lunedì 9 maggio 2016

angoloB, una Città a cui ridare la testa

Il Resto del Carlino, l'articolo sull'Assemblea pubblica.


















Una serata al Centro sociale Croce Coperta.
In tanti hanno accolto l'invito dell'Associazione Il Cerchio Verde.
Si discute "Perché il Passante di Mezzo? Ovvero: dopo la bocciatura del Passante Nord, il passante Metropolitano è la soluzione al traffico autostradale e della tangenziale?".
Tra gli invitati mancano l'Assessore Trasporti e Infrastrutture della Regione ("per sopraggiunti impegni" comunica il Presidente dell'Assemblea, Claudio Busi), la Consigliera delegata a Infrastrutture, Mobilità e viabilità della Città Metropolitana ("per impegni istituzionali"), il Comitato per il No al Passante Nord ("non ha risposto all'invito"), l'ARPA ("non è in grado di pronunciarsi su un Progetto che non ha ancora ricevuto").
Introducono due dirigenti: gli ingegneri Alessandro Delpiano, della Città Metropolitana, e Cleto Carlini, del Comune.
Confermano che il no al Passante Nord autostradale, da oltre un decennio irresponsabilmente oggetto di studi e progetti tecnici ed urbanistici delle Amministrazioni locali, è frutto dello scarso interesse di Società Autostrade per la modesta competitività dei possibili tracciati (di 35-40 km.) rispetto alla Tangenziale (a 5 corsie) che, naturalmente, continuerebbe ad attraversare la città.
In sintesi, "non sarebbero sostanzialmente cambiati i flussi di traffico". Ovvero, pochi camionisti ed automobilisti avrebbero utilizzato il nuovo tratto autostradale.
Illustrano, inoltre, i termini generali dell'Accordo sottoscritto per il Passante di Mezzo: l'ampliamento di 13 metri dell'attuale grande Arteria dalla uscita 3 alla 6 e dalla 8 alla 13; l'allargamento ancora più consistente (circa 26 metri?) dalla 6 alla 8; i doppi svincoli in tutte le uscite ed il loro potenziamento; il rifacimento e l'estensione di ponti, gallerie e barriere fonoassorbenti.
Inoltre, il completamento di alcune strade da tempo in progetto: la Lungosavena in località Rastignano e Villanova; una migliore accessibilità a Interporto e Centergross; la complanare nord accanto alla A14 da Ponte Rizzoli a San Lazzaro ("all'interno del progetto di 4 corsia dell'A14 da Bologna allo svincolo per Ravenna"). Poi una nuova arteria, la cosiddetta Intermedia di Pianura (da Calderara a Granarolo), tra Passante di Mezzo e Trasversale di Pianura.
In sintesi, una nuova colata di asfalto e cemento, "allo scopo di fluidificare il traffico" e corrispondere ad un "previsto incremento di mezzi" in circolazione. Un inno all'uso di auto ed autocarri.
Per questo sono previste opere di mitigazione: protezioni acustiche, gallerie antifoniche (a San Donnino), complessivi 130 ettari di bosco (senza alcun ulteriore dettaglio: dove, come, quando).

La parola passa agli Amministratori: l'Assessore alla Mobilità, Andrea Colombo, e il Presidente del Quartiere Navile, Daniele Ara.
Incentrano i loro interventi sul confronto tra Passante Nord e Passante di Mezzo, escludendo ogni altra possibile soluzione. Evidentemente incapaci di uscire dall'angusto "qui o li" e di vedere e pensare oltre, nonostante la giovane età e la lunga speranza di vita. Prigionieri di questa vecchia e falsa contrapposizione, scelgono (o accettano) il Passante in Città (loro preferiscono chiamarlo di Mezzo): "per efficacia trasportistica", "perché riduce la congestione", "perché consente mitigazioni", "perché contempla opere di adduzione", "perché prevede tempi di realizzazione più rapidi (5 anni anziché 10)". "Perché non consuma suolo agricolo" aggiunge, poco dopo, il più navigato e scaltro Sindaco Virginio Merola.
Poi tracciano il percorso e la tempistica concordati: Progetto preliminare (entro giugno), confronto pubblico (entro ottobre) garantito da Soggetti Terzi (senza alcuna ulteriore specifica), Progetto definitivo (entro novembre), inizio lavori 2017 e conclusione 2021.

