contraddicono la sfida della "neutralità climatica al 2030". Anche se questi dovrebbero essere argomenti ed interlocutori privilegiati (almeno per una Amministrazione che ha dichiarato da tempo "lo stato di emergenza climatica" e che ha lanciato il Climate City Contract). Lo hanno ricordato nel dibattito alcuni puntuali interventi. Ma le repliche sono rimaste su un piano generale, senza le esplicite priorità che possono caratterizzare e qualificare - qui ed ora - almeno un proposito credibile (se non un vero e proprio Progetto) di conversione ecologica e di giustizia sociale.
Per questi Amministratori pare scontato che tanto i più consistenti "investimenti" quanto quelli meno onerosi debbano comportare più asfalto, più cemento, più consumo di suolo. Per poi dover aggiungere la rituale promessa di "compensare" e/o "mitigare" i danni arrecati.
Insomma, tutt'altro approccio culturale e politico rispetto a quello dell'intellettuale, politico e Ministro Joan Subirats e dell'Amministrazione della Capitale francese.
E del resto l'Agenda degli Assessori PD (e di questo Centrosinistra) non è sostanzialmente cambiata nel corso del tempo. Le esperienze maturate nei mesi del Covid, della guerra d'Ucraina e delle sanzioni economiche ad Oriente, delle frane e delle alluvioni, della crisi produttiva di importanti industrie locali non hanno indotto riflessioni adeguate e sostanziali novità negli investimenti da fare. Tutt'altro!
Resta il Passante di Mezzo, con 4 - 6 nuove corsie di asfalto che si dovrebbero affiancare alle 12 attualmente esistenti. Ed è chiaro che quest'opera (costosa come nessuna altra nel territorio bolognese!) oltre ad alimentare la mobilità privata e i traffici su gomma più inquinanti, estenderebbe di molto l'asfalto e la ulteriore impermeabilizzazione del suolo urbano.
Né può sfuggire che la spasmodica volontà di realizzarla ha avviato "i lavori propedeutici" del cosiddetto "lotto 0" fin dai primi mesi del 2023: così una trentina di aree verdi, parchi storici e giardini pubblici prospicienti l'attuale Asse A14 - Tangenziale sono stati chiusi, con centinaia di alberi ad alto fusto abbattuti ... Questo insano ed irresponsabile sacrificio del patrimonio naturale della Città nella testa di ASPI e Amministratori potrà garantire i lavori di costruzione della nuova infrastruttura dall'esterno, cioè "senza mai compromettere la circolazione di auto e TIR". E questo, si noti bene, ancora in assenza del Progetto Esecutivo dell'opera (fermo al Ministero competente!); senza aver compiuto alcuna Valutazione di Impatto Sanitario; in presenza di un ricorso al TAR (presentato nel 2018) sulla Valutazione di Impatto Ambientale (originale) su cui i Giudici competenti si pronunceranno solo il 25 gennaio 2024 (a VIA scaduta e su cui ASPI chiede una proroga, pur sapendo che molte delle previsioni iniziali fatte erano sballate e sono già ora smentite: a partire dal rinnovo del parco auto nazionale, che si è dimostrato nei fatti molto più lento di quello sottoposto a Valutazione).
Restano gli impianti di distribuzione di carburanti fossili ed il moltiplicarsi di nuovi centri commerciali e di supermercati. Per costruire i quali, terreni agricoli e suolo vergine continuano ad essere compromessi in tutti i Quartieri.
Restano aree interstiziali e verdi convertite ad uso terziario e residenziale. E quasi sempre, per accrescere la redditività di proprietari e costruttori, svettano palazzoni e "Torri". Case per redditi medio - alti, mai per ceti popolari. E sempre in contraddizione con i dati demografici della Città e con la presenza di edifici ed alloggi sfitti.
Poi, inquieta la nuova tendenza di Amministratori e dirigenti comunali a sacrificare suolo ed a tagliare piante di alto fusto per soddisfare il bisogno di servizi essenziali e di opere socialmente ed ecologicamente utili. Contrapponendo sistematicamente diritti fondamentali dei cittadini.
I riferimenti sono precisi.
