Senza polveri! Da settimane aria respirabile in tutta l'Emilia Romagna ... |
Gli spazi sul grande asse viario A14-Tangenziale al tempo di COVID-19 e dell'aria sana |
Sono giorni in cui si discute come il Paese può riconquistare vita e speranza.
Per la verità solo una cosa vorremmo confermare di questa esperienza, nel futuro prossimo e lontano: la qualità dell'aria.
Il che ci fa capire quanto dobbiamo cambiare nella organizzazione delle nostre comunità, nella cultura nazionale e nei processi produttivi globali. A partire dalla elaborazione e dalle pratiche previste per la Fase 2 e successive. Ma soprattutto negli investimenti strategici che debbono caratterizzare tutto il decennio 2020-2030. Perché per avvicinarsi a questo obiettivo occorre invertire molte delle priorità che sono oggi nelle Agende di Governo e delle Amministrazioni di Comuni e Regioni.
Battaglie disperate? Il muro di gomma appare ancora solido. Eppure ...
Qualche movimento non va sottovalutato. Anzi va colto, apprezzato, verificato nella capacità di allargare il movimento di lotta, la riflessione critica e le contraddizioni tra le forze della conservazione.
1. Sul piano nazionale il Primo Maggio 2020 (mutilato dalle manifestazioni dei lavoratori nelle piazze e dal dramma delle infezioni polmonari) ha portato alcuni leader sindacali a rilanciare il bisogno di anteporre la salute pubblica rispetto ai profitti privati e la finalizzazione del benessere e dell'ambiente per processi produttivi, servizi ed occupazione.
Sostiene Maurizio Landini (la Repubblica, 1 maggio) che ha da essere "un Primo Maggio di svolta, l'occasione per ripensare il lavoro, la possibilità di cambiare il modello di sviluppo, di avviare l'era della responsabilità". Cioè mettere "la salute davanti al profitto".
C'è da chiedersi se questa impostazione avrà conseguenze e coerenze sulle posizioni regionali e locali?
Il segretario emiliano della CGIL, Luigi Giove (ancora su Repubblica Bologna, 1 maggio) in relazione alla questione trasporti risponde: "ci sono ritardi, è uno degli elementi più critici e lo sarà ancora con la riapertura delle scuole. Il pendolarismo non puoi risolverlo con l'auto privata o con la bicicletta, bisogna rafforzare il servizio pubblico, rispettando l'ambiente".
Sarà per il sindacato dei lavoratori l'avvio di un percorso diverso da quello subalterno alle grandi opere infrastrutturali sbagliate, tutte ancora "asfalto e cemento" per mezzi privati a motore con carburanti fossili?
2. Sul piano locale c'è un appello dell'Istituto Ramazzini su COVID-19 e inquinamento. E' una "esortazione alle Istituzioni" affinché siano adottate "tempestivamente adeguate misure preventive per i lavoratori e per la popolazione". Il documento consegnato alla Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Comunale di Bologna, afferma: "occorrono indagini sull'assorbimento, sulla sopravvivenza e sul comportamento del virus COVID-19 a contatto con la superficie della materia articolata, per capire il ruolo dell'aria inquinata nella trasmissione del virus stesso".
Dunque "indagini", studi, analisi epidemiologiche. Da auspicare, ovvia conseguenza del ragionamento, siano premessa alla apertura di cantieri che condizionerebbero risorse e mobilità per i prossimi decenni. Altro che "iter accelerati" per il potenziamento di nuove 4-6 corsie del grande asse viario A14-Tangenziale che attraversa Bologna.
Così è la stessa Vice Sindaco, Valentina Orioli a rispondere a Repubblica Bologna (1 maggio 2020): "l'amministrazione è attenta alle conclusioni degli scienziati sulle relazioni tra virus e inquinamento, ma in ogni caso le indicazioni che ci arrivano da più parti sono quelle di una maggiore attenzione all'ambiente. La strada è tracciata: la priorità oggi va a salute e benessere". E prosegue: "tutti abbiamo capito in queste settimane quanto è importante la qualità dello spazio che abbiamo intorno. Nei prossimi mesi avremo meno soldi, meno possibilità di spostarci e più paura. Impareremo a godere della nostra quotidianità e a capire quanto sia importante sia di qualità". Per concludere: la città del futuro ha da essere "resiliente, cioè in grado di adattarsi al cambiamento, abitabile a misura d'uomo e attrattiva".
