La fine della missione militare italiana in Afganistan è rinviata.
Altre spese di guerra evidentemente sono necessarie e possibili.
Così, Matteo Renzi è partito, senza parole, dopo il voto.
Neppure un twitt, sintetico ed efficace, come d'abitudine.
Neppure un twitt, sintetico ed efficace, come d'abitudine.
Evidentemente questa volta gli Italiani(Europei) - approfondiremo in un prossimo post - non meritano neppure un grazie. Peggio, meritano le dichiarazioni di Orfini, Guerrini e Serracchiani, di Carbone e Scalfarotto, di Zanda e Rosato, di Morani e Moretti, di Paita e De Luca.
Contenti loro ... Bene.
"Un ottimo 5 - 2". "Con il PD si vince". E, quando non succede, "la responsabilità è di altri". Naturalmente.
"Un ottimo 5 - 2". "Con il PD si vince". E, quando non succede, "la responsabilità è di altri". Naturalmente.
Interrogarsi?
Cogliere i segnali?
Non fa per loro. Almeno in questa fase.
E invece, si deve. Tutti.
Si. Perché gli italiani hanno detto cose rilevanti, che lasceranno il segno.
Al di la delle prime dichiarazioni di circostanza.
Al di la delle prime dichiarazioni di circostanza.
C'è sicuramente un giudizio pesantemente critico su chi ha governato. Le Regioni, ma non solo.
A) In 2 Regioni su 7 cambiano le maggioranze: Liguria e Campania.
Il PD ligure, "a vocazione maggioritaria", conta per la sua candidata molto meno della metà dei voti raccolti da Burlando, nel 2010. Oggi si ferma a 183.191 voti, il 27,8% contro i precedenti 424.044, il 52,2%.
Toti, vince con 226.603 voti, mentre il candidato del Centrodestra 5 anni fa ne aveva avuti quasi 390.000.
Caldoro e il Centrodestra campano perdono oltre 600 mila voti (su 1.586.000). E il vincente De Luca lo sorpassa pure scendendo, a sua volta, a meno di 1 milione di suffragi rispetto a 1.258.787 consensi ottenuti nel 2010. Decisive, ovviamente, le numerose liste che includevano numerosi personaggi della vecchia politica e dichiarati "impresentabili" dall'Antimafia e ben prima denunciati dalle associazioni anti camorra e da Roberto Saviano.
Il PD ligure, "a vocazione maggioritaria", conta per la sua candidata molto meno della metà dei voti raccolti da Burlando, nel 2010. Oggi si ferma a 183.191 voti, il 27,8% contro i precedenti 424.044, il 52,2%.
Toti, vince con 226.603 voti, mentre il candidato del Centrodestra 5 anni fa ne aveva avuti quasi 390.000.
Caldoro e il Centrodestra campano perdono oltre 600 mila voti (su 1.586.000). E il vincente De Luca lo sorpassa pure scendendo, a sua volta, a meno di 1 milione di suffragi rispetto a 1.258.787 consensi ottenuti nel 2010. Decisive, ovviamente, le numerose liste che includevano numerosi personaggi della vecchia politica e dichiarati "impresentabili" dall'Antimafia e ben prima denunciati dalle associazioni anti camorra e da Roberto Saviano.
B) In una Regione (le Marche) il Presidente PD uscente (Spacca) candidato con altra coalizione, sostenuta da Berlusconi, incassa un modesto 14%. Il nuovo Presidente PD, alleato di UdC e Popolari, ottiene 251.050 voti, contro i 409.823 ottenuti dal candidato del Centrosinistra di 5 anni fa.
C) In 3 Regioni dove i Presidenti uscenti si ri-candidavano, sono stati confermati ma hanno perso centinaia di migliaia di voti: per il PD ed il Centrosinistra, Rossi in Toscana (scende da 1 milione e 56 mila a 657 mila) e Marini in Umbria (che perde 100 mila voti su 257 mila), per la Lega ed il Centrodestra, Zaia nel Veneto (che oggi ne ottiene meno di 1.110.000 contro oltre 1,5 del 2010).
D) Perde voti anche la coalizione e il candidato vincente nell'altra regione al voto: la Puglia, che passa da Vendola (1.036.638) ad Emiliano (793.000).
Dunque, sicuramente, un giudizio critico netto sulle Giunte Regionali uscenti. Su uomini, coalizioni, politiche portate avanti da Centrosinistra e Centrodestra.
