Piccole e grandi opere per un trasporto pubblico più efficiente e meno inquinante? Più verde e servizi per migliorare la qualità della vita urbana?
No!
Una nuova autostrada, ulteriore consumo di terreno agricolo, altro cemento ed asfalto. Miliardi di euro per fare viaggiare meglio TIR, auto e pullman. Si farà il cosiddetto "passante nord", una arteria di 39 km. che collegherà A1, A13 ed A14 nella pianura bolognese, nei comuni di Anzola, Sala, Argelato, Bentivoglio, Granarolo, Budrio, Castenaso.
Secondo i nostri Amministratori una scelta per ridurre il sovraccarico della tangenziale di Bologna, le cui corsie autostradali saranno successivamente lasciate alla libera circolazione senza più pedaggi. Una scelta fino ad ora (sempre) negata per ragioni "tecniche", che si confermano inesistenti e pretestuose.
Poi, altri scavi, un nuovo tunnel sotterraneo. Per l'interramento del tratto urbano della linea ferroviaria regionale Bologna - Portomaggiore (un solo binario, confermato).
Costerà, alcune altre decine di milioni di euro. Necessari per "liberare" il traffico urbano dal passaggio dei mezzi FER (su quattro strade cittadine: via Paolo Fabbri, via Rimesse, via Cellini e via Larga).
In questo caso, i nostri Amministratori, "agitano" le richiesta di "tremila" cittadini, che protestano per i tempi di attesa ai passaggi a livello. Evidentemente le loro ragioni risultano più convincenti e/o considerate di quelle dei "No passante nord" o dei "No people mover", che, forse, hanno il torto di non chiedere forti investimenti, lavori, appalti capaci di alzare il PIL e di alimentare "affari" per grandi e piccole imprese di costruzioni.
L'approccio è sempre lo stesso. Come gli interessi in gioco. Come l'assenza di un progetto di città eco compatibile: amica, accogliente, ri-organizzata in funzione di aria ed acqua meno inquinate, di maggior benessere e sicurezza per le persone che ci vivono e la frequentano.
La Repubblica, nei giorni scorsi ha pubblicato una lettera del dottor Giuseppe Pinelli, medico e primario ospedaliero, con un passato di consigliere comunale eletto nel gruppo DS - PD, critico nei confronti dell'investimento per la realizzazione della cosiddetta Tangenziale delle bici, ossia la pista ciclabile in costruzione all'interno dello spazio verde dei viali di circonvallazione che delimitano il centro storico di Bologna. Il noto cardiologo ha proposto comprensibili osservazioni di natura sanitaria ed ambientale. Altre ancora se ne potrebbero aggiungere in merito alla sicurezza dei ciclisti: troppi e rischiosi sono gli attraversamenti tra le opposte corsie di marcia, in corrispondenza delle vie Roncati, Galletti, Vallescura/Malpertuso, Gualandi ...
La pronta risposta dell'Assessore Colombo lascia interdetti, quasi non si potessero seguire e praticare altre soluzioni (con investimenti anche meno onerosi) per perseguire l'indirizzo di una città a misura di bici e più rispettosa dei ciclisti quotidiani (con strade riservate, corsie protette, noleggi e posteggi custoditi).
Come sempre "fare" è importante.
Ma si può anche "fare male" e sbagliare. L'esempio del Civis è un monito recente per Bologna e provincia.
Dunque, decisivo è sempre "fare bene": nell'interesse generale, delle persone e dell'ambiente.
Da il Corriere di Bologna.
BOLOGNA - La riunione era convocata per annunciare l’accordo sulla realizzazione del passante autostradale Nord con Autostrade (anticipato nei giorni scorsi dal Corriere di Bologna) ai sindaci del territorio interessati dal tracciato e il sindaco Virginio Merola, l’assessore regionale ai Trasporti, Alfredo Peri e il vicepresidente della Provincia, Giacomo Venturi hanno dato tutte le informazioni dovute anche se i primi cittadini parleranno e si esprimeranno solo dopo aver visto il protocollo d’intesa con governo e Autostrade che verrà firmato a luglio. Sono stati comunque tranquillizzati sul fatto che i cittadini del bolognese potranno un domani usare l’attuale asse tangenziale-autostrada banalizzato (tutto tangenziale) senza dover sopportare pedaggi aggiuntivi che invece pagheranno i cittadini che arrivano da fuori. Per il resto il percorso, circa 39 chilometri, è quello a suo tempo voluto proprio dagli enti locali e molto simile a quello che ormai dieci anni fa fu scritto nero su bianco nel piano territoriale di coordinamento provinciale.
