Gli "studi" proposti da ASPI erano basati su una progressiva elettrificazione del parco auto, invece ... |
La situazione del parco auto in Italia non è elettrizzante. Secondo l’ultimo Rapporto mensile sull’andamento del mercato italiano delle autovetture, «a febbraio 2022, l’Italia, è il mercato con la minor quota di autovetture ricaricabili nei 5 major markets,
mentre in Regno Unito la loro quota sfiora il 26% del totale. Il Regno Unito è anche il mercato con la più bassa quota di autovetture diesel, al 6,6%, mentre l’Italia è il paese con la quota più alta di auto ibride non ricaricabili, al 33,9%». Sono dati diffusi da Anfia (l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica) e danno conto di un ritardo significativo rispetto agli altri paesi europei, Germania, Francia, Spagna e appunto Regno Unito. Le auto ricaricabili – Plug In Hybrid e Battery Electric Vehicle – sono una su quattro di quelle vendute in Germania e una su cinque in Francia, mentre in Italia la quota è sotto il dieci per cento.La situazione non è destinata a cambiare nel prossimo triennio, dato che il Governo ha annunciato un nuovo piano di incentivi da 650 milioni di euro per il 2022, il 2023 e il 2024 che continuerà ad «incentivare ancora l’acquisto di motori a combustione» come sottolinea Transport & Environment (T&E), un’organizzazione no-profit e politicamente indipendente con sede a Bruxelles e che rappresenta 63 organizzazioni di 26 Paesi in tutta Europa. T&E chiede al Governo e in particolare a Giancarlo Giorgetti, titolare del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) di «abbandonare il piano di dare soldi agli automobilisti per comprare veicoli inquinanti e di offrire invece sostegno esclusivamente alle auto completamente elettriche, al fine di accelerare le economie di scala per il raggiungimento della parità di costo tra elettriche e auto a motore».
Le prime indicazioni arrivate dal Ministero dello Sviluppo Economico dicono che il decreto sarà firmato in queste ore (e verrà successivamente inviato alla Corte dei Conti per la registrazione) e prevede incentivi fino a 5 mila euro per acquistare un auto elettrica (spendendo fino a 35 mila euro), fino a 4 mila euro per l’acquisto di auto ibride ricaricabili (spendendo fino a 40 mila euro), fino a 2mila euro per l’acquisto alimentate a benzina, diesel o a metano e alle auto ibride non ricaricabili, quelle che hanno anche un motore a scoppio (spendendo fino a 30 mila euro). Dei 650 milioni stanziati, insomma, meno del 40 per cento vanno alle auto a zero emissioni, mentre in tre anni gli automobilisti che continueranno a guidare (nuove) auto alimentate da combustibili fossili ricevono 440 milioni di euro.
Per Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di Transport & Environment, «in un momento in cui i prezzi dei carburanti raggiungono il massimo storico, il Governo vuole continuare a pompare denaro pubblico nelle auto fossili. Non è bastato il miliardo di euro stanziato per calmierare i prezzi folli di diesel e benzina per il solo mese di aprile. E’ urgente accelerare l’indipendenza energetica, spostando la domanda verso auto più efficienti e prive di combustibili fossili. Invece il Governo incoraggia gli automobilisti ad acquistare tecnologie obsolete ed inquinanti, che non faranno altro che continuare ad esporre i cittadini alla volatilità dei prezzi del greggio, oltre a finanziare la guerra di Putin in corso».
Scrive T&E, inoltre, che se l'incentivazione di nuovi veicoli elettrici resta limitata a quei veicoli che presentano un prezzo d’acquisto di 35.000 euro, la decisione del governo di fissare un tetto di prezzo più alto per i veicoli ibridi plug-in incentiverà gli automobilisti a comprare auto con emissioni più elevate. Ricerche di T&E hanno dimostrano che quando non vengono caricati, gli ibridi inquinano più dei motori tradizionali. «Questo piano favorisce chiaramente le tecnologie inquinanti, mentre la maggior parte dei modelli di veicoli completamente elettrici viene esclusa dagli incentivi. Il sostegno del Governo all’elettrificazione delle auto aziendali, sarebbe stata una facile vittoria per il clima, ma la proposta del ministro Enrico Giovannini in tal senso è stata abbandonata» sottolinea Aneris. La discussione intorno al «decreto incentivi 2022» oltre a Giorgetti e al Mise ha coinvolto infatti anche il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, quello dell’Economia e quello della Transizione ecologica.
