Il Rapporto Mal'Aria di Legambiente evidenzia le città più esposte allo smog ... |
Ci stiamo tutti concentrando rapidamente sulla ripresa dell’economia. Senza preoccuparci se è verde o no. Anzi i soldi del Green New Deal, secondo il presidente di Confindustria, il governo dovrebbe dirottarli subito sui provvedimenti urgenti per rimettere in moto la crescita.
Senza preoccuparsi troppo del suo colore. Tanto a morire sono i vecchi, con qualche grave patologia pregressa, soprattutto a carico del sistema respiratorio. Quelle patologie pregresse hanno qualche rapporto con la qualità dell’aria che quelle persone hanno respirato nella loro vita in «Padania», dove vive, secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, la percentuale più elevata di europei sottoposti alla sforamento contemporaneo dei limiti relativi al particolato fine, al biossido di azoto e all’ozono. Fatto che, sempre secondo l’Agenzia, provoca in Italia oltre 70000 morti premature all’anno. I morti del coronavirus sono quindi parte di una mortalità ben più vasta che ha la sua ragione fondamentale nei livelli intollerabili di inquinamento di quell’area geografica.
Quanto al danno economico ne abbiamo alle porte uno ancora più grave per l’agricoltura del Nord del Paese, se il caldo e la mancanza di piogge continueranno. Il Po è a febbraio ai livelli dell’agosto dello scorso anno. I grandi bacini idrici, a partire dai grandi laghi, sono ridotti a meno della metà della loro normale portata.
La Coldiretti ha quantificato in 14 miliardi i danni all’agricoltura italiana provocati in questi anni dal riscaldamento climatico.
I provvedimenti urgenti per la ripresa dell’economia che le parti sociali richiedono al governo e che il governo si appresta a prendere, chiedendo giustamente il permesso di sforare i vincoli di bilancio posti dalla Unione europea, non possono collocarsi fuori dalla azione necessaria per la riconversione verde della economia.
Se vogliamo ora e in futuro persone sane in grado di reagire positivamente a questa epidemia e a quelle che verranno, la cura della qualità dell’aria, dell’acqua e della terra è più che mai una priorità.
Il coronavirus una cosa positiva l’ha fatta. Ha drasticamente diminuito, a partire dalla Cina e poi in tutto il mondo industrializzato, il consumo di petrolio e di carbone per produrre energia. I governi, le imprese, le parti sociali tutte devono dimostrarsi capaci di fare in positivo quello che il virus maledetto ci ha costretto a fare.
Progettando un modo di fare economia e società capace di stare in piedi lasciando sotto terra quello che fa male alla vita, investendo su una mobilità intelligente, piantando alberi e smettendo di consumare suolo. E avvicinando ai consumatori la produzione agricola e industriale. Il coronavirus serva a farci ripensare i limiti di una globalizzazione che si regge su filiere produttive infinite, che fa viaggiare per migliaia di chilometri i componenti degli smart phone, delle automobili, della industria del lusso, e persino la frutta e la verdura che arriva sulle nostre tavole.
Il vecchio modello di crescita dimostrava già prima di questa crisi tutti i suoi limiti sociali ed ambientali. Sarebbe una vera tragedia se in nome della ripresa utilizzassimo il corona virus per riproporlo tale e quale.
Andrea Ranieri, il manifesto, 3 marzo
L'articolo mette lucidamente in evidenza le criticità endemiche e quanto mai sottovalutate, soprattutto nei fatti, dalle amministrazioni centrale e locali (vedasi inquinamento dell'aria, mancanza di una stategia aggressiva di riduzione delle emissioni basata sul potenziamento del trasporto pubblico, della mobilità sostenibile) criticità che dovrebbero non essere tralasciate (anzi costituire il rpincipio fondativo) nei criteri di definizione di misure sanitarie edeconomiche funzionali ad affrontare la contingenza in atto. Quindi affatto grandi opere autostradali, nuove cementificazioni del territorio, sostegno diretto e indiretto alle fonti fossili,..); la netta sensazione però è quella che si vada a perdere l'ennesima occasione, a dispetto del clima continuamente violentato che metterà ancora più in crisi la nostra salute la nostra economia.
RispondiEliminaDovremo subire ancora una volta la miopia di chi ha in mano le leve del potere? Ancora una volta dovremo fare appello al pessimismo della ragione, ottimismo della volontà ?!
CD
Se è vero che ci troviamo di fronte alla più grande crisi dalla seconda guerra mondiale, è anche vero che questa si propone come una occasione storica per non ripetere gli errori e gli orrori di una crescita ingiusta e zeppa di contraddizioni.
EliminaLa lezione ci servirà? Sapremo trarre giuste conclusioni?
Gianni
In effetti colpiscono Lodi (284 gg. di smog oltre i limiti di legge - per PM10 ed O3 - in soli 2 anni) , Cremona (239) , Padova (235) , Piacenza (208) .
RispondiEliminaCoincidenze ??????
O piuttosto somma di disastri annunciati, ripetuti e mai affrontati !!!!!!!!!!!!!!!
rM
Colpisce eccome il rapporto tra aree in cui le polveri superano i livelli di legge e la diffusione del CoronaVirus.
EliminaOra pare che anche l'Università studi il fenomeno.
Resta il fatto che già l'Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che le morti premature per inquinamento acustico siano nell'ordine di decine di migliaia all'anno in Italia ...
Gianni
La difesa della salute dei cittadini è giusta e deve valere sempre. Sono con il Governo quando compie atti draconiani condivisi in questa direzione. Raccomando le autorità nazionali e locali di non usare l'emergenza virus per fare passare decisioni e grandi opere infrastrutturali non condivise.
RispondiEliminaDG
Corriere di Bologna di oggi 5 marzo: la Regione ER chiede poteri speciali per realizzare opere e infrastrutture (il primo pensiero corre ovviamente ai Passanti in città e altre strade vecchio stampo). Credo che l' ultimo capoverso del commento di DG sia interpretato dagli Enti Locali esattamente come temuto. PS: i coraggiosi, progressisti, ecologisti e sardine non hanno nulla da esternare sull' argomento?
EliminaRyan
Per il momento l'attenzione è comprensibilmente concentrata alle scelte straordinarie e nuove di politica sanitaria.
EliminaMa questa esperienza è destinata a lasciare un segno profondo, profondissimo nelle nostre comunità.
E l'idea malsana di riprendere il cammino delle priorità indicate in passato (con principale indice di valutazione dello sviluppo il PIL) dovrà scontrarsi con una nuova coscienza critica di milioni di giovani, di scienziati, medici ed operatori sanitari, di lavoratori e di popolo.
"La salute al primo posto" non sarà una affermazione facile da rimuovere. Per nessuno.
Gianni