A Bologna CGIL, CISL e UIL manifestano per la "manovra inadeguata" in periferia (1 dicembre) |
Sono passati 60 giorni dal voto di ottobre. Ora contano i fatti, non più le promesse, le interpretazioni, le speranze. E ai fatti è dunque giusto riferirsi per valutare se il Capoluogo emiliano è "la Città più progressista d'Italia" e se la nuova maggioranza politica ed il suo Sindaco, Matteo Lepore, stanno davvero avviando politiche da "Comune da combattimento", impegnato ad affrontare la crisi sanitaria ed ambientale, sociale e democratica che viviamo. Ovvero se nei prossimi 40 giorni si impone una svolta profonda rispetto alle pratiche in corso.
Democrazia e rappresentanza popolare nelle Istituzioni. Primo fatto. In 60 giorni la politica bolognese non ha saputo risolvere la questione (apparentemente banale) aperta al Quartiere San Donato - San Vitale, dove è stata (erroneamente) proclamata eletta una esponente di Forza Italia - Berlusconi per Bologna UDC (lista che ha raccolto 1.235 voti) al posto di un rappresentante di Potere al Popolo (1.418 voti). La contraddizione si palesa evidente - allo sguardo nazionale - sul Sito Ufficiale del Comune di Bologna.
Secondo fatto. Nell'ultimo fine settimana si è proceduto alla elezione dell'Assemblea della Città Metropolitana da parte dei consiglieri dei 55 Comuni della provincia. Il risultato del voto ha ulteriormente semplificato la rappresentanza popolare rappresentata nei Consigli eletti direttamente. Il Centrosinistra ha ridotto la propria maggioranza e tagliato alcune sue componenti (12 "eletti" su 18 rispetto ai precedenti 13). Il Centrodestra, diviso in tre Liste ha accresciuto la rappresentanza: 3 ai Fratelli d'Italia di Unità per l'Alternativa (erano due), 2 ai Leghisti di Alleanza Metropolitana (non presenti), 1 di una Civica (come precedentemente). Fuori la Sinistra critica non alleata al PD (aveva un consigliere) ed il M5S (un consigliere). E' il risultato di una gestione opaca del confronto politico, di alleanze assolutamente anomale (sinistra con Sindaci di Centrodestra, berlusconiani, e M5S) costruite attraverso liste senza Progetti e Programmi sui nodi specifici di competenza dell'Ente: ambiente, territorio e urbanistica. Sfociata in una contesa di correnti e di lobby priva di trasparenza e di confronto pubblico; ricca di interferenze e di sgambetti annunciati tra compagni, "amici" e colleghi di partito o di coalizione.
E' la Bologna che si adegua, più o meno consapevolmente, al clima ed alle pratiche nazionali? Segnate da un Governo (quello di Mario Draghi) che, nato per fronteggiare "una emergenza", molti ora prospettano come "prospettiva duratura", anche oltre le prossime elezioni politiche. Nei fatti un esecutivo espressione dei centri di potere imprenditoriali e finanziari che governano e controllano produzioni, economia e Istituzioni da molti decenni; che oggi convergono nell'opera di puntellare un sistema di potere in crisi e nel tentativo di rilanciare una crescita del PIL e dei consumi sempre più in conflitto con gli equilibri naturali che consentono la vita del genere umano.
Per garantire questa logica di conservazione le voci ribelli sono di volta in volta e secondo i casi snobbate e irrise oppure coccolate, enfatizzate e utilizzate; mentre le critiche più mature, argomentate e alternative vengono progressivamente silenziate, marginalizzate, rese periferiche.
Il movimento sindacale confederale, sempre attento a compatibilità, leggi e normative è un soggetto sensibile e importante del confronto sociale e politico. CGIL, CISL e UIL, più dei partiti, vivono le tensioni e i conflitti del mondo del lavoro e della società. Da mesi discutono, si dividono, con difficoltà si mobilitano per cambiare il segno di classe della "manovra economica" del Governo nazionale. A Bologna debbono però rinunciare al cuore e ai simboli della Città e trasferirsi da Piazza Maggiore a Piazza dell'Unità. Terzo fatto.
Così mentre il centro storico è aperto alla folla incontrollata e alle code per lo shopping natalizio, con i negozi e i centri commerciali in piena attività; i bus urbani ed extraurbani sono quasi sempre colmi di utenti, studenti e passeggeri; i Palasport di Piazza Azzarita e della Fiera riempiono le tribune di migliaia di tifosi (raramente rispettosi di distanze minime e spesso senza mascherine) in occasione degli eventi sportivi ... operai, impiegati e pensionati che protestano e propongono diverse priorità sono relegati in Bolognina. Dal palco e nelle interviste non mancano le critiche di delegati e dirigenti sindacali ad una politica autoreferenziale ed incapace di cogliere le sfide sociali, produttive e tecnologiche che la crescita insostenibile dei passati decenni ha reso vitali: giustizia salariale e fiscale, sicurezza e dignità del lavoro, orari ridotti, formazione permanente, sviluppo della ricerca, servizi moderni ed efficienti nei territori, investimenti finalizzati alla qualità della vita delle persone e alla transizione ecologica. E in effetti un nesso c'è tra questione democratica, questione sociale e scelte di governo per la conversione ecologica e per investimenti - qui ed ora - diretti alla prevenzione e alla salute pubblica.
