Bologna: la manifestazione di Fridays for Future in via Zamboni (27 settembre) |
La Manifestazione dei Ventimila e la determinazione del gruppo bolognese di Extinction Rebellion hanno prodotto un primo importante risultato: il Consiglio Comunale di Palazzo d'Accursio ha dichiarato "lo stato di emergenza climatica ed ecologica". Non solo con un ordine del giorno, ma con ben due. Il più votato è quello sostenuto da 23 consiglieri di PD, Città comune, M5S, Insieme Bologna, Coalizione Civica, Gruppo Misto; non votanti Lega Nord e Fratelli d'Italia.
Ancora una volta la creatività e la mobilitazione delle persone hanno indotto i rappresentanti delle Istituzioni oltre i confini precedentemente tracciati nonostante l'allarme evidenziato dei dati (il continuo riproporsi di elevati livelli di PM10, PM2,5, NOx, Ozono e decibel; gli alti livelli delle malattie e della mortalità precoce da inquinamento, da anni denunciati dall'OMS, da medici e studi scientifici) o dal sempre più frequente alternarsi di eventi meteorologici anomali (caldo torrido ed insopportabile, piogge violente e allagamenti, frane e grandinate disastrose).
Dunque, un passo avanti.
Ancor più importante, perché non scontato ed ancora rifiutato da tenaci e miopi "kamikaze".
Ma ora è necessario passare dalle dichiarazioni formali al governo quotidiano di politiche che cambino il sistema di vita di milioni di cittadini, di comunità che producono, commerciano e si organizzano senza la dovuta considerazione per gli equilibri naturali essenziali a trasmettere alle generazioni future il Pianeta che ci è stato (temporaneamente) consegnato.
Se c'è uno "stato di emergenza climatico ed ecologico" occorre fronteggiarlo.
Facendo cose diverse da quelle praticate nei decenni che ci hanno portato alla crisi attuale.
Del resto già negli anni '80 del secolo scorso scienziati ed autorità politiche delle Nazioni Unite in un Rapporto ufficiale redatto dalla signora Gro Harlem Brundtland evidenziavano le contraddizioni della "crescita" economica e produttiva del Pianeta.
In effetti, oggi, molti partiti ed autorità propongono "discontinuità". Ma quasi nessuno o pochissimi - tra coloro che sono chiamati a rappresentare i cittadini ed a governare paesi, città o regioni - la pratica.
Eppure la conversione ecologica è la grande sfida del presente. Per tutti.
Su questo si giocano la credibilità tanto i soggetti politici storici, quanto i nuovi.
In settimana Bologna ha reso l'ultimo omaggio ad un "Urbanista geniale", il professor Giuseppe Campos Venuti: da Amministratore - scrive la Repubblica - "ridisegnò la Città salvando la collina" e, per ultimo, ispirò - in qualità di consulente - il Piano Regolatore Generale adottato e votato negli anni '80 (Sindaco Renzo Imbeni) che indicava come linee di forza "recupero delle aree interstiziali, metrò leggero e fascia boscata".
La Repubblica Bologna saluta Giuseppe Campos Venuti (martedì 1 ottobre) |
Sarebbe buona cosa se il Sindaco di Bologna (e della Città Metropolitana) dopo il voto del Consiglio Comunale di lunedì scorso ripartisse da lì.
Perché forse è proprio "quella Città" mancata e mai perseguita dalle Amministrazioni degli anni 2000 la causa delle attuali contraddizioni e dell'emergenza climatica ed ambientale.
La "Fascia Boscata" di 211 ettari di verde urbano lungo l'Asse A14-Tangenziale non è stata realizzata se non in minima parte (in località Arcoveggio, San Donnino e Navile per meno di 10 ettari complessivi).
Il "Metrò leggero" sostanzialmente tradotto, nel decennio successivo, in SFM non è mai stato completato e reso operativo: in contemporanea all'inaugurazione del TAV prevedeva più Stazioni urbane, linee regionali passanti dalla Stazione Centrale FS ed una frequenza dei treni locali ogni 15'.