Un dato locale così omogeneo e generalizzato può essere scaricato su liti paesane o minoranze irrilevanti e incapaci di accettare "la democrazia"? Solo per rendere chiara la pochezza culturale e politica di chi insiste su questo tema, va sottolineato che, in Liguria, Pastorino, Cofferati e compagni, intercettano appena 62 mila voti dei 240 mila consensi persi dal Centrosinistra.
E, allora, è necessario riflettere sulle ragioni più profonde della crisi sociale e di rappresentanza delle istituzioni, della politica e dei partiti delle maggioranze che si sono succedute; sulle risposte indicate e praticate anche nell'ultimo anno da Renzi, dal suo Governo, dal suo Partito; sul passaggio dalle alleanze di emergenza alle alleanze politiche differenziate (di Governo e per le "Riforme Istituzionali e Costituzionali"), sulle scelte liberiste ed autoritarie fatte con Sblocca Italia, Legge Elettorale, Senato, Jobs Act, Operazione Triton, Pensioni, Buona Scuola.
Non a caso, chi avanza e si consolida sono le forze di opposizione nazionale.
Quelle che propongono una chiara alternativa al sistema di potere esistente ed al Governo. In Italia e in Europa.
Alternativa di contenuti. Alternativa sociale e di cultura. Di destra, di sinistra, oltre le ideologie classiche.
Avanzano, recuperano, si consolidano nelle Regioni e nella società, la Lega di Salvini e il Movimento 5 Stelle di un Beppe Grillo defilato.
Nessuno che vuole guardare lontano, può sottovalutare questo voto.
Dunque, sicuramente, un giudizio critico netto sulle Giunte Regionali uscenti. Su uomini, coalizioni, politiche portate avanti da Centrosinistra e Centrodestra.
Un dato locale così omogeneo e generalizzato può essere scaricato su liti paesane o minoranze irrilevanti e incapaci di accettare "la democrazia"? Solo per rendere chiara la pochezza culturale e politica di chi insiste su questo tema, va sottolineato che, in Liguria, Pastorino, Cofferati e compagni, intercettano appena 62 mila voti dei 240 mila consensi persi dal Centrosinistra.
E, allora, è necessario riflettere sulle ragioni più profonde della crisi sociale e di rappresentanza delle istituzioni, della politica e dei partiti delle maggioranze che si sono succedute; sulle risposte indicate e praticate anche nell'ultimo anno da Renzi, dal suo Governo, dal suo Partito; sul passaggio dalle alleanze di emergenza alle alleanze politiche differenziate (di Governo e per le "Riforme Istituzionali e Costituzionali"), sulle scelte liberiste ed autoritarie fatte con Sblocca Italia, Legge Elettorale, Senato, Jobs Act, Operazione Triton, Pensioni, Buona Scuola.
Non a caso, chi avanza e si consolida sono le forze di opposizione nazionale.
Quelle che propongono una chiara alternativa al sistema di potere esistente ed al Governo. In Italia e in Europa.
Alternativa di contenuti. Alternativa sociale e di cultura. Di destra, di sinistra, oltre le ideologie classiche.
Avanzano, recuperano, si consolidano nelle Regioni e nella società, la Lega di Salvini e il Movimento 5 Stelle di un Beppe Grillo defilato.
Nessuno che vuole guardare lontano, può sottovalutare questo voto.
Ricapitoliamo.
RispondiElimina2010 - 2015.
Da Zaia a Zaia.
Da Burlando a Toti.
Da Rossi a Rossi.
Da Marini a Marini.
Da Spacca a Crisciuoli.
Da Caldoro a De Luca.
Da Vendola a Emiliano.
La Rottamazione di Matteo Renzi avanza, a ritmi vertiginosi!
Sic
Ceriscioli, Luca Ceriscioli, Sic!
EliminaNon Crisciuoli.
Detto questo, per la precisione e il rispetto dovuto a tutti i protagonisti, il dato politico non muta.
Rottamazione?
Cambio di verso?
Poca roba. Soprattutto conservazione e resistenza di un potere sempre più autoreferenziale e distante dai cittadini. Vedi partecipazione di un elettore su due.
Gianni
Attenti.
RispondiEliminaA sud vincono Emiliano e De Luca.
Personaggi forti e poco renziani.
Uno amico dei grillini, l'altro dei camorristi.
A nord perdono Paita e Moretti.
