È giusto considerare il merito. Non dipendere da altri, mostrando "subalternità culturale" come dice correttamente il nuovo Segretario Sindaco.
La proposta uscita dall'incontro Renzi - Berlusconi è un passo avanti utile ad affrontare i problemi del paese?
Si mette mano alla Costituzione. Sulle questioni vere e più urgenti?
Si cambia il sistema elettorale. Nella giusta direzione?
Riflettiamo.
Sul Titolo V della Costituzione.
Si vuole "semplificare il quadro costituzionale ed istituzionale", "restituire allo Stato alcune competenze in mano alle Regioni". Si parla di energia, scuola e istruzione, sanità. Si annunciano "riduzioni al numero ed alle indennità dei consiglieri".
Questioni di rilevanza, complessità e segno diverso, che necessitano di approfondimenti e di specifiche. Su alcune si può facilmente convenire.
Ma sarebbe grave ripristinare il centralismo dei Ministeri e degli Enti di secondo grado. Accrescere, nella sostanza, il ruolo delle burocrazie e dei poteri costituiti ed opachi (dirigenti, alti funzionari ...) che sfuggono sempre al principio di trasparenza e di responsabilità e che allontanano i "centri decisionali" dai cittadini e dal giudizio democratico del voto. Si pensi, ad esempio, al ruolo di Equitalia o dell'INPS e a personaggi che li dirigono (come Antonio Mastrapasqua, 24 cariche, tra Enti ed Aziende pubbliche e private).
Sul superamento del bicameralismo.
Si vuole la trasformazione del Senato in una "Assemblea delle Autonomie locali e delle Regioni", priva di "voto di fiducia al governo e di indennità per i suoi componenti", una Assemblea "di secondo grado" non scelta direttamente dai cittadini ma nominata da altre Istituzioni.
Siamo sicuri che un organo così serva e goda della necessaria autorevolezza? Non ci hanno spiegato le reali competenze ed i rapporti funzionali con la Camera dei Deputati, i cui lavori acquisirebbero ben maggiore rilevanza, in assenza di seconde letture, possibili messe a punto e recuperi di leggi mal fatte e che presentano limiti o contraddizioni. Sappiamo come, anche negli ultimi tempi, il bisogno di immediate revisioni e modifiche sia stato frequente.
Sulla legge elettorale.
Si vuole "assicurare la governabilità, il bipolarismo e la fine del potere dei piccoli partiti".
Con indubbia coerenza si fissano soglie alte, altissime, "interessate".
Il 12% minimo per una coalizione, sembra fatto apposta per ridurre la possibilità di attivare "nuovi poli" autonomi (il Centro di Monti e Casini, nel febbraio scorso realizzò il 10,5%, con 3.591629 voti e, domani, con questi consensi sarebbe fuori!). L'8% minimo per le liste singole, sono un altro sbarramento scoraggiante per ogni nuovo tentativo di dare rappresentanza a forze non allineate e alternative (a sinistra, al centro o a destra). Il 5% necessario per una lista alleata è una soglia impegnativa e destinata, soprattutto, a "regalare" parlamentari al primo partito delle maggiori coalizioni. Per intenderci, con questo sbarramento e basandosi sui consensi conquistati meno di un anno fa dalle diverse liste, sarebbero fuori anche Sinistra Ecologia e Libertà di Niki Vendola e la Lega Nord.
Dunque, nell'unica Camera eletta resterebbero solo pochissimi partiti o forze politiche (sempre in base ai voti espressi meno di un anno fa, solo tre: PD, PdL e Movimento 5 Stelle).
Si fissa una soglia minima del 35% per per ottenere il premio che consente di avere la maggioranza dei parlamentari. Se nessuno la raggiunge si va al ballottaggio tra i primi due. Chi vince, ottiene il 55% della Camera. Così, sempre a scopo esemplificativo, prendendo per buone le percentuali di febbraio 2013, un partito che ottiene il 21,6% (il PdL) o il 25,4% (il PD) dei consensi, volerebbe in alto, fino alla maggioranza assoluta.
È evidente la forzatura. Una alterazione fortissima del voto.
Verrebbe meno il principio costituzionale della rappresentanza. Quel principio che la Corte Costituzionale ha richiamato nella recente sentenza che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum.
Inoltre, gli elettori continuerebbero a non poter esprimere nessuna preferenza sui candidati. Questi verrebbero eletti in base all'ordine definito dal listino deciso dai partiti.
Così, anche l'altra obiezione della recente sentenza della Corte Costituzionale (sulla impossibilità dell'elettore di incidere sulla scelta dei candidati) resterebbe insoddisfatta.
Poco importa la promessa (del PD o anche del M5S) di dotarsi di procedure di consultazione. Restano impegni privi di valore istituzionale.
Giovanni Sartori parla di "Pastrocchium" che "aggrava i problemi".
Lorenza Carlassarre, Stefano Rodotà, Raniero La Valle, Domenico Gallo, Carlo Smuraglia e molti altri costituzionalisti scrivono "questa proposta consiste in una riedizione del Porcellum", "le elezioni rischieranno di trasformarsi in una competizione tra capi e infine nell'investitura popolare del capo vincente".