Via Ferrarese, abitazioni a ridosso di Tangenziale - Autostrada

















Colpiscono l'impreparazione ed il vuoto sui problemi ambientali e di vita delle persone, la mancanza di visione d'insieme della città e di un progetto per Bologna 2020-2030. 
Si pensi, innanzitutto, alla qualità dell'aria che respiriamo e che consegneremo ai nostri figli, al rumore che colpisce le nostre orecchie e il nostro sistema nervoso.
Su questi aspetti, da Amministratori e Dirigenti Metropolitani, non arriva nessun dato, nessuno studio, nessuna idea, nessun concreto impegno, immediato e di prospettiva.
COP 21 e gli impegni autorevolmente assunti in quel vertice parigino di pochi mesi fa, sembrano non interessare e riguardare la nostra realtà.
Per altro, nessuna considerazione viene avanzata sulle tendenze demografiche che pure il Comune registra, analizza ed elabora, anche grazie a valenti uffici e professionalità. Non si riflette sugli effetti, nella mobilità, del calo della popolazione e delle sue modifiche, che registrano un progressivo invecchiamento ed un aumento di immigrati e di strati sociali con minori risorse economiche e in condizioni precarie di lavoro.
Ed ancora.
Cosa potrà cambiare l'immissione di tecnologia del terzo millennio, l'uso crescente di comunicazione a distanza nelle attività professionali, nel lavoro e tra le persone rispetto al pendolarismo ed agli spostamenti attuali?
Oppure, come si rideterminerà la domanda di mobilità, su scala nazionale e regionale, di fronte al tendenziale incremento dei traffici aerei e degli utenti dell'Aeroporto Guglielmo Marconi o dell'Alta Velocità ferroviaria con la nuova Stazione Centrale delle FS, che si è sviluppata tra viale Pietramellara a via Carracci?
Nei giorni scorsi il CIPE ha stanziato alcune centinaia di milioni per realizzare il Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna e per potenziare e ammodernare l'Azienda di Trasporto Passeggeri dell'Emilia Romagna.
E allora c'è da chiedersi, se questo non è solo l'ennesimo impegno a sostegno di una campagna elettorale (da abbandonare subito dopo): queste realizzazioni e questi investimenti come incideranno? Quanti cittadini, che oggi sono costretti ad usare l'auto, si sposteranno sul trasporto collettivo?

Di notevole rilevanza ambientale e sociale sono anche i destini e le preoccupazioni di molti cittadini che vivono, abitano e lavorano in edifici situati a ridosso della Tangenziale - Autostrada: per la perdita di valore economico di edifici, abitazioni ed attività.
Frequentando diverse zone e vie di Bologna, da Croce Coperta alla Dozza, da San Donnino al Pilastro, da via Larga a via Cellini, alla Croce del Biacco, è difficile credere si possa ridurre la questione a "quattro immobili da espropriare" come sostenuto da Amministratori e Dirigenti che, tra l'altro, pare continuino ad autorizzare lavori e investimenti in zone attigue (vedi foto).

Via Don Gnocchi. Lavori in corso a ridosso di Tangenziale - Autostrada

















E' indicativo che su tutti questi elementi decisivi e di contesto strategico, nessuno dei politici e degli amministratori intervenuti o impegnati in campagna elettorale abbia ragionato e indicato scenari futuri e conseguenze operative.