Donne fragili e renziane della seconda ora. Molto sostenute da ministri e presidente del consiglio.
Nik
Si Nik.
EliminaLa comunicazione è anche Twitter. Non solo.
La politica è curiosità, approfondimento, capacità di lettura critica, di visione alternativa e creativa, di progettazione delle trasformazioni, di governo partecipato e responsabile dei cambiamenti.
Il voto dice sicuramente più cose del 5 - 2 o anche del 10 - 2.
Parlano anche Campania e Puglia. Linguaggi diversi ed anche in contraddizione.
Gianni
Io vorrei sapere come si può uscire dalla pessima vicenda De Luca Presidente della Campania senza danni gravi alla democrazia italiana.
RispondiEliminaIl Pd non ha capito che i critici erano onesti e costruttivi e uno che deve dimettersi da Sindaco non può fare il Presidente della Regione.
Ma Renzi che fa? Dopo la vittoria lo manda a casa? E se lo tiene, si rende conto che perde di credibilità Lui?
s.
Concordo, s.
EliminaPer Renzi, quella di De Luca, mi pare una scelta (voluta o subita) destinata a segnarlo.
Un passaggio importante e indelebile.
Ieri notte l'intervento volgare ed arrogante del neo Presidente campano alla direzione del PD non ha trovato repliche.
La questione morale e democratica - nella lettura di Enrico Berlinguer - riguarda direttamente il primo partito italiano. I suoi vertici locali e nazionali. Con la segreteria e la Presidenza Renzi a cambiare verso non è stato il Paese, ma Lui.
In primo luogo sulle credibilità che debbono avere e assicurare dirigenti, Ministri, Sottosegretari e Amministratori del Partito.
Di fronte alle ingiustizie profonde, alla corruzione ed alle mafie dilaganti, la politica e le istituzioni debbono essere più esigenti della Giustizia.
Proprio per salvare, riconoscere e ripristinare, quanto prima, le garanzie fondamentali ed i diritti individuali di tutti i cittadini e della democrazia.
Gianni
Insomma, tu vuoi dire che il PD di Renzi dopo neppure un anno e mezzo è più indietro del PD di Bersani?
RispondiEliminaConsidera la crisi, però.
Ciao!
Mi pare parlino gli elettori italiani.
EliminaLa crisi?
È una occasione. Per nuovi equilibri sociali e politici.
Dipende da noi tutti, Ciao!
Gianni
Forse Renzi doveva dimostrare ai suoi fan di essere ancora e sempre il COMANDANTE in CAPO. A questo è servito il volo internazionale. Compresa la tuta mimetica. Dando anche garanzie ai potenti alleati.
RispondiEliminaIl punto non è però lui. Ma un partito che è privo di moralità e di progetto.
Privo di dirigenti all'altezza del potere posseduto e ricercato.
Solo poche sottolineature.
Prima hanno accettato i De Luca. Anzi, lo hanno ritenuto nel contesto, l'asso vincente. Alla faccia di Libera, delle mamme della terra dei fuochi, di Saviano ... di chi si impegna in tutta Italia per un paese con più regole e responsabilità.
Poi dopo l'uscita della Commissione Antimafia aprono il fuoco con la Bindi senza rendersi ben conto dell'autogol verso fasce di elettorato storico e no del loro stesso partito (dalla Liguria, al Veneto, alla Toscana).
Infine, spiazzati da un voto inatteso, se la prendono con i loro compagni di partito e con quelli che lo hanno abbandonato.
Ma così facendo motivano ulteriormente le scelte altrui!
BiBi
Un partito democratico dovrebbe garantire parità di diritti tra i cittadini.
RispondiEliminaOra, perché a tal Crisafulli da Enna viene trattato diversamente da tal De Luca da Salerno?
Perché alcune primarie vengono riconosciute dirimenti nelle scelte dei candidati ed altre vengono prontamente cancellate?
Mario C.
In periodo di crisi governare è dura per tutti.
RispondiEliminaIl partito più forte è quello dell'astensione.
Poi ci sono tre forze in campo: PD di Renzi, Destra di Salvini e 5 Stelle di Grillo e di tanti Anonimi Cittadini.
La nuova legge elettorale è già vecchia e rischia di essere davvero anticamera di nuove avventure ...
Carlo
Carlo, penso anch'io che siano in gioco la democrazia e la possibilità di costruire un mondo migliore.