Priorità di governo e scelte amministrative. La Giunta Comunale di Bologna in queste settimane presenta un Bilancio 2022 ancora in divenire. Con alcune voci di spesa certe e discutibili (ad esempio le spese per il Gabinetto del Sindaco sembrano decisamente alte rispetto a quelle dedicate allo Staff del Consiglio Comunale) ed altre ancora generiche e senza opportune specifiche (ad esempio al Quartiere San Donato San Vitale è rimasta senza risposte la richiesta di differenziare l'ammontare delle risorse destinate a servizi gestiti direttamente o da privati). Un Bilancio in sostanziale continuità con il passato e ancora in attesa di decisivi passaggi Parlamentari (che arriveranno entro il 31 dicembre) e di ulteriori elaborazioni locali, per cui non sono previsti passaggi e voti nei Quartieri. Quarto fatto.
Il Sindaco di Bologna si è detto d'accordo con le scelte della Giunta Regionale sulla proroga fino al 2027 delle concessioni alle Aziende quotate in borsa che gestiscono l'acqua, sfidando le proposte del Movimento per l'Acqua Pubblica ed il Referendum popolare del 2011. Quinto fatto.
Il Sindaco di Bologna dopo i Si e i No di ASPI alle condizioni poste dal Comune di Bologna per realizzare il Passante di Mezzo si è detto soddisfatto e convinto che la sua maggioranza approverà (entro Natale) le delibere che autorizzeranno la partenza dei "cantieri" per potenziare di ulteriori 4-6 corsie il già grande Asse viario A14-Tangenziale che corre attraverso Bologna. Sesto fatto. Previsione di partenza 2 miliardi di risorse. Mentre la possibilità di investire in infrastrutture e mezzi moderni e cadenzati delle ferrovie statali e regionali, interconnessi con un ammodernato ed efficiente trasporto pubblico e con una rete organizzata di mezzi non inquinanti o di uso collettivo non è ancora stabilito. E, peggio, Matteo Lepore dice dovrà essere progettato in un futuro indefinito attorno alle linee di tram - in progettazione - e che dovrebbero avvalersi dei fondi del PNRR ... Ne discuteremo in Città. Tuttavia la partenza non è prevedibile prima della realizzazione delle ulteriori corsie di Autostrade e strade regionali. Con quali effetti su congestione, inquinamento e nuove opportunità per i cittadini di passare dalla dipendenza forzata dall'auto alla programmazione e all'uso naturale e quotidiano di mezzi competitivi alternativi è facile intendere.
Ecco 6 fatti, sei elementi post voto e post costituzione della Giunta di Matteo Lepore. Avanti così?
Contro la Manovra Economica del Governo Draghi manifestano in Piazza dell'Unità i lavoratori di CGIL, CISL e UIL ... (1 dicembre 2021) |
Intervistata dalle TV, dopo l'intervento critico sui servizi sanitari ed assistenziali prestati alle persone ... nelle strutture regionali anche una lavoratrice, delegata sindacale, del settore ... |
Bologna, Italia direbbe Gad Lerner.
RispondiEliminaIl fatto è che abbiamo perso la bussola del cambiamento.
Olli
Ok, stiamo ai fatti.
RispondiElimina1- cosa cambierebbe con Pap al posto di Fi al Quartiere SD-SV?
2- le Province non dovevano essere abolite?
3- autorizzare i sindacati a riempire le piazze in periodo di covid può essere giustificato in ragione di Stadi e supermercati affollati?
4- non spetta ai consigli comunali e di circoscrizione fare i bilanci?
5- Irene, Hera, A2A.... non sono una bella esperienza di pubblico-privato?
6- se Aspi reinveste risorse accumulate nell'ammodernamento delle autostrade non fa semplicemente il proprio mestiere? Correggendo anche errori come quelli commessi a Genova? A ognuno il suo.
Se il buon governo si vede.... a Bologna non c'è da star allegri. Tutto procede con un andazzo lento e scontato. E manca una opposizione che dia speranza in una alternativa democratica. Chi l'ha rappresentata per alcuni anni si è adeguato. E questo ruolo non può essere rappresentato da un sindacato.
RispondiEliminaCiao!
L'elenco dei fatti potrebbe continuare. Partendo dalle esperienze di vita segnalo due sofferenze.
RispondiEliminaSettimo fatto. La sanità pubblica. Mancano segnali di ripresa. Tra covid e routine. Troppe attese e disservizi.
Ottavo fatto. I trasporti pubblici. Sempre quelli. Nessun potenziamento per pendolari e studenti. Troppi utenti, troppi rischi. E zero controlli.
M.
Maurizio ti voglio bene. Mi riferisco a Landini, se serve specificare.
RispondiEliminaI fatti bolognesi qui denunciati e quelli nazionali che vedono protagonista il governo dei "migliori" (ambiente, sanità, fisco, lavoro, diritti) ci dicono che le cose non vanno affatto per il verso giusto.
Serve una sveglia!
Anna