Al contrario, bisogni, idee e proposte sono contenuti negli interventi dei portavoce dei Comitati cittadini, Gianluca Sanilippo e Giovanni Nespoli: "viviamo e paghiamo, da decenni, seri problemi di inquinamento ... nelle nostre famiglie sono cresciuti i malati e i morti di tumore ... per questo siamo quelli dei si: per la salute e la sicurezza dei cittadini, per assicurare un adeguato monitoraggio, per opere più moderne ed europee di protezione ambientale"...  "Abbiamo contrastato le ipotesi di allargamento avanzate fin dagli anni '80. Parevano abbandonate dalle Amministrazioni ... Merola, anche di recente, ci aveva rassicurato. Ora, invece, il Sindaco ha smentito se stesso". "Mitigare non significa ridurre". "Vogliamo discutere soluzioni alternative, che pure sono state avanzate".
Luca Basile, dell'Università di Bologna, e Daniele Mandrioli, dell'Istituto Ramazzini, espongono i risultati di analisi, ricerche e studi.
"Gli inquinanti dell'aria, come gli strumenti di controllo e le conoscenze, si modificano, si evolvono e si sommano ... Le polveri volatili, in particolare quelle fini", che ancora non vengono rilevate dai sistemi di monitoraggio fissi "sono sicuramente cancerogene" e "rappresentano un pericolo serio per la salute delle persone. Sono prodotte da varie fonti e si diffondono su vaste aree".
"Altri inquinanti invece, come gli ossidi di azoto, si concentrano e stazionano prevalentemente nelle aree di emissione".
Come i decibel, che si avvertono in modo differenziato da un'area all'altra di un territorio o di una città.
"Se i flussi del traffico in Tangenziale - Autostrada vengono dati in crescita, la fluidificazione non compenserà le maggiori emissioni complessive e gli inquinanti aumenteranno".
Appare chiaro che questi elementi comportano precisi approfondimenti e verifiche partecipate, prima di accettare decisioni e condividere il "fare".
Perché il rischio è sbagliare indirizzo, opere ed investimenti. Privilegiando e sostenendo (come spesso è successo e succede) interessi di gruppi ristretti e privati, anziché interesse pubblico generale. Sarebbe grave, anche in considerazione delle risorse limitate di cui disponiamo.
In sintesi, occorre bilanciare con verifiche puntuali e per nulla superficiali costi e benefici, interessi economici e ambientali, diretti e indiretti, immediati e di lungo periodo.

Nel dibattito ritornano ed emergono critiche precise.
Perché "discutiamo in presenza di una decisione già presa (sottoscritta!) e di impegni/lavori fissati"?
Perché "anche le Istituzioni rappresentative sono state messe di fronte al fatto compiuto"?
Nei suoi due interventi il Sindaco Merola promette, prova di rassicurare: "ci sarà ascolto", "possibilità di migliorare".
Ma proprio qui sta un punto di conflitto: dopo il 15 aprile, si può solo "migliorare questo Accordo" o lo si può ancora "cambiare"?
Lo scontro è teso ed aspro. Ci sono interruzioni e sovrapposizioni di voci.
Non emergono, ma indubbiamente pesano anche le esperienze negative già vissute a Bologna.
Rilevante quella, relativamente recente, del Referendum comunale sui finanziamenti pubblici alle scuole private.
Quando il Sindaco sostenne il finanziamento comunale alle "parificate" e dopo la sonora sconfitta dell'ampio fronte politico, privato e confessionale che mobilitò (oltre 50.517 cittadini a favore del rispetto dell'Articolo 33 della Costituzione, pari al 59%, contro 35.160 voti) disse che "non avrebbe tenuto conto del risultato, perché Lui si sentiva vincolato dal Suo programma elettorale del 2011".
Evidentemente, ora, ha cambiato approccio.
Il Suo Passante di Mezzo è, infatti, totalmente estraneo agli impegni programmatici assunti con gli elettori 5 anni fa. Non a caso ancora il 23 ottobre 2015, Virginio Merola, sosteneva pubblicamente che "a breve sarebbero potuti iniziare i lavori per il Passante Nord".