Giovannini aveva proposto di indirizzare gli incentivi alle auto aziendali per l’acquisto di veicoli elettrici a batteria al posto dei motori a combustione, ma la proposta non è passata. Le politiche fiscali a favore dell’elettrificazione delle flotte rappresenterebbero anche una delle misure più efficaci per accelerare il passaggio a nuovi veicoli elettrici (in Italia quattro auto su dieci non sono acquistate da privati), in quanto grazie al rapido ricambio della flotta si potrebbe creare nell’arco di 3 o 4 anni un mercato di seconda mano dell’auto elettrica, rendendo questa opzione più accessibile ad una platea più ampia di automobilisti. Secondo l’analisi How Russian oil flows to Europe, presentato a marzo 2022, il 13% del petrolio acquistato dagli automobilisti italiani viene dalla Russia, e premia Putin con 4,2 miliardi di euro all’anno.
In attesa dei nuovi incentivi, intanto, nel nostro paese sono crollate le immatricolazioni di auto elettriche: a marzo 2022 le vendite delle ricaricabili (somma di Bev, elettriche pure, e Phev, veicoli ibridi plug-in) si sono fermate a 10.537 unità, a fronte delle 15.065 vendute a marzo dello scorso anno, segnando un meno 30%. I dati sono stati diffusi da Motus-E, l’associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica. In particolare, le auto elettriche a zero emissioni sono scese del -38,78% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, registrando un totale di 4.487 unità. «Se le voci sulla nuova struttura degli incentivi saranno confermate, si rafforzeranno gli incentivi sulle Plug-in e si indeboliranno quelli sulle auto elettriche pure» commenta Motus-E.
In Italia, in ogni caso, l'auto elettrica più venduta nel primo trimestre del 2022 è la Fiat 500E. Il mercato
italiano è sempre in mano a Stellantis: la holding nata nel 2021 dalla fusione tra i gruppi Psa e Fiat Chrysler Automobiles sorride comunque, anche con l’auto elettrica.
Luca Martinelli, l'Extra Terrestre, 7 aprile 2022
Accostamento felice. Opportuno.
RispondiEliminaNelle elaborazioni di Autostrade Spa fatte proprie da Comune e Regione c'era una previsione di flussi e di inquinamento. Basato su ipotesi di transizione ecologica e stime di inflazione e di potere d'acquisto degli italiani. Purtroppo i fatti internazionali e nazionali hanno cambiato queste dinamiche.
1. La guerra, le sanzioni, i decreti del governo Draghi rallentano già l'elettrificazione prevista da Tomasi e tecnici. Trascineremo i tempi di ricambio del parco mezzi tradizionale: motori a petrolio e gas sono incentivati. Ancora, come dice Luca Martinelli.
2. L'inflazione, i prezzi in crescita, soprattutto per i ceti medi, bassi, bassissimi. Con la conseguenza che mancano le risorse personali / familiari / aziendali per agire ed acquistare le "nuove" tecnologie. Conclusione: mantenimento di mezzi datati, vecchi, oppure rinuncia ai mezzi. In quest'ultimo caso le conseguenze saranno di ridurre i flussi.
Ecco perché condivido il fatto che si impone l'esigenza di rivedere le scelte fatte in origine.
Insomma il complesso delle novità non può farci rimanere al "come" realizzare il Passante, ma deve riguardare nuovamente il "se" o volendo il "perché", il "serve"? Per "chi" e "al posto di cosa". I.6 miliardi non li mette direttamente il Comune (o la Regione o il Ministero) ma lo pagheremo ugualmente noi (con i pedaggi o i ricarichi conseguenti al trasporto merci).
Ciao!
Scusate ma Aspi è la Spa inquisita per il crollo di Ponte Morandi a Genova?
RispondiEliminaSic
Tutto a posto, Aspi e Spea hanno patteggiato. Patteggiamento accolto, 30 milioni e sono fuori dal processo.
EliminaRyan
https://www.google.com/amp/s/www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/07/ponte-morandi-rinviati-a-giudizio-tutti-e-59-gli-imputati-accolto-il-patteggiamento-di-aspi-e-spea-escono-dal-processo-pagando-30-milioni/6551641/amp/
....e poi SPEA è stata liquidata e sostituita da TECNE (sempre del gruppo ATLANTIS)
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