Capiremo presto se è davvero l'inizio di un "ripensamento della Città".
3. A livello regionale Legambiente Emilia Romagna pubblica un comunicato di critica esplicita alle recenti posizioni espresse dal Presidente della Regione e dall'Assessore al lavoro: "per la ripartenza in Emilia Romagna, meno autostrade e più rigenerazione urbana. Opere diffuse avrebbero meno impatti e avrebbero ricadute sociali più ampie e tempi certi di realizzazione. Le richieste di sospensione Plastic Tax e sblocco autostrade non hanno nulla di green".
Vale la pena leggerlo integralmente.
La lettura delle dichiarazioni della Regione fatte in questi giorni ad opera del Presidente Bonaccini e dell’Assessore Colla destano un po’ di preoccupazione sulle connotazioni che avrà la nostra uscita dalla crisi.
Guardando al programma di 14 miliardi di investimenti annunciati da Bonaccini – in gran parte previsti dagli strumenti già vigenti – emerge come la principale voce di intervento siano le autostrade, con quasi 4 miliardi di interventi, molto staccato il trasporto pubblico locale, con poco più di un miliardo di euro, e gli interventi su strade ed infrastrutture esistenti ben sotto i 500 milioni.
La rigenerazione dell’esistente, dal patrimonio scolastico, all’edilizia sociale e bandi per le città sta sotto il miliardo di euro.
Una scelta di priorità che non solo produce un impatto ambientale rilevante, ma che mostra debolezze anche dal punto di vista dell’urgenza della ripartenza.
Da un lato infatti si perpetua il consumo di suolo, incentivando di fatto un sistema di mobilità che incide pesantemente sulla qualità dell’aria sulla salute, come si sta capendo ancor più in questi giorni.
Sul versante delle necessità della ripartenza, le nuove autostrade rappresentano interventi di difficile realizzabilità – come dimostrato dai decenni di gestazione – osteggiati da parte della popolazione, invisi anche a forze politiche della maggioranza, nonché da incognite finanziarie e sul ruolo dei concessionari. Insomma, opere di cui nessuno può garantire una rapida partenza.
Risultano inoltre di interesse solo e appannaggio di cordate di poche imprese.
Per attivare rapidamente cantieri su tutto il territorio, sarebbe invece molto più efficace moltiplicare gli investimenti di manutenzione diffusa e andare a irrobustire il capitolo di investimenti sulla Rigenerazione Urbana, un’intuizione felice della Regione ma che al momento non presenta risorse adeguate. Questa tipologia di interventi avrebbe il pregio di intercettare una platea molto più ampia di territori, di interessi e di categorie, a cominciare dal mondo dei professionisti (architetti, ingegneri), delle piccole e medie imprese e di tutto il settore che ruota attorno alla riqualificazione energetica.
Una tipologia di interventi che avrebbe effetti positivi sul clima, sull’inquinamento e sulla necessità di prepararci ad affrontare i rischi climatici. Infine la sistemazione delle città attraverso progetti articolati di rigenerazione urbana potrebbe dare risposta ad una necessità amplificata dal Coronavirus, cioè quella di adeguare gli spazi della vita pubblica alle nuove esigenze di distanziamento sociale: un bisogno tanto più sentito dalle fasce sociali che dispongono di abitazioni con pochi spazi e di bassa qualità.
Sempre sul lato economico rimarchiamo come il Presidente Bonaccini, nel suo ruolo di interlocutore privilegiato col Governo, nella Conferenza Stato Regioni dovrebbe avanzare richieste di interventi utili tanto all’ambiente quanto al lavoro: la recente richiesta di sospendere la Plastic Tax senza proposte alternative e costruttive va nella direzione opposta. Di stesso segno la richiesta indirizzata oggi al Ministero delle infrastrutture per sbloccare solo strade.