L'Assemblea si chiude.
Con la sensazione, di tutti, che stiamo parlando di questioni vitali per il nostro comune futuro.
Che nessuno può permettersi impunemente di stare alla finestra.
Che chiunque voglia portare un contributo positivo debba sostenere alcuni obiettivi prioritari.
1. Subordinare ogni ulteriore decisione sull'allargamento dell'Asse Tangenziale - Autostrada alla presentazione di dati, studi e progetti tesi alla riduzione dell'inquinamento atmosferico ed acustico in Città ed in Regione.
2. Avviare subito nei quartieri periferici attraversati dalla Tangenziale - Autostrada il rilevamento di inquinanti atmosferici (tra cui polveri sottili e ossidi di azoto) e del rumore.
3. Produrre ed elaborare studi epidemiologici sulle malattie e sulle morti in città ed in regione.
4. Decidere, senza ulteriori rinvii, misure utili e condivise da tutti. Come quelle sui limiti di velocità (da 90 ad 80 km/h) e quelle relative alla piantumazione di verde (previste fino dal PRG degli anni '80 e mai realizzate).
5. Presentare ipotesi e progetti alternativi di vera "de-congestione del traffico urbano" rispetto ai due fin qui considerati (Passante Nord e Passante di Mezzo), che consentano di discutere liberamente e democraticamente su progetti diversi.
Non mancano infatti le tesi e i sostenitori del "Passante Sud" in tunnel sotto San Luca e le colline ("per il minor impatto sui quartieri della periferia e per il risparmio di km. tra San Lazzaro - A14 - e Casalecchio - A1 -") o quelli a favore della semplice razionalizzazione dell'Asse viario esistente: 10 corsie dinamiche e governabili (5 per senso di marcia o 6 e 4, a seconda dei giorni ed anche delle ore) tutte per la Tangenziale, con caselli autostradali all'ingresso dell'area urbana ("per non aggravare ulteriormente l'inquinamento da smog e decibel", "per ridurre le risorse investite in strade ed autostrade e concentrare il grosso degli investimenti sul potenziamento e l'ammodernamento del trasporto collettivo meno inquinante", "per fare come in tantissime altre città d'Europa").

Insomma, particolarmente dopo l'Assemblea pubblica al Centro sociale di Croce Coperta, in tempo di crisi economica, sociale e morale, di fronte alla necessità di procedere in tutto il mondo alla conversione ecologica dell'organizzazione della vita delle persone, pare sensato ridare testa ad una Città con una lunga storia di partecipazione e di buon governo. 


Via Due Madonne. Abitazioni e attività a ridosso di Tangenziale - Autostrada







24 commenti:

  1. Un allargamento assurdo e non credo si farà.
    L'urbanizzazione discutibile costruita attorno alla tangenziale impedisce di procedere.
    Il solo fatto che sia stato proposto la dice lunga di chi ci governa.
    Ma ripartire dalla testa e riscrivere Bologna per il verso giusto implica uno sforzo notevole.
    Questo ocadniS è inaffidabile, umorale, privo di valori di riferimento.
    Ma in competizione vedo poche idee e persone valide.
    Mancano soggetti ed associazioni che si facciano sentire e che indirizzino la giusta protesta.
    Almeno ora prevale il pessimismo.
    Nik

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    1. Forse mi ripeto.
      Al pessimismo della ragione occorre unire l'ottimismo della volontà.
      Gianni

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  2. Ridare la testa a Bologna?
    Ad inizio giugno si vota. Quale occasione migliore?
    Meditate gente, meditate ...
    M.B.

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    1. Certo.
      Il voto è una occasione. Da non perdere.
      Ma assolutamente insufficiente per cambiare le cose.
      Occorre partecipazione critica e propositiva.
      Gianni

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  3. Le critiche ai "nostri" capi, mi sembrano motivate.
    Nell'Accordo di aprile manca una "vision" della città futura.
    Non ci sono priorità o, se ci sono, sono quelle del Passato e dei Passanti (nord o di mezzo).
    Con investimenti di risorse tradizionali di 5 (per strade ed autostrade) a 1 (per treni, tram, bus).
    Questo rende prioritaria la indicazione di aria nuova.
    Ciao!

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    1. Come sai, concordo.
      Ci vuole aria nuova, fresca e pulita.
      Ma vincere le resistenze culturali, sociali e politiche non è per nulla facile.
      Occorrono conoscenze, idee, motivazioni, sintesi, energie fortissime.
      Gianni

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  4. Di fatto le 4 ipotesi finali significano azzerare le decisioni assunte da Comune, Regione e Governo.
    Mai possibile bloccare sempre tutto e rinunciare a finanziamenti che arrivano dopo decenni?
    Paolo M.

