Un terreno ancora vergine a fianco di via Larga, zona Pilastro (febbraio 2017) |
Se nel quadrante ovest di Bologna l'offensiva della cordata Saputo - Maccaferri e C. avanza nuovi progetti immobiliari che includono, tra l'altro, tre nuovi supermercati (localizzati all'AntiStadio, ai Prati di Caprara e al CiErreBi, leggi sotto la pagina odierna de il Carlino Bologna), anche ad est non mancano appetiti e tavole imbandite per un ricco pranzo a sbaffo della comunità bolognese.
Un utile punto di osservazione (non il solo) lo si può avere percorrendo l'asse stradale (neppure 4 km.) che da viale Lenin prosegue con via Larga, fino all'esteso Parco Commerciale Meraville ed oltre, dove si lavora per F.I.CO il mega progetto che prevede milioni di investimenti e di visitatori interessati ad una "alimentazione di qualità". Parola di Farinetti & Coop. Nella speranza non si ripetano i flop di altre progettazioni fatte e saltate, su quelle stesse aree, da protagonisti (manager e politici) di fede sicuramente Democratica.
A fianco della ferrovia Bologna - Rimini sono stati costruiti alti palazzi che includono l'Hotel Best Western Plus (già Boscolo) e sul lato opposto della via dedicata al grande rivoluzionario russo, un Super store Esselunga della famiglia Caprotti.
I palazzi di via Lenin, Quartiere San Donato - San Vitale (febbraio 2017) |
L'Hotel Best Western, via Lenin |
Il super-store Esselunga, di via Guelfa, angolo viale Lenin (febbraio 2017) |
Oltrepassata la rotonda Paradisi (300 metri), si incontrano l'Atahotel Bologna e la Torre Unipol (l'edificio più alto di Bologna). Dall'altra parte di via Larga, numerosi store specializzati e l'immancabile McDonald's.
L'Atahotel Bologna di via Larga (febbraio 2017) |
La Torre Unipol si specchia |
Via Larga, sempre più trafficata. Anche di mezzi pesanti (febbraio 2017) |
Oltre la ferrovia Bologna - Portomaggiore (ad un solo binario, senza un moderno sistema di sicurezza, ma con un progetto di interramento per "fluidificare" il traffico) il Centro commerciale Vialarga, con l'ipermercato Conad - Leclerc. Poco più avanti, oltre due rotonde, un'altra serie di punti vendita: Lidl, Meridiana, La Saponeria ...
L'Ipermercato Conad - Leclerc a 200 m. dalla Torre Unipol. Verso il tramonto |
I capannoni che ospitano Lidel e numerosi altri punti vendita su via Larga |
Oltre un'altra rotonda, prima del sottopasso ferroviario che porta allo scalo merci San Donato in progressiva dismissione (altri 50 operai in via di licenziamento), a sinistra su una vasta area verde sono iniziati i lavori di sminamento (annunciata l'evacuazione di 3.000 persone per una domenica di marzo) in previsione della costruzione di un nuovo grande ipermercato Despar (leggi il Corriere di Bologna).
L'area tra via Larga e via dell'Industria, dove è previsto un nuovo supermercato |
Via Larga continua, in zona Pilastro, fino al grande Parco Commerciale Meraville, dove si trovano grandi punti vendita: da Leroy Merlin, ad Arcaplanet , da Coop&Coop a Toys, da Media Word a Decathlon ...
Oltre parcheggi, punti ristoro, uffici direzionali, Banche e Facoltà di Agraria si apre la grande area del Centro Agro Alimentare di Bologna (un investimento decisamente sovrastimato nei progetti) entro cui, ora, si lavora per costruire F.I.CO (apertura annunciata entro il 2017). Una scommessa impegnativa, per la cui efficienza e sostenibilità mancano ancora pensieri e progetti su mezzi di trasporto e servizi.
I grandi magazzini Leroy Merlin, al "Meraville" (febbraio 2017) |
Il supermercato Coop. Il sole filtra dalla & (febbraio 2017) |
Il Centro commerciale "Meraville" propone i marchi di molti grandi Gruppi |
L'interno del Centro Agro Alimentare di Bologna. Cantieri aperti per F.I.CO |
Tra il Meraville e F.I.CO un'altra vasta area vergine è al centro delle attenzioni di importanti gruppi finanziari ed imprenditoriali. Per una nuova variante urbanistica. Affari per decine di milioni. Ne hanno scritto i quotidiani, tra cui il Corriere di Bologna.
L'area vergine compresa tra viale Giuseppe Fanin e via G. Battista Martinetti |
Abbiamo percorso meno di 4 chilometri della periferia di Bologna, nel Quartiere San Donato - San Vitale, che complessivamente conta 65 mila abitanti.
Una colonna infinita di attività commerciali, finanziarie ed alberghiere.
Ma a cemento, ferro, mattoni, vetro ed asfalto pare non esserci alternativa.