In conclusione la necessità di rispondere alle richieste di tutelare il lavoro è un urgenza innegabile, ma questo andrebbe fatto con un supplemento di riflessione politica per individuare modalità che risolvano i problemi che abbiamo, invece di proseguire con modalità del passato che li aggrava.
Legambiente Emilia Romagna, 30 aprile 2020
Insomma, l'esperienza vissuta in questi mesi, il crollo produttivo e finanziario prevedibile per i prossimi anni, la crisi del sistema economico e sociale in essere, l'emergenza climatica ed ambientale globale, la critica di tanta parte del mondo scientifico e giovanile alle classi dirigenti suggeriscono (impongono?) di non tornare al passato, recente e remoto.
La rigenerazione dell’esistente, dal patrimonio scolastico, all’edilizia sociale e bandi per le città sta sotto il miliardo di euro.
Una scelta di priorità che non solo produce un impatto ambientale rilevante, ma che mostra debolezze anche dal punto di vista dell’urgenza della ripartenza.
Da un lato infatti si perpetua il consumo di suolo, incentivando di fatto un sistema di mobilità che incide pesantemente sulla qualità dell’aria sulla salute, come si sta capendo ancor più in questi giorni.
Sul versante delle necessità della ripartenza, le nuove autostrade rappresentano interventi di difficile realizzabilità – come dimostrato dai decenni di gestazione – osteggiati da parte della popolazione, invisi anche a forze politiche della maggioranza, nonché da incognite finanziarie e sul ruolo dei concessionari. Insomma, opere di cui nessuno può garantire una rapida partenza.
Risultano inoltre di interesse solo e appannaggio di cordate di poche imprese.
Per attivare rapidamente cantieri su tutto il territorio, sarebbe invece molto più efficace moltiplicare gli investimenti di manutenzione diffusa e andare a irrobustire il capitolo di investimenti sulla Rigenerazione Urbana, un’intuizione felice della Regione ma che al momento non presenta risorse adeguate. Questa tipologia di interventi avrebbe il pregio di intercettare una platea molto più ampia di territori, di interessi e di categorie, a cominciare dal mondo dei professionisti (architetti, ingegneri), delle piccole e medie imprese e di tutto il settore che ruota attorno alla riqualificazione energetica.
Una tipologia di interventi che avrebbe effetti positivi sul clima, sull’inquinamento e sulla necessità di prepararci ad affrontare i rischi climatici. Infine la sistemazione delle città attraverso progetti articolati di rigenerazione urbana potrebbe dare risposta ad una necessità amplificata dal Coronavirus, cioè quella di adeguare gli spazi della vita pubblica alle nuove esigenze di distanziamento sociale: un bisogno tanto più sentito dalle fasce sociali che dispongono di abitazioni con pochi spazi e di bassa qualità.
Sempre sul lato economico rimarchiamo come il Presidente Bonaccini, nel suo ruolo di interlocutore privilegiato col Governo, nella Conferenza Stato Regioni dovrebbe avanzare richieste di interventi utili tanto all’ambiente quanto al lavoro: la recente richiesta di sospendere la Plastic Tax senza proposte alternative e costruttive va nella direzione opposta. Di stesso segno la richiesta indirizzata oggi al Ministero delle infrastrutture per sbloccare solo strade.
In conclusione la necessità di rispondere alle richieste di tutelare il lavoro è un urgenza innegabile, ma questo andrebbe fatto con un supplemento di riflessione politica per individuare modalità che risolvano i problemi che abbiamo, invece di proseguire con modalità del passato che li aggrava.
Legambiente Emilia Romagna, 30 aprile 2020
Insomma, l'esperienza vissuta in questi mesi, il crollo produttivo e finanziario prevedibile per i prossimi anni, la crisi del sistema economico e sociale in essere, l'emergenza climatica ed ambientale globale, la critica di tanta parte del mondo scientifico e giovanile alle classi dirigenti suggeriscono (impongono?) di non tornare al passato, recente e remoto.