Ma nel corso della riunione l’assessore Peri ha dato un’altra notizia da lungo tempo attesa a Bologna: il via libera all’interramento della ex Veneta, la Bologna-Portomaggiore (quella, nel tratto compreso da via Paolo Fabbri a via Larga). A settembre, riferisce il responsabile Infrastrutture del Pd, Claudio Mazzanti, presente al vertice in via Rivani, verrà aperta la conferenza dei servizi per la realizzazione dell’opera. Questo in sostanza l’annuncio dato da Peri ai sindaci del bolognese. La situazione era in stand by da circa due anni perché non si riusciva a risolvere un problema tecnico. Cioè non si riusciva a decidere se fare una ferrovia ad un binario o se si poteva farla a doppio binario. Si è deciso di farla ad un solo binario sia per i costi ma anche perché si sarebbero, in caso contrario, dovuti demolire molti edifici. L’opera consentirà di fare a meno di cinque passaggi a livello in superficie come chiedevano da anni alcuni comitati dei cittadini che per raggiungere questo obiettivo avevano raccolto più di 3mila firme.
L’interramento della ex Veneta costa più di 40 milioni di euro e si farà grazie al contributo quasi esclusivo della Regione che negli ultimi tempi ha spinto molto per partire. «Fare una ferrovia a due canne — sintetizza il concetto Mazzanti — significava dare vita ad una situazione simile a quella di via Carracci». Tempo fa l’assessore Colombo aveva raccontato che in futuro ci potrebbe essere la possibilità di un doppio binario in superficie, in zona Scandellara, per l’incrocio dei treni, in modo da assicurare una maggiore frequenza dei convogli. L’interramento della ferrovia è un intervento che va messo in relazione con l’intero scacchiere della mobilità bolognese e che passa per il completamento del sistema ferroviario metropolitano con i fondi dell’ex metrò, il programma di filoviarizzazione, la messa su strada del Crealis (i lavori sono ricominciati su Strada Maggiore) e con la realizzazione del Nodo di Rastignano, anche questo fermo ai box da decenni. Come sempre però ci vorrà molta pazienza per vedere i cantieri. Perché una volta conclusa la conferenza dei servizi che dovrà esaminare la sostenibilità anche ambientale del progetto preliminare, bisognerà fare il progetto esecutivo e poi bisognerà bandire la gara per i lavori. Se si va fortissimo ci vuole un anno, forse qualcosa di più. Si tratta di un percorso di 7-8 chilometri e, inutile girarci intorno, i cantieri saranno comunque impattanti per i residenti della zona.
Un FARE senza FINE.
RispondiEliminaI "nostri" Amministratori procedono senza progetti chiari.
Cercando di tenere insieme pressioni di lobby (varie e prevalentemente imprenditoriali), disponibilità di risorse (scarse e soprattutto condizionate), consenso di cittadini (pro e spesso contro).
Qualcuno ha capito la nuova creatura Crealis?
E/o i 5 mesi di chiusura di Strada Maggiore?
Anna
Perché sei contro un importante investimento pro bici?
RispondiEliminaPer opportuna conoscenza, allego il diverso parere di Bibi Bellini.
M.
Colgo l'occasione offerta dalla lettera a firma del dott. Giuseppe Pinelli in merito alla presunta "insalubrità" della Tangenziale della bicicletta, per rendere noto ai cittadini di Bologna che da ormai svariati lustri ricerche scientifiche hanno appurato che chi si sposta in bicicletta respira meno inquinanti di chi si muove in auto. Per questa ragione l'allarme lanciato dal dott. Pinelli andrebbe esteso, con rinnovata preoccuapazione, a tutti gli automobilisti che transitano attorno ai viali di Bologna.
Sono disponibili, troppo spesso taciuti, molti dati in letteratura scientifica (continuamente confermati dagli studi più recenti) che portano a concludere che:
1) Negli abitacoli delle autovetture gli inquinanti si concentrano (cioè un autista respira più inquinanti di quanti ci dicano le centraline fisse).