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    1. "Le decisioni" sono sicuramente state sottoscritte da alcune autorità (Renzi, Bonaccini e Merola, più il rappresentante di Società Autostrade SpA).
      Ma ricordo ancora che i Consigli, Comunale e Regionale, sono stati chiamati a ratificare Accordi, già presi e firmati.
      C'è un problema di democrazia. O no?
      Quanto a "bloccare sempre tutto" non sono sicuramente i cittadini, singoli o organizzati, che discutono, criticano e propongono a farlo. Bensì quegli Amministratori, partiti e uomini di Governo che non realizzano mai impegni presi con gli elettori ("faremo il SFM, i controlli ambientali, la fascia boscata, le gallerie e le barriere fonoassorbenti, ecc.), ovvero sostengono per decenni ipotesi sbagliate (la metropolitana, il Passante Nord, il CIVIS, ...) a cui, poi, rinunciano (anche chiedendo scusa o denunciando l'inutile consumo di suolo").
      Della serie, non ribaltiamo ruoli e a ognuno le sue responsabilità!
      Gianni

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  5. Consentitemi due osservazioni.
    Uno. Risulta che ci siano difficoltà tecniche rispetto alla banalizzazione. Tipo i livelli delle corsie autostradali rispetto a quelle della tangenziale, le curve e gli svincoli. Poi il pericolo incidenti per automobilisti e camionisti non abituati alle tante corsie ed alle frequenti uscite.
    Due. Se la soluzione fosse quella di cancellare dal tratto urbano l'autostrada chi pagherebbe i lavori necessari, considerando che tutte le opere previste nell'accordo sottoscritto sono a carico di Soc. Autostrade?
    Antonio

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    1. Antonio, due risposte.
      1. Società Autostrade SpA ha presentato agli Enti Locali bolognesi, più progetti di Passante Nord. Davano tutti per scontato l'uso delle corsie urbane dell'attuale Asse Autostrada - Tangenziale (5 per senso di marcia) per il traffico cittadino. Ora, in 13 anni, ho sentito diverse riserve e critiche sulle scelte della nuova Autostrada che attraversava la pianura, mai sulla cosiddetta "banalizzazione". Io non ho elementi tecnici per confutare questa tesi tecnica. Del resto, ho viaggiato in altri paesi e città del mondo lungo grandi arterie con tante corsie. Credo che le moderne tecnologie possano risolvere tutti questi problemi. Naturalmente in presenza di volontà politica.
      2. La questione finanziaria è reale. Parliamone. Troviamo adeguate soluzioni. Esempi? Sono state avanzate negli anni diverse proposte. Società Autostrade ha concessioni pluriennali, spesso pluri-decennali. Qui mi pare di ricordare la scadenza attuale è 2038. Le Istituzioni ed il Governo hanno, dunque, leve convincenti in presenza di volontà politica. Ma esistono anche altre possibilità. In questi giorni è stata avanzata una proposta di "tassa di scopo" a carico degli autocarri che attraversano la città.
      Resta il fatto che un intervento per "banalizzare" è di gran lunga meno costoso degli altri progetti in campo, dal Passante di Mezzo, a quello a Nord o a Sud.
      Gianni

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  6. Ero presente.
    Mi sembra una ricostruzione sostanzialmente corretta.
    Salvo il riferimento ai 26 metri di allargamento tra le uscite 6 ed 8.
    Del resto in altri post si parlava anche qui di 20 metri.
    È un refuso o un errore?
    G.N.