Aria pesa in Emilia Romagna nelle settimane e nei mesi che hanno preceduto COVID-19. Le polveri oltre i limiti di Leggi |
Il traffico congestionato di veicoli, camion e TIR su A14-Tangenziale. E' considerato responsabile del 40% dello smog ... Non possiamo e vogliamo tornare a questo modello di crescita! |
In futuro opterei per una via di mezzo. Anche qualche polvere i più in cambio delle libertà personali e della salute. Ma è certo che il ritorno alla situazione precedente non è auspicabile. Peggio ancora quel che si paventa nella fase3, se i trasporti pubblici crollano e tutti usiamo l'auto.
RispondiEliminaAnche per questo landini orioli e legambiente hanno ragione. Qualcosa è cambiato e dobbiamo adeguarci anche noi.
dan66
Da casa, sui luoghi di lavoro e di ricerca, nelle Istituzioni di ogni ordine e grado è tempo di mobilitare i protagonisti di un impegno convergente per assicurare la biodiversità della natura, la salute delle persone ed attività utili alle comunità.
EliminaGianni
A Bologna le pm10 addirittura sotto i 10 microgrammi per metro cubo è forse un record. Peccato sia il prodotto di questo prolungato periodo di quarantena, che però sta per finire. Nel modo peggiore e che non garantisce certo per il futuro.
RispondiEliminaSi, dopo giorni di affermazioni cocciute in continuità assoluta con il passato colgo anch'io qualche novità. Non tanto in Landini, che viene dalla FIOM, che ha sempre partecipato alle manifestazioni di FfF. Quanto nella Cgil regionale, nel Ramazzini (ricordiamo come era partita la Belpoggi sul Passante) ed anche in Legambiente (che ribadisce quanto fatto con la manifestazione dalla primavera scorsa in Fiera). La Orioli di giovedì pare corregga quella della settimana scorsa, ma a quale credere?
Dal 4 maggio potranno riprendere anche le manifestazioni, naturalmente distanziati.
Va mo là!
Veramente mi risulta che di manifestazioni già ce ne siano state.
EliminaIn settimana Giovanni Favia ed altri hanno portato una grande chiave al Sindaco Merola, perché si faccia interprete verso il Governo delle istanze di osti e ristoratori ancora chiusi e impossibilitati a riaprire alle condizioni date.
Poi in piazza maggiore si sono radunati (a distanza) commercianti ed esponenti del centrodestra per rivendicare aiuti concreti.
Verrà anche il tempo per coraggiosi, ecologisti e progressisti?
VR
La strada maestra della conversione ecologica non è scontata per la pressione di lobby potenti e di un sistema di potere radicato.
EliminaTuttavia la consapevolezza delle contraddizioni della "crescita infelice" che abbiamo vissuto negli ultimi decenni in ogni parte del mondo è, oggi più di ieri, motivo di riflessioni critiche diffuse e di ricerca di nuovi orizzonti comuni.
Piuttosto ogni singola istanza deve essere in campo, ben rappresentata e inserita in una sintesi di interesse generale.
Non è tempo di conflitti minori, né di zuffe tra subalterni.
La partita va giocata - si, con coraggio - per obiettivi alti.
Gianni
Durante la campagna elettorale, il presidente Bonaccini tappezzò le città con manifestoni nei quali il colore dominante riportava palesemente ad un certo argomento: il VERDE.
RispondiEliminaA riconferma avvenuta, ha continuato a parlare in grigio, esattamente come durante il primo mandato.
Per dimostrare coerenza tra slogan e fatti, la proporzione degli investimenti annunciati in tema di mobilità sarebbe da invertire: 4 miliardi al trasporto pubblico e meno di un miliardo a infrastrutture stradali (con priorità a quelle esistenti).
Ryan
Concordo. Servono obiettivi alti e coraggiosi di conversione ecologica.
