Vedremo e valuteremo i risultati delle indagini sulla Vicenda di Idice.
Eventuali rinvii a giudizio e relativi capi di imputazione. Oppure, l'archiviazione.
Si può dire di più. Soprattutto conoscendo, da lungo tempo, diversi protagonisti di questa storia.
La speranza è che si sia trattato di crescenti incomprensioni, di progressive tensioni sfociate in dubbie interpretazioni di casuali doppi sensi.
La preoccupazione è che le parole pronunciate da don Ciotti (intervista a la Repubblica, 24 gennaio 2015) abbiano colto nel segno e siano confermate dal lavoro degli organi inquirenti e giudicanti.
Certo è che, almeno su una percezione, hanno ragione i dirigenti locali e regionali di Legacoop: "un danno di immagine" c'è. Anche a prescindere da come si concluderà questa vicenda.
Ma ciò che, qui ed ora, interessa affrontare, proporre e discutere (ancora una volta, esattamente un anno dopo!) sono le cause di questo sicuro (perdurante) danno per il movimento cooperativo e per la credibilità di chi è ai vertici di importanti Istituzioni: quali sono le ragioni, i dati "oggettivi" che determinano ed alimentano i fatti e "i danni" conseguenti.
E' evidente a tutti che non è serio scaricare le responsabilità su magistrati ed organi dello Stato che procedono in seguito a precise denunce e testimonianze, timori ed interrogativi.
E' certo che i principali protagonisti, o parte importante di essi, hanno una comune storia e collocazione politica. Nel Partito che governa, dal dopoguerra, le nostre Istituzioni.
Ma appare obiettivamente difficile leggervi gli effetti della lotta politica aperta a livello nazionale tra diverse esperienze o aree politico-culturali, tra nuovi dirigenti del PD di Renzi (come spesso viene etichettata la Sindaca di San Lazzaro di Savena) e vecchi esponenti della "ditta" PCI-PDS-DS (come furono in passato molti degli attuali indagati).
A Bologna e in terra emiliana D'Alema e anche Bersani hanno perso da tempo i propri fans e gli yes man che li hanno a lungo accompagnati negli anni del potere.
Occorre piuttosto considerare altri elementi del moderno conflitto politico, culturale e sociale.
Su cui mancano ancora analisi critiche adeguate, riflessioni compiute e risposte conseguenti. Particolarmente tra le classi dirigenti o dominanti.
1. La necessità e l'urgenza di superare la pratica diffusa di intrecci e scambi di ruoli di rappresentanza tra politica, istituzioni, aziende ed associazioni di imprese.
Sempre più di frequente Capi di associazioni imprenditoriali o di importanti aziende e gruppi economici (privati e cooperativi) assumono ruoli di governo delle istituzioni (Ministri, Sindaci, Parlamentari, Consiglieri, esponenti di primo piano di esecutivi di Partito). Oppure uomini e donne di Partito e delle Istituzioni vengono chiamati a dirigere e rappresentare realtà ed interessi economici e/o finanziari.
Spesso queste funzioni si sommano nel tempo, si trascinano in attesa di "prossime" e "vicine" scadenze (che, a volte, tali non sono) e distinguere personalità e funzioni è difficile.
Ci sono poi protagonisti e "controllori" dei conti e dei bilanci (sindaci revisori) che da sempre svolgono la loro professione contemporaneamente in Enti pubblici ed in Aziende o Gruppi privati e/o cooperativi.
La vicenda della "Colata di Idice" vede protagonisti uomini e donne che propongono questa insostenibile contraddizione di ruoli, che esemplificano questo palpabile conflitto di rappresentanza e di interessi: Aldo Bacchiocchi, Germano Camellini, Simone Gamberini, Rita Ghedini, Leonardo Schippa. Ma non si tratta di casi isolati nel panorama locale, nazionale ed internazionale: si pensi, per tutti, a Giuliano Poletti o a Federica Guidi. Ma si potrebbero prendere ad esempio anche illustre personalità che hanno governato l'Europa e imperi economici e finanziari mondiali.
Forse, allora è tempo di ripristinare percorsi (anche Costituzionali?) di più marcata autonomia, di rispetto dei ruoli e degli ambiti di formazione e di rappresentanza che riconoscano le giuste distinzioni e i possibili, sani, necessari contrasti.
Decisivi per distinguere meglio e tutti (anche le persone più semplici o che vivono nel dubbio e con comprensibili alte dosi di diffidenza) le democrazie partecipate e trasparenti dai sistemi di potere opachi e perversi, in cui prosperano, quasi sempre, la corruzione e le organizzazioni criminali.
2. Il bisogno di anteporre ad una cultura indefinita ed a politiche generiche della "crescita" e del "lavoro", la ricerca continua e pervicace di "qualità" e di "sostenibilità" della società e dell'ambiente.
