Continui la mobilitazione per il cessate il fuoco e il ritiro dell'esercito russo, per la pace e il disarmo |
In quale direzione vogliamo muoverci per fronteggiare la guerra? In Occidente e in Europa c'è una tesi che va forte: "E' finita l'era della pace. Servono centinaia di miliardi per armi ed eserciti". Lo dice, oggi, il Premier polacco, Mateusz Morawiecki (intervista al Corriere della Sera). Di "svolta epocale" parla anche il neo Cancelliere tedesco, il socialdemocratico Olaf Scholz, intenzionato ad "investire in armamenti 100 miliardi, abbattendo per la prima volta il 2% del Bilancio dello Stato" tedesco.
Ed Enrico Letta ha scritto di volere sostenere l'Ucraina con un "aiuto militare concreto".
Ma pure nelle discussioni in piazza Maggiore a Bologna, venerdì sera, tra i partecipanti alla iniziativa del Portico della Pace donne ucraine, conosciute ed amiche, sostenevano "non chiediamo soldi, ma armi per combattere per la nostra terra". Dunque, nessuna sottovalutazione. Anzi, discutiamo.
Perché appaiono decisamente più convincenti le analisi e gli argomenti sostenuti da altri importanti interlocutori.
Ad esempio, lo scrittore americano Ian Bremmer sostiene che ci troviamo di fronte a "una minaccia seria di rischio nucleare, come a Cuba nel 1962". E continua: "di certo Putin non sembra più avere la capacità di analisi di un tempo". E cita due errori del Presidente russo: "la sottovalutazione della compattezza dell'Occidente e dell'efficacia delle sanzioni" e "la resistenza degli ucraini". Ma ora va "lasciata aperta un'uscita di sicurezza: qualcosa che possa consentirgli di fare un passo indietro senza perdere la faccia". Ora "lui sa di essere il bersaglio ed è pronto a giocare anche carte estreme. Ha la forza militare di chiudere la partita, ma dovrebbe fare un massacro a Kiev e nelle altre città: decine di migliaia di civili morti. E dopo sarebbe davvero impossibile negoziare. Sarebbe come avere usato l'arma nucleare. Rischiamo di finire in una strada senza ritorno". Insomma: "serve una via di fuga dall'escalation" della guerra.
Anche il Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, in una intervista ai maggiori quotidiani nazionali dice che "il mondo non può permettersi un'escalation". Ed anche "il ritorno ad una nuova guerra fredda con due blocchi contrapposti è uno scenario inquietante. Và al contrario di quella cultura della fraternità che è l'unico cammino per costruire un mondo giusto, solidale, pacifico". In cui le minacce nucleari siano al bando, per la salvezza dell'umanità e della biodiversità che caratterizza il Pianeta Terra. Per questo la Santa Sede "rinnova l'invito" già fatto durante la recentissima visita all'Ambasciata Russa di Papa Francesco "a fermare i combattimenti e tornare al negoziato. Ancora una volta vediamo che occorrono la comunicazione e l'ascolto reciproci per conoscere a fondo e comprendere le ragioni altrui. Gli sviluppi degli ultimi anni ... non hanno fatto altro che alimentare la sordità reciproca portando al conflitto aperto. Le aspirazioni di ogni Paese e la loro legittimità devono essere oggetto di una riflessione comune, in un contesto più ampio e, soprattutto, tenendo conto delle scelte dei cittadini stessi e nel rispetto del diritto internazionale".
In questa prospettiva di "cessate il fuoco", di "de-escalation militare", di ritiro progressivo degli eserciti, di negoziato per rafforzare l'autonomia e la neutralità dei Paesi e la politica di coesistenza pacifica e di collaborazione per risolvere le crisi ovvero le grandi "emergenze" non sono ovviamente contemplati l'invio di armi ed eserciti ai Paesi in guerra. Fornire, ora, armi al popolo ucraino può divenire un aiuto al massacro.
