La prima impressione è che Enrico Letta faccia sul serio e, facendo tesoro delle sue origini di giovane democristiano e delle capacità pianificatorie acquisite dalla partecipazione alla Commissione Trilaterale ed al Club Bilderberg, tenta una operazione politica ambiziosa e di lungo periodo mettendo in campo capacità inclusive, di mediazione tra interessi molteplici, contraddittori e in conflitto.
Fa proprie le politiche di rigore e di riduzione della spesa pubblica di Mario Monti, il rispetto dei vincoli di bilancio europei, ma annuncia "la sospensione del pagamento a giugno dell'IMU" in attesa di una "ristrutturazione della tassazione sugli immobili"; promette la soluzione del dramma degli esodati entro una "gradualizzazione del pensionamento dei lavoratori"; si impegna al rifinanziamento della cassa integrazione per i disoccupati in attesa di un "welfare rinnovato" e di "politiche industriali che evitino casi ILVA"; indica obiettivi di riduzione delle tasse per le nuove assunzioni, di semplificazione per aprire imprese, di riorganizzazione della giustizia e delle carceri ...
Concede, in ragione di decenza e sobrietà, la rinuncia alle indennità aggiuntive per i Ministri; la fine del finanziamento pubblico dei partiti e conferma il varo di una Convenzione per le Riforme Costituzionali, per la cui presidenza si è già prenotato un entusiasta Silvio Berlusconi. Stabilisce una "verifica della navigazione a 18 mesi".
Intanto parte per un viaggio a Berlino, Bruxelles e Parigi. "C'è bisogno di più Europa e più democrazia, moneta e politiche, rigore e ripresa, verso gli Stati Uniti del vecchio continente".
Nulla sulle risorse finanziarie necessarie per realizzare i progetti. Silenzio su scelte di riarmo, su missioni militari, corruzione, questione morale, conflitti di interesse, falsificazione dei bilanci, riconversione ecologica delle produzioni, messa in sicurezza del territorio e delle persone, patrimoniale, redditi, liquidazioni e pensioni d'oro.
Non c'è Governo del cambiamento, ma sicuramente stiamo vivendo i primi giorni di una nuova fase.
A Letta arriverà un sostegno ancora più largo di quello ipotizzato. Nel PD nessuna scissione, al massimo qualche espulsione o uscita volontaria. La Lega Nord si assesterà su una promettente astensione.
Bisognerà riflettere su molti fatti e passaggi di queste ultime settimane; capire meglio cosa è realmente successo e le novità che ci proporrà la Terza Repubblica, entro la quale mi pare ci troviamo già, consapevoli o no.
Per chi non vuole morire democristiano è tempo di responsabilità ed iniziative utili. Il tempo corre!
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