Si può continuare all'infinito lo sviluppo urbanistico, la edificazione di terreni vergini?
La realtà quotidiana e gli studi più seri ci dicono, da tempo, di no.
Anche, soprattutto, qui, in Italia e in Emilia, si è costruito troppo.
Sono stati superati abbondantemente i limiti dell'eco-compatibilità.
Per questo si pongono all'attenzione generale obiettivi di conversione ecologica delle produzioni e dell'organizzazione del territorio e della vita delle persone.
Sono divenute questioni ineludibili e di attualità la rigenerazione urbana, il recupero ed il riuso di aree utilizzate, dismesse e degradate. Di recente se ne è discusso in un partecipato incontro promosso da Legambiente proprio a San Lazzaro.
Invece siamo ancora di fronte a ipotesi, previsioni, progetti e pratiche che continuano, giorno dopo giorno, a consumare suolo, edificare, cementificare ed asfaltare aree naturali, verdi o coltivate.
Con tante "giustificazioni": "eccezioni", "emergenze" ... Perché esiste, quasi ogni volta, un vecchio impegno, uno squilibrio, una esigenza ... Oggi, non mancano "le difficoltà aziendali", "la crisi dell'occupazione".
Anche nel caso concreto: della "Colata di cemento lungo l'Idice, per oltre 580 nuovi appartamenti".
I dirigenti di Legacoop e del PD sostengono di avere discusso e sostenuto le "legittime" ragioni delle imprese rappresentate o impegnate nel progetto edificatorio. Già evidentemente esposte e in difficoltà per la crisi del settore immobiliare.
Pochi, però, si sono impegnati - nel tempo, con risultati apprezzabili - a indicare e ricercare nuovi e diversi sbocchi imprenditoriali o specialistici per le imprese interessate, per CESI, Coop Costruzioni e soci. Mentre già molte altre aziende del settore sono fallite per l'invenduto ed investimenti sbagliati.
Insomma la sensazione è che si continui a manifestare una diffusa resistenza conservatrice a difesa di un sistema logoro e superato, di fronte ai bisogni, alle domande ed alle possibilità nuove che emergono dalla società.
Il modo migliore per "accompagnare e rappresentare" i rispettivi legittimi e distinti interessi (generali o specifici; pubblici, cooperativi o privati) è quello di indirizzarci verso Grandi Opere (venti- trentennali) di messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici e sismici; di investire risorse pubbliche e private per la sostenibilità ecologica dello sviluppo, per disinquinare, per prevenire le malattie e le conseguenti spese sanitarie di puro contenimento dei danni.
Parliamone.
Per guadagnare tempo.
Per non continuare a guardare "il dito" e perdere "la luna".
Davvero una brutta vicenda. Che ogni giorno propone news che lasciano interdetti osservatori esterni.
RispondiEliminaTizio contro Caio e questo contro Sempronio ... Con giudizi taglienti e definitivi. Tutti appartenenti ad una stessa Comunità sociale e politica.
Siamo al basso impero di antica memoria.
Non si può più avere fiducia.
ClaudiaR.
Non si può perdere la fiducia. Nel caso, va riconquistata quanto prima.
EliminaInnanzitutto in noi. Nella nostra capacità di analisi e di critica.
Quanto agli altri, verifichiamo continuamente. E riconosciamola solo a chi la merita.
Gianni
Oggi il Corriere di Bologna pubblica un editoriale di Gianfranco Pasquino "Le porte girevoli" che contiene diverse tesi collimanti.
RispondiEliminaConclude con "... urge ridefinire rapidamente, tracciandoli con nettezza, i confini Pd/cooperative".
Possibile non convenire?
Ciao!
PS. Ho letto sul Corriere di ieri che Sermenghi, il sindaco di Castenaso, ha detto che servono politici all'altezza. Ma non mi è parso chiaro a chi parlava e a chi si riferiva.
EliminaQualcuno ha capito più di me?
Ancora io.
Ciao!
Il morto che afferra il vivo. Poi, il vivo non è che mi piaccia particolarmente.
RispondiElimina???
Eliminas.
Fatico a capire certe dinamiche politiche, giudiziarie, sociali.
RispondiEliminaVedo molti diti indicare varie stelle e pianeti.
Quelle/i sconosciuti e abitati da altri.
Nessuno che decide di guardare e mettere in ordine casa propria.
Sarebbe ora di molte autocritiche e di maggiore moralità.
MR
Il prossimo fine settimana Bologna ospiterà un importante appuntamento nazionale di Legacoop. Aperto al pubblico.
RispondiEliminaInterverranno tra gli altri Stiglitz e Fitoussi, Renzi e Mogherini, Prodi e Ciotti.
