Qui si vuole solo richiamare l'attenzione su un Greco tutto italiano, Gerardo, il conduttore di Agorà, il programma che tutte le mattine, dalle 8 alle 10, propone sulla terza rete RAI un confronto tra politici, giornalisti e interlocutori vari, su temi di attualità sociale e politica.
Il nostro Greco nei giorni scorsi è stato oggetto degli strali di Sabina Guzzanti che (dopo essere stata ospite dello studio di RAI3) lo ha definito un "incapace", accusando la televisione pubblica di spendere male i soldi pagati con il canone da (quasi) tutti noi.
Ieri mattina, ad Agorà, tra una "obiettiva" ricostruzione dell'incontro a 5 Stelle del Circo Massimo e un ennesimo "disinteressato" sondaggio dell'Istituto di turno, si discuteva anche dell'alluvione di Genova.
Ferruccio Sansa, giornalista genovese de il Fatto Quotidiano, critica l'urbanizzazione degli alvei dei fiumi e la cementificazione del territorio, sollecita diverse politiche locali e nazionali ... Maurizio Gasparri, dalla "poltrona di Forza Italia" (parole dello stesso conduttore!), sostiene che le responsabilità dello sviluppo sbagliato del capoluogo ligure sono (tutte) delle Amministrazioni comunali di Centrosinistra, sottolineando che qualche decennio fa (per la precisione dal 1993 al '97) Sindaco del capoluogo ligure è stato anche un altro Sansa, Adriano, magistrato e indipendente, papà del giornalista in collegamento.
La provocazione, come da copione, ottiene l'effetto voluto: è rissa verbale.
La "poltrona riservata al PD" cambia interlocutore ed appare, in collegamento da Bologna, Stefano Bonaccini. Il segretario - candidato del PD emiliano spiega che lo Slocca Italia è la risposta necessaria: occorre superare velocemente tutte le burocrazie, i ricorsi, i freni, i controlli che impediscono, in tempi rapidi, il fare e la voglia di realizzare di amministratori, politici, imprenditori e privati.
Gerardo Greco, finito lo spot elettorale, non ha osservazioni o domande, ringrazia e saluta!
Sarebbe stato, invece, interessante ed utile discutere, approfondire.
Non mancavano gli argomenti e le contraddizioni.
In Italia come nell'Emilia, che Bonaccini si propone di governare in continuità con la Giunta Errani.
Non solo per saperne di più sui progetti (e le scadenze temporali) per la messa in sicurezza del territorio (non dimentichiamo che, proprio nel cuore dell'Emilia, il terremoto ha messo in evidenza le costruzioni - fabbriche, scuole, sedi pubbliche - realizzate al massimo risparmio; mentre le alluvioni nel modenese e - oggi - nel parmense hanno proposto i gravi danni pubblici e privati per i mancati investimenti nelle manutenzioni). Oppure per verificare quanto fatto e quanto resta da fare per migliorare l'ambiente, la sicurezza e la qualità della vita delle persone (investimenti destinati a ferrovie locali ed ai trasporti pubblici o diretti ai Treni ad Alta Velocità e a nuove strade ed autostrade).
Ma, magari, per saperne di più su alcune notizie degli ultimi giorni.
1. La Repubblica (domenica 12 ottobre) scrive del tunnel realizzato per collegare la Stazione dell'Alta Velocità di Bologna con un nuovo grande parcheggio. È più basso di 30 cm. di quanto necessario per la sicurezza. "I mezzi di soccorso non passano" hanno denunciato i Vigili del Fuoco. Così ora, ad opera costruita, non si può aprire. Si sono ipotizzate due possibili soluzioni: si dovrà fresare (di 30 cm.) il tetto di cemento (con l'interrogativo ancora senza risposta: reggerebbe?!) oppure si dovrà pagare un nuovo parco di mezzi di soccorso, adeguati a quella minore altezza.
2. Giorni fa, sempre la Repubblica, ha ripreso la notizia "sul rischio che la nuova autostrada" di 40 km. progettata nella campagna bolognese, chiamata Passante Nord, "resti sott'acqua". Così dicono gli studi fatti dalla stessa Società Autostrade sul progetto elaborato dalla Regione e dagli enti locali. Allora si ipotizza di realizzare questa grande opera in sopraelevata, su piloni alti 3,5 metri di altezza dal suolo. Dunque, maggiori e imprevisti, costi.
Ma l'opera, discussa e contestata da decenni, resta (per troppi politici e uomini d'affari) "una priorità".
Come si vede, il problema politico, culturale e di governo del nostro tempo, non è solo e tanto quello della velocità nelle scelte e nelle procedure di realizzazione, come vorrebbero fare credere Renzi ed i suoi molti fan.