Eppure da tempo Virginio Merola, Vasco Errani, Stefano Bonaccini e Raffaele Donini parlano di "moratoria di iper e super mercati", di "consumo zero di suolo", di "fasce boscate" e di "rigenerazione urbana" per mitigare effetti e ricadute di una crescita perversa ed infinita.
Se non ora, quando?
O viceversa, per aspettare atti e fatti, debbono essere messi all'opposizione?
Il Resto del Carlino, Cronaca di Bologna (venerdì 24 febbraio) |
Sindaco e comune prima di decidere nuovi insediamenti considerano l'incremento di traffico e smog?
RispondiEliminas.
Possono non farlo?
EliminaSarebbe ragionevole?
Gianni
A est e ad ovest altri 5 supermercati?
RispondiEliminaCon una popolazione e consumi stabili, che significano?
Se io non do di matto, qualcuno ridurrà gli incassi e fallirà. Sono le leggi del mercato. No?
Quanto a Fico ho letto che anche Prodi ha manifestato insoddisfazione per la inadeguata copertura di trasporti.
Si finirà col prolungare quella oscenità della rotaia sopraelevata oggi in costruzione verso l'aeroporto?
Chi ci guadagna?
MR.
La critica principale che credo si debba rivolgere a chi governa Bologna ed il Paese è che si continua a procedere senza una "visione" ed un "progetto" di trasformazione e di sostenibilità.
EliminaE' clamoroso, ad esempio, sentire dire dal Sindaco di Bologna che la prossima programmazione urbana dovrà essere conseguente alla scelta del Passante di Mezzo.
Analogamente per le attività commerciali: si risponde alle richieste ed alle pressioni dei singoli grandi gruppi imprenditoriali. In sfida tra loro, per sopravvivere. Intanto perdiamo tante storiche ed importanti piccole e medie imprese.
Gianni
Complimenti per le foto. La 6 e la 12 sono arte pura.
RispondiEliminaQuanto agli iper, non dimentichiamo che sono una delle ragioni della nuova stratificazione sociale. Hanno ridotto ai minimi termini i classici bottegai bolognesi. Hanno favorito i negozi a basso reddito, gestiti prevalentemente da stranieri. Hanno concentrato proprietà e profitti e reso ancora piu precari i lavoratori del commercio.
Una società così composta ha cambiato la geografia politica e la cultura delle persone.
Anna
Anna, dici tutte cose vere. A partire da "arte pura".
EliminaGianni
Coraggio, stiamo diventando un Paese Normale. Come gli Stati Uniti d'America. Senza averne tante caratteristiche e performance.
RispondiEliminaEra l'obiettivo del nostro leader Maximo (D'Alema) e del grande Walter (Veltroni) se ben ricordo.
Salvo il fatto che ora il primo ha capito che in questa (come in quella) società prevalgono inevitabilmente culture (e politiche) che mal si conciliano con il loro comunismo e moderatismo.
Al Massimo si possono coltivare Speranza e vite per un Rosso antico da testimonianza ... Che classe operaia e giovani non potranno mai bere.
Mario C.
Mario, sempre più Cinico e provocatore.
EliminaIo, comunque, direi che ... fin che c'è vitae c'è speranza!
Gianni
Tenere aperti gli Occhi sulla città va bene ... ma sono possibili alternative? Chi le ha?
RispondiEliminaAntonio
Le alternative? Teniamole d'Occhio.
EliminaRoma, Bologna, Napoli, Milano ...
E, se prevale un pensiero unico, ovvero la linea d'ombra del cemento, allora ha ragione Tomaso Montanari.
Ciao!
Antonio, le alternative ci sono e/o sono possibili.
EliminaL'importante è volerle.
Ciao!, Tomaso Montanari è persona colta e saggia. Va sempre ascoltato e di frequente seguito.
Gianni
Consumo zero di suolo non deve essere pura conservazione dell'esistente. Ma governo delle risorse (il suolo è risorsa). Quindi nulla di intoccabile. Ma bilanciamento. Corrispondere a tot mq urbanizzati, altrettanti mq restituiti a verde o uso agricolo.
EliminaAldo B.
C'è ancora troppa terra vergine , poco cemento e troppa poca scelta commerciale, come nella vita si vive e si muore così pure nel commercio chi è più forte vivrà siamo noi che decidiamo il destino di negozi e centri commerciali ,consapevolmente o meno meglio incominciare a rendersene conto.
RispondiEliminaE il capitalismo ,anzi il finanzcapitalismo , bellezza. Troppa acquiescienza e molta arrendevolezza, troppo urlare contro e troppo poco è il praticare disobbedienza .
Sicurezza e paura ,siamo sempre più un paese incattivito e rancoroso , tutto si può cambiare basta solo un poco di voglia di ribellione e di consapevolezza di chi è il vero nemico .
G.
C'è molta ironica provocazione, però credo anche un po' di realtà.