No. Il merito delle proposte non convince.
Imboccare questa strada non produce i cambiamenti utili e necessari per ridare credibilità ed efficienza alle istituzioni, per affrontare i problemi sociali ed economici del paese.
Se il pacchetto Renzi - Berlusconi è "prendere o lasciare" la risposta è netta.
Al congresso di SEL il PD ha detto che sulle soglie di sbarramento si può discutere ed emendare. Vedremo.
RispondiEliminaCarlo
Al Congresso di SEL Renzi non è andato perché era impegnato in una intervista sul Messaggero di Roma dove ha ribadito che si cambia se tutti sono d'accordo. Quindi ... c'è poco da stare a vedere.
RispondiEliminaPoi ha detto che si voterà nel 2018.
Mi sa che i due abbiano già deciso. Prendere o lasciare!
E la Ministra di Benevento non giochi da sola ...
Come finirà?
Con "Renzi al Governo subito per realizzare quel pacchetto" che B. considera il Suo.
Tutti incastrati.
Il PD che altro può fare?
Ciao!
Mario Cinico
La profonda sintonia pare porti rapidamente ad un nuovo incontro.
RispondiEliminaConcordo con la sostanza del giudizio che il post propone.
Dal pacchetto emerge un sistema elettorale peggiore ed una Costituzione mutilata. Come si può pensare di costruire un paese migliore cancellando il pluralismo dalle istituzioni legislative più autorevoli? Se si vuole il concorso dei cittadini sarebbe opportuno il proporzionale. Poi, volendo garantire la governabilità si pensi ad un voto differenziato e diretto. Così da garantire come in America un Governo forte ed autorevole ed un Parlamento parimenti rappresentativo, riconosciuto e rispettato. Ma il problema Italia risiede non nel sistema di voto ma nella debolezza del pensiero, delle capacità politiche e progettuali, delle pratiche di comportamento.
Ciao!
Sandro
Per me Renzi ha il merito di muovere una situazione stagnante da anni.
RispondiEliminaPreferirei qualche modifica all'accordo fatto. Ma non dobbiamo dimenticare che il Porcellum va cambiato prima del voto. E allora si proceda. Del resto che cosa sono serviti i piccoli partitini? O posizioni di centro? A stare sempre con un piede di qua ed uno di la ... Alzando il prezzo.
Dunque meglio procedere.
Antonio
Dimenticavo.
RispondiEliminaNel merito inserirei anche il superamento delle Provincie e un tetto alle indennità di carica (Regioni e Camera, Enti ed Aziende pubbliche).
Antonio
Antonio, i piccoli partiti evidentemente rappresentano idee e politiche presenti nella società e nella cultura nazionale o locale e sono stati coinvolti dai "grandi" per rendere più ricco e forte il progetto e la coalizione.
RispondiEliminaPer intenderci, il PD di Bersani senza SEL di Vendola e il CD di Tabacci non avrebbe superato il Centrodestra e Berlusconi senza la Lega Nord e Fratelli d'Italia non avrebbe avuto più voti del Movimento 5 Stelle, che da solo, in Italia, è risultato primo partito.
Ecco a cosa servono. A fare vincere i grandi.
Li si vuole cancellare? Bene. Auguri!
Un militante di SEL "incazzato"
Non è che se un partito prende il 20 o il 25% prende la maggioranza assoluta. Deve passare dal secondo turno. A quel punto uno prenderà la maggioranza. Un po' come in Francia. No?
RispondiEliminaMi pare chiaro e vale per tutti.
Valerio
Io non capisco la proposta dei due sul Senato.
RispondiEliminaMi pare solo un pasticcio.
Se non serve va cancellato.
Ma comporlo di Presidenti, Consiglieri regionali e Sindaci mi pare incomprensibile.
Quale valore aggiunto porterebbero i vari Cota, Monari, De Luca di tutta Italia?
Qualcuno mi illumini.
Franca
Tutti d'accordo. Renzi, Berlusconi, Letta ed Alfano.
RispondiEliminaCon il 37% si ottiene un premio del 15%.
Sbarramenti: 12% per le coalizioni, 8% per le singole liste, 4,5% per le singole liste che si coalizzano.
Salvo chi ottiene oltre il 9% in almeno 3 regioni.
E questi sarebbero statisti che pensano al nostro futuro?
BiBi
L'ultimo accordo ha resuscitato anche le multi candidature!
RispondiEliminaCioè la possibilità dei partiti di proporre un candidato in più collegi.
Al limite in tutti. No. Non ci siamo.
Angela
Renzi per portare a casa il suo successo ha concesso al Nuovo Centrodestra le multi candidature e alla Lega Nord la possibilità di eleggere anche sotto il 4,5% ma con più del 9% in almeno 3 Regioni!
RispondiEliminaNaturalmente nell'interesse del paese!
Così, una forza autonoma del 7,5% nazionale non passa mentre una molto più piccola ma radicata in qualche realtà no.
Naturalmente nell'interesse del paese!
Vai Matteo, chi ben comincia ... è a metà dell'opera. Ma vedi di non fermarti li ...
Ricky M.