EliminaPer intenderci: le nuove promesse di 200 km di piste ciclabili (Merola e Mazzanti) e di una futura linea di tram (Comune e Regione) non compensano l'avvio del Passante in Mezzo alla Città, conseguito con "iter accelerati" (Orioli e Bonaccini).
Come sostengono varie associazioni e movimenti occorre partire subito con il potenziamento delle ferrovie regionali, con tempi certi per attivare il SFM di Bologna, con la riorganizzazione funzionale di TPER, con la valorizzazione strategica delle bici e di mezzi elettrici condivisi, con i boschi urbani e "la rigenerazione urbana", quella vera.
Per una volta, su strade ed autostrade concentriamoci sulle opportune ed urgenti manutenzioni ordinarie e straordinarie: ponti, gallerie, manto di asfalto.
Questa è la svolta che attendiamo da almeno trent'anni!
Meno persone costrette sui mezzi privati (e a respirare polveri) più trasporti collettivi e non inquinanti.
Vale per tutta la Pianura Padana: qui "ci siamo rotti i polmoni" per davvero e registriamo i record europei di morti per smog e per COVID-19).
Vale per l'Italia intera.
Gianni
Mi sa che le contraddizioni non sono finite.
RispondiEliminaCon la ripresa delle attività unite alla permanenza del virus gli inviti sono al mantenimento delle distanze fisiche.... Evitare treni e corriere. Ergo in bici, in moto o in auto. Pochi in bici per le distanze e il pericolo, più in moto con la bella stagione e soprattutto tante, tante auto.
E allora?
L'aria pulita di aprile ce la scorderemo, causa il pericolo covid19.
Così riprenderanno le morti premature per smog. Ma facendo meno effetto, pochi ne parleranno.
Poi le pressioni per potenziare le strade. Ma lontano da casa mia.
Non sono ottimista.
Ale
Essere ottimisti è difficile, non c'è dubbio. Arriviamo sempre tardi, sempre dopo.
EliminaE non parlo solo di Johnson e di Trump che con la loro cultura tendente a "zero regole" e "immunità di gregge" ora in Gran Bretagna e negli USA contano numeri altissimi di vittime, nonostante il maggior tempo che hanno avuto.
Penso che anche Conte e Speranza hanno rassicurato senza ragione, perdendo tempo prezioso. Per non parlare di Sala e Zingaretti con la campagna "Milano non si ferma".
Il fatto è che non impariamo mai dalle esperienze!
Veniamo ai nostri interlocutori odierni (quelli del post intendo).
Landini? Dice cose giuste ma mobiliterà il sindacato? O prevarranno sempre impostazioni in difesa statica delle imprese esistenti? Da segretario Fiom la conversione delle industrie delle armi ha continuato a produrre e ancora oggi nessuno ha obiettato quando l'hanno considerata "essenziale" per il paese?
Orioli (e Merola)? Va bene, ora "tutti sappiamo" che "prima la salute"..... Ma da assessora all'ambiente (e lui da sindaco responsabile della salute pubblica) cosa ha (hanno) fatto per rispondere con appropriatezza ai propri concittadini preoccupati per lo smog che ogni anno uccide prematuramente tante persone?
Penso che ci vogliano coerenza, coraggio e iniziative per uscire dal tunnel che viviamo ancora (con ancora centinaia di morti e migliaia di contagi al giorno).
Da qui il dubbio realistico che probabilmente servono altri protagonisti sociali e politici per vincere tutte queste emergenze.
Ma questo è il momento per affondare nel cambiamento. Se non ora, quando?
Zorro
Certamente "servono altri protagonisti".
EliminaLi abbiamo anche visti, incontrati, letti: milioni di ragazze e ragazzi, scienziati e ricercatori, biologi, geologi, meteorologi, medici, infermieri ed operatori sanitari, cittadini e lavoratori di Taranto, delle Terre dei fuochi, valligiani del Piemonte e del Trentino, agricoltori ed operatori del turismo emiliano, toscano ed umbro ...
