lunedì 31 gennaio 2022

"Mattarella for president"! Ci salveranno i democristiani?


La splendida, allusiva, pungente vignetta di Maramotti su il Manifesto di ieri ... 


















Nel tempo in cui la polizia reprime a manganellate la rabbia degli studenti di alcune città d'Italia perché un loro compagno muore in una fabbrica di Udine mentre svolge il suo ultimo giorno di stage lavorativo per la scuola; un 16enne perde la vita, a Sassuolo di Modena, nello schianto contro un camion con lo scooter su cui corre verso casa per recuperare libri dimenticati e non subire rimproveri; due ragazzi pakistani di 7 e 8 anni muoiano a causa del fumo e delle fiamme per lo scoppio della bombola a gas che riscaldava la loro casa a Fabbrico di Reggio Emilia ... le classi dirigenti d'Europa e del Belpaese "festeggiano" la rielezione alla Presidenza della Repubblica dell'ottantenne Sergio Mattarella. "Il garante della stabilità" titola la Repubblica di Maurizio Molinari e della famiglia Agnelli.
La prima pagina di la Repubblica titola l'editoriale del Direttore, Molinari: "il garante della stabilità". E sotto, il commento di Stefano Folli: "ora serve un premier forte". Ma "forza" e "stabilità" per quale fine? Il giornale del Gruppo Exor e della famiglia Agnelli hanno idee precise ... Condivise? (30 gennaio 2022)










































E' l'epilogo "senza vincitori ne vinti" (parole di Enrico Letta) di una triste parabola che parte da lontano e raccoglie quanto le forze democratiche e progressiste hanno seminato nel corso degli ultimi decenni. 
Nulla si capirebbe se ci si limitasse a leggere e commentare la pur (molto) significativa prima pagina del "quotidiano comunista" il manifesto di sabato in cui, di fronte all'Opzione donna "annunciata dai leader di M5s e Lega" venerdì sera dopo l'incontro a tre con il Segretario del PD, la direttrice Norma Rangeri firma l'editoriale predittivo dal titolo "Mattarella for president" e conclude associandosi "al saggio" Enrico Letta che, di fronte alle "fanfare di Conte e Salvini" e di fronte alla impossibilità di poter realizzare l'obiettivo massimo ... , "ha mostrato di non avere bisogno degli occhiali per vedere la spinta forte, crescente e trasversale che arriva dal Parlamento a favore della riconferma del vecchio Presidente".  


Mentre ancora Salvini e Conte prospettano "l'Opzione donna", la Direttrice de il manifesto si pronuncia per "Mattarella for president" sottraendosi (come il CentroSinistra) alla sfida di Lega e M5S e associandosi allo spirito conservatore dei parlamentari preoccupati innanzitutto per la stabilità di un Governo e di un sistema "malati" ... (29 gennaio 2022)










































Si perché considerando l'evoluzione della vicenda politica poteva anche andare peggio
Ad esempio, con il passaggio diretto da Palazzo Chigi al Colle del 74enne Mario Draghi e l'avvio di una "Repubblica presidenziale" de facto sostenuta da importanti ambienti imprenditoriali, finanziari, editoriali e politici. Del resto è stato lo stesso Presidente del Consiglio ad auspicare questa soluzione (a dicembre) e a dare indicazioni politiche precise a partiti e parlamentari sul breve, medio e lungo termine. 
Oppure, con un "cambio" di Presidenza da un democristiano, siciliano, formatosi nelle "correnti" di sinistra di quel Partito del secolo scorso ad un altro democristiano, emiliano, cresciuto nelle correnti di destra e trasformiste della Balena Bianca, capace alle elezioni del 2018 di farsi eleggere senatore dal PD bolognese e sostenuto nella corsa al Quirinale di questa settimana da Matteo Renzi, nonché da un folto gruppo di "Centristi liberisti", da Silvio Berlusconi e da deputati PD bolognesi come Francesco Critelli ed Andrea De Maria.


La pagina di Carlino Bologna di sabato mattina (29 gennaio 2022) che riporta giudizi ed opzioni dei "grandi elettori" bolognesi del PD: pro Pierferdinando Casini ...  




