La priorità vera è quella di cambiare un sistema di potere che ha determinato uno sviluppo insostenibile, una crisi drammatica come quella attuale ed una democrazia zoppa. Un sistema che confonde responsabilità, competenze, ruoli.
La RAI si conferma pilastro di questo potere.
E Sabina Guzzanti ha posto un problema reale, non liquidabile in ragione dei toni usati.
Se la funzione della radio televisione pubblica è (anche) di fornire elementi di conoscenza, di informazione e di formazione culturale ai cittadini di una comunità che vuole crescere in modo sostenibile e migliorarsi, la qualità, l'indipendenza, la professionalità e la correttezza democratica dei programmi, dei giornalisti e dei conduttori televisivi e radiofonici è decisiva e urgente.
Come quello di una riforma del controllo (e della spartizione) della RAI da parte dei partiti di governo.
Anche se il Presidente del Consiglio, affermatosi (e vincente!) come "grande rottamatore", rompe con la voglia di cambiamento e conta sul sostegno di Berlusconi e Marchionne.
Vuole farci rimpiangere le tribune elettorali di un tempo ed i vecchi "spazi elettorali autogestiti", che almeno venivano chiaramente indicati e non proposti, surrettiziamente, tra i vari servizi?
Il nostro Greco nei giorni scorsi è stato oggetto degli strali di Sabina Guzzanti che (dopo essere stata ospite dello studio di RAI3) lo ha definito un "incapace", accusando la televisione pubblica di spendere male i soldi pagati con il canone da (quasi) tutti noi.
Ieri mattina, ad Agorà, tra una "obiettiva" ricostruzione dell'incontro a 5 Stelle del Circo Massimo e un ennesimo "disinteressato" sondaggio dell'Istituto di turno, si discuteva anche dell'alluvione di Genova.
Ferruccio Sansa, giornalista genovese de il Fatto Quotidiano, critica l'urbanizzazione degli alvei dei fiumi e la cementificazione del territorio, sollecita diverse politiche locali e nazionali ... Maurizio Gasparri, dalla "poltrona di Forza Italia" (parole dello stesso conduttore!), sostiene che le responsabilità dello sviluppo sbagliato del capoluogo ligure sono (tutte) delle Amministrazioni comunali di Centrosinistra, sottolineando che qualche decennio fa (per la precisione dal 1993 al '97) Sindaco del capoluogo ligure è stato anche un altro Sansa, Adriano, magistrato e indipendente, papà del giornalista in collegamento.
La provocazione, come da copione, ottiene l'effetto voluto: è rissa verbale.
La "poltrona riservata al PD" cambia interlocutore ed appare, in collegamento da Bologna, Stefano Bonaccini. Il segretario - candidato del PD emiliano spiega che lo Slocca Italia è la risposta necessaria: occorre superare velocemente tutte le burocrazie, i ricorsi, i freni, i controlli che impediscono, in tempi rapidi, il fare e la voglia di realizzare di amministratori, politici, imprenditori e privati.
Gerardo Greco, finito lo spot elettorale, non ha osservazioni o domande, ringrazia e saluta!
Sarebbe stato, invece, interessante ed utile discutere, approfondire.
Non mancavano gli argomenti e le contraddizioni.
In Italia come nell'Emilia, che Bonaccini si propone di governare in continuità con la Giunta Errani.
Non solo per saperne di più sui progetti (e le scadenze temporali) per la messa in sicurezza del territorio (non dimentichiamo che, proprio nel cuore dell'Emilia, il terremoto ha messo in evidenza le costruzioni - fabbriche, scuole, sedi pubbliche - realizzate al massimo risparmio; mentre le alluvioni nel modenese e - oggi - nel parmense hanno proposto i gravi danni pubblici e privati per i mancati investimenti nelle manutenzioni). Oppure per verificare quanto fatto e quanto resta da fare per migliorare l'ambiente, la sicurezza e la qualità della vita delle persone (investimenti destinati a ferrovie locali ed ai trasporti pubblici o diretti ai Treni ad Alta Velocità e a nuove strade ed autostrade).
Ma, magari, per saperne di più su alcune notizie degli ultimi giorni.
1. La Repubblica (domenica 12 ottobre) scrive del tunnel realizzato per collegare la Stazione dell'Alta Velocità di Bologna con un nuovo grande parcheggio. È più basso di 30 cm. di quanto necessario per la sicurezza. "I mezzi di soccorso non passano" hanno denunciato i Vigili del Fuoco. Così ora, ad opera costruita, non si può aprire. Si sono ipotizzate due possibili soluzioni: si dovrà fresare (di 30 cm.) il tetto di cemento (con l'interrogativo ancora senza risposta: reggerebbe?!) oppure si dovrà pagare un nuovo parco di mezzi di soccorso, adeguati a quella minore altezza.