Ma guai alzare steccati o muri ... meglio costruire ponti ed occasioni di dialogo e di "pacifica soluzione delle controversie" ... Sapendo che di avversari del cambiamento ne resteranno sempre. L'importante è che siano sempre meno, sulla difensiva, incapaci di fare avanzare opere "cattive".
Gianni
Non so.
RispondiEliminaAbbiamo chiuso tutto a marzo quando avevamo certificato meno di 10 mila contagi e 200 morti al giorno.
Ora riprendiamo con 100 mila contagiati certi e 200 morti al giorno.
Andrà tutto bene? Sarà.
Ripresa?
Con quali correzioni rispetto al passato?
Hanno ragione Landini, il Ramazzini e Legambiente. Ma le loro proposte sono nei programmi di Governo, Regioni, Comuni e partiti?
Non mi pare. Sbaglio?
BiBi
Non sbagli. La foto dei dati è corretta.
EliminaNaturalmente allora la tendenza era alla crescita di COVID-19, mentre oggi, al contrario, contagi, ricoveri e decessi sono in riduzione.
Inoltre, mi pare si riscontri tra i cittadini una maggiore consapevolezza dei problemi e dei rischi per la salute delle persone e per il nesso salute - ambiente.
Qualcosa è cambiato nell'esperienza e nelle (relative) maggiori risorse a disposizione della sanità. Entrambi effetto della durissima esperienza vissuta in questi mesi e dei provvedimenti assunti dalle Istituzioni. Auspicabile avvio di una riforma nazionale che valorizzi medicina (pubblica) di base e territoriale, fortemente orientata alla prevenzione delle malattie ad alla cura degli ecosistemi vitali.
Resta tutto da conquistare, invece, un processo quanto mai maturo di conversione ecologica delle produzioni e della organizzazione della vita delle comunità. Qui lo scontro culturale, sociale e politico è quanto mai aperto.
Gianni
Sembra anche me che non si sia pensato molto a come cambiare vecchie abitudini di vita e di potere.
RispondiEliminaE invece credo che molto dipenderà da questo: fare scelte coraggiose di giustizia sociale ed ambientale. Anche se questo costa a molti qualcosa in termini economici.
s.
Cambiare "costa a molti"?
EliminaCredo che questa esperienza dimostri l'esatto opposto.
Ai più politiche di prevenzione e di messa in sicurezza degli ecosistemi e della qualità della vita delle persone determina risparmio: di vite umane, di energia e di risorse essenziali.
Solo pochi privilegiati speculatori possono trarre vantaggi dalle ingiustizie sociali ed ambientali e dai virus che minacciano l'umanità.
Gianni
Mi ricorderò di questo 4 maggio 2020. E' una sorta di 25 aprile '45. Almeno per me che non l'ho vissuto se non nel ricordo dei nonni. Per le strade e nei parchi riprende la vita, con ordine ed allegria, almeno nella mia piccola esperienza. Bimbi con mamme, papà o nonni. Quasi tutti con il sorriso sul volto ..... Per il momento mi pare tutto molto bello e incoraggiante.
RispondiEliminaMa penso che i cambiamenti di cui parliamo da tempo sono essenziali. La condizione per uscire dall'angoscia e dalla depressione di questi mesi.
Anna
Io invece temo sia una sorta di "8 settembre": tutti a casa. Una illusione. Premessa a tempi ancora più duri.
EliminaSic
Meno autostrade, si. Ed anche più sicure e di minore impatto!
RispondiEliminaASPI è stata condannata in primo grado a risarcire 12 ricorrenti per i danni causati dagli scavi per la Bologna - Firenze in località Ripoli di San Benedetto Val di Sambro.
Più rigenerazione, si. Significa anche più verde ad evoluzione naturale. Repubblica Bologna ha quantificato i benefici di una area limitata del parco dei Cedri. Se questa iniziativa del WWF venisse estesa deriverebbe un beneficio generale per la città.
Si possono fare passi avanti. Basta volerlo.
Rocchi