Ma questa è cronaca recente. Che registra solo i sottotitoli. 
Le cause principali, mai discusse ed indagate con la dovuta capacità critica ed autocritica, sono in una deriva storica della cultura politica democratica e di sinistra che risale alla rinuncia di una autonoma, realistica e convincente lettura delle ingiustizie sociali e dello sfruttamento insostenibile della natura del sistema capitalistico e finanziario dell'Occidente che, partendo dalla sconfitta delle esperienze dei regimi socialisti e autoritari dei partiti comunisti di Oriente, fosse / sia in grado di prospettare una profonda trasformazione sociale, ecologica e democratica dell'Italia, dell'Europa e del Pianeta.
Non sono certo parole d'ordine e messaggi politico - culturali come le "guerre umanitarie", il "Jobs Act come risposta allo sfruttamento del lavoro" o i "Passanti verdi" (preferendo, "simbolo della transizione ecologica") a motivare giovani e comunità di questo mondo "malato" ad un protagonismo responsabile. Nè era pensabile accrescere la "formazione" politica ed istituzionale di un movimento politico (altro che anti-politico come qualcuno ha a lungo sostenuto!) di massa come quello nato dai "V day" di Beppe Grillo che nel 2013 proponeva, al grido di "onestà, onestà", la candidatura di Stefano Rodotà a Presidente della Repubblica contrapporgli prima un ulteriore mandato del Presidente Giorgio Napolitano come espressione di un fronte bipartisan CentroSinistra - CentroDestra, poi un Governo Letta - Alfano, quindi Matteo Renzi Segretario - Presidente del Consiglio, con il Patto del Nazareno e il tentativo di "scassare" la Costituzione. Fallito per volontà popolare. E, dopo il voto partecipato del 2018 con il 32% a Di Maio e C., l'iniziale gran rifiuto verso una alleanza progettuale tutta da costruire tra M5S e CentroSinistra (all'epoca comunque maggioritaria sia alla Camera che al Senato) quindi l'opposizione a tutto campo contro il Conte 1. Salvo il repentino cambio di rotta, forzato dal senatore di Rignano, nella breve parentesi di Nicola Zingaretti Segretario PD - Presidente di Regione Lazio con il Governo (senza Progetto condiviso) Conte 2, pesantemente condizionato nelle prospettive e nelle scelte quotidiane da forze e culture neoliberiste, di conservazione sociale e di consolidamento dei vecchi rapporti di potere. Valgano come esempio le manifestazioni del fronte "Si alle grandi infrastrutture" inutili e dannose dalla nuova linea TAV Torino - Lione, al gasdotto Trans Adriatico Tipeline o al Passante di Bologna. Oppure il martellamento continuo, senza pause, alle Amministrazioni Raggi ed Appendino, in contemporanea al sistematico rifiuto di accordi locali sulla base di confronti veri, sintesi innovative e Progetti avanzati di trasformazione. L'arrogante autosufficienza del PD e del poco più ampio CentroSinistra nelle regioni considerate a più forte insediamento politico elettorale Democratico si sono così alternati ai rovesci elettorali in diverse Regioni dove la fragilissima "alleanza giallo - rosa" è risultata una mera sommatoria di partiti. 
Chiaro l'obiettivo: annullare l'anomalia insopportabile di una forza popolare, critica, radicale, "anti sistema" (che pure nella confusione e nelle innumerevoli contraddizioni il M5S ha rappresentato dopo il 2013) e tornare, quanto prima, alla vecchia alternanza, senza effettive alternative e trasformazioni sociali. 
E' stato così fino all'impatto duro con la pandemia e con l'arrivo delle ingenti risorse europee per fronteggiarla (Next Generation EU, tradotto nell'italiano PNRR). Un bottino troppo goloso per Confindustria e i comitati d'affari multinazionali e locali. Non lo si poteva lasciare nelle mani di giovani politici in formazione e considerati, almeno in parte, "inaffidabili" da lobby tradizionali e poteri costituiti. Ecco, dunque, il riemergere di professionisti dello "scasso", del trasformismo e delle alleanze ampie, amplissime, tendenzialmente onnicomprensive. Così alla prima tregua della pandemia, dopo il lockdown del 2020, la crisi della maggioranza M5S, PD, LeU e IV e l'imposizione della soluzione Mario Draghi. A stretto giro le dimissioni di Zingaretti, con le inascoltate denunce di "correntismo" e di "personalismi" e il rapidissimo ritorno "dall'esilio" di Enrico Letta, perfetto e discreto portavoce delle istanze del nuovo Capo del Governo di "tecnici" e politici indicato dal Presidente Mattarella.