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    1. Osservazione corretta.
      Se la quarta corsia è relativa alla sola tangenziale si tratta di un allargamento di 20 metri. Sarebbero oltre i 26 metri se anche l'Autostrada dovesse essere portata a quattro corsie.
      Ne approfitto per una doverosa ulteriore correzione.
      La gru in via Don Gnocchi (vedi foto) non corrisponde a lavori in corso e dunque autorizzati. Almeno in questo caso, non in altri, si tratta di materiali di una azienda che opera nel settore costruzioni.
      Gianni

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  7. Vediamo se ci capiamo. Ma tu con InaguB, InolletraM, InoznogroB o InidranreB vorresti ridare testa a angoloB?
    Mi pare una impresa titanica.
    Orror

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    1. Ci siamo capiti, Orror.
      Approfondiremo, tra qualche giorno.
      Gianni

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  8. L'impressione è che almeno il candidato Merola abbia sbagliato tutto su questa vicenda.
    a. Per almeno 4 anni ha insistito per fare la nuova autostrada a nord (ultima uscita in autunno: stiamo per iniziare i lavori).
    b. A pochi mesi dal voto amministrativo vira sulla vecchia opera di Società Autostrade (allargare 3 e 4 corsie in città).
    Molti bolognesi si sentono traditi. Basta leggere le lettere sui quotidiani e parlare nei quartieri popolari ... (ieri ne ho letta sul Corriere anche una di Gianni Tugnoli).
    Come pensa di reggere l'ondata di critiche?
    I favorevoli all'intervento compenseranno i No che si recheranno alle urne arrabbiati o che le diserteranno?
    nadia m.

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    1. Nadia, credo che l'Accordo del 15 aprile per Merola, Bonaccini e Merola possa avere avuto anche una valenza politica elettorale.
      Ma sono per valutare questa scelta a prescindere dal rinnovo dell'Amministrazione.
      Del resto sono diversi decenni che a Bologna ci si batte per ridurre il traffico, lo smog, il rumore, il numero delle auto in circolazione.
      E' il caso di ricordare che il referendum cittadino per liberare il Centro storico dalle auto risale alla primavera del 1984?
      No, scelte strategiche di questa natura vanno fatte e valutate a prescindere dai risvolti elettorali.
      Pur sapendo che i cittadini potranno apprezzare o punire le scelte compiute.
      Giustamente.
      Gianni

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  9. Sbaglio o qualcosa si muove?
    A destra e a sinistra. Forza Italia, Bernardini e Martelloni.
    L.

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    1. Se muoversi vuole dire schierarsi per il tunnel autostradale e sud, meglio stare fermi ...
      O meglio parliamone, ma solo in presenza di:
      a) opzione a nord
      b) opzione a sud
      c) opzione di mezzo
      d) opzione zero
      considerando il sfm realizzato (con e senza people mover), le previsioni del traffico all'aeroporto, il tav.
      confrontando consumo di territorio e danni ambientali vari, stime dell'inquinamento locale e su dimensione regionale, effetti sociali e proprietari, valutando costi a carico della collettività e degli individui.
      pl

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  10. Continuano le assemblee di presentazione dell'accordo. Qualcuno è stato al Pilastro?
    Anna

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  11. Leggendo questa semplice tabella si può dedurre che non c'è alternativa alla riduzione delle auto e dare ,conseguentemente, priorità al Trasporto Pubblico.
    L'auto dovrebbe essere simbolo di velocita e libertà di viaggiare ,almeno così viene rappresentata nelle pubblicità .
    Di questo passo diventera una cella , in cui passeremo la maggior parte della nostra vita .
    Non esiste via di mezzo o si sceglie una direzione o l'altra .


