La lezione tedesca, i problemi dell'Europa

Ci hanno impiegato tre mesi per fare un Governo di "Grosse Koalition".
Qui qualche giorno per le "larghe intese", già divenute "strette".
Loro hanno sottoscritto molte decine di pagine di indirizzo e di impegni programmatici.
Qui si è affidata ad Enrico Letta (con la supervisione di Giorgio Napolitano) la presentazione del suo Governo: pieno di intenti, di equilibri e di ambizioni, già in gran parte naufragate.
In Germania hanno ridotto l'età pensionabile a 63 anni (con 45 di contributi).
In Italia si è rimasti fedeli alla Monti - Fornero che ha innalzato l'età a 67 anni (e ha creato la triste categoria degli "esodati").

Là hanno concordato un salario minimo orario di 8,5 euro l'ora.
Qua molti lavoratori restano con salari contrattuali molto inferiori e chi non è in regola, come tanti operai in nero e non comunitari, è costretto a paghe di uno o massimo due euro.
A Berlino i socialdemocratici hanno organizzato un congresso straordinario, il Gruppo dirigente ci ha messo la faccia (oggi e per il domani) ed ha sottoposto l'accordo (conseguito con una trattativa durata 71 giorni con i Democratici Cristiani) a tutti gli iscritti.
A Roma il Partito Democratico non ha neppure convocato il suo organo dirigente e con il recente Congresso nazionale, senza risolvere alcun problema di linea politica, si è semplicemente affidato ad un altro Segretario.
Si potrebbe continuare con altre differenze sostanziali che motivano la "coesione" tedesca e la "crisi" italiana.
Questa potrebbe essere considerata la prima lezione che viene dalla Germania.
Ma occorre vederne una seconda, molto meno positiva.
Ciò che non convince dell'intesa CDU - CSU e SPD è la conferma degli indirizzi economici e finanziari per l'Europa, che configurano tempi bui per tutto il continente.
Il rigore fin qui perseguito e riproposto dai partiti tedeschi (nel documento e con la simbolica conferma del Ministro delle Finanze Schaeuble) ha portato depressione, impoverimento e crisi (permanente e irrisolta) innanzitutto in Grecia e nei paesi del Mediterraneo.
Ma di questo passo i problemi non si limiteranno a sud.
Un inquietante segnale di difesa, di conservazione, di paura ad aprirsi e ad innovare ... Come sarebbe necessario.
Come scrivono i firmatari dell'appello Urgente per l'Europa (vedi post del 25 dicembre) che chiedono scelte politiche forti e lungimiranti, modifiche ai Trattati esistenti, per uno sviluppo europeo, sostenibile e comune.
Dunque, seconda lezione dalla Germania, un gran brutto segnale a pochi mesi dalla scadenza elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo.
Popolari e Socialisti non si mostrano in grado di produrre nuove sintesi capaci di uscire dalle contraddizioni del presente e di fare leva sulla cultura e sulla tecnologia raggiunte per affrontare una nuova tappa di progresso, di democrazia, di emancipazione e di liberazione per tutti i popoli d'Europa e del pianeta.
Nel mondo che cambia, occorre individuare e praticare strade nuove di coesistenza e di superamento dei problemi che emergono. La conservazione e la resistenza dei poteri costituiti è destinata ad essere travolta.
Nasceranno nuovi soggetti politici nazionali ed europei, critici, costruttivi e democratici?