Anni e mesi di "lezioni" in diretta di "cucina politica", di gestione del potere e delle Istituzioni. Un mix del peggio della "prima" e della "seconda" Repubblica. Per aspiranti nuovi ministri, manager, assessori e portaborse. Non pochi esponenti che avevano animato il "Vaffa" delle origini hanno mostrato capacità di apprendimento e di adeguamento alla "politica come amministrazione dell'esistente" ed "esercizio del sottogoverno": da Luigi Di Maio, Ministro mordi e fuggi in vari importanti Ministeri a Max Bugani, candidato Sindaco "alternativo" nel 2016 a Bologna, poi consigliere di opposizione in Consiglio e portavoce della Raggi a Roma, infine, sostenitore passivo della scalata di Matteo Lepore e suo silente Assessore.

Sull'esito del confronto politico per il rinnovo della Presidenza della Repubblica pesano (anche) tutti questi fatti e processi. 
Non è casuale il ritorno in questi giorni a Montecitorio e sulle TV pubbliche e private di democristiani di elevata cultura e no. Alla "Maratona" di Enrico Mentana è diventato ospite fisso Clemente Mastella, Ministro bipartisan e ora Sindaco "civico" di Benevento. Mentre l'andreottiano Paolo Cirino Pomicino si è alternato su ogni canale pubblico e privato. E a commentare il voto In Onda, da Concita de Gregorio e David Parenzo, ha fatto coppia con l'intramontabile Bruno Tabacci. Tutti attivi, nella stessa giornata, per Pierferdinando Casini Presidente e poi a festeggiare "la marcia indietro" e il ritorno di Sergio, in ragione della "stabilizzazione" del sistema e della "ripresa della crescita garantita dal Governo Draghi.

A completare la (giornata di) Restaurazione del nuovo - vecchio potere la nomina dell'83enne Giuliano Amato a Presidente della Corte Costituzionale. Molto più del vecchio socialista Presidente del Consiglio dei Ministri negli anni di Bettino Craxi e del Pentapartito DC, PSI, PSDI, PRI, PLI, finito per le inchieste e le condanne di Mani Pulite. Il Dottor Sottile ha sempre seguito le vicende politiche e di potere: rispettato e considerato; a lungo attivo Presidente della Fondazione ItalianiEuropei di Massimo D'Alema.

Fin qui, unica opposizione politica alla maggioranza Mattarella - Draghi quella dei Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Onore alla coerenza.

E tuttavia pare davvero necessaria la costruzione di una voce critica che recuperi - qui ed ora - il meglio della sinistra culturale e politica italiana di Antonio Gramsci e di Enrico Berlinguer; della cultura cattolica attuale di Papa Francesco e delle Encicliche di questo millennio, Lardato Sii in testa; della elaborazione scientifica e delle competenze progettuali degli intellettuali delle Università e dei Centri di Ricerca che pongono le questioni ecologiche e del clima in cima alle priorità di Governo degli Stati e del Pianeta; delle contestazioni studentesche e giovanili della Generazione di Greta, di Patrik Zaki, e dei compagni di Lorenzo Parelli.

Forse ancora una volta in Italia la scadenza della elezione del Presidente della Repubblica è occasione per l'avvio di una fase nuova della vita politica e culturale del Paese e della sua democrazia.
Forse ancora una volta c'è bisogno di pensieri globali e di azioni locali. Anche semplici, mirate, parziali. Per stimolare tutti. Gli attivisti coscienti e responsabili che operano nei partiti, dei sindacati, nelle associazioni, nei comitati, nelle comunità. 
Oggi più che mai, disturbiamo i manovratori! Con domande, proposte, iniziative.
Perché, prima o poi, una direzione di marcia più marcata sarà intrapresa (come suggerisce la vignetta di Maramotti).
Perché senza trasformazioni sociali profonde e radicali saremo tutti "vinti" e perdenti.


La locandina di Potere al Popolo promuove un incontro dibattito per giovedì 3 febbraio prossimo su "Una questione di Democrazia". A proposito della incredibile ed irrisolta composizione del Consiglio di Quartiere San Donato - San Vitale e di molto altro ancora ... a Bologna come in Italia.
Una prima occasione di confronto!












La pagina nazionale de il Resto del Carlino che riporta le botte della Polizia di Stato agli studenti che protestano per la morte sul lavoro di un coetaneo impegnato nell'ultimo giorno di "stage" ... (29 gennaio 2022)
Da tempo questo Governo non assicura un livello decente di ordine pubblico. Due episodi su tutti: i festeggiamenti per la vittoria agli Europei di calcio e l'assalto fascista alla sede nazionale della CGIL.
Tanto bla, bla, bla ... zero prevenzione e misure! Poi questa violenza ...