    Bologna, 26 maggio 2015

    In Italia circolano 61 auto ogni 100 abitanti
    Nel 2014 in Italia circolavano 61 auto ogni 100 abi
    tanti. Si tratta di un valore fra i più alti a
    livello europeo. Non sono purtroppo disponibili dat
    i aggiornati al 2014 per gli altri paesi
    europei, ma se si confrontano i dati italiani con quelli più recenti resi noti dall’Acea(l’associazione europea dei costruttori
    automobilistici) l’Italia risulta il secondo Paese in
    Europa per densità di autovetture circolanti,
    superata solo da Lussemburgo. Se a questo si
    aggiunge che anche l’età media dei veicoli in
    circolazione nel nostro Paese è tra le più alte
    d’Europa, si ottiene il quadro di una nazione in
    cui circolano molte autovetture, di cui una quota
    piuttosto consistente sono vecchie. Il motivo per
    cui in Italia la densità delle autovetture è
    maggiore rispetto alla maggior parte degli altri
    paesi europei è presto detto: nel nostro Paese i
    trasporti pubblici non funzionano come
    dovrebbero e l’unico modo per effettuare gli
    spostamenti necessari per lavoro o per svago,
    nella grande maggioranza dei casi, è in auto.
    Purtroppo, però, questi spostamenti sono
    effettuati con auto che molto spesso sono
    vecchie, poco sicure e molto inquinanti, e questo
    soprattutto dopo che la crisi degli ultimi anni ha
    avuto un impatto molto forte sulla domanda di
    sostituzione.
    L’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec
    da cui derivano questi dati fornisce anche un
    prospetto della densità automobilistica a livello
    regionale. Ne risulta che il Trentino Alto Adige è
    la regione italiana in cui circolano più auto in
    Densità di autovetture in Italia nel 2014
    REGIONI
    AUTOVETTURE PER
    100 ABITANTI
    Trentino Alto Adige
    77
    Piemonte + VDA
    65
    Friuli Venezia Giulia
    63
    Emilia Romagna
    62
    Veneto
    61
    Lombardia
    59
    Liguria
    52
    TOTALE NORD
    61
    Umbria
    68
    Marche
    64
    Toscana
    63
    Lazio
    63
    TOTALE CENTRO
    64
    Molise
    65
    Abruzzo
    64
    Basilicata
    62
    Calabria
    61
    Campania
    57
    Puglia
    55
    TOTALE SUD
    58
    Sicilia
    62
    Sardegna
    61
    TOTALE ISOLE
    62
    TOTALE NAZIONALE
    61
    Fonte: elaborazione dell'Osservatorio
    Autopromotec su dati Aci
    rapporto alla popolazione residente (77 auto ogni 100 abitanti). Questo dato, però, è
    falsato dal fatto che negli anni scorsi in Trentino Alto Adige era in vigore un trattamento
    fiscale di favore per l’immatricolazione di nuove vetture. Per approfittare di questa
    situazione molte società di noleggio hanno immatric
    olato in questa regione le proprie auto
    nuove.
    Se non si prende in considerazione il Trentino Alto
    Adige è l’Umbria la regione italiana con
    la più alta densità automobilistica. In generale i
    dati regionali evidenziano che il rapporto
    tra abitanti e autovetture circolanti è molto alto
    nel centro e nel nord Italia, mentre è più
    basso nel sud e nelle isole.

    Dati " OSSERVATORIO AUTOPROMOTEC "

    Ciao
    G:

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    1. Purtroppo la lettura non è semplice.
      Ma la sostanza è che abbiamo un alto numero di autovetture. E dobbiamo aggiungere un numero altissimo di autocarri.
      In più, tantissimi km. di strade e di autostrade.
      Ma, per la verità, abbiamo anche tante ferrovie e porti. Ed anche aeroporti, troppi.
      Ma il punto è che manca un uso razionale, equilibrato e lungimirante dei mezzi di mobilità.
      Manca coordinamento. Mancano strategie e governo: delle risorse, delle priorità e degli investimenti.
      Manca "la testa".
      Ridiamo "la testa" a Bologna, alla Regione ed al Paese.
      Gianni

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  12. Secondo voi in che misura pesano il singolo e il contesto? A Bologna come in Italia. Nel bene e nel male chi fa sono i nostri sindaci (come Merola, Orsoni, Marino, Pisapia, Pizzarotti o Nogarin) e i presidenti del consiglio (Renzi, Letta, Monti, Berlusconi, Prodi o D'Alema) o i loro partiti e le nostre comunità, con i comportamenti quotidiani?
    Mi pare giusto pensarci per rispondere alla domanda iniziale. No?
    Altrimenti non cambieremo mai angoloB e ailatI.
    fra72

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    Risposte
    1. Non riesco a rispondere "in che misura".
      Sicuramente pesano i singoli e pesa il contesto.
      Credo occorra agire quotidianamente per cambiare società e classi dirigenti, cultura e politica.
      Gianni

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