Per riorganizzare la sanità pubblica ed avviare nuovi moderni reparti ospedalieri anziché ristrutturare edifici dismessi e/o destinati ad essere messi in vendita si occupano, all'interno delle aree di proprietà, spazi vergini e si abbattono "per giusta causa" alberi storici.
Analogamente si pensa di procedere "per ammodernare e rendere sicure ed efficienti nuove scuole in sostituzione di plessi costruiti negli anni '70". Anche se molti insegnanti, genitori e cittadini contestano "la pianificazione cittadina proposta e le priorità di intervento indicate". Soprattutto in considerazione del vuoto di dati, analisi, tendenze e bilanci lungimiranti. Il fatto è che a troppi Amministratori e tecnici edificare su terreni vergini appare più facile e meno oneroso rispetto a ristrutturazioni, adeguamento e recupero di immobili ancora più vecchi e/o dimessi. Purtroppo, a Bologna come altrove, si procede in base ai fondi momentaneamente disponibili ed ai tempi imposti dalle diverse normative. Non avvalendosi di Bilanci economici ed ecologici complessivi, strutturati e rigorosi, che includano - come è necessario - tutti i cespiti e le voci da considerare affinché le scelte pubbliche tutelino al massimo le comunità, la natura e la biodiversità.
Stesse considerazioni valgono in merito alla costruzione di nuovi percorsi ciclabili: da mesi si lavora per la nuova Carlo Piazzi, a fianco di quella che al Fossolo attraversa parchi e giardini. Nessuno può e vuole negare la maggiore sicurezza che si garantisce a tutti potendo distinguere piste per le due ruote da percorsi per pedoni. Ovvio. Resta il fatto che sicuramente altre sono le priorità in una Città dove molte ciclabili restano indicate solo da strisce bianche o verniciature rosse sull'asfalto delle corsie dove corrono auto e bus o sui marciapiedi che presentano ostacoli fissi assai pericolosi come i pali segnaletici o della luce.
Anche le linee ed i progetti esecutivi del tram meritano una ben più adeguata riflessione e motivazione: è innegabile che quelle per cui si sono aperti i cantieri propongono tratte, capolinea e passaggi più che discutibili. E di fronte ai Progetti Esecutivi si accrescono domande e critiche. Si è partiti da una "visione eco-compatibile complessiva" e da una adeguata interconnessione dei sistemi di trasporto pubblico? In primo luogo c'è armonia ed interscambio con le ferrovie ed il SFM ancora da realizzare? In che misura si è contenuto il consumo di suolo? Come sono stati studiati i percorsi rispetto al patrimonio naturale e storico esistente? Come sono stati salvaguardati e valorizzati "luoghi della memoria collettiva" e della vita delle comunità? Dal capolinea di Borgo Panigale al cuore della Bolognina, la questione appare assai attuale.
Almeno Spagna e Francia hanno soggetti politici che ricercano soluzioni alla crisi in direzione ecologica e pacifica. In Italia tutto è più impalugato, confuso.
RispondiEliminaR.
Cosa cambia il passaggio del parco Nord dal Comune alla Fiera ? Non è proprio lì che si sarebbero dovuti piantare gli alberi in compensazione del nuovo Passante di Bologna ? Non penso che una società che progetta la quotazione in una Borsa per investitori professionisti si orienti a coltivare piante......
RispondiEliminaBiBi
Vedo in giro troppa ideologia. Anche verde. Ad esempio sul tram. Il tram va comunque bene? A prescindere?
RispondiEliminaWM
Tra la narrazione paradisiaca degli amministratori e l'amara realtà riscontrata da chi fa attenzione all'ambiente, al cambiamento climatico ecc., c'è di mezzo il bolognese medio: tranquillamente addormentato o mestamente rassegnato che lascia passare tutto e accetta tutto. Per adesso. A cosa ci porteranno questa mala gestione e questa acefala modalità di "cittadinanza" lo vedremo alle prossime amministrative, probabilmente. Tutti questi soggetti potrebbero e dovrebbero fare meglio. Daniela
RispondiEliminaDalla amministrazione Lepore Clancy al termine dei 5 anni mi aspetterei meno cemento e più alberi. L'opposto sarebbe rovinoso anche se allo stato probabile.
RispondiEliminaCarlo