E' piuttosto urgente offrire assistenza sanitaria e sociale alle vittime dell'aggressione militare all'Ucraina. Tutta Europa deve fornire immediata ospitalità ai profughi.
Valorizzare la politica Europea e gli investimenti per la conversione ecologica e pacifica dell'economia è la grande priorità: riducendo le armi in circolazione e in produzione, tagliando le spese militari, coordinando le forze armate dei diversi paesi interessati nella prospettiva di un Esercito Europeo al servizio di una politica di sicurezza comune, garanzia dei Diritti e dei Doveri universali delle comunità e di ogni persona. Abbiamo tutti bisogno di un'altra Europa, dall'Atlantico agli Urali. Con la mobilitazione da Lisbona a Mosca, da Bologna a Kharkiv, città Ucraina gemellata al capoluogo emiliano.
Come scrive il critico d'arte Tomaso Montanari "la guerra oltre ai corpi violenta i pensieri e le parole". Servono conoscenze, cultura e "la ribellione del linguaggio".
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Putin è uomo irresponsabile e inaffidabile ma di sistema. Parte dell"establishment, espressione di élite ristrette. Ma quanta propaganda qui da noi, in Europa. Lui è "uomo", ci fa male e paura. Il vantaggio è che lo si può abbattere, e lo abbatteremo. Fra qualche tempo. Agnello sacrificale. Intanto abbiamo messo in disparte paure invisibilill, non addomesticabili o controllabili: pandemie, smog, cambiamenti climatici. Quelli per sconfiggerli dovremmo cambiare il mondo, le culture prevalenti, paradigmi affermati, le classi dominanti.... Contro Putin, invece, possiamo combattere e vincere con gli strumenti di sempre: le "tecniche" della guerra. Quelle conosciute e aggiornate: militari, economiche, politiche, comunicative, tecnologiche.
RispondiEliminaLa guerra è la risposta dei poteri costituiti ai vari movimenti di liberazione che chiedono cambiamenti sociali e strutturali profondi, a occidente ed oriente. È il modo per affermare senza anto discutere un brusco accentramento dei poteri, la fine della politica, una stretta alla vita democratica e comunitaria. Tecnocrati for president.
Ciao!
Dunque hanno vinto le amiche Ucraine. Manderemo armi a Kiev. Tutti d'accordo in Italia compresa Giorgia Meloni.
RispondiEliminaVR
Armi letali Nato ad un esercito terzo e combattente contro una potenza militare nucleare come la Russia? Credo utile valutare bene cosa comporta e confesso che chi si avventura in questo vicolo cieco non mi pare affidabile.
EliminaBilli
Per interposta persona :
Mi viene spontaneo un cattivo e sicuramente errato retropensiero, assistendo, attonito, preoccupato ed indignato alla assurda guerra, che solo un folle poteva scatenare, ed alla altrettanto assurda ed errata, a mio parere, risposta del cosiddetto mondo libero, pare che il povero popolo Ucraino e l'Ucraina, siano il luogo dove le grandi potenze stiano misurando la loro forza, in una feroce guerra, che vede la Russia impegnata direttamente, e UE, USA e Cina stare alla finestra nella attesa della fine del tiranno.
Non c'è una logica diversa nel fornire armi ad un popolo destinato alla sconfitta, l'unica logica può essere solo il tentativo di demolire l'impero Russo e ridurlo a miti consigli, tutto sulla pelle degli Ucraini, l'alternativa sarebbe, e tutti lo sanno, un impegno diretto Nato, che signicherebbe terza guerra mondiale, che nessuno vuole, mi par di capire.
Per il bene della Ucraina e degli Ucraini la sola strada è la trattativa la mediazione, soffiare sulle braci, oggi, non può fare altro che alimentare l'incendio.
Lo dice Papa Francesco lo dicono le centinaia di migliaia di persone che manifestano in ogni parte del mondo, Russia compresa, per la pace.
La via intrapresa porta ad un bagno di sangue, su cui, poi, qualcuno banchetterà, gli unici veri sconfitti saranno gli Ucraini e i morti di ambo le parti.