EliminaLa partita va giocata fino in fondo. Il voto indica contraddizioni.
In Italia, Renzi procede. Ma crescono i dubbi, le critiche e le opposizioni.
In alcuni paesi del sud Europa, si affermano movimenti radicali.
Bisogna unire le forze democratiche interessate al cambiamento.
Su obiettivi specifici, intermedi, generali.
Insomma, pericoli e opportunità.
La lotta, continua.
Gianni
Vero. Il PD paga la necessità di una crisi internazionale prolungata. Resta il fatto che di vere alternative non ne emergono. Avanza solo Salvini. I Grillini no. Arretrano anche loro. Sulle politiche e sulle europee.
RispondiEliminaAntonio
Antonio, senza alternative non ci sarà pulizia.
EliminaVedi Mafia Capitale 2.
Ancora affari e corruzione. Con risorse pubbliche.
Ancora arresti tra consiglieri regionali e comunali, dirigenti e funzionari pubblici ...
Mi pare che la mancanza di alternative stia dimostrandosi una scusa. La alternative bisogna volerle e costruirle.
Anna
Antonio, tre osservazioni.
Elimina1. Il PD, questa maggioranza e questo Governo non avanzano proposte di cambiamento all'altezza della crisi internazionale. Vogliamo parlare della risposta ai grandi processi migratori? Ti pare si possano fermare con l'affondamento dei barconi?
Oppure. Il futuro dei giovani e la qualità della vita delle persone. Ti pare possono essere affrontati con questo sistema pensionistico, con i contratti di lavoro imposti, con lo Sblocca Italia?
Questa strada è sbagliata. Inadeguata. Galleggia sulla crisi. Non cambia la società per renderla migliore.
2. La Lega cresce. Salvini si è consolidato anche per avere proposto battaglie che nessun altro ha fatto (contro le pensioni o contro l'Europa unità solo dalla moneta, ad esempio) e per essere rimasto ai margini del sistema di potere e corruzione che ha travolto PdL e PD (con Expo e MOSE, con Galan ed Orsoni). Ma a Salvini si risponde facendo pulizia e ripristinando giustizia sociale, dimostrando i limiti culturali e politici delle sue proposte, la povertà e l'angustia delle sue scelte. Conservatrici ed egoiste.
3. Il confronto elettorale va fatto innanzitutto tra dati omogenei. Rispetto alle Regionali 2010 il PD riduce i voti. Il M5S cresce di molto. In alcune grandi città (Genova e Napoli, ad esempio) è il primo partito. Cala rispetto a 2013 e 2014. Ma si radica e si struttura a livello locale, dove supera quasi ovunque FI di Berlusconi e NCD di Alfano. Con un insediamento forte tra i giovani. Attenzione!
Gianni
A me pare che la cosa più rilevante è la fortissima astensione.
RispondiEliminaVero che chi non partecipa non conta, ma è evidente la presa di distanze da una politica così fatta e da amministratori che non rappresentano più il cinquanta per cento degli elettori.
m.m.
Vero. Dopo l'Emilia (di Bersani) al 38% ora la Toscana (di Renzi) al 48%.
EliminaRiflettete gente riflettete!
Ale
Concordo sul valore politico dell'astensione, che oramai coinvolge il 50% degli italiani.
EliminaSottolineo anche che questo consente ad una significativa minoranza (una significativa minoranza politica di una quasi minoranza di elettori) di decidere delle vita e del futuro di intere comunità.
Dunque, meglio partecipare!
Non si può a lungo delegare il nostro futuro a pochi ambiziosi e, spesso, arroganti personaggi.
Gianni
Renzi è stato solo una grande illusione.
RispondiEliminaPrima di governare diceva che le cose non andavano (corruzione, privilegi, etc.). Ora, va tutto bene (corruzione, privilegi, etc.).
Ha virato di 180*. Lui è i suoi sono distanti dai problemi veri delle persone che vivono la normalità.
Bisogna fare riforme giuste non solo chiacchiere, vendendo banalità e piccolezze come grandi rivoluzioni (che non si fanno certo con Alfano, Verdini, de Luca o Moretti).
Mar80
Fanno solo propaganda e affari.
RispondiEliminaLo capiamo tutti, o quasi.
Per farli smettere bisogna anche impegnarsi ogni giorno e votare quando possibile.
Per noi cittadini onesti e organizzati.
Di più non serve.
Fiorella