Al contrario si è tornati a progettare e pressare Governi nazionali (amici e no) per altre strade ed autostrade, nuove colate di cemento ed asfalto. Come se la riduzione della dipendenza dei cittadini dall'uso degli automezzi su gomma (che anche il PUMS in discussione prevede) si potesse raggiungere investendo in ulteriori infrastrutture viarie, nonché in auto, SUV e TIR di ultima generazione, anziché nel potenziamento e nella qualificazione di un trasporto pubblico efficiente e coordinato.
Il "recupero delle aree interstiziali" anziché essere indirizzato a migliorare la qualità della vita delle persone nelle periferie ha alimentato speculazioni immobiliari, nuove edificazioni residenziali e terziarie, tanti super o ipermercati e centri commerciali (l'esempio più recente è quello di via Zanardi).
Servono novità radicali!
Atti concreti.
A partire dalle scelte "destinate a segnare il mandato" (parole di Virginio Merola) e oggetto di conflitti sociali e culturali aperti da tempo con importanti comunità locali e di strada, con associazioni, comitati e coordinamenti cittadini che organizzano sensibilità e interessi generali, specifici o mirati a singoli obiettivi.
Servono esempi?
1. Si Boschi Urbani, No edificazioni su suolo vergine.
La soddisfazione alla domanda di case popolari non può trovare soluzione ai Prati di Caprara, il cui bosco selvaggio deve essere tutelato e semmai valorizzato con piantumazioni autoctone e funzionali a migliorare uno dei più vasti polmoni verdi del territorio cittadino. L'obiettivo di vendere vaste aree di territorio di proprietà pubblica (già militari e/o demaniali) allo scopo di "fare cassa" deve essere abbandonato e ridefinito a fini ecologici.
2. Si ferrovie, trasporti collettivi e bici, No Passante di Mezzo e nuove strade.
La riduzione dei tempi di percorrenza della Tangenziale può essere perseguita solo riducendo la dipendenza dei cittadini e degli operatori economici dall'uso dei mezzi privati. La priorità dunque è investire nel potenziamento delle infrastrutture e dei servizi di trasporto pubblico previsti da decenni. Semmai razionalizzando l'uso delle attuali 12 corsie che attraversano la Città (troppo a lungo negata) e superando la presenza in area urbana di corsie autostradali sottratte a regole e poteri delle Autorità pubbliche locali. Per questo, anziché i quotidiani annunci di Paola De Micheli e Bonaccini occorre una moratoria (se non una esplicita rinuncia) del Passante di Mezzo e la condivisione di un nuovo Accordo nazionale che fissi impegni, finanziamenti e tempi per realizzare trasporti collettivi moderni e competitivi (come del resto in larga parte previsto nel PUMS).
3. Si progetti di messa in sicurezza del territorio, No crescita senza qualità.
Lo sviluppo della mobilità delle persone e delle merci deve essere coordinato, integrato e condiviso a livello locale, regionale e nazionale, nel rispetto integrale delle compatibilità ambientali e sociali. L'Aeroporto Marconi ha la caratteristica (quasi unica) di insistere nel territorio urbano, con vantaggi competitivi straordinari e ovvi limiti allo sviluppo. Gli interessi privati dei soci industriali devono essere regolati considerando la preminenza di quelli collettivi dei bolognesi e del Paese. L'inquinamento atmosferico ed acustico degli aerei è questione nota e l'esigenza primaria è pianificare la mobilità con visione sistemica e di prevenzione dei rischi. Se Greta Thunberg con la sua rinuncia ai "voli facili" ha amplificato la questione a livello mondiale, la manifestazione promossa per sabato prossimo 12 ottobre (ore 11, in Piazza Maggiore) dal COCOMPAER ci ricorda che "pensare globale ed agire locale" è questione nostra.