"Siamo particolarmente onorati della scelta di Bologna come sede della prima Biennale dell’Economia Cooperativa – ha commentato Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna – Quello bolognese è un territorio dove la cooperazione ha avuto e ha un ruolo di primo piano e dove le imprese cooperative hanno dimostrato una forte capacità di innovare, guardare al futuro e individuare nuove traiettorie di sviluppo. Un patrimonio di competenze e esperienze che mettiamo a disposizione di tutto il movimento cooperativo e dell’Alleanza delle Cooperative, che a Bologna è in avanzata fase di costituzione. Le cooperative bolognesi – conclude Ghedini – hanno radici ben piantate nel territorio ma guardano al mondo e si confrontano quotidianamente con i temi dell’Agenda del Millennio dell’Onu, per questo sentiamo forte la responsabilità di avviare a Bologna un percorso di discussione nel mondo della cooperazione, che avrà il suo culmine nel summit dell’Alleanza Internazionale delle Cooperative di Quebec City”.
Si inizia venerdì.
M.
Forse il mio modo di vedere le cose è semplice. Ma ho l'impressione che tra quelli che comandano non ci sia alcuna reale intenzione di troncare con l'andazzo che regola la vita.
RispondiEliminaSe la luna è il sistema di potere costruito sulla spina dorsale dello sviluppo italiano, non viene mai neppure indicata dai capi di partito e di cooperative. Bianchi o rossi non fa differenza.
s.
Anche alla Biennale organizzata da Legacoop per i 130 anni di storia del movimento non sono mancati spunti e riflessioni utili sui caratteri contraddittori dello sviluppo degli ultimi decenni, sulla crisi ambientale mondiale e sulle crescenti ingiustizie ... sul possibile valore strategico e democratico della cooperazione (da Stiglitz a Fitoussi e Diamanti).
EliminaAl contrario mi sono sembrate deludenti ed inadeguate le risposte, le riflessioni e le proposte dei dirigenti cooperativi.
È sicuramente il caso di tornarci su.
Gianni
Mi e vi chiedo se si può vivere in partiti o associazioni in cui ci si affronta a colpi di doppi sensi, minacce, denunce, insulti ...
RispondiEliminaCosì unico collante è la gestione del potere di questi o quelli.
All'infinito?
F. Marchi
Leggo anch'io di dirigenti che definiscono "squallida" una Sindaca ... e altri che parlano di "matti" in circolazione ...
EliminaMa tutto questo è solo gossip intercettato e portato più o meno responsabilmente al pubblico?
Oppure ci evidenzia anche altro.
C'è uno scontro trasversale su scelte di sviluppo (edificazione o no di terreni, difesa del lavoro o tutela dell'ambiente) o solo contrasti di potere (renziani o ditta, cooperazione o altri)?
Fanno la differenza le possibili risposte a queste domande, no?
Antonio
Sicuramente la differenza sta nei contenuti, nei progetti e nelle pratiche.
EliminaTuttavia non sempre nei conflitti e nei contrasti in atto si riescono a cogliere gli elementi distintivi ed alternativi che fanno intendere che si va oltre lotte di potere tra cordate di professionisti, sostenitori di interessi particolari di gruppi sociali comunque ristretti.
Gianni
Il fatto è che il mondo cambia ... conosci Canale e Chiarini?
RispondiEliminaCome stanno a cooperazione?
Un socio lavoratore (tra 20 mila)
Non conosco il nuovo Presidente di Manutencoop Facility Menagement SpA. Né il nuovo Consigliere Delegato di MFM.
EliminaLa loro storia professionale (proposta sul sito di Manutencoop) insieme alla composizione del nuovo Consiglio di Gestione sancisce sicuramente un cambio di fase che definire storico mi pare appropriato.
Una vicenda complessa e travagliata che merita sicuramente un approfondimento ed una discussione. Fin qui assente. Quanto meno alla Biennale ed al grande pubblico. Perché?
Gianni
State sereni.
RispondiEliminaIl Giudice Stefanini ha annunciato che tutto finirà in niente!
BiBi
No, nessun Giudice.
EliminaSolo la conferma di una antica sintonia.
Qui troviamo un discreto analista.
In UNIPOL un Presidente sicuramente sveglio e decisamente pragmatico.
Mario Cinico
Sintonie? Dimenticate.
EliminaPurtroppo analisi e pragmatismo non risolvono i problemi, le contraddizioni e la qualità della vita di cittadini, lavoratori e soci.
Oggi bisogna andare decisamente oltre.
Gianni
Non possiamo tacere che Don Ciotti ha precisato che a Bologna ha "conosciuto solo persone oneste e pulite".
RispondiEliminaDi Lui mi fido.
Secondo me la prossima volta farebbe bene a fornire anche l'elenco di quelli che ha incontrato.
Così potremmo capirne di più di questa brutta vicenda.
Anna
Ma don Ciotti è stato a suo tempo troppo impulsivo nella solidarietà alla Conti, oppure ora troppo prudente ed attento a preservare la rete di amici e sostenitori del mondo Coop con Libera?
EliminaCarlo