2. Giorni fa, sempre la Repubblica, ha ripreso la notizia "sul rischio che la nuova autostrada" di 40 km. progettata nella campagna bolognese, chiamata Passante Nord, "resti sott'acqua". Così dicono gli studi fatti dalla stessa Società Autostrade sul progetto elaborato dalla Regione e dagli enti locali. Allora si ipotizza di realizzare questa grande opera in sopraelevata, su piloni alti 3,5 metri di altezza dal suolo. Dunque, maggiori e imprevisti, costi.
Ma l'opera, discussa e contestata da decenni, resta (per troppi politici e uomini d'affari) "una priorità".
Come si vede, il problema politico, culturale e di governo del nostro tempo, non è solo e tanto quello della velocità nelle scelte e nelle procedure di realizzazione, come vorrebbero fare credere Renzi ed i suoi molti fan.
La priorità vera è quella di cambiare un sistema di potere che ha determinato uno sviluppo insostenibile, una crisi drammatica come quella attuale ed una democrazia zoppa. Un sistema che confonde responsabilità, competenze, ruoli.
La RAI si conferma pilastro di questo potere.
E Sabina Guzzanti ha posto un problema reale, non liquidabile in ragione dei toni usati.
Se la funzione della radio televisione pubblica è (anche) di fornire elementi di conoscenza, di informazione e di formazione culturale ai cittadini di una comunità che vuole crescere in modo sostenibile e migliorarsi, la qualità, l'indipendenza, la professionalità e la correttezza democratica dei programmi, dei giornalisti e dei conduttori televisivi e radiofonici è decisiva e urgente.
Come quello di una riforma del controllo (e della spartizione) della RAI da parte dei partiti di governo.
Anche se il Presidente del Consiglio, affermatosi (e vincente!) come "grande rottamatore", rompe con la voglia di cambiamento e conta sul sostegno di Berlusconi e Marchionne.
Vuole farci rimpiangere le tribune elettorali di un tempo ed i vecchi "spazi elettorali autogestiti", che almeno venivano chiaramente indicati e non proposti, surrettiziamente, tra i vari servizi?
Non ho modo di vedere i programmi del mattino.
RispondiEliminaMa ieri sera ho sentito la Moretti e ne ho avuto a sufficienza.
Un ceto politico così non farà mai una seria riforma della tv pubblica.
Né altre riforme nell'interesse generale.
Sono strutturalmente incapaci di pensieri lunghi.
Ciao!
Si. Negli anni bui del Centrosinistra del CAF (Craxi, Andreotti e Forlani) ci siamo rifugiati sulla terza rete. Le notizie le proponeva il Tg3 di Curzi. Un gruppo di giornalisti di valore, cultura e voglia di rappresentare un paese ricco di differenze e alterita'.
RispondiEliminaOggi, negli anni del Centrosinistra di Bersani e di Renzi e delle larghe intese (con Monti, Letta, Alfano e Berlusconi) non ci resta che piangere. Tra la mattina con Greco e la notte con Mannoni un solo coro, pro Governo.
Senza ritegno!
Quanto a Bonaccini, no comment. Ma votare, si deve!
Raffa
A conferma. Ieri sera a Linea Notte (Rai3, ore 24) era ospite, in collegamento da Bologna, Patrizio Bianchi, economista. Forse non casualmente, è anche Assessore in Emilia Romagna.
EliminaRiproponendo le critiche ai nuovi tagli alle Regioni è stato ribattuto da un solerte Mannoni. Una divisione delle parti in commedia. Tra chi è in campagna elettorale e chi deve adeguarsi ai tempi nuovi, in cui chi dirige aziende deve avere il diritto di licenziare.
Mario C.
Due battute a quest'ora.
RispondiElimina1. Ma perché non si taglia anche il canone TV? Questa Rai merita ancora il canone?
2. Le 2 vicende riportate nel post (tunnel alla nuova stazione FS di Bologna più basso di quanto richiesto dalle misure di sicurezza, rischio allagamento per il progetto di passante autostradale bolognese) evidenziano che ciò che non va non sono i controlli dei progetti e dei lavori, ma la loro qualità. Dunque, perché lo Sblocca Italia e non un Investì Italia, con formazione, competenza e professionalità maggiori in settori industriali strategici, pubblici e privati?
Carlo
Dai, non giocare con i Greco di Governo.
RispondiEliminaIl Nostro, è un eroe del proletariato moderno. In lotta per sconfiggere Nuova Democrazia e PASOK e dare un futuro dignitoso al suo popolo.
Il Conduttore di Agorà a Rai3 è un povero servo. Che si arrabatta per mantenere il posto in una televisione pubblica costruita al servizio dei partiti e spartita oramai da decenni tra i canali.
Forse esagero? Non tanto!
BiBi