L'ennesimo incidente sulle strade emiliane nella cronaca de il Resto del Carlino (29 gennaio 2022)
Uno studente in moto muore contro un camion vicino a casa a Sassuolo ... Ancora e sempre gran parte della mobilità dei pendolari e delle merci avviene, necessariamente, su strade trafficate e insicure. Ma ancora si investono miliardi per perpetuare questo "modello" ... Quanto Progetti eco-compatibili?



Il Corriere di ieri parla di "locomotiva Emilia" in riferimento alla crescita economica delle produzioni e del PIL. Nel PD e nelle élite si "festeggia il bis" per l'elezione di Mattarella ed una concentrazione del potere che alle percentuali registrate nelle ultime elezioni non si era mai vista tra Comuni, Città Metropolitana, Regione, Governo e Organi dello Stato. (30 gennaio 2022)
Per quale fine delle comunità e della democrazia?











7 commenti:

  1. In effetti da tempo tutto girava attorno alla salita al Colle del Nonno a disposizione della Repubblica. Un disegno bloccato da Conte, Salvini e dai vecchi democristiani che non disprezzerei affatto in questo panorama politico in cui i tecnocrati sembrano trionfare. Nonostante procurino profitti solo ai potenti e precarietà a tutti gli altri.
    DG

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  2. Premesso che nel secolo scorso non volevamo morire democristiani, ora non vorrei neppure rimpiangerli, i democristiani. Ovvio aggiungere però che per uscire dalla situazione meglio occorre avere idee, fare proposte e battersi nella società e nelle istituzioni. Non vedo scorciatoie.
    M.

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  3. Mattarella 81, Draghi 75 e Amato 83.
    Arridateci la Fornero e Monti: c'è margine per alzare ancora l'età pensionabile!
    Mario C.

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  4. Se me lo passate, vedo insieme conservazione e innovazione.
    Si,più che restaurazione direi conservazione, in fondo tutti lorsignori erano già in carica e le scelte estreme (Draghi o altri/e) sono state neutralizzate.
    Ma poi la lotta politica ha pure introdotto novità tutt'altro che irrilevanti tra quelle che venivano date come coalizioni (Cdx) e all'interno degli stessi gruppi (M5s).
    Quindi concordo. Si apre una fase nuova. Dove sarà importante ricollocare e muoversi con le capacità critiche che spesso difettono a molti protagonisti.
    Ciao!

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  5. Ottantenni ai vertici dello Stato, studenti che occupano le scuole e lavoratori che presidiano fabbriche. Si allarga la forbice tra centro e periferie.
    s.

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  6. Dell'analisi di Gianni, mi piace il peso specifico attribuito alle nostre responsabilità.
    D'accordo, ci sono "gli altri", e fanno (bene) i loro interessi.
    E noi? Noi che non ci sentiamo rappresentati?
    La febbre della democrazia era stata parzialmente incanalata nel voto al m5s, con tutta la delusione che ne consegue, ma io sento solo persone che dicono che non andranno più a votare... E, in effetti, l'offerta politica è così basso livello, che non avranno presa le perorazioni retoriche sul voto conquistato dai nostri nonni.
    Un ragionamento urgente mi pare quello sulla nuova legge elettorale. Ma qualunque legge elettorale, anche per chi è sempre stato per il proporzionale (purché con soglia di sbarramento), non cambierà la sostanza dell'azione politica in un'epoca priva di partiti di massa.
    Bisogna, tuttavia, capire come potremo identificare dei "nostri" rappresentanti appena decenti.

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  7. Per affrontare i tanti problemi che abbiamo di fronte sono convinta che è decisiva la cooperazione più ampia di donne e uomini, ovunque presenti nella vita sociale. Escludendo persone e popoli o mettendoli in guerra tra loro si peggiora tutto.
    Ecco perché avrei apprezzato una donna al Quirinale. Un segnale di apertura. Elisabetta Belloni al comando dei servizi segreti italiani era l'unica? Letta, Renzi, Speranza, Grasso non avevano candidate autorevoli? Quali proposte hanno fatto ai loro interlocutori? Francamente io non l'ho capito. E il dubbio che si volessero bruciare tutte le proposte che non fossero benedette dai Nonni della Repubblica è forte.
    Anna

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