4. Si beni comuni, No speculazioni.
La qualità dell'aria e dell'acqua, l'avvio di processi virtuosi di economia circolare debbono essere nella sovranità di Istituzioni pubbliche elette direttamente dai cittadini ed aperte a forme più avanzate di partecipazione e di controllo. Gli interessi e la redditività di investitori privati non possono mai essere anteposti al perseguimento dei principi e degli indirizzi della Costituzione e all'esercizio della responsabilità sociale e ambientale dei (temporanei) gestori. In questi anni ci si è mossi in direzione (ostinata) contraria. Le grandi Aziende di servizio (come HERA o IREN) hanno assunto dimensioni nazionali che premiano essenzialmente il potere di ristrette élite (manager, capitani di ventura, gruppi di potere vari e trasversali, fondi speculativi). Le Assemblee elettive hanno perso potere. Le Province e/o le Città Metropolitane si sono trasformate in Enti di nominati (contro Costituzione). Le aggregazioni dei Comuni, alimentate da incentivi regionali, non hanno seguito trasformazioni sociali reali e non hanno né risolto, né favorito il governo sostanziale delle comunità.
All'impoverimento democratico delle Istituzioni e degli Enti pubblici ha corrisposto la crescita di peso di interessi privati, spesso internazionali, più che altro interessati a mettere le mani su produzioni, territori e mercati considerati interessanti e blanditi (o aggrediti) per operazioni finanziarie speculative in attesa di spostarsi altrove.
Forse il saggio e stimolante voto del Consiglio Comunale di Bologna offre l'occasione per nuove riflessioni e politiche finalmente coraggiose e lungimiranti.
Bologna, 27 settembre, ore 1045: sui viali operai e studenti uniti nella lotta "fine del mese, fine del mondo: stessa battaglia!" |
Per costruire insieme un progetto eco-compatibile |
Un ragazzo in via Belle Arti: "l'emergenza climatica non è un problema da super-eroi" |
Una donna: "città belle con più alberi" |
Ore 11, in via Castagnoli: "giustificate le nostre assemblee, ingiustificate le vostre assenze" |
Uno studente dialoga nella lingua dei nonni ... |
Ore 11,15: il corteo raggiunge Piazza Verdi (venerdì 27 settembre) |
Le migliaia di partecipanti nel cuore dell'Università, davanti al Teatro Comunale |
C'è anche un Sindaco in veste ufficiale con la fascia tricolore |
Una ragazza alza la bandiera dei Prati di Caprara e di Rigenerazione No Speculazione |
Ragazze e ragazzi al tavolo di Extinction Rebellion ... |
Di fronte alle manifestazioni studentesche riemergono e si evidenziano diverse contraddizioni. In particolare all'interno dei partiti e dei sindacati di sinistra. Mentre il mondo cattolico che si ispira al pensiero di Francesco mi pare muoversi con maggiore coerenza.
RispondiEliminaCerto è che senza questi nuovi movimenti o contrapponendosi ad essi non ci sarà alcun serio rinnovamento.
Antonio
Credo proprio che tu abbia ragione, almeno questa volta.
EliminaGianni
Cose giuste e condivisibili nel tuo lungo ed articolato scritto , permangono a mio avviso alcune contraddizion , che credibilità può avere ,nella dichiarazione di stato di emergenza ambientale , il partito di governo della città quanto sta progettando ed insistendo su opere ecologicamente non compatibili ? quale credibilità possono avere le grandi forze di opposizione cittadina e ,almeno per una,di governo nazionale quando avvallano determinate scelte ,se non peggio ? ( Passante Sud ) .
RispondiEliminaServirebbe qualche atto concreto qualche segnale di svolta radicale , per ora non ne vedo all'orrizzonte .
Proviamo pure a cogliere il pronunciamento del Consiglio Comunale come un primo segnale , proviamoci .