2) Un ciclista respira meno inquinanti di un automobilista, anche considerando un’eventuale iperventilazione da sforzo.
3) La bicicletta di un adulto è il mezzo più sano per accompagnare un bambino a scuola.
Chi volesse approfondire l'argomento, supportato da una poderosa bibliografia, puo' fare riferimento allo studio più completo condotto in materia dall'ing. Martino Caranti. Studio che si può trovare in rete all' indirizzo
Per quanto riguarda il "consenso informato" da parte dei cittadini a cui il dott. Pinelli fa riferimento in coda alla sua lettera, serve forse ricordare che il progetto di Tangenziale della Bicicletta è stato oggetto di un percorso partecipato e pubblicamente condiviso, durato circa un anno e che che ha visto l'impegno di numerose associazioni e singoli cittadini interessati alle sorti della mobilità e della vivibilità di Bologna.
Per quanto riguarda l'aspetto lessicale, ritengo che l'uso del termine Tangenziale per una infrastruttura ad uso dei ciclisti è solo il primo, e non ancora suffiente, passo in direzione di una transizione/colonizzazione, anche linguistica, della mobilità verso mezzi di trasporto più sostenibili tra cui va annoverata la bicicletta, i cui vantaggi anche dal punto di vista cardiaco sicuramente non sfuggono al dott. Pinelli: la bicicletta può infatti essere considerata un vero e proprio anti-ipertensivo naturale!
Infine il timore che la Tangenziale delle bici venga "presa come percorso di svago": sarebbe come dire che la tangenziale delle auto venisse presa come circuito per il diletto di incalliti automobilisti.
Chi si sposta in bici a Bologna sa già dove trovare ossigeno: sui colli preservati con lungimiranza, nei suoi parchi e per rimanere in pianura lungo l'asta del Navile che quando sarà completamente fruibile avvicinerà finalmente Bologna a Ferrara.
Caro puntuale M., conosco bene Bibi Bellini e alcuni sostenitori della Tangenziale della Bicicletta.
RispondiEliminaCondivido molte sue (loro) considerazioni sulla necessità di investire nel mezzo di trasporto meno inquinante e più moderno. Ne ho scritto in proposito su questo blog già due volte: il 15 settembre e il 19 dicembre 2013.
Semplicemente e da sempre, non condivido questa priorità di investimento.
È una discussione attuale e di lunga data, in particolare con alcuni animatori del Gruppo di ciclo-turisti "Due ruote".
La mia convinzione, in passato elaborata all'interno di Legambiente, WWF e Unione ciclisti dell'UISP e delle partecipate iniziative "24 ore in bici" e "LiberaBologna anche tu!", è che se si vuole promuovere e investire davvero nella mobilità ciclabile quotidiana spostando quote di mobilità dall'auto alle due ruote (e sono disponibili quasi 600.000 euro) è meglio lavorare ad altri percorsi e collegamenti ciclabili nella nostra città: pedonalizzando strade del centro storico e della prima periferia, costruendo nuove piste protette verso il centro, creando reticoli e curandone la manutenzione.
Considero la scelta sui viali (che non interviene sugli alti flussi delle auto in circolazione nei due sensi) una scelta discutibile e controversa perché consuma (cementificando, come ben si vede nel tratto ora realizzato tra via Sabotino e Porta San Mamolo) le aree verdi e alberate e perché espone chi le usa ad un pericolo grande e costante di incidenti (troppi, vicini e imprevedibili sono gli attraversamenti stradali e la velocità dei mezzi).
Anche tra amici è naturale discutere e manifestare diversità. No?
Gianni
La Regione decide di spendere 40 milioni (e mesi di disagio per moti cittadini) per interrare una ferrovia. Opere non pro trasporto pubblico ma contro trasporto pubblico e pro trasporti privati. A vantaggio di chi? Chi farà i lavori? Teniamolo in mente.
RispondiEliminaCome per il passante nord. Chi ci lavorerà? Domani e dopodomani? Quando si urbanizzeranno le aree attorno alla nuova autostrada e soprattutto alle sue uscite. Valorizzazione di terreni agricoli per decenni ...
Nik