Inoltre, come si può ragionare di ambiente senza mettere in discussione sistemi economici mondiali che del Pianeta se ne fregano altamente , come si può solo pensare di ambiente senza pensare ad un , anche lento , ma radicale cambiamento di stile di vita di consumi del cosidetto primo mondo ? si perchè non possiamo pensare di far pagare sempre e comunque, paesi e classi sociali , fino ad oggi depredati e sfruttati , chiedendo , a loro , uno sviluppo ecocompatibile , mentre da noi si continua a consumare ed inquinare tranquillamente .
Penso e credo che il movimento degli studenti ne sia consapevole , penso e credo che definirli solo ambientalisti sia riduttivo .
Occorre ,dare a quegli studenti , una speranza di futuro ,che sia ambiziosa .
Che fare .
Non so .
Ciao
G
Considerazioni per me ampiamente condivisibili.
EliminaChe fare?
Continuare a studiare, a capire, a ricercare soluzioni nuove, adeguate ai contesti ... battersi perché i passi in una giusta direzione di marcia siano più lunghi e frequenti. Ben oltre il ritmo attuale.
Dipende da tutti noi.
Gianni
Per me il gioco è lo stesso del passato: corteggiare i ribelli per renderli partecipi innocui di un nuovo banchetto a spese di altri sfruttati e depredati.
RispondiEliminaGli "eredi" della sinistra italiana sono diventati i gestori del sistema odierno.
I "bravi ragazzi" di Grillo si sono dimenticati delle ragioni del "Vaffa Day" e contrattano quote di potere a destra e manca.
I "figli" di Bossi sono culo e camicia con i nazionalisti sempre osteggiati e si risiedono nei salotti di Berlusconi.
Alla dichiarazione dello "stato di emergenza...." seguirà il nulla di fatto. Mentre i costruttori apriranno i cantieri delle nuove grandi opere che avvia la Ministra del PD sulla base della volontà del "Patto per il lavoro" dell'Emilia Romagna e del Centrodestra.
Nik
"Ottimismo" al potere!
EliminaVedo pure io le grandi contraddizioni: per ultimo le estese mobilitazioni di studenti, ragazze e giovani e il muro di gomma di partiti e governi.
Tuttavia la diffidenza e la sfiducia sono solo foriere di sconfitte.
Penso abbia ragione un giovane amico di Extinction Rebellion, che dopo il voto sulla "dichiarazione dello stato di emergenza climatica ed ambientale" ha detto: "il bello comincia adesso"!
E in effetti l'ammissione di uno "stato ..." richiede risposte.
Costruiamole, confrontiamole.
Gianni
I partiti blandiscono e inglobano i movimenti spontanei. O almeno ci provano.
RispondiEliminaOra il tentativo è in atto anche verso Friday for future. Prendono qualcosa, respingono la sostanza.
Nonno Cip
Si, ci provano.
EliminaCi riescano, non è scontato.
Dipende da tutti noi.
Gianni
La dichiarazione dello stato di emergenza per il clima e l'ambiente è un buon segnale. Applauso!
RispondiEliminaMon deve essere un atto formale.
Come scrivi, deve tradursi in atti concreti: indirizzi, progetti e delibere conseguenti.
Ci vogliono cultura, coraggio, mobilitazione.
Bologna e l'Emilia Romagna sono un banco di prova per il nuovo Governo Conte e per le Amministrazioni comunali e regionale.
Ciao!
Condivido.
EliminaNon si può contemporaneamente sostenere "l'emergenza" e che "va tutto bene" o "per il meglio".
Anche in Regione Emilia Romagna è urgente una svolta ecologica per affermare uno sviluppo civile ed eco-compatibile: riguarda le produzioni, l'urbanistica, la vita delle comunità.
Se nel Centrosinistra o in una nuova eventuale alleanza di questo con il M5S, prevale "la continuità" ritengo (anche) questo schieramento in-votabile il prossimo 26 gennaio.
Questa Regione come l'Italia intera richiedono novità sostanziali.
Gianni